Fine secolo - 8-9 giugno 1985

FINE SECOLO* SABATO 8 / DOMENICA 9 GIUGNO Le foto di queste pagine sono di Paola Agosti, a eccezione di quella in fondo a questa pagina che è di Pietro Gigli. . . In una sua recensione del 1977 a due libri sul terrorismo, quello di Co/in Smith e quello di Jil– lian Becker sulla Rote Armee, lei sembrà fare una distinzione tra il «romanticismo» dèlla guer– riglia latinoamericana e il ricorso alla bomba, al mitra, a/l'assassinio come una banalità o uno sport, del terrorismo europeo e del- Medio Oriente. Ritiehe ancora valida questa distinzio– ne? No, credo di no. Perché il terrorismo in Ameri– ca Latina oggi .é quasi indifferenziabile, direi, da questo terrorismo europeo e del Medio Oriente. Negli Anni Sessanta si poteva parlare· ancora di guerriglia romantica, guevarista, nel– la quale apparentemente -perché credo che se si fa un'analisi approfondita si scopre che que– ste regole del gioco cavalleresche non erano poi tali-, ma c'erano certe caratteristiche, quei ragazzi, per esempio, che in Perù, nel 1965, pri– ma di·partire per la guerriglia si facevano foto– grafare e-mandavano le foto ai giornali per far conoscere a tutti le loro facce, ricorda? C'é una gran differenza con il terrorismo di Sendero Luminoso che opera nell'ombra più fitta, col– pisce alla cieca, che é un terrorismo muto, astratto da capire, tanto sono generali e gene– rici i suoi principi. Oggi credo che questa di– stinzione non esista più, se mai é esistita, e mi sembra sempre più improbabile che esistesse. Lei ha scritto che la condanna del terrorismo da parte della sinistra é stata timida, reticente: «tardive lacrime di coccodrillo», che hanno la– sciato il monopolio della sua condanna alla de– stra. La sua oggi in America Latina é ancora una «vox clamans in deserto»? Credo che sia stato uno dei grandi errori della sinistra democratica in molti paesi latinoame– ricani non aver preso una posizione ben chiara contro il terrorismo. Credo che ciò abbia inde– bolito le posizioni di sinistra e favorito la de– stra nel senso che le ha permesso di accomuna– re, come una sola cosa, la sinistra democratica e la sinistra violenta e terrorista. Credo che la sinistra debba superare questo complesso di inferiorità nei confronti del terrorismo, nei confronti della sinistra insurrezionale e oppor– le chiaramente una linea legale, percorribile, pragmatica. Credo che sia l'unico modo in cui la sinistra possa veramente svilupparsi, riuscire ad avere potere. E' molto importante. Ritengo che la sinistra debba optare in un modo non tattico, simulato, momentaneo, transitorio, per la lotta legale, ma in un modo veramente risoluto e deciso ad essere conseguente, traen– do da questa scelta tutte le conclusioni del caso, pri~ di tutto quella di opporre una cri– tica frontale al terrorismo come un ostacolo, non solo per conservare gli spazi esistenti, ma anche per far progredire la società attraverso la legalità. In un suo articolo, «Albert Camus e la morale dei limiti», lei cita questa frase dello scrittore francese: «Sono per la pluralità di posizioni. Si potrebbe organizzare un partito di quelli che non sono sicuri di avere ragione? Sarebbe il mio par– tito». Sarebbe anche il suo, Vargas Llosa? Certamente. Questa mi sembra la migliore de– finizione della verità relativa, mi sembra l'uni– ca possibile, soprattutto nel campo dell'azione politica e sociale. Credo che verità assolute esi– stano solo nel dominio dell'arte, nel mondo della fantasia e della creazione dove queste ve– rità assolute possono avere un'enorme ricchez– za, un grande potere di persuasione e trasgres– sione, non trova? Ma nel campo politico e so– ciale é molto importante stabilire questo unico dogma: che la verità non é mai assoluta, ma sempre relativa, perché questo é l'unico modo di accettare che il consenso, il compromesso, la coesistenza nella diversità siano la miglior via per raggiungere il progresso.

RkJQdWJsaXNoZXIy