Fine secolo - 1-2 giugno 1985

FINE SECOLO* SABATO 1 / DOMENICA 2 GIUGNO 34 .· MQ ......... _. . J,E l*E....... FOUC .. ----------------------------di PaulVEYNE------------------------------- È 1m:::wto venerdì a Milano, a Palazzo lsimhardi, un convegno di due giorni dal ti– tolo "Effetto Foucault ". A poco meno di un anno dalla scomparsa del filoso/ o francese r un gruppo di studiosi si interroga sulla sua possihile eredità nel tentativo, come ha scritto Pier Aldo Rovatti presentando l'ini– ::iatir"a,"di riaprire, di/dr esplodere di nuo- 1·0 tutti gli amhiti problematici che Fou-· cuult ci ha indicati in un itinerario di ricer– cu che almeno in un punto è sempre stato uguale a se stesso, ne/_procedere controcor– rente rispetto.a ogni ideologia". Al convegno partecipano, con altri, Ales– sandro Fontana, Miche/ De Certeau, Ma– rio Gal::igna, Giacomo Marramao, Felix Guattari, Mario Vegetti, Jean Pierre Gur– ton. Alessandro Dal Lago, Miche/le Per- - rot, Nadia Fusini, Gianni De Martino, Ma– rio Spinella, Carlo Sini, lo stesso Rovatti, . Hayden White_,Paul Veyne, Fulvio Papi e Gianni Vattimo. Puhhlichiamo la relazione di Paul Veyne, che ha per titolo "È possibile una morale per Foucault?", e verrà pubblicata sul pros– simo numero della rivista "Aut aut". Si tratta di un testo di notevole interesse: Veyne che fu, oltre che collaboratore, ami– co per lunghi anni di Miche/ Foucault,fino alla sua malat-tia e repentina scomparsa, te– stimonia qui lo sforzo che ha occupato gli ultimi mesi della vita e dell'opera de/filoso– fò fi·ancese: ridefinire gli spazi di una mo– rale e una .filosofia, lavorando "su sé". r A cura di Marino SIN/BALDI) L ·attrazione che Michel Foucault provava per l'antichità greco-romana era evidente e vivace quanto quella del suo maestro Nietzsche. Per scrivere i suoi due ultimi libri, Foucault si é immerso nella letteratura antica con un piacere sensibile e durevole. Lo sento ancora dirmi che le lettere di Seneca son· un testo "superbo"; e tuttavia questo tipo di giudizi era poco fre– quente sulle,sue labbra, poiché Foucault aveva il pudore, o piuttosto l'eleganza, di tacere i Gruppo di filosofi: particolare da un sarcofago romano (111secolo d.C.). Roma, Museo Nazionale. voro di sé su sé, la carta di una estetizzazione · so, nel suo patriottismo, dall'idea clie il suo del soggetto morale. all'interno di due morali cuore batterebbe per il campo nemico, se fosse diversissime tra loro. nato dall'altra parte della frontiera. I valori non sono eterni, ma non sono nemmeno caduchi Non contenti.-di volere che. vogliamo pretendiamo inoltre di farcene una ragione . ' CIO suoi gusti. Ma esisteva precisamente un'affi- La visione del mondo di Foucault era una· vi– nità tra l'eleganza di quest'uomo e quella che é sione da guerriero, per il quale non esistono 11 primo gesto di Foucault consisteva dunque uno dei tratti distintivi della civiltà greco ro- che dei partiti presi, il proprio e quello dell'av- nei tagliar corto con queste razionalizzazioni e mana. Solo che Foucault aveva della morale versario, e c~e non pensa a darsene una ragio- autogiustificazioni, con logiche, grazie a cui, una concezione così particolare, che tutio il ne: gli basta aver fatto la sua scelta. Questa é non contenti di volere ciò che vogliamo, pre– problema é questo: ne11a filosofia di Foucault é una visione profondamente nietzscheana; lo tendiamo inoltre di _farcene una ragione. La possibile una moràle, e in caso affermativo, spettacolo offerto dalla storia non é quello dei- sola realtà é la volontà di potenza come vo– quale? Che significato poteva avere per lui il problemi eterni, della ·costanza di una natura o lontà valorizzante, e tutto il resto é illusione termine "morale"? Foucault non ha scritto un di una dialettica della ragione; é piuttosto lo razionalistica. Sei o sette anni fa, Foucault trattato di morale, e ha affrontato molto di spettacolo discontinuo delle valorizzazioni che scriveva in un giornale francese che le libertà e rado questo argomento. E' dunque riecessario variano da una cultura a un'altra, perfino da i diritti dell'uomo si fondano molto più solida– ricostruire la sua morale a partire dalle confi- un individuo all'altro. "Toute respiration pro- mente sulla volontà di resistenza dei gruppi <lenze,dalle allusioni e soprattutto dalla sua ti- pose un règne", dice il poeta René Char. Le di- umani che·imi problemi metafisici. losofia generale. verse valorizzazioni non sono né vere né false; Mi sia consentito raccontare qui un episodio Non attribuiremo evidentemente a Foucault il esse son~; ecco tutto, e non c'é niente al di là; · che risale a due o tre anni fa, e che é avvenuto progetto puerile di resuscitare la morale_anti- non si può nemmeno discutere dei gusti e dei nell'appartamento di Foucault; guardavamo ca. Nell'ultima intervista: che la morte gli ha colori; ognuno é patriota dei propri valori. alla televisione un servizio sul conflitto tra oggetti dotati così di valore, esse non vedevano altro. La valorizzazione greca del piacere piut- . tosto che del sesso fa sì che i Greci non incon– trino altro oggetto che questo pi&cere(il sesso del partner restando indifferente). Ogni valo– rizzazione é prigioniera di se stessa, e si scon– tra solo con se stessa. Strappare all'avversario l'arma mendace della verità· E allora, come si può giudicare una valorizza– zione? F oucault si riconosceva incapace di giu– stificare le proprie preferenze. Egli non può ri– chiamarsi né aila natura umana, né a una ra– gione universale, né a qualche tipo di funzio– nalismo o di adeguazione a un oggetto. In que– ste condizioni, la stessa opera di Foucault appare doppiamente enigmatica: se non si pos– sono discutere le vaolorizzazioni, a che cosa potevano servire i libri che scriveva? Perché scrivere? Precisamente, perché le valo– rizzazioni sono imposte da qualcuno e non di– scendono dalla natura delle cose; c' é una lotta perpetua per la verità, come si suol dire; la ve– rità in questione non é fatta di cose vere, che sarebbero da scoprire o da accettare; é fatta delle concezioni variabili e arbitrarie che ogni società si fa della verità, e che essa valorizza. ùgni valorizzazione é elaborata e modificata in una lotta di tutti contro tutti. Le verità sono in conflitto incessante, e ognuno combatte o scrive per far trionfare la propria. Ma allora, che cosa si può scrivere in favore di una valorizzazione, se nessuna valorizzazione ha ragione o torto? E' qui che ci appare il ca– rattere più stupefaèente e meno notato dell'o– pera di Foucault. Egli non ha mai scritto: "Le mie preferenze politiche e s~iali sono que1le vere", e non ha scritto nemmeno: "le preferen– re dei miei avversari sono false"; piuttosto i suoi libri consistono nell'aver detto questo: "Le razionalizzazioni, con cui i miei avversari pretendono di affermare la verità delle loro . preferenze, non si basano su niente". Infatti, perquanto ogni preferenza sia al tempo stesso inattaccabile e ingiustificabile, noi abbiamo la smania di volerla giustificare a colpi di razio– nalizzazioni, per impressionare l'avversario e rassicurare noi stessi. Foucault non attaccava le scelte altrui, ma le false ragioni che gli altri annettevano a tali scelte. La disciplina che egli ha coltivato, e che chiamava critica archeologi– ca e genealogica, consisteva nello strappare al- 1' avversario l'arma mendace della verità, senza che lui stesso pretendesse di possedere que– st'arma. La critica genealogica non afferma: "Ho ragione, e gli altri si sbagliano"; ma dice soltanto: ~'Gli altri hanno torto quando pre– tendono di avere ragione, dato che non hanno ragione più di me o di chiunque altro". L'assenza di fondamenti non ha mai scosso i comuni mortali concesso il tempo di terminare, l'ha detto mol- .Non si tratta qui di storicismo, di Spengler o di israeliani e palestinesi; a un certo punto, la pa- Si vede quale sia l'originalità di questa polemi– to chiaramente: non si può trovare li soluzio- relativismo; i valori non sono eterni, ma non rola fu data a un combattente di uno dei due ca. Foucault non ne ha mai particate altre; ciò ne di un problema dell'attualità in un proble- sono nemmeno caduchi in anticipo, con il pre- campi. Ora, quest'uomo usò delle parole insie- era evidente persino nelle conversazioni priva– ma posto in un'altra epoca, e che é di fatto di-- testo che l'avvenire li cancellerà e che il passa- me sorprendenti e autentiche, come si sentono te, dove non ricorreva all'indignazione virtuo– verso; egli non ha mai pensato di scorgere nel- to sembra averli rifiutati. Il tempo che scorre raramente nei conflitti politici: "Io sono sol- sa e all'autogiustificazione; egli interrompeva l'etica sessuale di greci un'alternativa seducen- può darsi da fare, ma noi non dubitiamo dei tanto una cosa - diceva il militante - che voglio cortesemente l'interlocutore che imboccasse te all'etica cristiana. Non esistono problemi nostri lavori, poiché sono la nostra carne e il riconquistare la terra dei miei avi. Lo voglio da questa strada. Un vero gu~rriero non conosce identici attraverso i secoli, proprio come non nostro sangue, e, finché non ne dubitiamo, essi quando ero adolescente. Non so perché lo vo- l'indignazione, ma conosce la collera, il c'é ragione o natura costante attraverso il tem- sono d'attualità. La grande parola é pronun- glio, ignoro da dove mi venga questa passione, thymos; non si cura di fondare la sua verità, gli po. Poiché il tempo onnipotente cancella tutto: ciata; non bisogna opporre le verità eterne al ma il fatto é questo". "Eccoci - mi disse Fou- basta volerla e farJa trionfare; ma non si ab- l'eterno ritorno é anche una partenza. Non c'é . tempo, e neppure identificare l'essere .con il cault :. abbiamo toccato l'essenziale, e non c'é bassa a cavillare. Tutta l'eleganza dell'indivi- verità dell'uomo, ma soltanto delle valorizza- temp.9; bisogna tranquillamente opporre, al nient'altro da dire". Aveva ragione; senza que- duo Foucault,, Ja sua stessa -nobiltà; erano in zio.n-isuccessive; in un .incessante· .new dea/, iJ tempo come· all'eternità'., la nof.tra attualità,· ste evidenze, che ci sono insieme connaturate , questo. Per un nietzscheano,. tra l'intjignazione temp~ ridist~ibuisce s·e~~a so_~t~:J~. carte_.,.Y~:~~ c ioé.fa 'nostra volontà: valorizzante.: Llidea- di :, ed estt-anéé:--poìchesono ingiustificabili, i-mii- e 1a collera non-:c!é~una..,semplice•sflpnatura,., dremo che l'affinità tra Foucault e la morale un-.telàti~ismo cu1trir:al@-riposa: 'su um presup·· 1 . leniìfldèlla'sforiaihòhr'ésisterèbBefèi;le-civihà sj:,.., ma :un; vero abW;o.metaiisiéo~' , ·/,.;: ;. ' r: · antica .,sifrìd'uç:e.,aU-à: ria ppa-r.izjbhe;:..nelJa nost:na- J postn secondoncui 1 aU~temjtà rnon: si t.0pponè..:. soni? 1:,attute·-appassibnandbsiJ~ 1 gli- o'ggètti'r. Quf.si!lega·il n0strò'Pf'dblema..1..Nehnmtdomo- :. C~f.. ahst~lIJ:1,-~ola..,,s~t~ ... n~H_;uwbi.~~n.a ,di:-1.~~a,llt~, fll~ il te~?.~~e ~??"~- ~ ,,c,.2~..s9Ja.,.. ~u, I~ RJls~[.çnze.J)Sr le loro verità poJitj_;., m~ s:..m..bi;ij. 4iXraY19 iWP9~ilu)s; {g_nQarL, stril:mzforieané~essadìversa; e fa carta cteTfa- conta d relativornai un guernero e stato scos- che, scientifiche o religiose; al di fuori di questi una morale; non c'é più natura o ragione a cui

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