Fine secolo - 1-2 giugno 1985

FINE SECOLO* SABATO 1 / DOMENICA 2 GIUGNO Poesie di Attilio Zanichelli A-LTRI ANGELI Di un pino mi ricordo ha un nome sotto la pietra. Entrano i bambini con la mano scalfiscono la giungla tenebrosa del bosco dove simula di soffocare. Una parola strepita lungo il sentiero. C'era un nome da respingere, avvicinandolo alle labbra. Ora so che mai giungerà la mano aperta a benedirlo. La stoffa scorticata cade nell'acqua del mattino. Qui contavo di passare una giornata vincendo il tanfo locale dalle membra maligne ' fredda la mano sul portafoglio. Non guardiamoci più, sospettose rocce del tempo, io non bramo la vostra pietà. Non raggi ungo gli angeli di scorta incollati alle funivie in salita · -ma quelli di laggiù stecchiti nella paranoia. Ma è successo così, tra buone focacce mangiate in sogno con te che strappi bottiglie dalle mani di Dio ne abbiamo parlato. . \ SOTTILI SPERANZE Dalle scale salivano passeggeri, probabili viaggiatori direi, cauti e misteriosi, con mani stringevano valigie. Mi parve che ognuno dovesse trasportare se stesso nel nulla. Senza rallentamento il treno percorre questo fiume di cui ho mai visto la fine, infinite volte si rovesciano sulle traversine nude erbe verdi e allettanti. Questa notte, questo passo che ottenebra tutto, tuote che sputano olio · magnificenti, e pare che dicano "Siamo la forza, la forza!" All'ordine di nulla. IL MIO POPOLO Comincia in fila a rannicchiarsi . come dune che si assottigliano ai maceri degli stop poi discende il cordame delle scale paurose come una folla demente il mio popolo come un idioma senza nome un volto spalato dagli autocarri in una nebbiosa fuga di sprazzi di neve come trasbordo di anime come corrente ventosa sotto la stridula morte affonda le schegge nella sua ombra dilatata affonda le mani nei sensi atonali deJressere nulla una foglia decapitata sotto l'immenso prato celeste . . .. LUOGHI INESISTENTI Ci stiamo facendo paura con una torcia di carta scolorita nel sonno chi sei tu che.alzi la gonna? Non volevo vederti. Hanno messo dei cani al cancello in u_n luogo di lutto? Soprà un luogo sin:iileuna volta sollevarono un cartello con scritto fate attenzione al serpente nato nel cuòio degli alberi col desiderio della mela in bocca. Ci pareva di essere davanti allo specchio dischiuso del tempo; un rogo vivace la carne siamo stati per credere che fosse nel sangue che non scorre. È da forme già buit! che dipendiamo e tu sei l'equivalente dell'oscurità nostra nella camera dolorosa; pren etnmo asilo nel tuo bosco che sgocciola di bava di pantera. Raccapezzarci ma come? n che modo straniate tutto alla ragione oltre una mano spietata che ci raggiunge? PAESAGGIO Tu ed io siamo la stessa cosa abbiamo camminato insieme molte volte guardandoci in viso una sera adocchiata la luna pregavamo che fosse venere scesa per noi. Quegli alberi laggiù che ritrovano pace dopo giornate differenti dai quali siamo discesi e come persi nel buio del sole ci siamo contesi la luce delle parole hai ricordo?

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