Fine secolo - 25-26 maggio 1985

FINE SECOLO * SABATO 25 I DOMENICA 26 MAGGIO ~&=~~~&~zE ■lfr~iCIJ!(i2!1!1Pli["[]§l 1 E" 1 "J§D--5··;···s1 1 rr=m5g25 ., -. : <{ • . . . . . .. wiJ - ....,.. ,- . • . I' . ·-·~ --~. . Le illustrazionisono tratte da "KarlMarx. Biografiaperimmagini" EditoriRiuniti, 1983. --Un'allegoria della so~eressione-4eUa Rheinische Zeitung apparsasulla stampadi allora:Marx e Prometeo.L'aquila prussianache gli rode/ Il fegato vienetenutaperun filo dallo scoiattolo(il ministroEichhorn). La casa di rue Va~u 23 doveKarle Jenny Marx visserodall'ottobre1843 al gennaio1845. In questacasa, il 1 ° m;iggio1844, nacque~aloro primafiglia, Jenny. Karl Marx e la figlia lJenny a Margate nel 1866. Un'altra figlia di Man Laura, sposò Paul Lafargue, socialista francese e autore di un pamphlet di enorme successo, "Il diritto all'ozio". Neila notte del 26 novembre 1911 Paul Lafargue si suicidò, "trascinando con sé Laura". Nella lettera lasciata da Latfargue, e scritta solo in prima persona, si dice fra l'altro: "Da molto tempo mi sono rieromesso di non superare i settanta annii ho fissato la stagione dell'anno per il mio distacco dalla vita e ho preparato Il sistema per mettere in pratica la mia decisione: una iniezione ipodermica di acido cloridrico". che non avviene frl i Tartari. Dunque non tutte le società hanno gli stessi prldotti; questo è quanto dobbiamo dirci per lavorare alla qf orma della nostra e farla salire ad un livello superiore. f er quanto riguarda il coraggio, se si passa per coraggi9so allorchè si affronta la morte in pie– no giorno ·sul campo di battaglia sotto il dominio di tutte - le eccitazioni riunire, nulla dimostra che si manchi di co– raggio se ci si dà la morte da se stessi e in tenebrosa soli– tudine. Non si scioglie una simile questione insultando i morti. ~ . Tutto ciò che si è detto contro il suicidio si muove nella stessa cerchia di i ee. Gli si contrappongono i decreti del– la provvidenza, iJa l'esistenza stessa del suicidio è un'a– perta protesta cohtro i decreti imperscrutabili. Si parla dei nostri doveri ~erso questa società, senza indicare e realizzare d'altra ~arte i nostri diritti di fronte alla so– cietà; e_infine si ~salta il merito mille volte maggiore di sopportare il dolore anzichè soccombervi: merito altret– tanto malinconico della prospettiva da esso aperta·. In– somma si fa del stiicidio un atto di vigliaccheria, un delit– to contro le leggi,jla società e l'onwe. Come mai, nonostante tanti anatemi, l'uomo si suicida? Perché nelle veni della gente disperata il sangue non scorre nello stess modo del sangue degli essere freddi, che si prendono 1, svago di recitare tutti questi sterili di– scorsi. L'uomo è k mistero per gli uomini: lo sappiamo solo condannare~ non lo conosciamo. Se si osserva con quanta leggerezzaj le istituzioni, che .governano l'Europa, decidono della vita e della morte dei popoli, di che ab– bondante materiale di carceri, di punizioni, di strumenti di morte si circonlli la giustizia civilizzata per sanzionare i suoi incerti decreti; se si osserva l'incredibile numero di classi, che da ogni lato vengono lasciate in miseria, e i pa– ria sociali, su cui fava un brutale e pregiudiziale disprez– zo, forse per dis~nsarsi dalla fatica di strapparli dal loro fango; se si ossefVa tutto questo, -non si comprende a quale titolo si possa ordinare all'individuo di apprezzare per sé un'esistenia, che le nostre- abitudini, i nostri pre– giudizi, le nostre leggi e i nostri costumi calpestano in tut– ti i modi. Si è creduto di poter impedire i suicidi per mezzo delle punizioni oltraggiose e d'una specie di infamia, con cui si bolla a fuoco la memoria del colpevole. Che·dire dell'in– degnità di un marchio impresso su gente che non è più presente a peror~e la propria causa? Del resto gli sventu– rati se ne rattristano ben poco; e se il suicidio incrimina qualcuno, si tra~ anzitutto della gente che resta,. perchè in questa massa non uno merita che si continui a vivere per lui. Forse che 1 i mezzi infantili e inumani, che si sono escogitati, hanno 1combattuto con successo contro l'insi– nuarsi della disperazione? Che importa all'essere che vuol ·fuggire dal mondo delle ·offese che il mondo infligge al suo cadavere? In questo si riscontra solo una vigliacche– ria in più da parte dei viventi. In realtà, che specie di so- · cietà è quella, doJe si trova il più profondo isolamento in seno a più milioni di individui; dove si può essere-sopraf– fatti da un'esigenza invincibile di uccidersi, senza che al– cuno ci comprenda? Questa società non è una società; è piuttosto, come dice Rousseau, un deserto popolato di fiere selvagge. Nelle cariche da me ricoperte presso l'am– ministrazione di polizia i suicidi costituivano una parte delle mie competenze; volevo imparare a conoscere, se fra le loro cause determinanti non se ne trovassero alcu- 1 ne, di cui si pote~se prevenire l'azione. Intrapresi un'am- pia indagine in proposito. Trovai che, eccettuata una .ri– forma totale dell'attuale ordinamento sociale, tutti gli al- 1 · tri tentativi riuscirebbero infruttosi. . Tra le cause dellJ disperazione che induce persone molto eccitabili, nature appassionate e di profondo sentire, a cercare la morte, ho scoperto quale causa determinante il malvagio trattamento, le ingiustizie, le punizioni segrete, che genitori e superiori crudeli fanno soffrire alle persone da essi dipendenti. La rivoluzione non ha abbattuto tutte le tirannie; i mali, di cui si incolpavano le autorità dispo- 1 . tiche, rimangono nelle famiglie: in queste essi provocano crisi analoghe a quelle delle rivoluzioni. _I rapporti fra gli interessi e i sentimenti, le vere relazioni fra gli individui sono da ricercarsi alla loro radice· solo fra di noi, ed il suicidio non è che uno dei mille sintomi della generale e sempre rinnovantesi lotta sociale, da cui tanti combattenti si ritirano perchè stanchi di fare la vitti– ma, o perchè si ribellano al pensiero di occupare un posto d'onore fra gli aguzzini. · Se si vogliono esempi, li trarrò da documenti autentici. Nel luglio del 18 l 6 la figlia di un sarto si fidanzò con un macellaio, un giovane di buoni costumi, parsimonioso e attivo, molto innamorato della sua bella fidanzata, che da parte sua sentiva per lui grande inclinazione. La ra– gazza faceva la sarta, godeva della stima di tutti coloro che la conoscevano e i genitori del promesso sposo l'ama– vano teneratp.ente. Questa brava gente non trascurava occasione per anticipare l'acquisto della nuora;. si combi– navano feste, di cui essa era la regina e l'idolo. Giunse l'epoca del matrimonio; tutte le disposizioni fra le due famiglie erano state prese e il contratto concluso. La sera avanti il giorno fissato per recarsi in municipio, la giovane e i suoi genitori dovevano cenare con la famiglia dello sposo; sopraggiunse imprevisto un incidente insi– gnificante. Lavori da terminare per una famiglia di ricchi clienti trattennero a casa il sarto e la moglie. Essi si scu– sarono, ma la madre del macellaio venne di persona a prendere la nuora, che ricevette il permesso di seguirla. Nonostante l'assenza di due degli ospiti più importanti, il pranzo fu dei più sereni; ebbero luogo in seno alla briga– ta molti degli scherzi familiari che sono leciti la vigilia delle nozze. Si bevve e si cantò; si parlò del futuro; si illu– strarono con molta viyacità le gioie di un buon matrimo– nio. A tarda ora della notte erano ancora a tavola. Con indulgenza facilmente spiegabile i genitori del giovanotto chiusero gli occhi sulla silenziosa intesa dei due promessi. Le mani si cercavano, l'amore e l'intimità davano loro alla testa. Inoltre si consideravano le nozze come ormai compiute, e i due giovani si erano frequentati troppo tempo senza che si potesse fare loro il minimo rimprove-:. ro. La commozione dei genitori del fidanzato, l'ora avan– zata, i reciproci appassionati desideri lasciati liberi dal– l'indulgenza dei loro mentori, la cordiale giocondità che sempre regna in tali pranzi, tutto questo unito, e l'occa– sione che si presentò ridendo, e il vino che annebbiava le menti, tutto questo favori una loro uscita, che si lascia immaginare. E quando i lumi furono consumati, i ·due giovani si trovarono di nuovo al buio. Nessuno mostrò di farci caso. La loro felicità aveva qui solo amici e nes– sun invidioso. La ragazza tornò dai suoi solo il mattino dopo. Una pro– va di quanto poco ·si· ritenesse colpevole si ha nel fatto che ritornò sola. Sgusciò in camera sua e si rassettò; ìna i genitori, non appenà la scorsero, la coprirono con furore dei.titoli e delle invettive più atroci. Il vicinato ne fu testi– mone e lo scandalo non ebbe più limiti, agli occhi atterri– ti di questa ragazza, attraverso_il pudore e il mistero che veniva obbrobriosamente offeso. Invano la sgomènta giovane fece presente ai genitori che essi le facevano per– dere la reputazione, che ammetteva la propria colpa, paz– zia e disobbedienza, ma che tutto sarebbe tornato in or– dine. Le sue ragioni e il suo dolore non disarmarono la coppia di sarti. Gli uomini più .vilie remissivi diventano inflessibili non appena possono· far valere la propria as– soluta autòrità patema. L'abuso della medesima costitui– sce del pari un grossolano risarcimento per le molte umi– liazioni e soggezioni cui tale autorità, volente o nolente, . soggiace nella società borghese. Al baccano accorsero pa– drino e madrina e fecero coro. Il sentimento' di vergogna suscitato da questa scena indecente portò la ragazza alla decisione di togliersi la vita; discese a rapidi passi in mez– zo alle comari urlanti e insultanti con occhi spi-ritati,cor– se alla-Senna e si buttò nel fiume. I barcaioli la trassero morta dall'acqua, ornata delle sue gioie da sposa. Come ben s'intende, coloro che prima gridavano contro la figlia

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