Fine secolo - 6 aprile 1985

FINE SECOLO* SABATO 6 APRILE '-..., Nella pagina precedente, l'interno-antro del laboratorio Nicòli. Qui accanto, in una rara fotografiai· Antonio Martini davanti a laboratorio Nicòli col blocco per il "Tito Livio"(1941) ora in mostraa Palazzo Reale, a Milano. Al suo fiancoi davanti allo slogan "Vincere", 'operaio "Zicca", padre di Rodolf,!>i ora lavorante . presM> il laboratorioNicòli. Sotto, lo scultoreMichele Vangi al laboratorio Nicòli. L'Accademia di·Belle Arti ~ . Carrara è famosa anche per la sua Accademia di Belle Arti. Questa Accademia fu fondata nel 1769 da Ma– ria Teresa Cybo e da allora sempre più cono– sciuta ed apprezzata nel mondo per l'intimo rapporto che la lega alle sorti della scultura in • marmo. · La sua Scuola di Scultura· è considerata fra le migliori esistenti in Italia e all'estero; l'attività didattica vi è concepita come processo di pro– duzione di · un'opera plastica, permettendo quindi agli allievi di esegujre il loro lavoro dal– la progettazione alla realizzazione all'interno di un laboratorio a ciclo continuo dove posso– no avvalersi di insegnamenti come Ricerche sui materiali artistici, Formatura, Fusione in bronzo, Tecnologia e Uso dèl marmo. ...E così chiudo con questo breve cenno. agio– grafico. La realtà è diversa, come sempre: a Carrara la scultura ha chiuso bottega. Passeggiando per le vie di Carrara ciò che più inquieta è questa presenza/assenza del marmo, il suo esserci quasi come movimento tellurico e simbolo ancestrale e la sua eclisse estetica-cul- 1.uralenell'arredo urbano. 1 n compenso c'è una certa aria cosmopolita che conf crisce alla città, suo malgrado, un toc– co di originalità. Sono le diverse centinaia Ji studenti della Scuola di scultura e di scultori e artigiani provenienti da moltissimi paesi, che qua vengono a imparare l'arte della scultura, ad ,1.ffinare tecniche, a farsi le loro statue, cam– pando di borse di studio o mezzi propri, finché cc la fanno ...finché ne hanno voglia. La scuola del marmo · A Carrara, oltre alla Scuola di Scultura del– l'Accademia, esiste unica nel suo genere anche la Scuola professionale del Marmo, dove dopo un corso triennale si pòssono conseguire le due ·-;pecializzazionidi disegnatore tecnico del mar- mo o di specialista del marmo, cioè operai spe– cializzati per l'artigianato artistico o per le in– dustrie del settore lapideo. Ebbene, nella zona dove è concentrata la più potcnt~ industria marmifera del inondo, risul– tano iscritti al triennio della Scuola del Marmo qualcosa come 45 allievi. La scuola si trova in via P. Tacca (famoso scultore,carrarese, 1577-1640) e da una guida della città del '32 si ricava .la seguente descri– zione della facciata: «Di fronte al lato nord del Palazzo Littorio sorge un nuovissimo edificio (arch. E. Galeotti) sede della Sezione Artigia– nato della Reale Accademia di Belle Arti, dalle ampie e sobrie linee architettoniche, di aspetto monumentale ad ispirazione classica. Tra le ampie arcate dei finestroni: formelle in marmo con <lrnati allegorici dello studio, del lavoro artistico e delJ'ideale fascista». · Non si può negare il fatto che a quei tempi_. questa scuola godesse di migliore reputazione e anche di migliore salute, come comprovano le iscrizioni nel periodo compreso tra l'anno di fondazione (1923) e l'inizio della seconda guer– ra mondiale: da un minimo 'di 174 (1924) a un massimo di 279 (1931) della sezione artigiana– to contro 67 (1924) e 129 (1927) della sezione artistica nello stesso periodo. Accompagnato dal prof. Bruschi, insegnante di scultura, visito i laboratori della Scuola del Marmo. L'attrezzatura è eccellente, gli am– bienti ampi e confortevoli. I pochi allievi presenti sono, quasi tutti, molto giovani, ci sono anche ragazze, -si trovano bene- rispondono; terminato il triennio alcuni pensano di iscriversi alla quarta classe del liceo artistico per poi entrare all'Accademia, altri non sanno ... fuori non c'è lavoro. Il prof. Bruschi allarga le braccia sconsolato: «Le industrie non assumono, l'artigianato arti– stico è in crisi; e poi solo otto ore di esercita– zione pratica aHa settimana su un totale di ·40 sono troppo poche per far conoscere questo mestiere, ma il Ministero ha deciso così, non sanno che per diventare uno specialista del marmo ci vogliono quattro-cinque anni di tiro- · cinio in un ambiente di lavoro». Fa un certo effetto questa Scuola del Marmo. pervasa di rilassatezza, ultima sponda di nau– fragi scolastici, orfana ,di una tradizione seco– lare e di una vocazione artistica che elessero Carrara a città d'arte. Barili di marmo greggio Curiosità. A Carrara attualmente si estrae marmo per quasi 1 milione di tonn. l'anno (1984) e si importano graniti e marmi colorati per altre centinaia di migliaia di tonn. Tutta questa produzione/importazione viene in pre– valenza commercializzata con l'estero e in modo diffuso con 'scarso valore aggiunto' ~ 'scarsa intensività di lavoro', il che significa che vi è una grande esportazione di blocchi in– formi. Questo di Carrara e dell'intero comprensorio si può definire "un sistema marmifero a svilup– po bloccato" che, sebbene. in fÒrte.crescita, non paga né a livello occupazionale né di svi– luppo delle attività collaterali. I notevoli pro– fitti per buona parte eludono il reinvestimento nel settore e prendono altre strade trasforman– dosi in rendite parassitarie. L'oligopolio di al– cune grandi società impera. La connotazione di questa economia è di tipo terzomondista: il marmo estratto se ne va qua– si nascostamente insieme ai soldi, proprio come il volatile petrolio degli Emirati. Una materia come tante Scuola di Scultura dell'Accademia di Belle Arti. Uno miticamente s'attende, entrandovi per la prima "volta, di vedere scultori alle prese 90n macigni, --e animazione, e capannelli di al– lievi attorno al "maestro", e il cantilenante ru– more di mazze e scalpelli, ma soprattutto mar– mo e statue, tante statue frementi di quella vi– talit_àche solo il marmo consente. «Non ha l'ottimo artista alcun concetto / che un marmo solo in sé non circoscriva/ col suo soverchio, e solo a quello arriva / la mano che obbedisce all'intelletto.» Una romanticheria d'altri. tempi .. Parlando con Pier Giorgio Balocchi, giovane artista già affermato, uscito da questa stessa Accademia dove ora si trova in veste di profes– sore di scultura, le mie idee si chiariscono un · po'. Oggi l'elemento fondamentale per la prepara– zione artistica dell'allievo consiste nello studio e nella realizzazione del modello in creta, ed~è questa maturazione del "progetto" da parte degli allievi che il professore di scultura segue con particolare attenzione. Dalla creazione del modello l'allievo passa alle fasi per la sua traduzione in marmo, bronzo, o altro materiale, avvalendosi di un laboratorio a ciclo continuo e di insegnamenti sulle varie tecniche. Questo il tirocinio didattico, che si conclude allorché lo studente ha acquisito la capacità di "parlare scultura". · E il marmo? Pare lontano. E' solo' uno dei tan– ti materiali a disposizione, anche qui nella sua culla, negletto. Chi/a da se' Alla Scuola di Scultura gli iscritti sono 11O, di– stribuiti nei quattro anni di corso. Numerosi gli stranieri, molti dei quali hanno già compiu– to studi universitari e esperienze come scultori, mentre gli studenti italiani provengono qa licei artistici e istitùti d'arte. Guidato dal gentilissimo Balocchi visito la scuola e intanto gli pongo domande di rito. Le virtù della Scuola sono note: è all'avan– guardia per attrezzature, acquisizioni tecniche, nuove ricerche, perché è concepita come un la– boratorio a ciclo continuo, per la ricchezza di corsi speciali che formano e integrano il pro– gramma didattico, perché gli allievi sono liberi di esprimersi "secondo le motivazioni e le ur– genze che avvertonò dentro di sé". Dei 110 allievi solo poco più di 40 frequent~no assiduamente. . DegH altri, soprattutto stranieri, vengo a ·sape– re che la maggior parte preferisce disertare la scuola e darsi subito alla scultura in marmo .. per fare esperienza pratica senza perdere tem– po col programma didattico, pagando un affit– to presso alcuni laboratori o rilevando vecchie strutture artigianali. Insomma hanno questo benedetto marmo a portata di mano e se lo vogliono godere. C'è un conflitto in corso tra chi "parla scultu– ra" e chi la scultura se la fa, fuori. L'età del bronzo Curiosità. La Scuola di Scultura non passa materiale gratis. Salvo le quotidiane razioni di creta e gesso tut– to il resto uno se lo deve pagare, e nel caso del marmo e del legno pensare anche al reperimen– to e al trasporto. Più autonomi di così... In compenso le sculture eseguite sono di pro- _ prietà degli studenti, che possono esporle a gallerie e mostre o venderle. E siccome il mer– cato richiede in particolare sculture in bronzò, questo è il motivo principale per cui numerosi allievi scelgono questo materiale per la tradu– zione dei loro modelli. La città .e la scuola Domando ad alcuni studenti stranieri della Scuola se possiamo incontrarci fuori da qual– che parte, questa sera. Si guardano e mi guar– dano perplessi -dove di sera? Viene fuori che à Carrara non c'è un posto dove ci si possa in– trattenere, mangiare un boccone, fare dùe · chiacchiere e un po' di relax,- ci sarebbe un cir– colo anarchico, ma la sera ormai lo chiudono per' le noie degli ubriachi. Decidono di invitarmi a casa di uno di loro, verranno anche altri. Ne ricaverò la conferma di una realtà assai precaria. per. gli stranieri, dov.uta soprattutto

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