Fine secolo - 6 aprile 1985

. \ ./ Infuria a Carrara la polemica sulla vecchia e sempre intempestiva questione del monumento al regicida Bresci. Un'effimera animazione per una città spenta che fa scempio della sua montagna e dilapida le sue botteghe di scultura. Accademia, Scuola di Scultura, laboratori, artisti, artigiani, studenti, sono l'argomento di un'inchiesta curiosa e pessimista sulla città del marmo. di Ovidio BOMPRESSI e arrara, piccola e grigia città di provin– cia, capitale mondiale del marmo, da secoli meta ambita di ogni scultore. E l Alpi Apuane, stupende montagne invecchia– te anzitempo, "inesauribile" serbatoio dei marmi pregiati che vi si cavano. Sono lo· Stà– tuario, il Bianco chiaro e venato, il Bardiglio, il Nuvolato, il Paonazzo e il Paonazzetto, il Calacatta, il Cipollino, il Rosso di Castelpog– gio, e così via in una lista che sembra di enote– ca. Lo si vede questo marmo ovunque dalla mari- . na, su fino all'alto. Allineato a blocchi e lastre sulle banchine del porto e nei piazzali di seghe– rie e laboratori, o trasportato sui camion che intasano le vie come invadenti e grevi funerali, monoliti di oltre 20 tonn. o scaricato come 'marmettola' e residui di lavorazione dalle nu– merose segherie nelle acque del Carrione -che per questo è diventato un fiume opalescente, morto, ed è a vederlo come se fosse tutt'uno con la sua malattia. Poi le cave lassù, un bianco brillìo di pareti verticali e di ravaneti adagiati sùi pendii e che a sprovveduti viaggiarori insinua il fascino di nevi perenni. Un abbaglio. La montagna estinzione • in • via di Una recente pubblicazione sul marmo e la sua storia s'intitola «I paesi della pietra piegata». Questa definizione è abbastanza realistica, seb– bene venga intesa come enfatico omaggio al . dominio dell'uomo su.Ilanatura. Forse sarebbe preferibile dire «I paesi•della montagna piaga– ta». Centinaia di cave e strade che vi si inerpicano battute da un intenso traffico pesante; distru– zione di bosehi e del patrimonio sorgivo; cu– muli di detriti, frane, rumorosità ... 33 J I \. Ma per Carrara, città del marmo, questo non è un problema; se le montagne cambiano aspet– to, sarà di volta in volta quello nuovo ad esse– re vero, anche se più stravolto e scempiato per l'indiscriminato saccheggio. Una pseudocultura del marmo, ormai consoli– data in queste zone, vuole che "la cava è bel– la"; parlo del presbitismo di quei cittadini che ancora guardano alle loro cose con l'occhio di– stratto del turista, perché nessun cavatore o abitante della montagna o persona sensata si sognerebbe mai di dirlo. L'incredibile velocità raggiunta dai nuovi siste– mi di segagione in cava negli ultimi anni (filo diamantato, macchina taglia-blocchi) ha acce– lerato il fenomeno òi disgregazione morfologi– ca della montagna apuana ed evidenziato l'as– soluta mancanza di una cultura del territorio. Forzandone il senso, potrebbe prestarsi a mo– nito questa frase di Ruskin: «Le montagne sono il principio e la fine di ogni scenario natu– rale». ·

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