Fine secolo - 23 febbraio 1985

AUTODIFESA . . DI UN EDITORE GABBATO Tom Mashler.1 editore di Doris Lessing dal 1956, .fornisce la sua ver~ione aej fatti, spende buo_nepprol? sul ~isfema dei «lettori», e recita una prece sugli scrittori merllatamente ignoti. Ma con un cerfo imbarazzo ... .. Ho incontrato Doris Lessingper la prima volta nel 1956.Siamostati buoni amici,amici_intimi anche,da allora. Ero andato a trovarla per cercare di convin– cerla a parteciparealla stesura di un libro che stavo preparando per MacGibbon& Kee. Il libro si intito– lava Dichiarazione ·e conteneva anche testi di Ken– neth Tynan, LindsayAnderson,ColinWilsone John Osborne. In seguitoa questo incontro,Doris Lessing mi parlo della sua prossima opera, una raccolta di novelleintitolata The Habit Of Loving. Nel 1960, io entrai da Cape, dove di lei abbiamo pubblicato finora sette romanzi e tre raccoltedi no– velle.Fa parte degli a 1 1toriche ammiro di piu e per cui ho piu affetto. · Vieneun giorno dell'autunno 1982.Doris mi telefo– na per dirmi che vorrebbe vedermi.Noto una certa agitazione nella sua voce. Ci incontriamo nel mio ufficio,dove mi confessadi avere qualchecosa sulla coscienza.Ha scritto un romanzo con lo pseudoni– mo di Jane Somers. Ha chiesto al suo agente Jona– than Cowlesdi sottoporre il manoscrittoalla nostra direttricedelle pubblicazioni,Liz Calder, inveceche a me,per paura che io riconoscessi l suo stile.Quan– do Liz ha rifiutato il libro, Jonathan l'ha inviato a MichaelJoseph, pressocui-sta per esserepubblicato da Philippa Fraser Harrison. L'identita dell'autore deve restare se~retae lei mi chiededi non svelarlaa nessuno.Eccomimessodavanti ad un dilemma,Tut– tavia la sensazioneche provo di esseretradito sfuma di fronte al mio sentimentodi lealta versoDoris. Per fortuna, la pubblicazionedel Diario di una vicina nell'apriledel 1983non suscitatroppa eco. Le recen– sioni sono pressochè inesistenti e solo 2000 copie vengonovendute. Un secondo libro di Jane Somers che esce nell'apriledel 1984si vende ancora meno. « Mi si fa dire» Siamoora al 21 settembredello stessoanno, nel pic– colo ristorante cinesevicinoalla casa di Doris:lei mi dice che il segreto sta per essere svelato. Dice che non mi devo arrabbiare, che entro 48 ore, domenica, il Sunday Times pnbblichera un articolo sul libro. Leistessacomparira lo stessogiorno in una trasmis– sione televisivacon Bill Buford e naturalmente si parlera di Jane Somers.Ma io non devo preoccupar– mi. Tutte le personeimplicatesono state molto com– prensivee mi hanno risparmiato.Malgrado tutto io sono inquieto. Sabato mattina, mi telefonano dal Sunday Times a casa: sono il piu cortesepossibilema l'indomani mi si fa dire aggressivamente sulla prima pagina del giornale: «Se questodiverteDoris,perchè non dovrebbe farlo? Io non gliene voglio,ma dubito che la manovraprovi alcunchè.» All'interno del gior– nale, l'articolo è lungo e in evidenza. Il giorno dopo l'articolo del Sundlly Times, arri– vando in ufficio, trovo Liz Calder particolarmente abbattuta. Vuolesaperequando sono stato messoal corrente, il che è comprensibile.Glielo dico e lei si stupiscedel fatto che ho scelto di restare leale con qualcunoche mi avevain qualchemodo «tradito» (la parola è mia, non sua) piuttosto che confidarmicon lei, con cui ho rapporti eccellenti.E ferita e. inoltre ~ ' teme che la si accusidi essere stata incapacedi sco- prire il valore di un'opera che poteva rivelarsi importante. Tre settimanedopo la rivelazionedell'affare,esceda Michael Joseph un elegante volume rilegato, che raggruppa i due libri sotto il titolo I taccuinidi lane Somers e con una tiratura di diecimilacopie.L'appa– rato pubblicitariofunzionain pieno. Oltre l'articolo del Sunday Times e il programma televisivo,ci furo– no, comeera prevedibile,numerosiarticolisul caso e il volume fu recensitoda giornaliche, fino ad allora, l'avevanoignorato. Era strano vedereDoris coinvol– ta in questo avvenimentomassmedianico,soprattut– to se si tien_contoche ci chiedevadi non proporre i suoi libri per il Booker Prize, che irrideva con sdegno. lane non scrive bene come Doris Per anni Doris ha continuato a lamentarsidella sog– gezione dell'autore all'apparato pubblicitario. Per questo, lei non ama ·apparirein televisioneo GOnce– dere interviste(in Inghilterra meno ancora). Trova sconvenientechç un autore facciala promozionedel _ proprio libro. Ha detto ancheche gli autori si attire– rebberoil disprezzodei loro editori accettandointer– viste (lo dice chiaramentenella sua introduzione ai Diaridi lane Somers). FINE SECOLO SABATO 23 FEBBRAIO 1985 13 La campagna pubblicitariafu tale che io pensavodi vedereapparire il libro nella lista dei best-seller.Ma la cosa non andò. Dellediecimilacopie, MichaelJo– sephnon ne ha venduteper ◊ra che la meta. sebbene i diritti per la versionetascabile siano stati venduti alla Penguinper ventimilasterline. - Questo per quanto riguarda i fatti. Vediamo ora r.osa sperava di dimostrare Doris e se c'è riuscita. Certamenteha ottenuto quella «liberta» che cercava utilizzando uno pseudonimo. « Volevosfuggire alla gabbiadellamia reputazione», dice. Non c'è dubbio che il nome di Jane Somersha facilitatola sua fuga Ma credo che Doris avrebbeottenuto lo stessorisul- tato facendosipubblicare da Cape. Saremmo stati altrettanto capaci di MichaelJoseph di «mantencn: il segreto». Il merito del libro non è un problema importante.Tuttavia, la qualita letterariadel roman– zo risultanteda questa liberta ritrovato dovrebhee~– sere significativa.Molti di quelli a cui ho parlat<l ammirano molto meno Jane Somersche Dom I .e~ sing. Doris stessa ha detto: «lane Somer.,n-m semi benecomeDorisLessing», Il che significache lei srn ve come se fosseveramenteJane Somcrs - al tcrnpP stesso giornalistae romanziera romantica- e non I.i vera Doris Lessing,che è un personaggio bt:n p1u interessantee complesso.Non posso partecipare al dibattito non avendo letto nessuno dei due libri d1 Jane Somers. Ma ho letto l'introduzione di Dom L~ssingnella ristampa e possiedo degli esemplari delle due opeie, di cui mi sono rifiutato di leggere anche una sola pagina. Se mi piacesserosarei ancora piu desolatodi tutto l'affare. Nel caso contrario. e se si chiede la mia opinione, mi sentirei obbligato a darla, e si interpreterebbemalequelloche dirci.Cer– to, muoio.dicuriosita,e al momentoopportuno. kg– ger6 questi libri, Un'altra motivazionedi Doris è che lei era coscicnll· dell'esistenzadi centinaia,se non di migliaiadi auto– ri dimenticati «da qualcheparte in me::::o al/ajòlla» e lei volevadare una dimostrazionedi solidarieta nei loro confronti. Che ne esistano, non c'è ombra di dubbio. Ma per quanto io posso giudicare. la stra– grande maggioranza non merita affatto di essere pubblicata. Doris ritiene che questo sia un punto di vista troppo duro. Quanto a me, mi è assolutamente impossibile incoraggiareuno scrittore se non ricono– sco in lui la dose di genio indispensabile(e rara). Secondo me, chiunque possiedequesta parte di ge– nio ha la possibilitadi farsi pubblicare. Doris dira che tutto questo è la peggiore dimostrazionedella mia boria. A rischio, ne sono cosciente,di attirare ancor piu i suoi strali, confesseròche mi tengo la mi... opinione.Oltre a questo sentimentofraterno (raffor– zato dalle numerose lettere che riceve da sc'rittori frustrati), Doris ritieneche il nostro sistemaeditoria– le non è soddisfacente,lei pensa insommache i no– stri lettori non sono all'altezzadel loro compito. Sa– rei lietissimodi migliorare la situazione se potessi immaginare un modo per farlo. Tutto quello che possodedurre da quelloche leidice è che pensa che i nostri lettori non sono competenti. Con questo. lei non vuole dire che non hanno i diplomi necessari. Lei non crede affatto ai diplomi.Ma non ho ancora scoperto con chi vorrebbe sostituirei nostri lettori. Dovrei aggiungereche, secondo Doris, gli editori non sono i soliresponsabili,tutt'altro. Hanno ugual– mente torto i redattori letterari che, dice, tendono a concedereuno spaziomaggioreagli autori conosciu– ti che agli sconosciuti.Il che non è affatto sorpren– dente! Hanno torto anche i critici, che non fanno attenzionee non sanno informarsi,senzacontareche sono mal pagati. In piu bisognadire che sono colpe– voli anche i bibliotecari,i librai e perfino i lettori. Io penso che il punto di vista di Doris è estremamente, e ingiustamentesevero.A parte questo, la questione è di sapere se il caso di Jane Somersè servito in un qualunquemodo alla causa degliscrittori sconosciu– ti. La mia risposta sara breve:no. Tom MASCHLER Copyright Liberation-Reporter

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