Fiera Letteraria - Anno X - n. 23 - 5 giugno 1955

Domenica 5 giugno 1955 LA FIERA LETTERARIA P.ag. :1 PER UNA ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DELLA RESISTENZA * Eugenio 1Houtale 11 SETTEMBRE 1943 S1,ggclla, Hcrma, con nastri e ceralacca la 8PCT(Jnza che vana ai 3vela, appena schi11aa ai t1,oi mattini. SHl muro dove ai leggeva MORTE Eclissi delpoetapuro? A BAFFO BUCO 1)(181!1ano 1tna mano di bianca. Un oogabol'ldo di lassù scioglia mani/c.stini sulla corte ann1ivolata. E il rombo a'allontana. 11 AGOSTO 1944 La poesia, oltre che col "paese,, dell'elegia doveva pure ritrovare il contatto con la "cittd,~ della vita, con l'uomo intero, con le sue umane e civili asoirazioni, con la sua fede nei valori del reale, oltre che col remissivo rimpianto degli Elisi Un Bcdlingto,i, s'affaccia, pecorella azzurra, al tromono di quei tronconi - Trinity Bridge - ncll'acq1ta.. Se s'infognano come topi di chiavica i padroni d'icri (di scmpra1) i colpi cho martellano le tue tempio fin n, nella coraia del paradiao, 3ono il gong che ancora ti riouols fra noi, aorella mia. EUGENIO l'ttONTALE Giorgio Bassani NON PIANGERE COMPAGNO Non piangere, compogno, se ,n'hai trot:oto Qlli atcao. Vedi, non ho più peao in mo di sanglle, Afi lagno di que.,t'ombra chB mi sale dal ventre pallido al cllore, • inaridito fiore d'indifferenza mortale. Portami /!lori, amico, al sole che acalda la ,piazza, al vento celeste che 1n,azza il mio golfo infinito. Concedimi la 7>ace dell'aria; fa che io britci ostia candida, brace pcraa nel sonno della luce. Lascia cosl che dorma: fermento piano, una mite coaa aono, un colmo e lento cielo in mo ripoaa. GIORGIO 8.\SSANI l,d Gino et ll,;U Alfonso Gatto 25 APRILE La chiusa ango.,cia delle notti, il pianto delle mamme annerite a1illa neve accanto ai figli ,iccisi, l'ululato nel vento, nelle tenebro, dei lltpi a11acdiati con la proprie, atrage, la speranza che dentro ci svegliava oltre l'orrore le varale udite dalla bocca fermissima dei morti e: liberate l'Italia, Curicl vuole essere avvolto nclta s1w. bandiera>: tutto quel giorno rum,e nella vile& con la piena del sor1g11e, t1cl1'a.:zurl'o il rosso palpitò come rmn gola. E fummo vivi, insorti con il taglio ridente della bocca, !>icni gli ocelli piena la mano nel s1io 7mgno: il cuore d'improvviso ci apparve in mezzo al petto. ALFONSO GATTO Vittorio Sereni ITALIA O IN GRECIA Prima sera d'Atene, catcso addio dei convogli che filano ai tuoi lembi colmi di stra.zio nel lungo semibuio. Come un cordoglio ho lasciato l'estate aulle curve e mare e deserto t il domani senza pi1i stagioni. Europa Europa elle mi guardi scendere inerme o assorto in un mio esile mito tra le schiere dei brttti, sono un t1to figlio in fuga che no·· aa nemico se non la provria tristez.::a o qualche rediviva to11orczza cli laghi di fronde dietro i passi perduti, sono vestito di polvere e di sole vado a dannarmi a insabbiarmi per anni. \'ITTOltlO SERENI Salvatore Quaslmodo MILANO, AGOSTO 1943 Invano cerchi tra la polvere, povera mano, la città t morta. E' morta: a't udito l'ultimo rombo aul cuore del Naviglio. E l'usignolo t cadiito dall'antenna, alta aul convento, doue cantava prima del tramonto. Non 3Cavate poz.::inei cortili: i vivi non hanno più acte. Non toccate i morti, coal ro.Hi, coal gonfi: laaciateli nella terra delle loro ccuc: la città è morta, iJ morta. GIORNO DOPO GIORNO Giorno dopo gionw: parole maledette e il ,angUB e l'oro. Vi ricono&eo, miei aimili, o mo•tri della terra. Al ooatro morao t caduta la pictd, e la croce gentile ci ha laaciati. E pii.I. non poe,o tornare nel mio eliao. Alzeremo tombe in riva al mare, aui campi dilaniati, ma non uno dei aarc-0/aghi che segnano gli eroi. Con noi la morte ha più volte giocato: .t'udiva nell'aria un battere monotono di foglie, come nella brughiera ae al vento di ,cirocco la folaga poliutre aale sulla nube. SALVATORE QUASIMODO Sergio Solmi APRILE A SAN VITTORE Grazie sien rese ai ciechi iddii ridenti, che il poeta trasaero di morte e dalla nera muda al gaio giorno del camerone dove cantano i giovinetti partigiani. Aprile dolce dormire, s'anche oapra s'ingorga nelle bocche di lupo la airena, pasaa la conta, o sparano i tedeschi sulle mura. Reclino sul gomito piegato il mallo oorgino della capigliatura, dentro il sonno fiducioso calati come in grembo della madre al lontano tempo dell'altra vita, oggi vi guardo, miei q11asi figlt 1 fatti miei fratelli da antica giovine.z:a che m'ha gonfio il cuore all'improvviso, poi che il raggio di miele della primavera cola tra le sbarre, s1dl'impiantito stampa riquadri lmninosi, ed allo flOStre gracili vite a oscuro esito offerto millura a lento paaso cg,u:rlo giorno. SERGIO SOL!\ft

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