Fiera Letteraria - Anno X - n. 23 - 5 giugno 1955

Pag. 2 ROLA!li'D0 MOSTI: Alberi In RMera LE BESTIE DIGAS CA R o 1oteca '"ino Bianco l.A FIERA LETTERARIA Domenica 5 giugno 195.; Do11te, e De Sonetis (Continua da po.g. l) bcn.,l regO!e di com;,•enu. ,:,urtdlehe. mo– rali. rel:gi<lfe. di quel tTe ttgnl. donde h.anno nuo,-o r'.!&ito i slngoU dannatl pura:Rntl e beat.I. Nel secoU MX>rll .. ICNe la Cotnm~la di Dante come te.stlmonlenza atorlca o come allegoria rel!gi~a o come poema d1duca– llco: o ggi, u -cndo compreso per merito In– nanzi tut.to de) De SancUs che D1m~ fu. mngar- 1 suo malgrado. artJMn prhnn di eMe• re filosofo e teologo. pONJamo leggerla oome OJ>enL d'arte e consJderarc la dottrina e le allegorle quali parti necessarie della rnppre- 1entazlc ne d i quel mondi oltrcterrcnl: lnclu– t.c (non a.sr ..ratt.elnena nuovA.rtAltA creaUL dalla. fa nta.5Ja de.ntC!Ca « Io dico - M:rh•e Ji De SanotJa - 11e,•o. le~ capir Dante. legge41 Il tat.o !Cnza J)?'e– cccupazJon1 e ~za commenti, leggetelo co– me C&rtes!o leste l"unh-eno col 1uo l&lut.are dubbio. Incontrerete U poet& mu1rrlt.o In una seh-& e tre anlm&It gli contendor.o la &alit.a di un colle frulno a che Vlrgtllo man– dato da Beatrice giunge 1n buon punto e oorutuce Jl pocte nell'altro mondo. C-o6a è questo? E' una finzione che cl spl,ga come e perchè n P0C1a si tl'Ova nell'altro mondo ... Voi upete che una flnz.!onc In poesia ha !~~~~ ~~~cA~ :r,1~ ri~s~o '~!':fu~mr::; la con un 5econdo ~nM>. Dante avrebbe ra tto USAI meglio di entrare nell'altro mon. do addlrlt.tu: i:a E-e11Za preamboli e ~'\ aple– pr. onL al e ,·olute dare una pen• nflnit& pt"r glU5tlflcare le sue tuu!onl e qucgto fot!e gU è costato più fatica che tutto Il re.sto Ond't che I• sua s:on.a non è nt al chi&?"a nè al lntelUgtb!le. nè ,1 compiuta come la storia omcr:lca e non fa lo &U~MO piacere. Volete ,"O! gustarla? COntcntat.e,1 della let– tera. E se nel fatto letterale trova~ clrco- 11.Anz.e strane c-he et fanno presupporre atnal occulti &tl-.ngete\•l nelle apallc, e t:r1'l-e In– nanzi. Nel due primi c11ntl vi av,-e-rrApt'llr~– C'h!e volte; ma come entrate ncll lnfCTflO, I& rellllà ,1 11,f preMmta ln un modo al Imme– diato e vivace che cacci<\ In fugn tutti t 1econdl &eru.L Do,•'è pili l'11,llcgorf11,? ... La !et.tera no.'l è già una Vll<'Uaforma. un corpo che abbia la 1ua aoJma dietro le nu,·ole. L!L lettera è animo e corpo, h1 1,in e- ~ tJ ~uo &:gn1flcato. e per questo è un tut.to lntelli– g:lblle e compiuto: è per &è. l'.OD per Wl altro. Ma &e Dante ha saput.o cmano.lJ)GTela le~ t-n'&. se ha saputo darle un ,-.!ore ed w:i unso proprln. l'altro aen60 t lnutHe. l'alle– goria è arbl.nrla e sp!cpblle In molte gul– &e. Questa è la dlspcru:one degli t nter"l)Tett e la glorla di Dant.e. COn una ma.no hk fab– brtcat.& l'allegoria. con l'altra l'ha d istrutta; l'allegoria muore e la poes,Sa nuce :t Blaogna rioonoscera che U De Sanct.16 u-e. ,•a dovuto vincere. per comprendere e far comprendere l'arte dt Dante. l'lmpedlmmto della 1ua cducatSone fUOflOflca e del tuo gusto dl rappresentazioni concrete. rM11- atlohe A Zur!go rentl C'hCle ldtt dello He– ~I erano 111 cagione prima di q~I &UOvoler tuttavia scoprire rklea 110tto la forma. la Idea che gli avrebbe moatrato Il mondo Intenzionale. allegorico e teologico. In antJ– tcsl r'M>luta e apparentemente ln-esolublle con U mondo p...-.etlcodi Dante. Lo Hegcl aveva comprtt,O che l'Idea e la forma na– &e0no a un punto lmmedcahnate nell o $pi. rito del poeta: ma. nella sua poetica, i ;epa.ra – ,,a sempre l'idea dalla !orma e conal deran 1 personaggi dell'arte come personlflcazlone di Idee , l'cspre561one art.tst.lca. remprc parti– cola.re . come un velo dell'Idea generale. o·aJ~ ~"~ ~~t~~ ~~·~~tJ&~~,-~i. quenf appunto dell'lnfemo ancor più tcrrt:~ &trl polchè 11 poeta ll ha rappreaentat.l nella loro Gl6ellZ3. più um11n&mcnte ten-cna. nella loro colpa. Fran~ e Parinat.a, Pler delle Viene e 11 Conte Ugolino. Per ctb mcello ~~~f:? .~~ -~~!~l~~:~~ eu~h~.~~ nt..;zfua, i1 ;r.oa diventare meccanica che non Il Purgator io o 11ParadU.0 dO\·e te' anime &i 6COT1)0rtmo~mpre più d.l luce in luce e L"Jnfcmo. ciii dlee. è n ngno della ma– terla lrn.zlona!e. del male. e dell'errore dc.I brutto, dcli• ,marchia elegc, anarchico 0 mo– t.trUO!IO cd Informe ... manea l'elemento ra– zionale che lo faccia be.Uo. non vi è pl(1 nemmeno Il bello nat.umle. Sono &C'Ompanl queau nO&t.r! prnt.l e ,,am e Il ciclo azzurro I rtort del mnrglnl Rat e gentili. non vt M>no che 1tbl11&I 11prorondnt.1.nngu.sti quanto ph1 til dl&ccnde nel fondo. rupl aride. lnfccondc.. ~. trtat.l vaIli. Ne5,5un orlu.ont.c. fitte ltllebrc. lntc.rrotte da tuoni cupt ed acuti... li demonio è li Upo dei laido e dell'osceno. Caronte con occhi di bragie, Cerbero trlfau– c-c. MIDOMC li gran giudice con la coda e Ccr!one di forma m05t.ruO&l e con la ocda aguua. Eppure l'Inferno è bello. Come ha saputo Dante cavare dal brutto 11 Bello? ... Vi &Ono due acuole contrarle d.l cui una &bandf.lce affatto n brutto dall'arte. l'altra ritiene che aia 005tltutJt"o cd elemento e&– &enZ1•le dcJl'ane. La prima è la claMlca. •n~ca; 1& &cconda la romantJoa. Odierna. La prima fondata ~l precetto dt Orulo :~~:'e~~~ifc'ift•v~~~tl~ d~t~~:~ s:ecdf oppogliionl, 1bandl&ee 11 brutto. Secondo qucgta scuola l'art.16ta de,·e es.c;ere come !.I pittore che dovt:ido dipingere E!tna rn,e due delle pJU be.Ile donne d1 Greci• e :,o. gltcndo l'una tonna da una e l'altr~ d"-':a altra cd cUmln,ndo Il bru tto, di d ue bellei•.c !mpn-fettc ne !ecc una pcrfct.ta .... Q~to è un modo U5Urdo di conc epire ra r-te. La !""I• mao.tic. al contrarlo 605tlene che non so!J li brutto non dc\·e c.t.6Crebandno datr,rte. ma è lndiAJ)C.llMblle cd C6Sel11ia!eclcmc'lto dcll'ar~ moderna La pocsja - dice ::i~le– gel - deve rappttsentare la v-1.tareale qua!e C5f6 è. mllta di ~e e male. di gioie e do– lori. di morte e vite. d.l brutto e bello... Io ho oonfutftto 11 mbedue le sc uole. L'11r·e non ,1 d c,·e rlllOlvere neirutrat.to nè deve eff >C.re u nft lmlt.A:tlon e della vita . reale. Ha dev e trl l.5!1gurl\rlo. tru.omma non deve c11cre nè Il ~Nlcro Mtrat.to nè 11 reale ast.flttto. Conlutatione di fatto di quest-e due sc:.mlc iJ l'lnfcrno di Oftnte. Non -pu bspiegarlo IR :k,t– t.rlna clUl!.lca perchè tut.to vt è e deve C&t.Cre brutto pe:ch~ è l1 regno della glustJ:t!a di D!o e 1J bello V1&artbbe un contr'O.'lelUO. 0·•1- tra p.'\rte pub 11 romantico 1p!.egarlo con !O clem.f'nto reale. con l'a,'Ticendamento di gio:a e dolore? La vita è rappresentata da un lato aolo: è aolo male. brutto. orrure.. Mn Cerbero è bello perchè è ben rappresenta:.o. bello per la aua lntrtnsechczza e la natura ste."M del ooncet.t.o che Dante ha \"~•.uto caprlmcre ln lui••·• bello di un bello a::J• gt'.OOit. Ma nel ParAdl&a IJ De SanotJ& oon !fnte quello che ha sentito, In anni rc<:entJ. un crlttoo americano: la impe.:r:lcnza dell'at,t.,?.68. c-he Inquieta quet beati a l qua u ra !uo1a ch-, c-1 fa tanto feroci. la no ,gt.ra te.ml '.onta...-u. i:aRroì!~iil': ~lart~u,~~c bd-::!· ~~~ ~l~'it~n°é di Olo. Eppure anc-hc neJle J>llG.:l.(' ,-w Para– dl&o 10no 095Cl'\·adon! nuovf.M!m.?!'h·clau'fct, e ana Usl acute e l)ttl:!06e di q11e;;·arte da.n– t.ct.ca che t.ruwnana le crcatur-, e ci rnp– presen t.a I puri &plrltJ nella luce divina .n una poesia mU8le1tle. SI legge per esempio quello che scrive 1ulla necessiti\ di rappn:- ~:!_~J~ ~~~~u1;6ch:~~~1vfl~~f?o~ i;t è dluolto nel genere e nella apei·te del be"– tl; o I pa&aldove esamina la lingua di queata te.n.a cantica. • Il concetto del Paradl10, egli dice, è Il Dtv'.no. IO 5-plTltopuro, un di là :1,U'hnma81,– nuione della J)Oef.fae dell'uomo. un tra&U• mana.re. Ma ruomo vede tutto ai.tra\"'Cl'IO 11 corpo. urualamcnte, e dapprima prende qut>J corpo come l"ldN ateaaa. come Nucleo che r::;h!t,!~ 1!in;~c dr:iìa =~ ~;i ~~:O; b&rbar1 e la rlcchcua dell"ollmpo anuco rlO\·ertascun Dio ha la i1ua faccia. I 6UOt at– tributi. e la &Ua ptl'80h&lltA Tutto qUCl'ttJ 11pari&u ne.I paradlto crauano. do,·e U con- i~~~~~~-df~~~l~~fa~~~ di meno D Ante deve darvi una forma t.e vuole lnnaJ:r.arlo a poesia. Ilei ParadlM> tutto è ,pi. rlto eccetto Dante che r1mnne uomo e qulndl li concetto non può rlvcll\rgllal g e no n 50t.t:i forma umana e corporale ... Qunle t.an\ quC<ta formfl? Nel Parn.dlgo la forma de \·e l )()Mibll– mcn~ rendere l'lnllnlto. deve eS&Cre 1emp11ec. element.art, evane&eentc. La fonm &Irl&0Jve nella pura iuoe che fin dal primi tempi è stata &cmpre l'llumaglne dello 1plrlto. Cotti nelle llneue tutto ciò <'he ~ ~p,rltuale &Itro,·a rappresentato co n lmmae lnl tolte d•lla luc.e.. Nel ParadLso gli oescct.ll perdono la loro tn– dlvldu•lltà. avvtl uppatJ di luct Niente di• &Lingue l'un pianeta dall'•ltro. n!icnte l'un uomo dal l'•ltro. t.u\ .te le differenze. quallt.a'I. ,·e aono 1oompe.nc . E come tut.U I corpi ii Ji.90h"On o ln una l\0 1& forma co,,J tu«J gli a!. letti sono a.more. t.utll I acntlmentJ k'no beatitudine. tuttJ gU atti 110no co ntempla– z.!one E l'amore. la beatitudine la cont.em– plulone, at mostrano anch'esu · ao t.to torna di luce.. Ma come !IUuna tonna tanto Mm• pllce al pub edtflca rc tr cnt. atrè centJ? ... La luce oelcstc fin neJ 11.uo t. nflmo ,rado è di 1à della luc.e terrena r auind l della fanta&Ja; e alcc:ome Dante non pub prendere la tonna che dalle eo&e terre~ san que1tA non la tonna celeste. me un semplice paral(One. una m~t,. fora che rlmatle fuort di quella . La vli1:cne ~I può rappreaentare non aolo per ac 1teM& m.a mediante l'lmprl!M-lone che produce: ~ I~ &eCOnda tonna di Dant,c. L'lmpreMlone aiuta. la fantasia a concerlre la visione e &iccome 11 fenomeno è oltre naturale. 00@) l'lmpns. &ione ha alcun che di OOI061Ale che t.i gcttA ~:lor~arta?ecl!'~~!n~~· f~~; 1 ~n: 1 1·u~~~~: llce •· talora è tale « che Dio parea sui ,uo volto gioire• e talora l auoJ occhi ardono In un modo che a DMt e pare di toccare li fondo della aua graz.la e del suo paradiso. Lo C!fe tto che prod ucono q ueste forme e di i'?t.– ta.re l'anima In una CP-ltazione mlatJca. in una di quelle e&t.ast e rapimenti tanto comu. n1 nel primo fcn-orc r1el cr11tc.ncshro n.-1 quali l"anima &I sente &t.accatt d&I &e:n.1.1, ele~– ,·an1 alla conte:mplutonc delle COte cclcs:i. E'" quelle. lonna lirfco-muak•le che Sc-h!~geJ attrlbulw:e a torto a tut.t• l'arte moderna e che e propria aolo di alcunJ pcrlodt. quando le forme rellgt05e naaeono e quando 11 dlle– iiuano o ai truformano. Dante awartlene ftl primo perlodo e però 11 •uo Paradtso è la et.preulone più compiuta di queata forma ~~~'e~~ :n: ~°:' d~f:""r!:n~lc~ l'anima. CC6I la vt~one e nmprcMfone dan– tuoa ti Pre&elll& ra.ntaaml evanescenti anzi che corpi dl&tJnlJ... Quindi Dante dc,·e at.– t.lngcre 11divino non con la tonna ma con I• negazione della tonna •· re ~~'!ft°bf:':·aF~u~:ct':~~:;, cd abuso di metafore e di almJllt.udlni che a PRttr ,uo na.soondono !'aridità del rondo; certa freddcua dldasca lloo. In tal uni paaal dott.rtnarl. penino certa ruvtdc:r.za . di p&r0lf\ qunndo deve esprimere 1n rorme s colastiche una ver1tA ~logica Ma dà luce a noi. stu– dloa.l di Dante. contrapponendo ell'lnfcmo. drammatico e r11pprc&cntato con arte dram– matlca. 11par11dlso lirico ed caprcs&o con un llnguaulo lirico mlracoloao. La Dh'lna Commedia ntlkl varietà dei ~tl:m~dek ·~ ll~rn~~ 1n. ,:. blcml. Poae.l&zno per esempio aeeulre le aue ,uccewve d11Cuu1ont au l'allegor:a che a pUtt suo è In UM> In temP1 ancora pr1m1thr1 quando l'Idea non ha forza di lnc::orp)TUl,1, e m tempi ctl decadicnza quando nnte111• gcnza si ,tacca dal corpo. Oli à acradtta per– chè !Uda lI pe~cro caprtMO e sottintu,o fuori dc.Ha immal(lne: toller.blle aolo quan• do. come al tc..mpldi Dt..nt.c, è frutto ,poni.– neo di una aoeletà Non considera nè &tudla quelrallcgorla che troviamo In Dante e tal· \/Olta anche nel Petrarca nella quale Il pe.n– slero. l'Idea. non &I 10no scorporati. non 10- no dh·cntatl slmbOII. anzi si wno Inco rpo– rati In una lmmagtne visibile e per&ino t.an– g!bllc. Ricordiamo. ad e.empio. certe fl gure cl\c.gorlche :U Olotto. n&turalmcnte nate nella sua fant.aala ritornando certe lntmag:lnJ di continuo alla &ua mcmorlft e compene– trand01,t tra loro. come r.e. rlpenaando a un uomo ed a una qualità umana. gli aggctth1 comuetl al compenct.r"&NttO &O&t&ntlvand01I e creando Wl6 t!,ura. v1va percbè è fatta appunto d1 soat.anu no n a olo 1plr1tua!e, ma proprio. nella no6tra fa.nt &l!a corporale. Il Minotauro. Ocrlone e gll altri tn06U1 della Divina Commedia aono creature v-1.,·c. Gerlone non 6t8 a aunboltgghue la frode. ma t la frode perchè queato vizio non 10- prcmmo 1mmagl.narlo ae non ~ da quando Dante l'ha creato. penonJflCIUldoto. Voglia– mo dire che J'ellegorla è legittima se al in• corpora In una figura che abbia vita 1uffl– clcnte In un cic.rto 6Cn.50 tutta l'arte, in quanto e 1.ntat a priori di aentJmento e dJ immagine è allegorica perchè esprime ui figure e In penonagat lo 1plrlto d1 uno scnttore e di un tempo Non aJ trova.no qui anaUII llngu.iatlcne. ma -pa gine . a.I, IUl la linlU,II dJ Dante. t.utlA dante.se& acbbcne egU roue uso trarre &enz.."\ ritegno v ocaboli dal provenule, dal LatlnO e dai dlalet.U. non mal lmpi1cdato {clu:eva fl De Sanet.bJ dalle dlatlnzlonl pedan!.Cv.he di parole noblll e plebee. ltallane e :IJrcn– tJnc.. poetiche e proM.atlehc. eleganti e vol– nrl e da attret~I differenze che vcnnri"' dl poi. Dante (continuava) mira più alla armonia che alla melodia, più all'evldcn&& che all'eleganza. pili alla proprietà che slla nobiltà del Jlnguaggto; aecondo che è rl:lfe- 1oto dalla forza e dalla brevità del auo aUle egli abbonda di vtvacl elllul. di a rditi ro- 6trut.tJ e d.l vocaboli COmPTtna .l.vl :di m-.nlc– ra che la parola rappre6ellta le 001.a ni::ta sua Th·cnte unltlt moa:traruto 10t.t.o la .mo1,l– gme .in pensiero e aotto U pena.!ero un .-cu– mcnto. 0et.cr1,·e bcnlaalmo come 51 vede la formaz.~one di questo llnsuaato dantesco e la sua unità: Non ,·1 dlat1n1uettbbe ?Ml WlA pane dialettale. una 101eana e una tta- 1:ana pcrchè sa e dice che oCJ1.1 vocabolo d1 dil'crsa, or!aine aJ armonia& dantescamente nena sua pocs!a. E 1ullo aUle di Dante ~• alcuni cenni che et luclano U dcsjdcr:lo di una più preda analW, non tolo not&ndo gli ard.lU costrutti e le tlliNI. ma ricor– dando, tra l'altro. la formazione di ctTU vocaboli. Ha notato lntomma che Dante crea nella parola. 1peuo. una DUO"\'& realtà. Mas.tro Adamo infatti non dhnag nace: .si dt.seo:rna <• ond'to nel volto ml di.sc •r• :S~ipsc / ~cn:::e 1=: ~l~~ J:! ~ De SJ.ncta g!udleherebbc compfffllJve. for– mate. con Ja dcrlvuJone di un verbo da un 605tanth"O. non per deacrlvcrc, ma per mo– strarci una nuova realtà mentre &I mani– festa. M)~;u;uA~~~et.t:~1 tt"tffl I d~1rru ~e::1~ t.lea danteaoa che al rlaaaumono In quello dell'unità fantaat.lca e Ungul6tloa. della DI~ vina. Commcd1a. ancora oga1 diacua10. GOFFREDO BELLONct (Il 10:ogto di Goffredo Bellon.- et qui prue,.tato, t ,tcto tro:- 1ma.so dal JO ,n-og. dello ltAI). I CUI •dcrc.nti godono del ICJUenu oenefld: a, ♦ Vengono t.cnuu al corrente del llbr1 cU maa:a:1or 1uc- :~ ~~~~:l~~l~~\onl~!t::lto d~ notJt.larlo menane bi • RtCC\'ODO a domicilio • meu.o pott& I Llbn del mCH da loro rlchlcstl: ,:I ♦ Rlce,•ono In prl'mlo un • llbro al mue • a loro actlta, del ,alore m,dto de11:II acqulatl, ptr orni due • Llbrt del mcae • d:i. loro acquistali: d> ♦ Usufrutscono del servizio iUtulto dl consulcnia Il brarla offc1 to dagli Amici dl'l libro; e1 ♦ Fruiscono di uno seont.o 1ull'tmporto dell'abbonamcnt.c: a rl\llste e giornali di carattere letterarto. l.'ades.lone al Boolr: Club italiano e libera e arat.ult.a e ~1 dfcttua con racqui1to di un Libro del Meq., 011 &dl'rl'ntl che prl'&cntano tre nuon a.uoclatl banno diritto a aurllcre rratultamf'nle un libro al meae.

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