Fiera Letteraria - Anno VI - n. 14 - 8 aprile 1951

LA FIERA LETTERARIA UN SAGGIO INEDITO DI JEAN PAULHAN L'APE CillHPIGLI l\lASSll\lO CAMPlGLI - e Le perle :t ~ote hwgrali(lhe Jean Paulhan è nato a Nl– 'mes U 2 dicembre 1884. Ha studiato lettere alla Sorbtnne dal 1902 al 1905. Profe5$ore al Madagascar , dal 1907 al 1911, e poi colono e cercatore d'oro . Prof essore alla Scuola di Lingue Orientali nel 1912. sergente degli zuavi. e poi aviatore durante la guerra. Dal 1920 al UMO segretarl o, e poi redattore capo della e Nouvelle Revuc Françalse •· Collaboratore del giornale e Re.sist..ence •• fonda. con Jac– qucs pecour nel 1941 e Let– tre.s franç alses •· e nel 1945 riceve 11 e Orand Prix de llt– terature dell'Académte fran– çalse •· RlVOLUZIO~Et NT~O UNA lRITICA"L'ÉTAT SAUVA<ìE,, lovt~nzioue d'una R torica ~e~f~i 0 rec':;:;!nc;:n/1nv1i) . 'ii diviene .suo omfco. e lascia pa.rlar oli altri , potcht l'ami• cida, per natura, non t. chiacchierona. * Se si dicesse cM fra le caratteristicM di Jean Paul– han vi sono la generosltd. e fl pudore (tutt i e due ac– compagnatisi a una natu– rale timfdeua), si passe– rebbe per amatori ciel para-, dosso. LA PERLA DI PAULHAN di G. B. ANGIOLETTI U N GIORNO Paulhan mi diede un suo liMo, e De la. paille et du gra.ln >, con questa dedica: c. Si tu e.s une htdtTe. ne t·occupe pa.s trop de ta perle (prove rbe ttorentin J >. Potr ebbe essere, que.sta, la sua divisa. Il suo riserbo, il dfsdegn-0 per ogni forma di esibizionismo . e insieme la coscienza del proprfo valore, la consapevoleua della e perla> che è in lui ma che eglf deve dinie nttca.re e far dimen – tiC'are : tutto ciò puO davvero essere espre.sso in quel bel li.s.simo motto. Cosl come ho avuto occasione di cono!cerlo. f! suo a$1)ttto, i suoi modi. e .toprattutto i suoi occhi grigi che sotto l'amp ia fron te si /t.tsano sui vostri come a nulla na.scondervi e nulla permettervi di nascondere, non oossono se non conf ermar e queìl'bnpressio11e. Pa.ulhan è il tipico gentll1iomo delle lettere, il raris – :iimo, ormai qua.ti int rovabile scrittore per voca.:loue e per dedizlom:. capace d.f. tutto sacrlttcare alla let – teratura, cominciando dal proprio successo personale ,e-Non occuparti della perla!>) . Non è mai stato uu pedante, non ha mal tollerato Quelle iritran.sigenze , quel Janatf.tmi che derivano da me:ichlnità d'animo o ·da pooerta di intelletto più che da vera passione: ma non ha mai tollerat o. neppur e. che :ii creasse artift– clo:iament e il personaggio di se stesso, che si a11tepo– nesse la propria va11ità soddi.s/atta alle raoi o,ti pri – me dell'arte, che si ostentasse, insomma, la propria perla. Si dice che sia .tcvero. Severo, certo, 110n banal – mente au, tero. E' diventato quasi il confe.tSore delta giova.ne lette ratura franc ese; non si spaventa di ne:i– suna audacia; non arretra .:ii fro11te a. nessuna sco– per ta, anche se Sia fatta ver turbarlo; ma non mn– mette che uno scrittore, vecchio o giovane, tradtz 10- nalnta o incendiarlo, no" faccia sul serio. Quanto all e perle faUe, ne.ssut10 piU di lui è in grado di d1• scer nerle a prfma vi.sta, a11chcda una certa distanza. E' dei pochis.tbni, altresi, che riesce a far col!1- mare la morale letteraria con la morale civica. Come .ti ri ftuta alla cattiva poe.,ia, cosl S1 è rifiuta to alla cattiva politica. Ha sofferto nello spirito e ttel corpo, per lutig hi anni, pur di non piegare la testa davanti all' fnvcuore. Ma Quando giunse il tempo della ven– detta, e in Questa molti trist amente esultaro110. eoh si tra&se subito ln disparte: poi tor1l-Onella mischia, ver rivolg ere la propria rampogna ai moral isti a buon mercato, al faùi patTiotl, al politicanti delle letter e. ansiosf di far:ii un nome a .tpe.se di coloro che /'opi– t1fone pubblica con.tiddrava, giustame,ite o ingiusta– mente, reprobi. Certe sue « Lettere :t, riprodotte in autO(lrafo (la sua scrittura è Jra le più belle e clLtare che si conoscano;, rlma11gono come esempi di corao– gio e di dionitti in un tempo folle di castigatori e d1 avidi, me11trc molti conda,mando oli uomini, tenta – vano di sopprimere a11che le loro opere. Erano anche i temp i dcll'enga gement ad oltranza . Si scriveva110 molte .scìocchez.:e,si credeva che la lE:t– teratura fosse a una svolta deci.siva, e fra gU ste.ss1 scrittori - per uno :itra110 a3salto di /iaccheua. e di paura - c'era c1d proclamava la nece.ssitti,per le let– tere, dl mettersi al servizio di e QuaJro.ta > e di sca– dere a una funzione servilmente pedagogica. Paulhan alz:ava le spalle. E in un giorno di buori umor e scris – :ie a imo dei suoi Cahlers de la Pléladc questa fascet – ta: e Vfve la mtéràture désengagée ,. Era conte11to come un ragauo, pen.1ando alla stizza che ne avreb– bero provato i sartriani ... Non 1ta l'id olatria del gralldl nomf. Durante la pro– va generale del Processo di Kafka nella ridu2io11e dl Gfde e di Barrault, lo vedevo animatissimo. Ma seppi più tardi di un .tuo di.spiacere: il pubblico non aveva presta to la dovuta atte112io11e a tm lieve e gentilt.tsimo atto u11ico ctl A11ctreD116tcl, rappresentato prima del lavoro di Quei c. 17ra11di >. Dove c'era arte - in mino– re o maggiore e quan tit0 > - li bisognava sostare; e i nomi famosi no11 dovevano lasciare nell'ombra il ,10r1te di un giovane. Cosi Paulhan ragione: e non sn– rebbe certo di quelli che butta11 via Guhiizelll o Ca– valcanti per fl solo motivo che è esistito Dante. Del tutto incapace di .tlmili volga.ritti intellettuali, cc,nsi– dera la letteratura come un mondo che si anima per mille fo rze segrete e pr ende viuorc d.ai pil't umili co– me dai più gloriosi contributi. Lo :iua e di. 'e.ta :t del luogo comune va intesa forse proprio in questo senso. Paulhan raccoglie dunque la perla delle o.ttri clte altri, sia grand e o sia piccola, con pari amore. E 11011 bada alla prop ria. Tocca allora a noi additarla. Toc– ca a chi ha avuto la fortu11a di conoscerlo, salutare in Jean Paulh an uno deolf inoegnl più ftni di questi tempi, e insieme uno 'deoU animi piU probi, u11adel– le co.scie112e p!U limpide. G. D. ANGlOLETTl Domenica 8 Aprile 1951 J EAN PAULHAN: DA QU AL PARTE SI T ROVA · I LO SCRITTORE APPLICA I * La """ 1u•e oi11lon• ~ a, ·rlt,a a,l eNsere n1etleolosn1 1111• tutlaviu si tiene lout11no da ogni prezioRl111110 D e finis ce se stes11t1: u110 11crlttore dill9e11te * di MAURICE TOES C A G LI scrittori assistono come dire abbastanza chlarn- quale tutto si spera; il seco Impotenti allo sbricio- mente che Jean Paulhan pre- do smette di essere un eniam tarsi della loro fun- senta , al miei occhi. l'aspetto per divenire un con>0 bruJ zlone, quale è stat.a di un enigma al quale s1 ap. opaco, ben vislblle, massicci definita. da. Paul Valéry: piglia un spir ito cur~o."K>. Tut.- dal quale nulla si attende e Non è desiderabile una lei.- La l'umana lnqulet.udlne i: non la prova sperimenta teratura se non In quanLO dovuta al desiderio di appa - dell&sua forza. E bisogna ru escrcbilo superiore dell'essere gare la nostra sete di sooper- gire, naturalmente, se non t pensante. Occorre dunque ta. L'amic izia , la dolcezza - ha il gusto dcll'assasslnlo. I ch'essa esiga 1 ·1mplegodi tut - che sono la stessa grande • .• .. ~~r~e ~ff 1 :f°to m=~~~ r:fies;r:~ :u 0 r~~oda~~a~~te q~es~n~7,; , Ml sembra di aver det.~ clslone. di finezza e di forza; resta sete, e gode cercando àl I e!Senziale facendovt corust e che realtzzl la loro att!Vlta soddlSCarsJ.L'od1o. la vlolen- dt>rare da qual parte sl tro,a ~~~i~ttìius5fg: !n:.~r:i ~ ~a~e c:~n~ 1 d~1!: p~~~de~ Jean Paul~a.!1Ua1CE TOEscJ prodotte o provocate dal suo male - non sl sostengono (Trad. df Fabio Lu.sfg?UJU) stesso gluoco >. che per Il rifiuto aprtorlstlco ___ I La rinuncia. all'applauso di ammettere questa curiosi- OJ Nelle p&etne l):-eeec1enu 1•a'1- del pubblico. la perseveranza t.à, questa sete, e pertanto al- ioni aveva PIU'1'&0nato l' s,en, ul r: 1 ~e~t~~~~aetad~e~~~: ~n~~~l~~~te ~f ~~~~~~ ~a~t?~~°1 menti che comporranno la L'uomo v1olent.o non è plu ., 1 1 uorgti 1 rellpoat . 1 foresta (1): ecco l segni da curioso. Il primo Interroga e (21 Hola CUll'A. von-e1 che '– cui Si riconosce a prima vi- continua ad essere un sog - parola • peneno > toue ll!.ldl. sta uno sçrltt.ore autentico. getto di Interrogazione; il ~- nel aeaso eh• lO 1e db cb• ,up. Se ml domandassero: e Chi condo fa paura e continua ad pongo 11 più. tuuo: chb"10 ~efeacnN:~ulS~a~~r~ ~~~:; ~~r~/lnpr~ :e~~r;:rro!j :ri~~::~::1¾11~ Incensato (e qulndl d~ essere fascino della passione dalla c11sra,:t11.onc, elle c1uu001t1. compreso nel senso banale della parola): edifica 11 co- lonnato della sua. chiesa (la costruzione è già arrivata al- le coperture) ... E' un archi - tetto laborioso ed accurato. La sua precisione arriva ad essere meticolosa: ma tutta- via SI tiene lontano da ogni pretioslsmo. Definisce se stes- so: uno scrittore diligente . La chiaue del carattere La difficoltà che h.o incon– trato a Hmltarml all' aspet.to fisico, nel tratteggiare un ri– tratto dl Paulhan , la facilità con cui ho lasciato che l'ani– ma s'Jnftlt.rasse nella mia de– scrizione appena abbozzata, ml dimostrano l'Jnutmt.w. d! separare, quando si trat.ta di Paulhan. 1 due elementl che costltulscono l'uomo. Egli è spirito divenuto corpo. E que– sto significa confessare di es– sere Impotenti a conoscerlo meallo. l'n lui è 11 mistero e non se ne libererà. Si potreb– be forse scoprire In questo tratt.Qdel suo carattere 11 se• greto del suo ostinarsi a cer– care la chiave della paesia? Proprio della poesia, o non forse della sua anima. quella che egli cerca. ostinata men– te? Del resto, la cosa è in– differente, perchè ognuno ha solo la poesia che porta in sè e soltanto quella cerca di raggiungere. Si spiega cos1anche la sua ncut.lsslma curiosità: tor– mentato da un bisogno di ri– cerca che non l'abbandonerà per tulta la vita (ed egli se ne rende conto), soddiSfa la sua fame e la .sua set.e d'ogni giorno con minute scoperte, che riguarda.no altri. Si ab – bevera della gioia che dona a coloro che si sentono In– dovinati , per dar loro In p111.– sto il loro proprio messaggio. La sua perspicacia oltrepas – sa spesso quanto un artista ha rivelai.o del proprio mi– stero. Vediamo allora Jean Paulha n esaltare un lato In– consueto di un plt.tore, di uno scultore o di uno scrittore. Lo vediamo eccitare la ftbra perversa (2) . Lo vediamo pronto a sostenere cht sfida lo scandalo. L'Importante è secondare questi sfoghi. Chi può mQI sapere? Bisogna d:u la caccia al mistero dovun– que si nasconda ; e uno sfon– do impuro può tradirne la presenza. molto meglio che la purezza invisibile. Un blocco di crlsW.llo che abbia qual– che difetto cl dice di più sul– la trasparenza che non un vaso perfetto che lasci Intat – te e valide tutte le lpot.e.sl. Ecco pcrchè Jcan Paulhan. forse con tanta passione n:i– turale fruga le opere degli al– tri. Nelle scheggle molteplici di una. produzione (di cui la maggior parte andrà al ma– cero) spera trovare man ma– no la spiegazione delle Illu– sioni piccole o ~rendi sulle quali si fondano I giudizi. Che speri anche di lsolal'e a brano a brano il mistero, dl e localizzarlo> In qualche modo, sia nelle opere pro– prie che nelle altrui ? Inqui e– tudine di poeta, cut piace ag– glrusl al confini di spazi In– decifrabili , fra I quali Il do– minio Interiore? Dove ha tnl– ziq In confeslone? E dove si ferma la curiosità? ... Che speri di riuscire cosi final– mente a. capir se stesso? Visto che tanti punt.l In– terrogativi sono lnevit.abtll, è UA " LES t:AUSES l É ÉBHE,, SORPRESO EAPP~4GATO • di JEAN PAULHAN V ERSO i 1ei ann i mi 1orprc&e 11ccorgcrmi che uhte"t"o. Pii, lardi ho cercato di cono!cermi . L'emoti one prova13 un giorno alla vistn d'un uino h1uon11to dal &110 padrone - 1coppial in lacrime - ,nl fece credere per molto tempo (e lo c.redencr o anche gli 1hri) che ero bu ono. Eppure mi ca11ita,•a d'1ppo,1arm l d11vanti al ponte dclii fl!rro,•ia in allcca d'un dh:ulro che, non 10 per qu11II calcoli , mi Eembra,·a probabi le. Vedendomi, mi di, cevano allora: e Tu fai come le vacche>. Ed io pcn,1vo: e Non può dArli rhe le vacche facciano come mc?>. Tutto 1omm110, l'incidcnle nel quale speu,·o tupenl\'a in orrore un ulno Lutoniuo. Ed inoh re i miei 1tcui disp iaceri non mi di!pillce\ 'ano del lullo. Un allro giorno fui colpito, accorgendom i che i miei p iccoli an1!ti A\"enno i capelli di ,·■rio colore. Subilo de• ci!i che i Lruni sono 1uperio ri al biondi. Che 10lllevo, qu,ndo mi guard:i.i in uno specchio: ero biondo! Anzi ro1•0, dice, ·o (cu.geravo). Qu~to trailo del lnio c■r:lltere l'ho consernto fino ad o~gi. Mi pi:IN! di rientra re In una categoria: Jia pure la meno tl imala. E invece, in altri momenti, non vorrei 1omtgll1re 1 neu 11no, \ Mi ricordo d'uno dhtribuzione di premi In cui I miei compo.gni. appena rlce, ·uli i loro libri, facC\·ano una ri• verenta alla dircltricc. Ed ecco che mi sembrò puerile: venne il mio 1urno ed io feci il ululo militare , Lo scoppio di ri ao d1e ci fu intorno a me. non m'imb:1rur.ò affalto. Ml ~ nli\'O forte. Di qu:ile diritto? Mi piacciono i regali: e non ml piace che me ne fac- ! dnno: è tr oppo immiachi 11ni nei falli n1iei. •:uendo co,ì fatto, è chi11ro che nè J'11pprovailone:, nè il biuimo , nè 1'11more, nè l'odio pouono accontentarm i del 111110.Chi mi dì torlo, mi allir11. E 1ospe110 di non euere ben capito da clii mi 11.i ragione : non &lo volentieri dalla mi11parie, Come !C. per senti rm i soddlsb110, npcltanl di euere ln&kmc ,:li ahri e me 1teuo. Qu11ndo mi arcOr!i rhe i1ui11evo a prendermi per Iddio \ medesimo, rinunciJ1 una \'OltClper tulle a eono1cermi , JEAN PAlJL HAS da e Lu couses cilèbro.s > (T radution e di Gianna ?ibntini). COM'E' POSSIBILE LA LETTERATURA?

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