Fiera Letteraria - Anno VI - n. 6 - 11 febbraio 1951

Pag. -I LA FIERA LETT E RARIA Domenica I I Febbraio 1951 cl vorrà ~mpo, ma l'avrà. Que- ra amava le Dame del Calvario "' e· eiamo guardali 1,cne dnl• RUGER N IMI ER PAR " I-A F 1EHA l L71ERAR I A Infine l'ultima potaia di Ora, ,ta resistenza non conta nulla di Bezons. PeccM dov.cbbe al- l'latltol,,,, ,,u,,,·,, u,olo, • - - ,e, " ,.,, latltol,i, , L, v,Hlò,.,.,. agli occhi del giudici virtu osi e znre gli occhi verso quel qua- t Fraru;;oi, Maurioc 1 ,ocui>, A d • Lafo > I test"mo- degli avvocati senza macchio. dro vuoto? Ln società. che li\ 1,crd1è non 11\-rommo 1ii1 L I d I F I M I nl:n; c d'u,= ~~:~~ •eh :cm al quali la sensualità d'una .-., plnge ha r innegato Cristo • ""'° Hmltl , t "°''" ""'Ho. o.. , eDo es I e I /Ira. D ço) s au r1 ac h1·,'Q'm:'.: ,:·.·:"·'1.1v",. ·.·•l·.;.lùr·m·~.·: mdl.~qo ....d•I.: donna un po' anziana fa or- l'ha cncclo.to dal pretorio. So- 1900, epoca in cui i veni rego• rore. Care persone! Essi non lamente nel suo cuore di fan- lari furono obb:mdonuti come le hanno mai dWderato, o se- clulln la dlsgrazlnta può rltro - crinoline O ì bu<-1i, Jp 1 ,oe,i 11 ,i aulto, o perseguJtato, o avvi- varo la sacra immagine; ma ;' era rHugi111 nelle braccia dei lito nessuno? e Noi che non nessunB \'OCe, 1n quel momento, prowtori. Il grande periodo di --------------=-------- - 1 ,octie, e H•a i rigo,ou.. Noo d al.amo 8.5$&$1ini ...> grida l'avvo- ~e rlco~le ~le ~ uno del U1rrC1, alcuni brani melodici in In poche centi,iaia di versi ritroviamo i tem, della sua narrati va Il !roveri l'mdolenza o la ma• eato Maurlce Garçon. E chi di ue uo con anna a morire Prou,1, ri pouo no coniare come ____ __ _________________ lizia rhe tciupano il più. delle noi potrebbe giurare che non lo con Cri.sto: e Per noi è g:lwtWa, tra I più rehc, rhuh:m d1 (luctto ,ohe Franci, Jammei nome che 6? A quella donna sull'orlo della perchè noi riceviamo ciò che I genere. Ehbcnc, Fr:mço11 Mou u1c11iiali dell'opera romanu tu,la morc. D1 ~r io uu 1 più che C'ut ci111 mon un1Ter1• :f,~11 t1:;i: con,icne e1tar~ poiche l'autore vecchiaia, un giovane ripete nostri delitti hann o meritato. riae e 11 ,olo d1re1101ucce•1orc. T1111v1a 11 prounc111 manca m con 111 nmra S11gnar11 tradira con un (orpa ,tait un monde 0 o. J• delle Géoriiqu~ Chreti•nnu la ognl giorno: c. EMen; amata an- Ma lul non ha fatto niente Ahri ,come Mon1herlan1, ,er1\'0• O,a1c., ~i11come amb1en1e bor• Lui Cil,elc_. Orn eua puO, In• 0 ., n1,1xau ie~[tr.'!•1:c,,~~ :::;;:; per qualche iempo, il mae,tr~ cora. una volta, un ulttma vol• dl male .> no 1111 n, bene, ma 1uggo110 1 lo ghue, 1111 come 11tmodc111 Jn. do r11111rlo III albero Egli e at• 1d•1,1nmu, dello gene uion che omp en• ta ... » Per resistere, sl dovrebbe - La Cor;-tel ro eUcttl dalle mnn me, dal to• hmcngono 1ohanto le Jan_de,, e tacea~o alla ltrra ~ohamo 11er le Più giù, c'è, la poetia inlho tle Mauri: c, J: equci cRivli:re, esse.re onnipotenti. L'n.ceusata sta In piedi, va- 110 mora1 11 111,0 d11Jl'eloq11eni:n In loro telvagg111natura. e l a). r11d1r1, lutti i 11101r11n11 lo Ira• l11n e.Peti! ch1en ,ombre>, che Alain Fournier Si John Pene Finalmente ella ce<k. Eccola cUla. Il prealdente Bacqu art Altri, come M11lraux, um ·ono tra faccia della ne na Nciale dei 1t1nano ver,o il cielo Ed ecco è una delle più riu1cile dtll11 Se fouc neceu; rio cercare dcli; diventata una donna sJ)OS&tarientra in 50ena, leggero, rapi- 1lnccr11mente 111111c, ma ciò non 11eno11a,:g1 d1 Mnur111c,e 11 cli• che le forc,te di pini dhcngono raccolta, e la più incante,o le nel referenze nel paba to bi,o ine- con un amante, come ce ne sono do, olimpico. Ella non osa aunr • impeJilce loro d1 e••rre dei 1111 della loro anc111ura tp1ri• 11hre11:rn11 A1i& comb nnau. Ma tuo, 1onl tragici: rtbbe piuuo9fo inToca;e Cbarle a miallata. Avrebbe potuto Vl• dl\re la nube scarlalta che ne• grandi 1rr111011, o 11mm1rc,oli tuale, e una 111ec1e J1 1ca1to dove tutli hanno scgu.10 la ,1c1J1 •Tu ,111 mn accrtta dkombrn, Cuirin , 0 Baudelaire. 1 vere , In questo modo, onorata corre, carica dJ fulmini oralon. Maunae, 11 contrar10, 11:a 11_10I~ gc.1111ndo, urna mascher:. 11rada. La_ natur.a e. la men_olor• f.'::t 1 ~•11t ·e= ~•",:: ::, r;::i':~ Un po' ,ortoeata daj romaod e trllnqullla Come ha potu- e Vent'annJ di !avori rona tt > un prodi11oao drume nto, d1e di d1 Iute ,u ogni vno, appare le. Tut1au11, poichc ella ti pro- Commeun ~m chlcn aombre•· 0 dai Ju·on lealraH Orage, oc- to l'avvocato Raymond-Bubert Il povero corpo SI sprofonda. l'a1re ai 1uoi romanzi piu ~upi. c~me 11 ~10 aleS!O dclh_ ~rag 1 e- lunA• .nei begJ1 ~l~n , cbm:ill E' una tcnJua lilà ne Je&&cra CUJ>eri un poflo e~niialF, 11 u tr ascura.re di dire l'CS&en.zlale? Una manlna guanta ta s'agita , . Ma non d1 questo , ogliamo d11 Q~al e que.na 1~ged1a. Ne ,erto 1I mare./01 che li nu1re, nC facile. C'C un Dio tbe veglia occhi della poilenti. Si potrà La mas:glor parte degli uomini sopra l'abisso Era previsto· 11 1•arlare .No, leuon ablmuno, 11crc?11o•c111n 0 almeno 11 pro111go•non e aLbando ata ,ulle tue creature. le ingehu iace, lrovare nel e Sang d'Al:,t >, lo e delle donne sanno addomestl- medJco aspettava Sl precipita, fortuna, un l1bre110 che II d1 1 :1• noia: e u~ gio\ane, 1 1 gio,ue •M• iiart dU~rnJU d1m111r1 ~lee e rende pericolo, 1 i loro ab- cquivalenle dc.Ila c Jeune Par- care I loro v1%1, li sfamano se• prende 11 polso della vittima, e ma Orn1e, (C~H&el cd1t.): e rhe to,me ~hur111c l'ha ~ mpre vhtf; C'N L pour ne PU mourlr q_ue d,~ bracci. Non che l'inferno atten que ~ di Valir:,, le 1te11e belino ,retamente, non comprometto- ssl 11 Id te eh , '!unisce tuth 1 I opera JJOCIICIIdel- u ilante, Ira la gio\ 1~en a e r•oh•m•rr. da il peccalore come una cli· 1e 1e11iuali, gli ateu i proluDp~ no nulla, I gesti immondl che ~nte~~to ~~ ';: può e e~~~ I aul.ore. d1 Ange.s No,r,s In un m11tur11ì, !r• le due eta ~el mon: EPOUH h rolttmeni TOI t~O:!•nllltiu nota allende lo 11udente meni i, teologici nell'uno, pileo• soddisfano nelle tenebre, non li n to d • 1 d to il 1 tto ce111m:.10 d1 1 agme modc11amen do, Ifa I mnocenu O il male, lnnombrabln A1,..1 vou. fte• ma che non ha 11ud1ato Il piacere log,d nell'ahro In que1ti veni d15tolgono dall'ottenere la re- : f; ett ai:e~a :n i:~c voce ~he te riparate all'o? ibra di romon~i tcnz 11 •.11 1ter~ che al di li dic:IMa POUUlf!re e'nL ,. 011,l~~~•Ltre 11p1111rt1tne a un ordine 1 evero, acuti e concen1rn11, Mauriae Ucttà che bramano nella luce. non trema Le g:uardle portano cclclm, d1 11rt1coli ie111pe110, 1 , male ci puo CM~re la C:a::~ treuu,c:1crn• che ha Je ,ue leggi, il tuo elc- uguaglia I iuoi roman:u '!'iglforl. Sarebbe stato necessario atti• via 11 cadavere !ro,lamo qualcosa che d p:are Una icrle di 1ioc 5 ie gara al O • Quc,ta e la eonduiione dc.lii ur, I e 111uo de<:11110, come on Non lnYano 11 pro11gon11ta del NU"e l'attenz.lone del giurati Non è contro U ca.sUgo che imporlanle quanto TercM De- al nulo d1 C1bele, I~ lcrr•, che. e poc1la, che abbiamo qui indi, pianeta, e, po,che e altrove, d Chemiru de la ~fa- acrive delle sulla strana condotta d.1 quella noi protestiamo: ern necessa.• • 1queyrou.x, o Il Fu~o ,ulla Tt!r• Innamorata del gi_oune Au, . calo per JOmmi capi. Perciò CJ trut .ina pili Jon1ano di quel che pouie che tono proprio ceme parlgla& la quale, avendo un rio, ahimè. Ma, qualunqu e sla DOMENICO PURIFICATO - c. Paes,anio • ra. ~pra1tu~ 10 1rov11.moin que• Eu 11.lo trador ma io Pt?o per è capitato d1 ,altare un Impor- , orremmo, più lon1ano di quei e J..e ll ng d'A11e>. Si tratta dJ. amante, abbandona il letto co- 11 deJltto d'una creatura wna- Ile ri,he I a?da1ur 11 1 1eua dei wcndit1rt1 del_ suo tradimenlo . lanle elemcnlo, la ,emaaht à. Lo corpi 1llacci11i Del re.!IO, 1:1 1er un'unica upcr-icnu, e ano lttt• nluaale, e vuole camere sepa- na , a quel livello d'onta e di donna senza macchia, che non di forza hanno mostrato U loro tc,tl nvcl aton , ~.elle c?nhdenz~ , ~~:a q~eno mito pagan~, Mau• amore d1 Ci~e per Atis non e ra non e popolala di ,oli vi to gioune tul limitare deUa TI• rate. Ecco una donna che non al abbandono merita la tetà e rmilll~r~uol dcllt ~e~ due ingegno ' e, ne.Ila !orma p1~ c111u1ca, le plu r1ac_ I ha lr111formalo ~n una moho dner•o dall'amor e che il ,·enti. In ognJ ntante la, the ,ca per tra, cr,ar e il pan• divide. la dlvWone ~ al d15opra anche 11 rispetto, e an:he, un ~uestao gl~s;::n ~ po::: al 0::0:::. ; ~a ~1~~1:r:!~ brQ~:1~11 .:~ :f cr~: :i di que1te ~:o,::\:~ u~1~r•~ .~~~ej• l~a: lr~'. e.prime nelle prime poe,ie d1 •Qul.lqua mort bte.n•j!:! '!,:.°11~!' tano prninc11 Je o il mito PI• ~~lle ::edlr~rz:_· =~ res~ crlstltlno osa scriverlo , l'amor e. es.sere prostrato fu la posta di la carità. 1 ,oe,ic? Sono Ire: la teniualità, Di fronte I lei, Aiis è dotato O,a8"!• t~ due ~em!1lici eu cri E anrora l'in,·ocaiione • Rim- sino. ì1MIE& d~~ P~lchè :ll:\ in~p:: I Ella doVrtbbe esserci tan to più una partita, d'altra parte assai FRANCOIS MAURIAC li giovane,_ 1 11gruia. Ag, iung~n• della liberti, umana, ed eccolo ~;::af;~ .~a ~~or:.,c; 11 !'~!~ l'Odan !~,u~·~utndral, Rimbaud. ciuln·tiait BOGEB N calcolo. Fingete dl non credere uera, quanto fu, per anni, una ljClla, In cuJ alcuni uomini pieni (lraduz. di Mario Picchi) do Ja prO\'lllcia avremo I niol1\'I che trova 10 Crl,to on altro 1amn , h,.. au monda.. (tradu::ioM di Mario PkcM ) che è proprlo 11 disgusto , l'or • rorc d'una. vita a tre che la ,plngono al delitto, ,e pertanto, atà dall'l.n1zio del suo erro re, vedete bene ch'essa può ap – partenere soltanto a. coluJ che ama. Non poteva Umitanl a quello, e salvaguardare la sua poslz.1one nel mondo? No, la menzogna., che è il pane QUO• Udiaoo d1 tante SP03C, non la soppo rta; confida ll suo segreto • un marito ftducloso e indaf ... farato, cbe avrebbe potuto ra– c.ilmente ingannane fino alla fine. Indubbiamente essa ave• va altre ragioni, in quel mo– mento: U .suo-amante insisteva pe.rcbè rompesse e la aegul5se. Quali erano le 1nt.enz.lonl d.1 quell'uomo? L'avvocato Mauri– ce Oarçon crede che 11 ritratto adulatore ch'egli ne ba fatto per 1 bboinl della causa ala molto somlgllante? E quando egli stab iliva un rapporto fra l'eroismo del soldato, la bontà del frate llo maggi ore, e le &e• erete abltud.1n1 dell'amant e, aVf)ebbe potu to guardarmi aen• za ridere? Ma lucJamo stare quel povero morto . Resta U fat– to che se la signora Favre– Bulle avesse saputo e ammlnt · stra.re> la sua paaJone, bllan· clare ~ eal.genze della vita 80• clale e del suol piaceri clande• lt1nl, come fanno gli aU.rt, non aatt:bbe su questo banco. Ma. al, algnort giurati ! cap ita spes,so che: c16 che abblamo in noi di migliore sia utUJ.zzato da ciò che abblamo in poi di peggiore. La beatla in.saziata che un glo• vane depredatore ha scatenato tn quella donna, si servirà della ripugnanza alla dlvlalone che easa ba sempne provato, forse anche del suo dl.slnteresae, della sua tndlf fenna al vantaggi eocl&ll. C-onf essione di Teresa Desqueyroux Vinta dalle suppliche e dalle promeaae del suo amante, essa acconaente ad andare a vivere con lui; 6 inteso che le vec• chla amante ae ne andri,... Perchà l'avvocato Raymo nd• Bubert, all'avvoca to Maurlce O&rQOnche lnalnuava che l'a.c• cuaata ba imposto l& sua pre• aenza a Merle, non ba risposto facen do notare che Merle .ste,. 10 portò una. vallgia e un baule dai paren ti della signora Fa– vre-Bulle, perchè ,.v1 metteue della bla.ocherta e del tltoll. Come s1 pub dubita.re, dopo elò, ch'egli l'abbia. attirata con fal• ae promesse? E ora., tra Questo uomo e la vecchia rivale, cosa non deve subire? Frasi d1 buon aenao cadono dall'OUmpo dovo aJede U presldent,e Bacquart: e Dite che vi s1 obbligava a commettere degli attl abomi – nevoli? VI rispondo che dove • vate tornare da vostro marito>, Olà: bt&ogn&va agtne com'ella avrebbe agito se rosse stata un'altra . Perchè dunque ba per• duto n suo sangue freddo . que– sta bruciata viva? No, essa non tornerà su! suol pa..ssi. Dietro a lei, 1 ponti sono rottl :•non può plù fare a meno di quell'uomo; Juclarlo, è superiore alle sue forze, dividerlo col marito, è superiore alle sue forze. Da quel momento è perduta. D Nemico della vita non Ja lascerà pl(l, bisogna che pusl attraverso la morte ; non c'è altra via d'u.sel– ta: ma, ala che essa si uccida, o che uocJ.da, la potenza. delle tene bne ha, da ora. vinto la partita. L ~u~~~: ~:::e~m: ;rs: la tormula e circostanze atte – nullnLl > la.scia qualche sJ)eran– za all'accusata. Ment re la Cor– te delibera. e l'Olimpo res~ vuoto, lo l'osservo. Mnn mano che I m.lnutl passano, essa si rttlra , sl lmplccollsce, stringe le spalle: l'occhio può segui– re la spaventosa dl.struz.lone di un e~. Essa si appiatti• sce il phl pos.slb11e, come Il baco che a.spett.a di casere schiacciato. Che solitudine! Le due giovani guardte che veallano su quell'abl!.so di sof– !erenze ridono e si chiamano da una parte all'a ltra . Saranno gentili, fra poco, quando lei cadrà per la seconda volta, non 60 no cat.Uvt. mancano soltanto d'lmma g:lnaz.lon.e. Che valore avrebbe per lei, 1n questo mo– mento , una mano stretta, una i1palla offerta. Non si può far nulla per lel, altro che pregare. JWa prega forse, anch"ella, la pia bambina che quarant'anni Questo è cristiana, N ON ho potuto dlrvl nulla, padre: come avrei potuto riassumere iutta la mia vita 1n poche parole ? Altra gente aspettava 1n anticamera: oltre la mia, tutte quelle esistenze che dovevate per la vo– stra mt.sslone conoscere e assolvere, prima d1 cena; ognuna di noi desldierava ardente – mente che vt occupaste di leJ sola. Un'anima che conosce le sue macchi e, che al perde nel lablrinto degli scrupoli, del rimorsi, s'tmma – atna d'avere 1n sé troppe ml.serie, per non occupare da sola tutta la vostra attenzione. Ed è pur vero che quando voi vi chinate su un essere gli date 1'111\Won.eche solo esao. esl.sta. per voi. Perchè indubbiamente voi non vi usumet.e su questa terra altro com 4 plto che non sla quello di somlg:Hancquanto phl è possibile al Padre Celeste (e siate per• fetU come è perfetto U mio Padre che è nel Clell >), e avete ragg:lunto questo grado di somlillanza con Dio: 11 dono totale di sé ad ognuna delle creatune. Vi scongiuro di non vedere ~Ile mie pa– role ombra. d.1 adululone; ho tanto bi.sogno di credere alla v06tra onnipotenu. D bene e 11 male, il s:rano e il Ioallo sono confusi in me a tal punto che nessuno potrà. .separarli se non voi stes.so. Sono venuta a voi di sera , nella speranza di trovarvs finalmente libero: ma a qualsiasi or& la gente forza la vostra porta e a dispetto di qual siasi consegna vi &.• sllla. Talvoaa ve ne lagnate e esclamate: e Ml dlvoran vivo>. I peccatori si buttano su di voi con l'avidità e la ferocia di un bimbo che cerca U seno. Vi difendete appena, come un uomo che s1 sa depositarlo del pane e del vino in una città affamata. Non cnedete che spetti al confessore rifiutarsi al fanciullino che ritorna . spinto da uno scrupolo, per un peccato mal chiarito: ln tal modo avete ac• colto mio figlio Raimondo, che d'altronde h o rimproverato vivamente. Ma la moleatla della mia tnsl.stenza passa li seano. Sono venuta , vi ho accaparrato per plO. di un'ora. senza decidermi a nessuna confessione: avete cre– duto a non so quale mia viergogna e m'nvete consigliato di scrlvcrvt ciò che non ho osato dire: e Scri vete, scrivete, figlia mln; non te– mete di dlre cose lnutlll... non dimenticate nulla... >. e.erto ho acconsentito con gioia: ma prima voglio che sappiate perchè ml sono taciuta. No, non ero inUmldlta, né vergo– gnosa: mi sentivo soltanto Imbarazzata: le parole che aVrtl adoperato ml avrebbero tra– dita. Come fa la gen~ a con05Cere I suol peccati? Io non Il conosco I mtel peccati. Stavo per aprir bocca, stavo per dichiararvi che sono una criminale, e che li mto cri – mine è di quell1 che sono dJ spettanza della glu.stlzla degli uomini. Ma le parol e ml sono rlma.ste In gola: perchl! non sono sicura di averlo voluto commettere questo usassl nio, e neanche sicura d'av erlo commesso. D'al– tronde colui al quale penso è vivo. D'altra parte c'è una morte, In cui certamente lo non c'entro per nulla : saprò mnl perchè ne porto 11 peso, che ml soffoca? Siete stupe – fatto , padre mio? Immn g1no In che tono 11 nostro parroco vi avrà parla to di me: e Una Intelligenza fuori del comune , un'anima eletta , un po' esaltata forse, ma che va fino in fond o alle cose>. Quell'ottimo don Cazalb! Cred e che siano state delle obbler.lonl lntel• Iettuallst.lche ad allontanarmt dal sacramenti. Duran te Il tempo pasquale raddoppia le pre– ahlere e ra prega re alla mia lntenr.lone le pie donne della parrocc::hla. So che soesso ripete a propo sito di me li verso di Polluto: cElle a trop dc vertu.s pour n'ét?'t" :>M chretlenne •· n brav'Uomo . a suB Insaputa. ml riti ene ca– pace di awre del dubbi i1ull'autentlc ità del quarto vangelo. Balbetta, quando gli chiedo di spiegarmi Il silenz io di Giuseppe Flavio. Se potesse lmma glnare quant o m'Importi poco di tali obbiezioni I SoprJLltutto per me, don Casall.s vi ha chiamato qui. afflnchè 1 vostri lumi suppliscano alla sua lg:nornnia.. Ma, padrie mio. non te.mete d'aver a che fare con la donna colta dl cui Il signor parroco ha dovuto tratteggiarvi un profilo, che egll ri– tiene lusinghi ero. Ah I Ohe noi si abbia da render conto a Qualcuno, lo so anche troppo, perchè cl sia blsOgno di provarmi che questo Giudice esist a. Ho fede In lui cosi come credo che 11 fuoco bruci: e anche come un affa– mato crede alla propria fame; come un es– sere sudicio crede che J'acqun lavi. E per prima, padre mio, sappiate ch'io ebbi un 'Infa nzia puri ssima. I miei dieci anni di collegio n1 Sacro cuore Il vedo splender e come un grande spazio di neve, e anche di luce di gioia. Ma forse bt&ognerebbe glà rl– pre?lderml. Ero cosi felice allora? Ero cosi candida? Quella rellcltà la vedo attra verso gll avvenimenti d.1 poi che la dcformllno in– dubbiamente. Tutto quanto precede Il mio mat-rlmon!o assume nel mio ricordo quello a.spetto di purezza. Per rag:tone di contrasto. può darsi. con questa lndelcblle Imbrattatura (oso designare è'osl 11 mntrtmonlo ). Il con– vento al di là. del mio periodo di sposa e di madre, ml appar e come 11 Paradiso; Il sacro a.silo dove l'uomo non pene tra va; In– dubbiamente allora non ne avevo che una oscura coscienza ; la plO. g:rnn parte delle nostre felicità le conosciamo soltanto quando non le possediamo più. Come avrei potuto sapere che proprio In quegli anni precedentl la vlta vivevo la mia vera vita e ml avvici– navo quanto più era possiblle a ciò che è la feltcltà per me. No, niente ml avvertiva che la mta esperienza di fellcltà finiva nel momento stesso tn cui per le mie compag:ne 8 1 1n1.z.1ava.VI ho detto che allora ero can– dida . Lo ero: ma fli:ura tevl un angelo pieno il la B'blioteca Gino Bianco primo abbozzo cui con{essione per 'leresa sarebbe stata Desqueyroux, pensata dapprima come indirizzata per iscritto a un sacerdote di passione; ecco ciò che lo ero, Padre. Sot· frlvo, facevo soffrire, godevo del male che facevo e di quello che ml veniva dalle Dùe amiche: pura sofferenza non alterata da nessun rimorso, carezze non delittuose. Ore• devo, allors, che bastasse baciare un uomo sulle labbra per diventar madne. Temo che non legg:J.ateoltre queste puertlltà e che but– terete Questa lettera. D seguito vi mostrerà sin dove, non oatante tanta innocenza, lo ml sia abbassata. Non crediate tuttavia che to appartenga a una specie fastidiosa.: quella Qelle spose Incomprese, né che. lo ml prepar i a calunniare mio marito. D'altronde don Ca 4 zalb vl avrà ratto, dl lui, un ritratto grade– vole. Potete credergli sulla paro la, se lo resto una sconosciu ta per 11 nostro caro parroco , non può essere la stessa cosa per 11 mio sposo; 11 parroco e lui, due cuori semp lici fatti per capl.rst. Sono, potrei dire, sullo stesso plano; qullndo ripeto a Pietro che eau è ll solo uomo che lo ami. ll solo che amerò per sempre, Dlo m'è testimonio che non mento. Soltanto mi guardo dal soal(1ungere cbe pur preferendolo a qualunque altro uomo, nondimeno ho orrone di accostarlo. Perch~ ho accettato di diventare sua moSlle? Certo trovavo dolce vivere al suo fianco . Al suo fianco, non trn le sue braccia; ma non nvrel neanche potuto Immaginarlo; anche oggi, dopo nnnl di sofferenza, riconosco volentieri che è 11 migliore, li più indulgente degli amici, almeno slnc hè ll calare delle tenebre non lo trasformi in una bestia odiosa e an– simante: ma, sn.enzlol A vero dire, Pietro ò anche più fine della maggior parte del glo• vanottl che avrei potuto sposare. Non è van• terla riconoscere che da noi le donne sono superiori agli uomlnl ; noi la.sciamo prestls• simo la famig lia per li convento. A san Seba• stiano cl troviamo a contatto con raga.z:ze venute da 01nt parte della Francia e del• l'Europa ; cl adatt iamo alle maniere della società. Anche 1 nostri fratelli vanno In col• leglo, ma si ritrovano fra di loro. non si ml 4 schlano con quelll di clttà e non si affinano gran che . Il loro cuore è rimasto nelln landa. continuano ad abitarla In spirito, per toro non esistono che I piacer i che essa dispensa: la caccia alle beccacce, al cinghia le, al CO• lombacclo. In palude. e sarebbe trad irla e abbandonarla se perdessero la rassomiglianza. con I propri mezzadri, se rinuncia ssero al dialetto, alla locanda ,al modi Incolti e sozzi. Non dubi to che se cl aveste visti, Pietro e me. sareste stato senslbll e a quel contrasto che fa esclnmare al rorestlert: eChe pecca– to!,. Eppure potet.e credermi: c'è molta de– licatezza sotto la durezza della scoru. Non alludo soltanto alla bontà che lo ra caro a tutti, e anche al più dlffldentl mezzadri. e Quand o non snrà più qui lui. non cl sarà più padrone, qul > dicevano durante quella malattln. che portò Pietro alla soglia della morte e di eul blsol{Tla pure che vi par li... No. non solbm to la bontà . ma una giustezza di spirito che deriva da una assoluta buona fede: ~ uno di quegli uomini che non cariano mal di cose che non conoscono; che non contraddicono nessuno su argomenti che non sia.no molto familiari a loro stessi. Quante volte l'ho visto aprire uno del miei libri , leg– gerne una pag:lna. posarlo e dire con .sem• pltcltà : ., Non capisco •· Mal esclamulonl, risate lmbecllll come quelli che Jrludlcano assurdo auanto li supe ra. Rimane sempre al di qua di ciò che sa e. più di tutto, ,rii rl• pugna di gettare polvere negli occhi. Ma che si tratti di un'opera o di un uomo, pro– nunc ia spesso un g:ludlzlo, cosl giusto che non ml pa.ssa neanche per la mente dl discu– ter lo. Soltant.o allora, In un uomo cosl mo– desto, rllevo un suo movimento d'orgoglio; null n lo lusinga tanto quanto 1a sensaz.Ione di aver colpito nel 6Cs:no,e che lo lo capisca e sia del sub parere. e Non siete dunque felice? » ml domande – ret.e. Esl.ste, purtroppo, un altro Pietro, quello della tenebra, capite? Soltant o un sacerdote, se è un santo. ml può capire. Ho letto che Cartesio aveva messo Incinta una serva; eb – bene, se l'autore del Trattato delle Paaslonl non potette 1n quell'istante nendere partecipe della propria follia la sua umile complice, ~ stato lui la bestia, ed essa l'anaelo lucido e pieno d'orrore, che chiude va gli occhi per non vederlo. Ho vergogna di attirare la vo– stra attenzione su quanto avevate rlflutat.o di conoscere, ros.se pune con Il pensiero. le crimino se delizie, che per mc furono sempr e crlmlnl senza dellzla. Ma prima dl g:ludlcarml , dovete misurare la mla strana solitudine. n delirio d'amore affascina soltanto coloro che brucia incatenati, Insieme confusi, coloro che non disgltmge. Per conto mio, ho sempre vtsto Il mio compllce peraetr:1re nel suo pia– cere e lo rlmanevo sulla riva, muta, aelata. Facevo la morta, come se quel pazzo, quel– l'epilettico, avesse corso 11 rl.schfo di st ran– golarm i al mio minimo gesto. Spesso, nella sua sporca gioia s'accorge a un tratto di es• sere solo; l'Intermi nabil e accanimento s'In– terrompe, torna sul suoi passi e ml trova come sulla sabbia su cui fossi stata rlbut– tnta. I denti serrati, fredda, cadavere . Pcrch~ averlo sposato? Non vi nascond erò nulla; vl aspettate certamenbe che lo Invochi la san to Ignoranza delle ragazze? No: sapevol sapevo! Innocente , certo: ma avvicinandomi al ma• trlmonto, lrem c,•o lstlntlvament.c come una pecora. dlnan z.1all'ammazzatolo che non co– nosce. Mio padre desiderava la nostra unio– ne; • pii) che naturale• come si dice; sin dalla nostra nascita, Il paese Intero cl spo– sava, Pietro e me; bisognava che le sue mlg:lla1a d'ettarl si unissero alle mlgllnla d.1 ettari che lo devo ereditane. I nostri conta– dini non sono tanto Insidiosi né tanto astiosi da non provare una specie di delirio d'ado– razione dlnan:tl al grossi patrimoni, che, riu– niti, fln1scono per meritare l'epiteto di co– lossall. Tuttavia mio padre. non m·avrebbe forzato la mano se avc.s.slmostr ato la mln1- ma ripugnanza. Dubito che abbia potuto in – travedere, dacebè siete tra nol, che uomo · sia mld padre . Non è roba per voi quel radi • cale testardo, diff idente e dal quale don Ca – Z&lls stesso non ha mal osato porne piede. Sapete che egli possiede una casa 1n paese, un'al tra. a Langoa e una dltta di vini a Bor– deaux . Oltre gli affari, la politica lo assorbe; consigliere generale, avrebbe Ispirato al Se· nato se J.suol modi orren slvl non gli avessero procurato molti nemici. Non temiate che le stJ& sperdendomi, occorre che voi compren • dlabe come lo sia v!Muta estranea a un padre vedovo, Indaffarato, che dl.sprezr.a le donne. Per chi non lo conosce, nulla potrebbe testl 4 moniarc. d1 più questo suo disprezzo che l'edu• cazl.one religiosa fattami subire al Sacro ~:i:il~~ sr~c~~ev!~ d~h:~ :::!:::; •,1ua ultlma malattia, mia madr e aveva otte– nuto da lui la promessa che lo sarel star.a educata nello stesso convento in cui essa si ricordava dl esse.re stata felice. Tuttavia un Jcaame esiste tra quest.o padre e me: d'al – tronde non spleg:o neanch e bene a me stessa perchè proprio In ciò lo riconosca. da lui a mc. una filiazion e; questo politicante, questo uomo di affari , cosl estraneo ad ogn i scru • polo religioso . è tuttavia un moralista net suol propositi, e anche se canticchia tal– volta un rltomello di Béranger, lo ritengo di un'Indifferenza poco sol!La nel riguardi delle donn e. Mio marito sa da suo i>& d.re c he era amico d 'lnfam.la del mio, che quello anUclerlcale s'è .sposato vergine, e dacch6 ~ vedovo, entrambi ml hanno spesso ripetuto che nessuno sa che abbia un'amante. Plil an – cora : questo sessagenar io non può sopportare che dinanzi a lui si tocchino argomenti scnbrosl e diventa di fuoco alla più plccola nlluslone. Plutlù sto si alzerebbe da tav ola. Ma Ignoro cosa ml splng:n a queste confl • denze che forse riterrete vane. Capi • temi, Padre: non posso sfuggir e me stessa, sono prigioniera del mio cuore. VI affido, a ca.so , le chiavi che trovo perchè le pro – vlat.e tutte, rtnchè unn apra= serratu ra e lo possa aprlre In porta ed e re liberata. Perché ho sposato Pietro? S te che cos·~ Argelouse dove, ragazza, passavo le vacan– ze: una fatto ria, come qui chiamano un &8RnlPPamento di qualche podere della landa - a sette chilometr i dal paese - al quale è congiunta dalla sola strad a co– .rnunale. avva llata dai carri, una strada pien a di solch i e di buche , oome dove– vano essere quelle della vecchia Francia , e che, dopo Argelouse, diventa un sentiero di sabbia e va a morir e In un deserto in – colore: pinete. paludi. lande In cui I greg– at hanno Il colore de.Ila cenere. Ml sono sempre immaginata a questo modo il !°~e lu~n=~a~~ b~ d~le 11~if11=g1:: hanno avuto la loro orlg:lne ,n Questa fat– toria sperduta; verso la metà del secolo scorso s1 stablllrono 1n paese e le loro vecchie ca.se di argilla sono diventate casci– nali. Soltanto I genitori di Pietro hanno si– stemato la loro per la stagione della caccia. Cosl et ritrovavamo durant e le vacanze ... Ma no, sono alla soslla della bug:la... C'è stata, trn noi, quando le vacanze erano finite , una amicizia di compagni di caccia e di cnvalll, nleilt'altro. Pietro era timido, troppo zotico, troppo ,sicuro della sconfitta per tentll.re la mlnJ.ma confessione. Don Cazalls, e la gente di qui, cl dlceyano che, allora, • era- f~~~r:~~~ ~tf1! 1 l!:c~v:1/ 1 g~~r:ar~: monl della regione ...>. Ml cenno: sto ancor a per mentire. n Pietro di quelle vacanze, Ippo lito mal riuscito, non si curava delle ragazze, ma delle lepri che snidava nella landa . Ma neanche l'Ippolito di Racine, pol– chf: e ancora nessuna Arlcta avrebbe potuta commuov erlo >. Era l'adolesc ente areco, un fanciullo vergine votato a Dlnna ca.celatrtce : e anch 'Io non ml curavo di lui. Non avrei mal varcata la soglia di ca&& sua se Rai – monda, la sua giovane sorella, non roase stata amica mla. FaUcherete un po', Padre, a rendervi conto del mio eccesso di pue– rilità: avete mal sentito dire che una ra• gau:a possa amare 1n un giovanotto il fra• teno della sua compagna plO.cara, come lo ho saputo , lu appresso, che del gtoVanottl sposano volentieri la sorella del loro amico? Raimo nda e lo eravamo ln convento le sole amic he che non fossero separate dalle va– canze: queste cl avvicinavano ancor di più, nella fattoria 1n cuJ veniva a morire ogni strad a ; .!lenza ~go lamenti, senza costrlz.lonl.M I più lung:hl giorni dell'a nno quanto cl parevano brevi sotto le querce enonnt e bas– se, dlnaru:I alla casa rustica! Soffocate dal folto del pini , andavamo a sedere al 11m.lte del campo di miglio come se fos.slmo sedute da.vanti a un lago\ Era n0.1tro piacere s:ua,r- ~fùreCr~~b\~~,:~~ ~ 1 :;~~~~n .. t nubi, e prima che avessi U tempo dl dl– sttnguere la donna alata che Raimonda ve 4 deva nel cielo, non era glà. più, ml dl 4 ceva, che una bestia dist esa. Terra deJla seu,: bisognava camminare a lung:o nella sabbia prima di arrivare alle sorgenti d1 un ruscello; nascevano numerose In un av• vnllamento dl brevi prat erie fra le ra dici degli ontani; l n0.1trl piedi nudi diventa• vano Insens ibili nell'acqua aellda, poi .acot,. ~~anc'!:cc18.!:~~ ~~:ba~I fa~~~~ panca stretta te dura 1n cui riman evamo Jun– gamenle silenr.lo.se , oziose e tuttavia l mi– nuti pasun.no senza che pensnsslmo d1 muot"ercl ae non quando , per l'avvicinarsi del volattll , Il cacciatore cl raceva segno di star i~~ibecf:u~ ~';;fr~v ac~~ 11 q~:S!°1?e1f:~ Senza dubbio, penserete che questi g:ustl 1n comune c1 avessero avvicinate, Raimonda e lo; ma no, nulla le era pltì indlf!erente del libri di cul lo ml nutrivo; e a me non piaceva g:ran che galoppare dietro al cnnl, clb che formava la sua gioia; né nel campi, abbatt ere le allodole In pieno volo. Era ml• racol oso vederla puntare. tirare nel aole al declino dove un grido ebbro s'Interrompeva improvvt.sam ente ; e Raimonda, felice, rin• corre.va, di zolla 1n zolla, l'uccello ferito che soffocava con la mano, Dopo, allontanavo dalle mie labbra quella dura piccola mano macchlata di sanaue . Non avevo nulla da dirle. Quale del m!el più segreti pensieri le sarebbe stato int ellegglblle? E la vanità ~~z!~:~t~l:8 1 ~Je~r=,i ~~~lz:ie ctaeroi~ volessi penetrarne il significato: tn1 ba– stava sentire la sua voce un po' rauca, la sua voce che dicevano brutta. Pitì. tardi, ho conosciuto la noia con le donn e d'ilft e che ml parlavano del romanzi che ml piacevano, di me~rwca, di poesia. Per unlre due CS-$erl !1e~ ndrg:ln=. '::;af~~%r:'i~1l~ ren; gente che pensa. come me ... Nulla vale l'ac– cordo Inespri mibile, n ritmo dl un sangue est-raneo che sposa 11 ritmo del mio. Nulla di esterno cl avvicinava, Raimonda e me, se non, forse la muslca. Oggi ancora, se ml viene Il desiderio di risvegliare quel tempo, ml siedo al plano nell' ora In cui essa cantava le arle che le piacevan o; suono, guArdo la poltr ona dove affondava contr oluce. quanto rimaneva dJ luce sul mondo ml pareva Im– pigliato nel suol capclU, caro capo arro- ~C:C1~~• s: ~~o ..~ 0 ~~fla~I~ :· ~b 0 ~J 0 ~~~ bast anza, non ne ho detto tr oppo per farvi capire la puerile roma che ml hn. buttata su Pietro . Raimonda e lo, auspicavamo que- iii4~TE MONACHESI - e Veduta dJ Partii• sto matrimonio, poiché Incessa nti sollecita– r.Ioni, ripetute domande cl mostrarono che bisognava abbandonare ogni speranza di rl• manere a luna:o nel felice stato 1n cui cl trovavamo dopo aver lasciato Il convento. Trovavamo meraviglioso che 11 ma.trlmonlo, invece d1 .separarci, cl riunisse. i. cosa plO strana è che, una •olta presa la nostra de• cl.a.Ione,non pensai neanche un momento d.1 dubitare della sconfitta di Pietro e della sua 60ttom..l.sslone.Sin dalla mia adolescenza ave– vo il sentimento del mio potere sugli altri: non che lo ala mal stata civetta. Clb che si chiama civetteria ml ha 1SCmpreratto or• rore. Non ml ricordo di aver mai voluto far geloso qualcuno, né dl easerml divertita a far aorrrlre, né di aver finto lnte.re.ssam.ent.o o freddezza - In.somma tutte queste ridi• cole manovre -. No, no: m'in troduco plano e come _in punta d1 pied i nella vita dea U ~~• r:~lmren~~ l~:1 !o ~ece d=:~ regnare. Cosi non uprel dire cocne divenni ind.l.spensablle alla felicità di un atovane che poco prima non ml auanfava neanche. Voi ~ f=~:r::Ubas~ rorn~re~ c~= da ricercare contatt.l che an-el trovato or• rlbUl. Finalmente ml amò, s1 sent.l profon• damente indegno del mio aniore e, qualun • que cosa facessi per rinfrancarlo, cercò di sposare ogni Dùo gusto. Mentre sua sorella ml levava un libro dalle mani, scomplg:lla– va le mie carte , ml trascinava per la cam– pagna all'ora della siesta, lul ml interro • aava come un ranefo uo studioso, chieden– domi In prestito le opere di cui avevo detto bene; sl faceva la barba tutti 1 atomi, al mutava d'abito per cena, rinunciava a fre– quentare la locanda due volte al giorno per• ché bll aveva sentita dire che n solo nome di •aperitivo• ml dava la nausea. Non dU• blto che se avesse vi.sto la rlpulalone che ml da.vano 1 suol polsl e le sue manJ, il caro orw al sarebbe eroicamente deplla.to da capo :e ~~~essP a!:a:~t•i!~be n°t!i~&;i!-od~ del suol vestiti 11 ritorno dalfa caccia, e sl 4 nanch e Il suo alito dopo l'aperitivo. L'amore o la ripu lsione che I.spiriamo non hanno origine in circostanze che dipen dono da noi. Non dipende da noi di essere di· vers i da quello che l'essere che amiamo chla • ma o respinge. Nulla dal di fuori può ag. glung:ere o togliere checchessia. all'amore o alla ripulsione che i.spiriamo. Cosl 11 mto trl• ste Ippolito sl sforzava In vano d1 dJven- !:e l~~~~~~ff°~~:a: :i~~~ glo di nozze di tre mesi. Voleva vlsltare sotto fa Dùa alta dl.rezione tuUI I musei dell 'Olan · da e d'I tali a; mi parve saa11ezza acconsen• tlre . Il ritorno · a Argelouse ln settembre avrebbe avuto maggior dolcezza. Padlmmo ~laun~rr~r~ Jlu~ 1 ~em'r~di~=~~ mlborghese. Centinala di braccianti av'eva• no mangiato e bevuto alla nost ra salute· gruppi scuri In cui splendevano I vestltl dellé ragazze et acclamarono lungo tutta la stra • da; sorpassavamo del carretti condot ti da giovani brilli . L'odor e Insidioso delle acacie che coprivano la strad a al confonde nel mto ricordo con la mia prima notte di Quel che ali uomini chiamano amore. Voi, Padre, che avete ottenuto sin dalla vostra g:lovtneua di non lasciar dipendere dalle apparenze 11 vo.stro dolore e la vostra gioia, e che sentite appegantlrsi In voi la notte ()SCura di cui parla San Giovanni della Crooe, e ove si nnnulla tutto Quanto non è Dlo, lm• magln at.evt Il dolore di una donna che, aven• do per ta nto tempo sognato talune città ta luni ellml, vi pene tra al fianco di un uomo: non dete stato certo, ma t,emuto più della morte? Le mie notti ml Ja.,clavano soltanto quanta lucidità occorre va per figurarmi quale sa• rebbe stata la mia felicità se avc.SSIdi.sceso le 3Cale di un e. stazione, se ml fossi coricata In una barca accanto a un'anima che amassL E tutta via quegli che al sedeva allora al mio fianco usciva appena dall'adolescenza, me ne rendevo ben conto. Non ero pltì completa– mente lnsen.slblle al suo giovan ile vJ.g:ore,al :suo ss:uanto grave e dritto. Insomma a una certa grazia pacch lerotta che faceva voltare molte donne e Qualche uomo. Era presso di me cosi docile, cosl timoroso, Il caro orsac– chiotto. che raoevo fatica e credere che egll rosse la stessa bestia crude le che aveva blso• gno delle tenebr e. SI sarebbe detto che U giorno rosse troppo breve per ch'egli glun• gesse a forza di attenzioni devote a rann i dim enticare le Inimmaginabili e pazienti e In • deflnlte invenzioni dell'OScurità. Un assas• sino preso da pietà per la sua vitt ima la conforta e lmprovvl.samente, la sera, di nuo• ,•o, la ghermisce ... Ahi non ho ratto altro che ~ndergll ciò che ml ha dato il giorno che cedendo volta n ,,oJta alla tentazione dl annientarlo e al desiderio di salvarlo ... ma non è ancora il momento; non siete ancora preparato a rice – vere, con conoscenza di causa. l'atroce con• fes.slone. Sapeva quale mal e ricevevo da lui? Era un ranclu llo... Certo doveva aver tenuto tra le sue brl\CCla qualche donna lndlfferente. Pensavo che non aveva nessu n punto di con• fronto . e forse anche sono st.ata la prima, la sola. Certo, ml ha parlato di amanti , ma su que.sto punto tutti gli uomini mentono: ta– lune circostanze ml rann o pensare che ... m& ecco che ml discosto dal mio oggetto ... FRA.~CO IS MAURIAO (tradutlone di Ptetro P4"anl)

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