Fiera Letteraria - Anno II - n. 51 - 18 dicembre 1947

4 ANDRE GIOE Premio Nobel 1947 "J<'orse i snui Gide 111111 ci è ap11:11·somai così g-1·,11,d(• come orn che dìt'eUi lo ha11110 li111it11to,direi lisìcn111e11te,lo h,i11110 couclu~o 11..tlo spazio e nel trm110,, F ORSE Gide non ci è upparso mai cosi g;ande come ora che i suoi di~e'li lo hanno limitalo, direi liiùamenle, lo. hanno conclu!<> nello spoz·o e nel tltmpo : tale conclua:one. come uno qualsiasi conc:u– sione. è quanto d1 più antig d:nno possa im. mngìnarJi. e questo Cide fuori di Gide, fuo– ri della dimena one intcrminnbi!e di G~de, moslro ora la potenza, l'ampiez,ui, In pro• fondi1à del suo meccanismo vÌ!nle, G:de po:· iato fuori del suo elcmen10. nvu!i:o dal'•~ su~ linfe segu:tn a vivere lo stesso, e non fini. sce d'insegnare, se non per le ragion'. d.– rette che porta. per le ragioni inverse, 1:it non per lc'ìntrinseche. per le ee•rinseche, che sono poi le stesse con in. più lo sguardc– alto e complenivo de'h conc!Uaiot1e che le avvolge ma non le soffoca. Il tem-x, Imito ·ai Cide ci dà la. dim<!ns':one di Cide. dn Gide come problema da risolvere a Gid~ co. me misura che aiuta a r:11o'vere Colui che sembrava so~o inle~to a r·so'.vt>re bilo e ne è rimasto evv~lenato. Si veda 11:1 posizione ,cquid,stnnlc, cd opposta, dì fronte al.'Affaire Drcylus. di queste du~ &0luz10111, pc»Jr ou conlre: il faccuse di 2.o'a. e l:3u,. ròs: e si veda qunnlo C de sia dalla parie di Zol..i. anche dalla porte leuerar'.a di Zola, E in genere alla /iz:née Renan-8arrè 8 si veda t-uno quanto :ontrappone G.dc , Cide dor cn « en face de ccl asini ismc •· Allora voi i.:a– pit..: qu.anto le Nourrituics abbiano tentato come Cide sia s1alo il grnnde «tentatore; d.e!l'ult:mo cinquanh.mn10 in Frt1nc1a 1 e vo1 capite anche che qu~nto, volta a vo'.ta, quc• sfo scrittore ha inspirnto ed espi1alo. nssunto e rigela o. abbracciato e respinlo, api:arf':e. ne a un arr!c;chimcnto della coscienza che non po'eva essere più ullre d!lnzion:i:tu. pc• 0 11a li- m1vt~ inte'.lellu:i·t' in un cun'l:rvatOTI· amo da Aclion Françai~e. Se I& Fn,nC:a s: è laiC.:zuatn. dopo Creyfu11, e i giovani han· FIERA LE'l.l'EllAKl,1 ccsi hanno subito una cri.ai che poteva dSere mortale. di sceuicismo, e non li vediamo ancoia guariti, come 11011 ne è ~uarito 11 mon .. do - Riv,èr.c è l't"semp:o di un 'immeu;one in quest.a correnle che eg'.i ha m,alito fino alla fonte de.la p1opria verità questo nn– tiumo.nesimo ho trovalo la corre:z.ionc in lK' stesso. nc11'umane.J1mo 6CCU1cu e e11t.co di Gide. Eg;i non ha rifiutato nul'.a. sul piar:o mora~ e pol,tico, di quanlo gli si pt::senla• va. ma lullo ha sonopos'o a una s<..epsi per cui gli avvenimenti non erano c.reduti fino al. In hnc. ma lent1:1ti. sagg ali. 1mmeui in una sostanziale prob!cmalicilà che ne poneva lt. singole parti in discordia Ira !uro, c.oè in uno .slato di perenne attività: in lui, man lenutn apcrla la soluzione, ogni fenomeno perdeva i suoi vc'.eni diluendoli in un·e!f:– cacia rigorosa proprio in arazia di qucslo abbandono incondiziona'o, ;Je anche in fondo a una tale non imposizione di condizioni era depositala una capacità. allrcttnnto V:· ta:,e. di !rad mento. l'\e risufta uno slato di equilibrio. il lato goethiano dello scritrore. il cui dinamirmo morale mira appunto a uno sposlamenlo tolale, e dà quindi una :sen saziane di necessità continua e di conlinua altissima situazione: è l'immagine che non tralliene. uno volra dato tulio di sè, risoltas. in e11so. o mcg io, ritornata al ceso. G(de Sc'peva che ;:ù in lù c'era lui, c'l:'r8 Cide. questo Coelh.e rnoggellivo: g;i avve– nimen'i in Cide ncqu=st.nno il co'.ore che egli pres'n loro. laddove a Coelhe gli avvenimen• li. oggeltivamente sa!vaguardnti. pre•tnv13no la loro doolità. L'importanza di Gide è nella suo facoità mai smentito di disltazione; l'cg– gct,ivilÙ di Gide. più ancora che imparzia– liln. è enlusiai,mo. pnrtcc1}*-zione. è una fn. coltò di ripresa. corrispondenl.c al d.spendio. Uman-esimo trMparente, senza pon1b-i'.ità d: trattenere. qud'.o di G.de. che ha la •un fonte in Montaignc: il suo rigore è vicino a cerro Spinoza. allo Spinoza i>°ù bachiano. con lo slcsso gusto per l'esecuzione. Dunque C'>UCSfo ecrillorc ha proiella:o ruori del tempo ~ linee di fot711 delln ~!iUa materia, verso un fir...c ina5{qiungibi'e ~r definiZ::one: ra sua inquietudine è a•tiva. non può term:nnrc, è il !i'!vito stesoo della materia ;n cu1 si è· tra· sferito. Olrre la gloria c.erln. come oltre lo morte. eg'i ha dalo alla suo m1>"?r,a qucsla intronen"bi'e propensione. Se er:i è qui, è ancora per (' tentarci •. pcrchè n.cl bene, è CTud lanfo di male che v! è intii•o. a ricor dnci che anche dal male dobbiamo saper csh'é',rrc quel po' di bene che non renda inutile la nostra facoltà. di opera.re in condi– zioni purtroppo coiii prcc11rio. Cide nu!re con un tempo ca 1 mo e daH·co, le .su.e pa• vine sono tulle piene di questa risorsa dala da un'intelligenza la cui ume,nittl. consia•c "'"'ll'"S'l"re. ir, o~i mom-nto. r>iù grande de'la propria continua applica:z.ione. Ecco per– chè Cide comprende tnnlo. e nessun eserci• zio può f.ermar'o Il premio Nobel ·47 ha pti~miato il p'ù grande. il !liù magico 8Crit– tore vivente, il pili lontano dal fana.'ismo. PIERO BICONCIAHI se stesso voi vedete come impcrcettibi'm:ntc si ~ trasformato in rcallivo solutore di un uni· vuso che sembr:i.va des:inato t'O'.o ad assi. st~re come uno specchio a'la mernvig:ia dc'• J'egotismo g·dinno e a rif!elteme. jl can.g:an'e permanere idenlico a s:: stesso Vedi.amo che nulb ha $ubito vio:enza. or~ v.ed :arr.o che ·1utto è maturato nalura'menle, i rru"fi hnnno risposto ai fiori. vediamo libere conrrguenz ... al pos:o di conc'.usioni c1ntic·pate e prov"Ì sorir-. Una sola conseguenza sbag!ia1a, cioè coartata. poteva compro:n.euerc il risu'.ta•o di tutta quanta l'on-craz'one, e al'ora ri capisrr la c,1ute 1 a di Gide. di quel Gide al qualt' tullo si può rimproverare luorchè la mancan• z.a d'en!us·a~mo origin11rio. L., rispordenz.:, La cospi1·azione degli applausi "/eri il l'opa andò olla chiesa della Jllinerva, mi trovai sul passaggio, <>'era gran geute e tutti a11siosi di <>ederecome sarebbe stato accolto. ~folti si adopera,·ano per applau– dire il J·apa, e fu applaudito, a me par<>e,multo, ma no11 il nnlla, mi si dìce, in confronto dei tempi passati,, dd!c parli di questo curpv poetico è tale che J 1847 e· · n. è d" I L primo marzo 1ovann1 "OCrchet. I JVenlata un ma e orgnnico, non è sta:a ~~!'~ 0 _C!~ 1 ; 1 / 0 ~:d:re h: :~r~:, 0 •i:::,': :tt: 0 ~~ g.un' o a Roma da F.rcr,ze. èopo una s!t• vinra neanche dalle impress.oni avute du• ogni volume gidiano. Di ogni le,xlc es·s•e i timnna di viagg.o. e1crive la su,. prima let- rante il viaggio • pré•le:rle rotale l'an·ma lo'a!mcntc scnnd;-. terRo!n r;::uh!:':cc:l,; 0 ~::z~I :::~;:\>0e• n ~::a~r~~~g: ~:;:~•~ :~a~: 11 !:~ a • .;~:: 1 1~ gliata può rdiu,are ogni vol·a ltt co,u·z·on-c la; 8 i è falla trovare con quel cie-o imbron. che d:c.h.nrazioni di entusiasmo per il Pan. di un voho col quo'e cumincinre a vivere: cinio e gelido col qua:e co~dcnsa il gri• tefice: una v'tn dis•accala d1•l e pla!lm.a • del'n ro g:.ore dei seco:i su! travcr,i:io delle vecchi,. T rooo scriUo dopperlutto - ha no•·ato il sc;enz.a. di un vallo cioè col quale comin- ~acci.ile e dei pot, i. pocla _ VilJa p O IX; parlando olle di• ciare 8 sceg'icrc. IJ poela sopporta ma!e i suoi sessanta· vcrs~ persone scn'o lodar!Ì di lui ognuno. Dice con Spiuo 7 a: • Detcrminat·o ear ne, quallro anni: ha l'affanno, ha la tnssc, ha Aggiunge però c:or, un certo cattivo com– galio •. e ndlè Nourr-ifures: « Cliu1slr ne le spalle dolen1i. Non è con'en:o di que!. piacim~nlo - e ogn.uno tmd1c dire cl1e m'npparaissait po'111 t.ant é!ire. que repour.'rr l"accog'.:enza inverna·e. • Q.ui doi.~e enlra: lrc,ppo si .spcrc»o. e che poc.o ci sarà da ce que je n'élisais pas •· Egli ha ~eh.1 so'o it:!ri &>er.sosera, P4re1Jo.mJ piuttosto Pietro• consegufre. per tradire ogni scelra SOl'o l'impu 1 so di una burga che Roma• (I) Eppure occorre vedere il Papa: g'.i amici verità originartn sovrabbondante: non è ma: L'immagine che cor,s,erva più v'.vn, di g"i /anno istanza pcrc/1è dom, .1.di cli' prcscn– illogico. anche &e conlradiltorio: 1 suoi trndi :Juclringreseo, dopo il !urgo V:agg:o fra la .,.usi - ma ii Berc.het non e.i pensa davve,· m~nti r.on appart.engono ma.i aJ genere in. neve. è quel'a del Sora11e: • proprio quale Preferiue vederlo mes~o·1110 fra il pubbl:co fer:ore della protesta. ma a uno s'alo vi1a!c, /o 1Jcde1J1JOrctzio, cond:do tulio•· come ur, DM~rvatore passivo: sono nel senso. o'tre che nella d1rez1oue, Poi il poeta si rassegna: aa che il hed-lo Vencrd~ il Pepa scende u,erso le quattro delle cose. Cidc ha dovuto ridur-re a pré 1 e:xle è stato e sarà la sua mn 1 edizione: il hcJ<lo in S. Pietro, cercherò di lrovarmic: per lJe– la propria Sncerità per riport.arce!a inlalla, che wffeuc a •Londr1:1.nel relrobotttga d •l. dcrlo '' una uolla ·• te sarà pouil.ilc Ira la non scalfita dall'abuso di cserciz:o. e dal ren- l'Obicini dove trnduc.cva lettere di com- /0!11.-•. so elfeuivo di 14"rnvitàche le era 111um ..m,:;n. merc'o e' che, si è p~rpeiuato per &~te anni: E tra la. folla proscgut' In ricerca di quei te connoruraro. Non prec:!'.)ilava 11I fondo. qucl!o di Gncshcck che l'amici:z.•a della sua e'.nlomi che lui eo'o. •· il eupcrcrllico ... sa dislacorndosi d--lla ro 1 utione e st:omponendo, nmat.t1 Coslaroza ha tenta.lo invano di rcn- cogliere a vo 1 o: C!uei tenui fili che !radi– ne i valori originari. ma anzi r·maneva in ro. ckre meno crudele. econo la frag1 ità dcl!a tu.ma e c:i rivelano luzione. uguale e C:ivers.a dapperlullo. idefl• Ora è vecchio, non ha più i:Ius·oni, è 11 futuro insucus.so. tica proprio dove tendeva ad es.sere un'o'tra dav,.nln'o un codino di fronte ai rivo'uz·o• « Papa nuovo, governo vecch:o »: dove ha cosa. idenlic.a proprio in quanto 9i iden1ifica nari nuovi. sorrièl!, con ironia dei suoi slanci acn·i o qucs o proverbio popolare) E' un con un'altm cosa. con un lcxle improvviso o passati. fo 18 e anche de:J'cstro che lo ir,dus. 'Provcrb:o che ~i att:aglia benissimo a1 c;ua. pieno di dubbi, col dUO tcxlc momentaneo. s.e 11. scrivere le cc Fantosie •: virne a Roma dro che gli si disegna denlro Cide è sfato sempre pronto a mcltcre in come in pel'cgrinaggio. non per interesse E gli piacciono- ancho le barullet'e che gioco. per la ricerca, la parie prcdominan'c artist!co. ma per con'emp'1:1re, col di~tecro !i reccon1ano in1orno o c:ues'o o a c,uel per• e attu11le della propria anima: l'..:sJ)'('rlcn7a che gli vi~ne da trent'anni di !o'le j .. ,uti'.i. sonagaio. a questo o queWuffic:o.: Per Jarl:n di C:de è sperimc:nlale, impre>gl'Cssiv11 al- ques O ribol'ire nuovo di passioni politiche. r:dcre - .s,erve 1:1 l'Arcana.ti - le dirò il ratto dc'J'.applicazionc; voglio dite: non • Non i mdnumcnli ma gli uomini mi lorda dello del cardinale Micar-a; p,,c.'r"!andosi della sono i romanzi che lo fanno progredire, ma di uedere •· caltioeria della Scgrc!eria di Slalo, quarcuno il euo str·to ~onfm:o di i11qui<"1udine; i ·ro- E la prima impres.sione è ancora di fred. sostenetla douerscne mandar oia mo!t; dq;I~ manz.j gidi:mi rono • sezioni II del'a verità. il do: quasi un prescntimer,•o di quel g~k. imoif'go.'i. •· Molli} - diue il Cardinale - •caso" g;diano. n cui risponde sul p·ano mo. che lo coglierà. quatlro .::nni !liù tardi, tu' tulli. tutti; e se ci r'ma11e-il gatlo, caslra,lo! •·. cr,tusi:is:mo) Anche Cqetanza coglie, nel CO· ro generale. i segni dei futu.ri contrasti. lcr-~ il Papa c.ndò alla cliiesa' della Mi• neroa. mi lro&.lOisul paasageio, lJ'ero gran genie e t.utt, o.n.9iosi di vedere come sarebbe sfo/o ccco!lo. Motti sj adopcralJIJno per /orlo appraud re. e /u apolaudflo, ,, mc pti,oe, mollo. mo non è nulla, mi si dice, in con• /ronlo dei tempi pà.ss :ifi. Vicino al Qu ri, no.le r,j furono dei c,idi: :'I popolo è per lJoi. cocciale ~a lo oanatr/ia! Non è diffic.le scoprirC quale è la cann• g!ia che il poi:;:o 1 o vuol cacciare vin con l'arma degli applau.si do&&ti, rinforzati. TI· 6utati. L·Arconnti lo preci83 nella letlera del g1or• no eeq-uenle: Un:tomcnte oll'i.dolotna tli Pio IX ,>'è mol– ta irrila::icnc per il partilo che è ac-cusalo ai tra11enerlo. an:.i da qualche grorno c.11 /orlo anche retrocedere. A Ifa prima misura che dispiacerà - e qui C.Oslanza non po• leva prevedere che villim.n innocente di que. alo risentimenlo sarebbe staio proprio il suo amico Ro~i - la moltitudine 11: i;cnd'· cl1erà ,confro i nemici co.sl dclii di Pio IX. Ma Se il popo 1 o adopera <'Ome sua arm11 r applnueo. i t;esuili . he.nr ,o il lo:o antico sislema di sgretolare la forza popo!.are. / mu,i - scrive Costnnz.a - sono pien• d annunci. d1 scritti p1u o meno polwc,. Ve n'è uno contro G"oberti /alto dai Ge– ,,.:t; e intilololo.: .." L'aba4e Giob,.r 1 i /io ra,, gione ·•. per ingannar-o e /ara: leggere dai· p!lrligioni di Cioberli. ler; Pe!}pino fu da Torlonia a p"ll'iar qual/rin!, Lo perSQ'na clic glieli dqua g!i domandò ae aVelJa letto lo opuscolo che ti dissi ora. - No - A rtora mi permetto Ji offr'rr,liclo E se lo fci;ò di taaoo do1>e prolmbilmenle ne ho una pr-olJrisla per lutti quelli che oengono o.I auo banco. Pagine di Diario * Brano di romanzo mai &crlllo: a Tutt ..... la notte ho p11s.segs;ato sotto le fin.cslre di. ,~. m.:<1~0.enaorn1 n1 e serena e de, paesani, mescolandomi ai ragazzi, insiet.cndo perchO le voci e i suoni si spostassero da una r.a.s.r. all'altra, sempre più vicino a lei, 9em{»'c sotto le sue finestre. Mo.i è apparsa sul 1o strcllo davanzale, E. forse nor. ha neanche aospeltalo In mia pye. senza adc!o orata, o. riconosciuta la mlét voce– tra le gtida musicali dei po.es.ani, s'è \OCr• gogn1:11a)>f'r mc cd ha nascoslo 11 capo più pm'ondo nel acme del letto. Dc profundis clomalJi... N. o~ia qu.csti ch'.assi nolfumt, e li do-– tCBta al punro di non cor,cepire l'unirsi ad essi. anche di malavog:ia, so!o ~r farle– omaggio. !'\on vede più il gr.e1o g,ntLe ma solo l'oltraggio co'.'ettivo dd.e voci sgraz.ia. le delle ria.ate troppo tonore. Ma io ho ri– sci1iato lo s:edso: perchè apparisse un atti. mo e mi scorgesse. anche a c.a.mbio di di– E.preno. Per un all mo. per un momento. Tamnio a caJ.a, ho ape rio T ommzso da Kcmpis a cuo. e l'occhio m·è e.adulo là do~ ve: O fonte d'amore, c'1e d rò dt fe) che c'è di grondf! ne/ serviYe le cf1e tulle. /e crea ture oogliono seri;ireì O poua io sc,lJirtip -,i luHi i g·orni della mia i;ito. Tu •n lJcrtà .9Cf. i/ !'i~ore mi,1 e io il polJcro luo ser1,"0 1 e debbo scroirH con tutte le mie /or::c: mdl potrò slancorm\ nel lodarti •· * Viserc un g=ovanc .a trovarmi a-Ha F: L. e mi ch'ede il compenso prima di con9e" gnare l'arlico!o ~ c)o non scrivo per la gloria • d:ce, * Da Bel'onci. Lungo e vario discortlO di M. au!la guerra e l'anliguerra rimedio alla gucrr1:1. Cioè fronle cuhurale cd inte!le·tu1:1. le per evitare la. guerra Pcrchè poi evirare 1n· guerra} C'.i ameti• ca.ni vog'iono far'a, i russi !o vorranno lrct poco. che convenienza abbiomo a riman– dn!'C quesla ame.riss'ma pillola di due, d'cci anni} FOf<>e speri;-rro di raggiunQ"ere i li miti d'età.} O spcrinmo che ci vadar,o i no. stri figli n posto n()81ro} Ma per tornare a M.• que'lo cht' nel suo disco:'91') mi ha più slupiro. è stata la si curczz.a con cui ha afferma'o la necessità per ogni itnl;nno di 'Cn!rare in un P,'lrli'o po· litico. Perchè) E se uno non è deci"o} Se l"1 s,..nle ar,corn un po· di ru11j i partiti? Se non ha ancorn 11cOHlalafir.o in fondo In nu,,. - lnt'ia fa'Seista) Qunn~o sento un uomo di u.n partito eqcl{\m,•n-1" così. rni vien subi•o il ttospctto che voqlia cntechizTare. o giustificarsi ~ gli altri e per sè stesso. * }ovine è fonn.idnlitle. SA a mt'moria l"c!à ~Mlfn di lutti g:i scrittori jra 1 iar.i. Lo gj può int·<"rrogare com.e; si COf''Sulta una enctdo· p!dia o 11n diz:onorio biografic;o: con il ri. <1Ulta•odi u--n mnac,'ore esl'lfezza o.'llzi. d1è ho s<operto da qua 1 che tempo, come cc,tunj amici lretrerati iri 10:gnno uno. due e p"!1fino C:nouc ar.ni dalle sJ)"lle, con la. stct:88 in– diH~rcnza di una donn.a. * l8ar101i inoontrn Bragttglia. Anlon -Giu. !io gli si avv"cina e, udcndo 1 o par!are Je7lo'>amc.,,e. lo rimproverB: << Ali:, tnA età an<'ora dici certe coee? Vergo2nati. Ti di mcnt=chi forse di 1:1vereg'i stes~ anni miei)l.. E Bartoli pronto: <• Sì. ma a,: c,:1l--oliamo l'altezza. non sono nt"anche la tun melA • ENN10 »E CoNctN'I rale il prélexle. trova la sua '8Uperiore inte- lago Mi.\gg'ore. di !>:eno acllc.mbre. annun. Ad c,gni modo - CC"nclude come per tem. g-mzione nel /ournal, c::oè nell'add:7ione pro. zio di proMima morte. pcrare il suo pe"S"Simisn,o- non le s.oiaccrà C~suiti aJlC'ati cor: banchieri, .!!1 1 cati con =============== .:, 1 ematira rii .,. •t"•-oto "rl:'l Of"Ml0n1'1il"r!el- Ma ora il Berchct non può .abbandonarsi Roma ode&o; u'd U1tt1 cerl,11 conblle::::a l'nutore. che diventa ·escmpln•e Dt"I defini- all'onda dri p,e,ao;i:, c·è nelraria, fra m ..r 0 ,:encrole. un parlar franco di li~erlà, una zione neJre-, se.re con•i,iuamt'nle l"b--ra. séo:- e muro. ur.a vibrazione che il suo vecchio co-i/idcnza nen'aulJen-'re che propr» ral• to da vincoli defini'i"ri. Gide nccrcn ~ , 1 .:0. cuore riconosce Ed eg'i si me'le r,er le legra. struiscc nelle singo'e parti izn so'o per~· s'raèe. su'.la tr1:1cda di quegli indiz-i come Costanza Arronari r11gg·unse a Roma nagg:o. se stes--o. senza t1bhnnd0Mrnc m--i inreguendo un suo ~Q'no spento. Poi a!li- l'amico coi primi so'fi di primavera-: qunl. la pnrtc nflua?e: è un toi-mémc con•inua• r..ea con oidinc le sue impress·oni: che nube nel cielo e C!un'che nube fra il mente potrnz1olc nropr·o perc).è mira al· Non / 10 ancor vcdulo !:<mie assai _ scrive popo'o romano e il suo pap,a La dorma che l"esemp!erità. 11!rimparzil''i1ò. G:de lavare il S mar?o nl'n sua "m·ca - mo ab&a,lan. portava r,el c:uo,e resp:.erlen:z.n del lungo esi. •den'ro Gide m.:ii fuori di Cide. El?li r>en'"' ::o. p::r poter dtre che qui ta1tl, _orpolo e lio cion~iviso , fratcrr,~mene coi conginfflti se stesso c-omc nunto d·arrivo a qud sor'.n1é· grand, SO"'O •nno.mor~i /anoJic:i. del Papa. lom'bard1 del 21, ur va ft Roma do!}() un me po'en1ia!e. E vt'd~tc I asroluta n«essi1à. che lo credono sinccrlsr.mo ma non bpe, breve e sereno sngiorno in pa1ri1:1,•raiscor• nel'e s:ngolt' porli. d--'ln c.,n·ero gidiana. con ra-io grandi cose, no"l per ~l'la di lui. n1a so fra i mo4erati di Toscana. ncll'ei.:nme quanto è in es'.\A di pn~Cl:lli.anamenre scn•:· del parli/o antico ossa·, ·• rcmuonl •·. che ho delle probabi ità. venture di riscossa e in bilitzato. e di cui lo ~rir(r:re. r.on uno in=le al auo rerL'i.::'o j Gesuiti e ad appoggio fAu•. picco'j·1entativi di ribelrone. riQ'oroso t'd es.:t 1 1o •i è fot•o aonj-.ra. eg"i c, stra. Gi:i:::.:non lia più credilo veruno; uomo Scr ·ver.do al frt1tello Antonio le sue im– dò. I'! notiz'.c de'lo «staio• dc!ld proPria di poco mente. di nessuna salu e e nc~sun prei;s:oni di viaggio. Costan1a fa un·acuta anima. nerbo si sp,cro che, do .un ,forno o.ll 'alho. 0"8ervazione: le sc~Ìlle c~e inncg-gioro al E in tal modo Cide hn ro•to ndla grn7ia si ritiri dogi; afJari. Mi rammc-n'o lt., /e<tto Papa K>no ftt-quenti e ca.erose al conl'irc del1a cosi.:iema_ dopo J"esaurirs· del aiml.-o- che /occoomo a Nervi per questo nom•na dt"l'o S 1 ato. E., oo~ro-:han1 de Rome lrs lismo. le interruzioni di co<"Cierz.a che g:'-D· nf Scgrclar:alo; qu•ltfe 1tlu.soni che ,'u, inscription.s diminuè,ent cl cl/es ont en/in vnv'lno pcticc- 1 os.'.'tn.('nle sul lavoro lcl~-er.ario m-,nol li dub lare d, fla tendcn::a co'la quote ce.1sé. de!la fine del seco!o in Francia. Cià un F'rt1. •in/luiua il R(o,s) sul Pa."'1 è s-.ano in al. - Non oogfio dire con queslo che l'enJrJ. bert aveva l:tub:to il ocrico~o di ur1a .sordi. cuni anche qui: ed h-, car.,·ta la /o"l'e don-lr s.asmo e l'amore s 1 ono cessat: - ngg un"e fic::izione"'di ouanlo deve cucrc manlt"nuto der'vò ,, 1-'iren::e queslo c-iarl'l: la ch=amo ciar• - : mo qualche piccola im!,roncialura inc,i. libero e so!ubi'e. sì che il p"'?""onngg·o Mn. la insulsa orn oncnr più asxlJe,ao:,en'e di na il perfetto occordo fra Pio e j suni /e• dnm..- Bovary è continu.:tm'""lte sottratto al ti br'ma e mi ro 1 lc-gro co-i Collegno, c:on lei deli. po Madame Bovrry_ un Flaubert 1tvcva i,a. e con me per non a11erul dntl') rei/o; c dirn Tre giorni dopo l'arrivo, e C'.oè il 26 mar• crificato la sun vitn (>!!r cvilf•re il ocr·<'o!o os•etk!rn:mcnle pcrcl1è ho adesso an-rhe fe zo l'Arco.,ati fa il .suo u punto» su 1 ln s'• scMpre in<"o..., l.en• c di un.a Inie .,o'idi~a. io- tH'OIJe mafcrhli e nO"l le s"le de'la log:°M luazi::me. Ha veduto~ ho nari;,'o. ha disc.usro ~. 90 rveglinndo se sle~eo in uno srQ1zo da Mo i G-suili clic s'lnno il m-,liere fo•o o si è falt."1 centro, <'Ome ·è flO'.ita. di ur. cir: vero mlS5'.0lll'riQ dcllt< le'tere: e Qurn'o \11 merao:glio. e la poten::a che ~ lr-ro opooirgh co'o di p..,trioti e di uom.:ni po'i1ic:; li do• patte morta bri!la ron un sarriso da Tutan. lauornno datJvero o soareer fa/t,c nuouc e minn g:à_ in parte. col suo sicuro giudizio. k.arro'l O da !'-n'ambo, .50!10 ln vivi'l'S·m.a. <.1 10- 1Juad ,~nano sem.orc la fede di qualcuno on- Que 1lo che tenia da fulli - scrive n:1o ere lucid 1à del!o scrilfor'" I Ora. un Fuwce cl1e dei /oro or.:oe-rsar:. sore~ln Margherira di Co:legno - è que,to che lien su le parti clella 6gur<\ viva ..:on Del rC'sfo ancl1c quel poco che il Papa che ti Roma ai è fatta un, 1 rivo/u::.ione nei l'armatura d"'lla .s'atua. o un Barrès in cui polrà fare. superando rii os'acofi, andrà Cl!Ori e nelle menti. prod•g:oso. Ancora po, il culto del'"io uriva fino alla protesta na- 'cnlo pcrchè manC'ono denori e quel che che .9:/timanc: fa l'enlus!asmo era ta!e cli" z.·o-n ..li,tica :,ano Jf~i eecmpi di C'uello che ~ più. mancano .uomint e quesli non si :'m- no"l solo si opplaudii;a, ma •i / orz.cr >ano gli sMebbe potu:o accadere te l'ararchi'l di pror>u:sa'lo in un :-Ubito... ind 1fcren'i od app 1 audire e si abb,occ-ÌolJano Cide non si tosse opposla al"o~d'ne eh,- .,. Intanto il cattivo 1em!>O dura t'd anche i i;icini lutti indis"in!amenle cli edendo: vrebbe anch:lo!!,,,"l:oI.a grande lrn..Jiz:onc fran. il ma'umore del Bcrchct. Dopo undici g"or:-i Amnte il Popo!oì - e seni lo il .9Ì, grandi u'&C. e di cui F'aubc,t si t'fa lib-rraro in se dal suo arrivo ron ha ~cnl-ito la r,cccr.sità ab1~racci. stcuo. come di una losaina. Barrès l'ha -su. di conoscere il Popa. La i-u.a sfiducia, che Che cosa c'è allora che turba que.s'o I" Aus_:ria comball::>"lO su un fronte unic-o. lo entus1asmo popo.nre cre11to su un tragic-o cqu:voco. Nel complesso movimento cfi quel. la pr:~avera sorgono curioai e confusi fo. nomen1. Fra le sfngofan·tà del momenlo - seri• ve Costanza - u' è qua una specie di Colo di Ricmi. un fornn'io ricco, che si di3':nse per coraggio e liberalità nel momenlo dello inonda::ionc del Twere. E· lui quello che d sciplino il popolo e lo fa gridare oro: giù la canaglia! ora: Pio IX so!ol E' una po• len::o. Il pO!)l) 1 M,o aveva comprc!!O che su'.: 0 rmi. mo di Pio il fovore d.el popolo avevo un11 straordinaria potenza: tutro il pooo'.o. is•in• t!vnmen'e aveva contrapposto alle seine:e mene po'.itiche d~i Gesuiti, dei band,i .. •rl e de'.l"Austria, un dosagg:o snp·entc dcg'i app'ausi. Costanza M la riprovn di questa speciale sen3ihi'i•à. del Pnpa: Il Pa."Jo. - ~rive - od ognj 1$inlomo d: n:alcontenlo, allo 01~'1- oon.::a dccli applausi si oecço,o. E i libera:i convenuti n Roma sono !rase.nati a sfrut• ta1e anch ·essi questa do~• ezza di Pio. Lo stesso Berchef si Inscio traspor me dnJ. l'onda che si ool!eva e si abb.assa come una specie d1 lermometro poli1ico. Orn Roma nc1t è più frt>dda e imbron~iala: b vecch',. pie. tre &einti'.l~r.o :olio il eh aro cielo di apri 1 e Il 'Berchet è tolfoposto anche lui alras~a'to degli appbusi; la sua pres-!nza suscita lon• tani ricordi di rivo'uz'one. Amici e ammi– ratori s! impadronisco:to di lui, lo to"gono alla qu•ele del suo albergo. al'e ~I t1:1rie esplorazioni lungo le v;_e dei qunrneri popo– :ari. Inviti. intervis 1 e e batllmani g'.i dan-,o l'imprese'one di essere parie at1iva di quel ~o o di cui forse non comprende la d.re• z1onc. Il 6 di aprile si in.augura il • Club dcg'j Art sti 11: magnifica occasione per una di– mo91.ruione di p.atriowsmo. L'ingrC6SQ del Bcrchet è &aluraro da grar.di evviva e da sventolar QI faz70Je1ti. Ma il colmo dcll'entue=asmo fu ragg•unto il g:orno del Natale rii Rema qu11n..lo nelle Trrmc di Ti:o. nella cornice dcl'e 8nti– chi1à romnne fu imb::md:10 un banchetto di mille cop"'rli. <'on orcheslre, c.'~f'm'!li. brir,diai inne2~ian'i nJla vicina libl'rl~. Mns. •imo d'Azegl:o. l"O,iolo, lo S•erbini e 11 Dra'tone'fi pronunr:nrono frasi irfi-mm,.te Verso la fine del banche'to i giovoni delle scuo!e arriv11rono. mus:cn in testa, !"Cl par. teciw:" o·1~ dimos1r11z'one. Dal Co'O:>!co e dal'c colline circostanti il popo!o assisteva acclamar.do . M1i piì, gnndc clamore di af)1) 1 ausi ave v,:,, risuonato da 'SCColi frn le so~1• arie pietre delle Terme Il g·omo do!)O. fu p\1hblicato il decreto col quale si ct,=amava a Roma un d,-puta· 0 di oqr,i provincia per e•scrc consultato sul– l'ammin's)ra:zione pubblica. A ques1"nnnuncio. non sì sa di dove. 91 spnrsc la r,o•izia di un.a dimos'raz·o,e noi– turna. E come ad un m11gico rl<."hiamo ecco n,lunnrsi una folln di p l1 di d=cxirri':, p:r– rone con torcie fiamm.cggianli che si incam minano in proeeu·onc verso il QuiriMle .Sono le otto di sern. l'arin è mi e e pro– pi,i" alle esplosior,i di gioia; ma pro".)Jzia anche al rn~cog!imcnto mistico. Il Papa. chi.amalo dall'eco di qu.-.J clnmorc IDnto c;a, ro al euo on·mo. si aHnccia al balcone: ei fa un grande silenzio e in que1 ei't'nzio la ro'!n s'inginocchia e r:ceve la henedi• 1ic-nc. Poi il P.1.p1:1 si ritirn e le fiaccole ai spCT,• gono. La con~iurn dt"g'.i npplauti segno un altro punto al suo anivo. DINA Jov1NE Ilm,roN1 (I) Carteggio inedito • 1B-ibhotcca Na'r.o. r,al.c.

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