Fiera Letteraria - Anno II - n. 49 - 4 dicembre 1947

4 PIEIU UJJ'TEllAJU A lna ttuali tà dell' Architettura Ln, nostrn crisi dell'architettura ò coutmddist.i11l:1 11p111111to dal lii 1111111cn11z,i rii 1111 lin:;1rnggio iirchitctfouico vive11to o atiunle, oho si 11111uil'esli11unlo eflicnl'r 111nlori:i prima, ,,or la creazio110 di oprro nuove LA NOSTRA è un'epoca i.cn %a archi1ctlura. mente ini%iato il moto di ritorno ad una i,1vo, ma solamente come oggeth qualunque Fin dagli ultimi anni del secolo passato • senaib1lità nrchitcttonica •: e, insieme alla destinati all'uso prnflco c88n attende ansiosamente e cor, impazienza eopravv.cnuta coscienza. dcll'inutihlà de.gli Lo stcHo modo cL immaginare lo spaz.io !·apparizione di nuove forme architettoniche. 1:1foni direllj ad alimentare un l-ingungg,o or. è stato aovvcrtito e conollo; d., mezzo fon. e Yt>rTcbbe che ques1e nasceasero d'un tratto, ma.i del" tutto esaurito, si è compreso anche <lamentale, in og-r.i opera sempre nuovo, ma formato di gcllo, quasi con1.c una rivelazione eh.e occorreva ricorrere ad ur, rinnovomento sempre dir~lto a ere.tre un determinato qua. 11uggerita da un 80lo lnm:po della fa.ntMin. veramente profondo o radicale, quel1'1mpo- dro architettonico, si è lrasforrnato, am– Tale almeno è l"a11eggiomenlo mantcr,uto alaz.ione intellettualistica od HtrBIU ha su. pliandosi e allargandosi indefinitamente, tn 6.nora. l:aspetta21one di quakoea di simile bito portato .J ronsidernre il problc.m., eomc una quantità così grande dn nor, essere più ad un miracolo. che dovrebbe efftltuarsi al una questione eia .risolvere secondo una teo- rappresentabile mc:dian~ una /igumzi.one. di fuori del quotidiano rravaglio che pro• ria ed una formula programmat•~a. Poi.la Da elemento arch•tctronico d1 dimensioni fi. grCIMIÌvamente conduce alla conquisto del. dmanz1 alla cri.si in atto, la civthà moderna. nite diviene un'astrazior,e indefinita. e con rarte. rivela un modo inadeguato e monche. dato l'atteggiAmcnto e la posiz:ior.e a&SUnll l"etitendersi e dilu1ri,1 arriva ad abbT&CCJare vole d'intendere l"architettura. Si cor.ccpisc.e nei riguardi dcll"orte, ha creduto che ba- la città, a comprendere la metropoli, ad in. l'opera an:hìtcttonica come un'entità ':eolata .stassc voler prcdctcnninare lo $Viluppo dcUc eludere m s,è; la regione. Città, met:ropoli e ed a sè etantc, ae.n.zo parlccipazlone e Le- nuove forme arehiteltonichc per operorc il regioni ao110 le nuove unità che l'urban.istl· gn-mi con In vira e col mondo spirituale del n-.irncolo. Mo il miracolo non è avvcnulo e ca considera. prender.do i.I posto dell'archi. 1cmpo. non avverrà. 'W!emplicernente perchè l'nr e tettura: si ha in tol modo la 8CW!ltituzionedel- Quando si discute di architettura, O11g1, non i,j reali:un per meuo del razioc.in 1 0. !o 'Spazio architettonico, compiutez.:r.a esprca. ritorna assai di frequente questo errore, per Do quello errore primo o fonda1nennlc siva fotta di lince e di 1>inni, di ombre e mezzo del quale ai vorrebbe distinguere e ahTi nurncr0.!li ermn dipendono: v'è anzi• colori, con lo ,sp.'lr.o urbnn•srico, anrazionc acparare i valori artistici da auel1i che -.i l'ullo quello dovuto al medesimo vaeo. in. grafico-tecnicistica ra1>?resentabile col dtac. dicono più largamer,te umani, e dividere determinato e falloce concetto delrarte, che gno. nello.mente le opere d'arte del rimanente. porla a confondere l"archi1ehura anche col Ora. J"architctlura, che è arte, per cio stes. Intorno all'opera arch 1tetton:ica· ,i vede il fallo fisico e l'atto ut 1 litarto. Qw:sta concC- ,o non può eMCre concetto o fallo pratico vuoto. 0 meglio -aj cerca di realiu.arlo pr•• zione cmpirico-praticistica lasela la porti\ e neanche simbolo o schema dell'uno o vnndola della ponibilità di dete.nn 'i.nar~. 71. aperta all'introduvone di t,uovi errori, quali dell'altro: essa prende forma. cd assume con• ferendoli. il proprio valore ed il proprio tn. ad eacmpio !"interpretazione noturulistic.a. crelett..1 solo quando siano dircttamcnlc ma. ~ifteato. E la tofalitè, dell'ee,erc, in fun- quella momlilfllca. quella SlmboLmica e via nifcsti e visibili i suoi valori artistici. d1e 2aonc Mchi1e1tor,1ca. è pe.n:salo così: da un dicendo. Ne discende anche, principalmente !!0110 solto.nto qudlt fi11u.rntivi. E perciò lato le vere ardiitctturc, quelle del p.assato, cd in modo diretto, l'errore tanto d1Hu80 sul estendere la figurazione e lo spazio rel:itivo :ir:!~:e unednut~:r,::';/ 0 cdi n~:i::h a~~~ ~~:;hit!ttu':sa!:~ !u~::= 1 :~n,~:;c ~'i! !u~r~in~~ 11 deti?:l~P~~:~~in:! 1 1: :i•t;iia :~~~::: Ma in 1al modo è im~bile capire l"nr- funzìor,c pratica dell"cdificio, mentre I~, for, zione è astrarre doll'architellura e cadere ch1lettu111. poichè ogni concezione che non ma dovrebbe modellarsi ~pra d, essa: e nella· tecnica. acnz;.'\ aver nppreso l'CMCnza riaolvn ir, proce!II~ dialettico la dislin:r..ionc ne deriva ancora l'altro su cui poggio il cu. dell'arte. In questa criai della capacità e la contrapposizione. non rÌCSCc a. chta.rire biamo. che a aua voka tende senza poso espressiva l'errore dottrinario dell'estellca r definire l'arte in una viaione integrale ad astrarre dalla forma vi,:ibile clcmenii praticistica e l'•ncapAcità ud i,nunaginare e della realtà. senza valore figurativo, che sono aohnnlo raffigurarsi il mondo qual.e libero iJvolgi111en. Lo. dirficohà si aupera aol,unento con 1·am. parto dl fantasia. to di u.n li1,guaggio ruch1tet1urnle, conver• mettere che nella vita dello tpirilo e,slste e Con questi metodi l'educazione ®e.a agli gono l 'u.no euU-ollra e COSCltui11COno il nu, 11i manifesta una inct"i\uribilt" l!'.'CI ir,interrotta &TGhiletti non poteva fissal"$i che •u false ba- eleo medesimo deU-rnatluolitò. dell'arch11et– M1>irazione nlla creazione artiaticn. la quale si; ed infatti essa, tra11curar,do di distinguere tura. provoco il continuo ripetersi di a[orz..i.d•rettj l'attcgginn1cnto crc.:1tivo da quello cri1ico, co. Chiedere di tornAre in J>OS9Cl!!O di un'ar. ad esprimere. ,sforzi che !>rendono forma stringo gli nrristi a fermorsi jn una po11iz10. chitellura viven1e vuol dire esigere che ogn.i in una serie infinita di opere, mancate O ne di .eterile cerebralismo tulio rivoho ali., oggetto intorno a noi e la roallà e-teasa •Ìono riuscite a seconda dei cui. •ntTO&pczionc, il quale ostacola 11 formarSI di nuovo sentili archilt'ttonicamen1e, e chi" L"attività creatrice dello apinlo ai man.i. del momento espreNivo. E a ciò ai aggiunge tullo assunta una vc-stc cd abbia un valore resta coei. in mauim.a part.c, in u.na catena !"influenza delle teorie e deJle formule, iJu• an::.ihtcUurale. Che cOl!N\f)088iamo fare a di tentativi di esprcaeione i quali, appunlo plnnmcnte accettate llet,:ta discu.MU> ne e d1. questo scopo> Direttamente nulla, indiretla– perchè rimasti a41o staio di tentalivi, non ar, venute ben presto un complesso di prcgtu. mente ben poco. POtl8iamo aoio cercar di riva.no a diven.iTe vere opere d'arte. L'in- d1z:i, che impacciano e rompono il tenue creare le più fovorcvoli condizioni alla for. •icrne di qucstA atlivilà cstericn che Ira· filo di un linguaggio architeltonico in lormn• mozione del nuovo linguaggio, facilitando "formnndosi di con11r,uo e ,vol~do modi zione. • e eumolnndo il nalumle processo di malu• e forme proprie •i rinnova e si plnsmn 8Cnzn Ma l'inwpaci!& ir,dividuaJe degli nrch1. razione del guaio, 11econdo le proprie t,:.n. posa. è quello che chiamiamo hnguaggfo: letti. che si rivela nella loro innbihtà a t'Ol· denz.e Si trnltn d1 educare gli nrdutetll col eMO pari.a. manifeeta. rivela il gu:,to indivi. trar& all'cducaz·one anal1hca e tccn1cisticn ch,amc l'~enzn dell'e,rlc, e d 1 con.seguenUt dunlc,. e le tendenze dell'eooca. Su questo e 11.dun n\l\lc inteso profeASioniamo. non è. i limiti mvabcnb1li posti ulln loro opera:, e ,fondo che ne COlilltuit1ee il vero ambiente come potrebbe ~mbrare, 11 dato a.~hcnre del I nello &teSl!O1emJ)O diffondere In renna o:>n• ed in1ticm"" r elemento primo r,n9ee la cren. problema, cNO costituisce solt-'nto un M1>et, vinzione della ~lulft ncOCS$Ìli\ di nbban, zione artiittica. la quale dn quello ai alimen. lo dell;,a generale incapaci~ della_ l108tra epoca. donare teorie e formule, e di ltbe.ran,i dal la prendendone schemi, dementi e caratteri. a ~nllre m, cre,nz.ione arch1tetton_1ca come una prcgtud12 10 che l'nrclutellura debba essere che eua ricrea ed invern nc-!la. propria su-, ~,gcn:r.n V1~ come ur.a_ nooeas1t~ attuai~ cd il r~uhato d1 un progri\11\n\a\ e il derivato penor.e unità. A :-ua volto il hngunggio imi. improrogabile cL". 90<khsfare d1 . conb~uo. di ur. fatto co8lru1Uvo o di uno funzione di '" e modificn formi" fras· dell'opero d'arte Manca la CApac1tà creat•va ncQ"IL arch11ctt1 Un occhio acuto ed ~p,c.rto potrebbe forse cd in questo ricam~o o~i epoca trova I~ perchè i! nostro. mondo. è prt_vo di quello gi& inlravtdcre. per qualche lieve cenno, il ato-rin la cronnca della propria capncilà che poNtamo ch1nmnrc il Knt1mcr,to archi. timido mizio del forma.rei di una nuovn eapre88fva tettonico: esso •i occupa dell'cd 1 iil':ia ma non een5ibilità e di un nuovo linguaggo "rchi1et- ScJ,zn ~n linguaiQ:io ~urfieit'ntcmcnte lor. vedo l'~r~hi1edllurn,.l.iJ~r~a a;:li 8COpÌ socinli~ tonico. Se quei.lo segno è verace., esso cer– mato va.le a dire carallcriualo e dislinio cco11om•~ .e uh •t~~ •n gc'.icr_e, non n1 tlt.mente ~tiui8CC il pruno chinrore dcll'au– da u~ complesso d1 modi che abbiano tutti valori arlist1co-fig;urativ1. Un eclific,o:, unn via. rora. che anr.uncia la rinnovata cnpa.cità dd una ~mune tendenza formale l'espressione u!1. ag~a~o u.rb: ',n~. ~-n 'flM;° piu .1':'1ncc, eccolo a cavulcMc ll'l via maestro della artiwtica non è possibile. 0gn; opem d'arte plt~ -~ua 1 ~guravoni V1S1V"e, _ruuo w una creazione. ha in sè un minimo d1 lingu.egg,o che t.e attJ.v1h\ cetd1cn moa~ da un b1-"'>if"Oesp~s– RENATO BON f:LLI focilila l'apprendimento e l'initio del pro- ~~f f~1~,;~:f ( ::~~;;~~ ~><><><><>=::J!fdl><><><><::<~><><:><><><~><><><><><~ guaggio architettonico vivenle e nllunlc, che /\z si mnnifestj qu,ftle dfi0'1cc tn.ftlcrl..'l prima ::,:· per In crcnzionc di opere nuove. : .... ) Il cono "ivo .e continuo dell'architettura ::~./ •i rn1crrompe quando. dopo cir.ea tre &eCOli e mcu.o di vita intensa e feconda. i1 lin– gu•ggio da~cUtlco-barocco entra nella '8ua fue di csaurimcr,to intorno Alla m.elÀ del St-ttecento. QuC'tlta voi I un nuovo lingua&• g:io non e1 fonna. e l'opera degli ultimi de. ccmu del 11ccolo XVlll e di tutto l'Otto– cento produec '!IO!oun'mnum.ercvolt" r-rie d, infelici lentativi ,vohi mediante l'im1tl\Z:or,e e ilo comhinazi~ne di vecchi modi etilisllci appMtencnli al linguaggio di OQ"ni lcmpo. Poichè allora In tcnden.z.a che oorta lo •pir•lo n cercare i.ell'ilrd,itcttura l "adegua.la e proprio. estrÌnt'ICCaZlonc ddla noccssità di esprimere ai annulla, e la. cnpacitft creaova ,111pctto alla hgurazionc nrchite11o1,icn viene 4 m.nnc&re, L'ruchttcttura non è più acntitn come unn renhà vivente, ma come un ri, flesso dc.I pa.s.,310, e CCMo.'l di far parte del novero dei mezzi di csp1casione, Il e senso archi1et1011ico • è pcrdu10, e lo .ep1r1lo .ai volge ad nitri men.i di comu11icaz1one, CO· m,e se il li.nguR.ggio ftgura11vo non f<>MC più idoneo al proprio .:OPo, P1ut1o.sto che cli un cambiamento del gu,1O tu potrebbe p,ularc &Ila <SUa a'.9$enza, e d1 mancanza de!L" f,ncohà se.letrivu e- t1cteal'l"ic.c ddlc for, me gcome1rico<hiarot1eurali-cromariche. PCT nlrneno un eccolo, e cioè per tulio l'Otto– ce.nlo non si è avuto coecìe,r,u di questo; non ~i è c:omprC90 che l'imitazione delle vccchie forme er:i unA (atic.a. inuulc. d-Oto che C'S3C crnno atnle creale in un certo am– biente e per mezzo di un determinalo mo– menlo ~pre.Mivo. che certnmcr,te non si &a. rebbc più riprodouo Intanto In .nuova epoca pr.,.p..'\ra,-a e poi dispiegava un diverso tipo di civiltà. e ~ vol,ge,•a all'agire pcahco cd al fine utilitario con in1cnsità e forza ben più grnndi cd adusivc chr nei secoli precedenti. La <ii• minuit.a Cl\paci1à alla crcazion~ arti.ria in genere, e 1'1mpos1aziorc an.ahtca e 9PC-ri• ment.lle data a qual •ia.si quesbone, avev.lno portato a ridurre ogni allo a « fenomeno• ai ogni problem-' ad u.n fatto • po,allh"O •. In 111I modo quando negli ultimi anni ddl'Ottoce.nlo ai è ler,tnrnenle e ratiCOS&· GLI UL GIOR HIT Uiv('lazioni ti('), l'J111elli,.:('11Cc St'rvin· pubhli– Calt' in f'~1•li1~i, a l'ROPO TE f'ER IFV ARTE OC/Al.E GIOACCAI O TOMA: Luisa Sanfolil"c deportala POLEMICA SUL ROMANZO Importanza del "giallo ,, "Socict:ì,, hn la tesla sulle spalle . ForM il giallo riporterebbe ullu storia popolare - L' impo,·laote in ogni 1.nodo è f~rsi lcggrrc Lo r1t11•lo fiorenti.no ·• Socicllt " ribadwo in definitioo, in uno degli acor•i numeri, il eone.elfo •ccondo i/ quale - pc,- una e/· fic,t1r,tc lcttcralurd oopo!me i,. ltalirr - era nccc•sa,-io aoprattutlo finirla con /e d1iac– cliierc (o le "polcmkhc ") e mettersi una uolta Ionio a oen.sarc aUe "opere". (Mal• t1etz~o. questo dello polcrnic/1e, che «" può ,-,lrouarc ,-cgolarmenle tanto in ld1erolura come in pillura come in teatro come in ci· nemotogro/o; e mi 1temb,-a ouoio slare a ,r:pcecre d1e /e polemiche hanno 11alorc SO· lo quando ci siano dello basi fa/I 11c per farle. A li oro po,aono ~ofmenle ,cr-ulrc o clti&rire le idee e I senll'mcnfl: altr'mcnti •i ri,du'o di cadere nella oacua prclcn::"o· a·1a nella •lupidltà o nella inulilila bella e b·uona). Dò rag·ono complelanu:nle a quonlo " Soci eta " ( o a!ln· con la le.la ,ulle apal. le) ha detto· mu wircbbe queMa uno tagiono sufficienle ,x,,eh~ il pre.cnte gtlicolo non lo •cril>Cui. Devo dire softanto clic questo l)UOI e-.ere ,·1 pr'mo e l'ul'limo di uno "•C. rie": e 011EftunflCrÒ clic mi preoocupo dì chiodre un " 0Hc1utiomento " clic fflno an– Ja1o prendendo (I' c.,scrmi meuo a 11erit>cre in buona pm1c, •· rncconLI gialli "), nnn in quanto mio personale, ma in quanto risu/, toto di una caigenza d,e mi 11embra ulife pet la lelteraturo ltal~na o comunque dt'· gno di tdlcn::ione. e .,u.sceflibife (/orse non da parte ,n\,) di fecondi •llilupp'. Lo prima cosa che do1Jrebbcro /are gl• .,c,-ittori italiani dj /,onte alla orotnia pro– duzione letterario aarebbe ,un atto di u.mift,l profondo: non è inutile ,.-;pdcrc - e chi è •en;:a oeccnto .-cas(li la pr-ima ()Ìclra - che non abbandonare il proorio '' mondo " poel ,co equioole ouoi apeuo o una ,o/u zionc t/j comodira. Il diacorso, «l d1ioro, ai riferi,cc ea,en::iafmcnte olla letlctalura no– strana d1e IH!d1'amo impcgolatd '71 " ac.he mi ·• lrodizionali•t 'ci e uniooci dai oua/1 - pur parlandone - non ai fa aaaolulmnente nienle pe_,- llberar•i. E quello oe,chè} Per. cliè in oltre parole, è assai semplice con· 1 'nuaro' o ,riuoc4re con j oropri " islinli •· leNeror1. con le p,oÌ,r-ie preferenze o '' ma– n.I.ere '•: non aocorgendo•i nessuno, d'altron de ( o non t>o/cndosene occorgercJ, come i! " giuoco •• dia per risultato una inw//cren. u, conlinua ma clic non sa prorombere e •/odare "1 qualco,a che l~11Ìmon1 ,e non altro, di una confl'lualfoa adeTfmza' e ouer, uorion.e dello c,i!o ( q.unlita que.te che de. uono nece-..oriomenle •t comode,-c •' al oe– ro ac:r-ittore); e riaoluend~ la co,a. ,:_} p:ù ddle oofte in un occomodamenlo ( conJ'fo ,o/o in .upe,ficie detl'a11gcttioo di .. manie– ra " lct1.eraria) che conduce fra rcitro - alla ~popolarit~ complcla. Non sono io il p~o a conatedare la inallualild complcla della nc»lra letteratuta - e non •lor~. M· cora unn oolta, a denigra,-e l'illu$lriUt'mo populi,mo di un Vfttorini: deoo ,-i.confrare ,o/tonlo corne. in buona pode, quc,ta !noi~ lualitil de-rivi dalla manc.-tnw di uno sforza clic lo sa-illoro fa per rcndcr•i. aderente atra uila e cg!,· uomim clic gll ,tanno attorno). Qucsla " gela.io '• dello ,crtllorc verso d proptio 110uro11frulturalc " mondo podico • lo porla a una defio',cnza nefl'e•preaaione ,._l,c polremmo un:..'altro definire .. mancan– za di /antu•ia ·•: è qui che la que,lione del. fa '• fellerolura gioito" .. ,nacriscc, o mio modo di 1Jcdere, in 1,uUa la sua non l:,Cuc ~porto-nza, · Non uoglio e,sete c$lrcmi•a. non c10gno chiedere allo aeritloro italiano d'og11i p't) di quello cJ1e .a e può clare: perdò non gll chiedo d,· darci. in un genb'c per no: tonlo aalruso, le grondia,ime ri,ultanze - ponia mo - d'un Poe. Quello clic 11/i duedo è anzitutto un atlo d! mode•lia: .aper i,ede,a come, il più dc/te IJOlte, il ·· g,'allo ·• conlcn– go uno aollcrroneo punta di ueritò, uno in· dubh.:O capacita di oucn1:1.: one che lrosocn. de i limiti imp011fi dalla necessità detlo •' inlr'go " e. al lempo sle,so. affrm,crao i modi d~ uno nc1rraz.ione " coalruita" dà adì· lo alla /anlatfo di incidere con una, incon– •ucla /or:..'!1 di reo/i,rno •u particolari clic alfrimcnli il pen,lero e il .entlmcnto la!JCC ,-ebhcru in .otlordinc. lo non d1iedo ai noatri w:rittori di " riu– sci,-e '•. ma d.l " 1/oruir•i '' di /orlo: è di/ /crenlc. Polrcmmo comunque dar luogo a una " lrodi:..ione ••, poi,-emmo sbagliorç rno comunque aec:ot11erci dJ alJere •bogliato (la sfc.sso ouidilil ed e•altcuo, l'oltcnrione 01 porltkolari ol,c impone la lclteraturo ·• gitil. la " pofrcbbc controllarsi mi.ai meglio del wura.,lrulturolc moliuo /Irico o olmoy/crioo clic troppo • ~s.to ci lrascina aulla pagina) E ottcr~mmo, al;~ /inc un nauhalo m} 11f•ore: quello di cNCr leui. Il clic non uuol dire al/alto che douremmo /ore della ldlc– ralura per le IICrt>Cltc, ma .;gnifica /ore uno •/on:.o per riportare il racconto o il romanro olla •ua lradiz,bnole: occc:..ionc di al.o,-ia po poldte. 'l'IT(I G 1.;itlllNI Concorso "SE TANTE,, 11co,u:or.o b■ndlto ri■II■ rh•i••• SUTAr,iT~ per I■ •c•lt■ riel 11110•1 coll■bor■lorl pe, Il t941 ■c•dc. Il 20 dicembre. A oolo,o cbe lo b■n110 chic•••• I' Amml•l•trHlone 01■ p,o.w■dc11do ad l11•itre Il resol■•■uto I'"' I■ p■rlet:lpulone. Pc., lnr,iruiuloul •cri•e•• ■Il• Olrulon11 di •·St:S"l'ANTf.., \'I■ N■pnll, JII • l'ALHUIO

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