Fiera Letteraria - Anno I - n. 33 - 21 novembre 1946

_______________________________ FIEllA LET'l'ERAlllA 3 HIC EST ILLE RAPHAEL Lui! 1,1 (M11 f'ra A/id Valli 1ravo1ita che In un siH111to c1rto!o di con5equentialdà d, tornaya da un ballo!). , . I sumana la tragl".d1a si chiude. M1 sano formato sovt.nle m quegli anni ,ul• Resta qualcosa. Quando d conlrasto è or la colluu, pr~1lcna da Raff~cllo.. davan11a mai tenninQto col trionfo dcli' lmper&011ale lo– un cardo, la pianta che non II lascia 1oc.care. gico e Rubashov ha compiu10 smo in fondo d i L E ON J1 R D O s / ,~ / S e A L f .f Ho g~nrd.alo a lungo lo stelo d'oro, la fll i/ suo do,•cre, ha fi,m.t!O la confeu1one, SI Homa, Albergo Colonna 1943 .J ana doro. ~ quella tuccheua d1 semi lanJ• è autoaccu:;alo e ha ucohato la 1..oodaun-1: e . · gmos1 , Raffnello adorava I cardellm1, è I in quelle poche ore che p,ecedono la mor· Hl MISE sott0 1 miei occhi le selle belle ,uta rnd,ffcrcnle a disegnare linee md1s tul· 1 solitH1o La sun abiliià ci appare talmente ve.10) ►1 Il lustraSCllrpc mc lo garantisce te cui egli è andato 1ncon1ro a oc.chi bene jaiuKolc di, queilo nome) Un nome sei- t1b1h, lmce d1 stnb1lilà non lince d1 fcna, 11- prodigiosa, Il ,uo gesto cosl leggiadro che si D1 merav1glin 1n meraviglia 1 nostn p..uu si aperl1, qunndo tulio ormai è cor.duao e u;.a te~p icj, con:ie I e setlen~lice la luce, come nee sopra cui il mondo pare che 11 ndag1, e indotti II cr-.dere ch'Egli solo dn vivo co- allontanano La. gente Sll c:i,mmmare quauù. 1 cclleltiva verllà implacabile ha Konf,110 la ~~t'eP: ~r e I ...;uono on &Onomni entrato linee trovnte pc, In. stessa vulù che spiega nosce\a lo ):Orla del C1do. I:, j•,;uva q'uan E' il prurW?1t11egn~menlodella bella arch1te:- finzione grammaticale dtll'io, codesta (mLIO– u ezn 1 d"·. 0 1 lrovato .terit_ta la foue m I acqua a scavan, 1 suoi bac1111,11 fuoco a Jo ~ 1 I i!r;:\ù, fc,!cemcnte, con b pin n del lura. Com è difficile saper piantare be~e I ne sop,avvwe alla condu,ione logica e anzi c I nei soldt~mmei di. I 1 az 7 a San itvesuo, e:ho conviene, quello che nch1ed~ meno af b10 c1 fermiamo a guardare I y1ed1 d, 1 1'10- evasione al dovere) eh 1 embra farsi più h P zo I giorna e cayitatomi &Oliogli OC· srnsiona,e le sue fiamme, nel H~rso che me• piede. I r>1rd1 I In u11a i,;\r~te del Colle1po Jd Com· è allcra (che non può più vemt resptnla corne un giorno apnle E. per tutta la pnmavera 1 :ilnno lii fett e I p1ed1 de!le Sibille ~ Soltanto le m11: viva. E insinua .i Rubashov che forse non ho mniltcnlo )e • t rnnc sillabe lenaci ed eia- Ln natura hn sccho la sua mano, la luce • m degli Apo1tolr nella Cena d1 Leonardo m, conviene n un uomo pensare ogm ,uo pen· Sltche, che ritrova,o ogni volta acmpre più ha scelto I suoi occhi. La sua docili1à 1a Homa, vw Afcualii. 1946 hnnno doto un',m.,1..1one parai(Onab1le a que- f siero fino all'c~remo. nè 1cioglier1 1 compie- nuove, appeil.l piegato $I.Il vaso _coi smocdu i.un bellezza. la sua impauoua, la sua' pi· 111111, Qui Raffaello ha mosso I primi paui lamente dai ceppi del II non dcvi II per cor cont~o il cuore. Respuavo un~ libera ari~ ~1 griiin, sono le ,ue virtù. E chi avrt-bbe p::>· S O~O up11a10 ° 1-'erugia, il 7 luglio, e ha nf'll'ann.o 1500. ~?a 1e11tto in un ca!1ig_lio .. ~ rere dirilt~ alla rr.èta;..che forse c'era un 0 • Bohème (~/ p,~sc tJcr" I~ cre11x b,uns•Tr~s IUio,aggrcd1rlo $e non un cvenlo improbabile e p-P, 0•0 ,e,ud,oelll•'er ..;l 1•,~. ~,•~,'•"'•··,'o",~~, !,;'_p•,! 08 e •••"'b',~ «.co 11 bel fanciullo i;iella \leste da 1Jame1e, rore nel sistema e con1111evaproprio nel p;e– haul et lrcs lotn}, rl!rov~vo una. straordma11a qu.il è lo morte} Se Raffaello avtHe voluto " .. ... " Ira J?av1d e Mosè_. 51 mostra ipperya tra le ~to in non:ie del quale egli aveva già lll· ,acanza III meuo alla fu11adella. Q!'Crrn(Com· non, uucbbc ma1 morto: ma 11 può immagm.:i· •tanu a spc.,1nNe naturalme1.1e ti più gran le- rr.;:.a1ccc figme d: 1 _vecch10111yu1 il D11e1; cnficalo al!, 1 e _ora. veniva 1ncrificato a aua me ~e• lyres, JC ura!1 Ics elashques des mes re 11suo cupo che c..ppcne un rifiuto, il suo co, Una collre ~I cenere, co-nr la velalura del polo sublime c<,mmc1ò a 1nlrece1are le sue lr volta: il fine giuMifica ogni meuo; e che ~uliers Hl~s\.. , corpo a cui tulio è ,stai,:,donato) P,ol,abilmen· bi1.muro sulle lastre Sen sibili, ha fatto di Pe- n~ alle linee del Maestro. Su, qutsll pialli forse non si addicc all'umnn1tà, per accelc,a- Non è lln eresia IM! confesso d a\ler pensa• le egli non ha mai dubitato d1 aopravvivere, ~:~~;. 'E' :.:,1 1 :i~::~~itnCd!i":~'m~i ~i.NI ~;~ cosi b1lancm11 egli depcse I M..101 p1ccol1 pesi re la traversata. gellar tulio a mare e na-.., ~:11da~~b~~:~e~l:o 1 ,ta:u:~~ 0 di 'lf::~~ ,:~ q~':. ~rUob:~;}it~:rc7iil1,ri~~:1! ~ccl::: ~~=:1:~: piombo ddle facciate, 1 p11rn1scoscesi delle if :i~·odne b;:1:°~nd~~: 1 ·t:~~ fi: 0 ;;nt:n J;c~•:~ gaMaset:~:o z:{ò~r~ c~i;, dar materia a riflea· s~ stagione di collere, di lutti, d1 p:u!rc. 2.a duratma alle nnu~cazi?ni marcescibili, al· piane, i vicoli strelli i: ripidi: come lo spac.- m<'~za. 11 Il ~11c1t16 a~t.v! 55, anm. e ollo sioni e a un. l~n30 disc?rso d'altro genere, L ave\O dunque mcontrato per caso il mua le soslan2.e caduC'he .(, suoi vecchioni!) ,oste· cnto di certe notti d'insonnia, Il Tempo su amu dopo, G1ul10 Il siudtchera JCvcrame,1te è certamente 1rnlcvanle 81 fini della tragedia coloso QIOvar.e,del quol~ leui. per caso in un nendok con un traliccio, il colore, p1~ fo1lc queste arenar,t. su queste luhc di 9lcarc ha le p10\'e fomite da_l vecchio Perugi_no ptr. af• che abbiamo chiamato moderna, rrchè solo annuario, che la vita s era chiusa come • .m I dd feuo. Un reg_nosotto un solo Kellro (avi:· lascialo profonde 1ealfitu,e: se.avola dalle frctcart: la volta d1 quella Stania 1n Valica• nel nostro tempo II può avere j privilea,o circolo senza resi~u• lr~ 116 apule 14~3 e il I te capilo bene?), un~ scett:o esausto, eppuie gronde spmi1:endo avanti i suoi eserciti di gal- no, che aarà poi fa Stanza dcli Incendio. 0 la C'Ondanna di viverla. 6 apule 1510. M1 sentivo attrailo da lui. Vo• co1ì pr'Jnto. sempre-. '': Abbiamo uposto nella valigia gli abili Raffaello ha 1 p 1 culo il volo da queste al levo conere in Vat1cnno, $Coprire qualcosa Il •<:greto Ji 1-{,.ffaello ~ nello sua assolula hmnchì, e c, w;mo mcald111i nl caffé con uria ture"· <\wo 817.ZARKI del suo segreto: uno via troppo foctlc nou qgez1ono alla v-,lonià dell arte, che a lui tazza turnante di cicc~lato'. 11 E' già l'au: C1 facciamo incantare. all'use.ila, dall'arijl· poteva essere In via giusta. 11011 ha chiesto chi" prove d'a:nGre. Per que- lunno II ho dello 111 1110 amico,, H lé 1tag1om ne sinusoidale del Pal 6 n 0 del_ Priore. bila. I I Allora prom111d1 pensare tutta la vita m-, sto non Cl ha lascio.lo una di.ntanc.n.. j fo crl!:a• a!rtvano quas.sù, con Ire me11 d1 anl1capo H, pia,ta ('lliaica dc!la feniano d1 Niccolò P, e .. Fl • lensnmentc a Raffaello, n_petermi 11suo nome lo UIU!i catena chiusa d1 1mmlgini. di cui wl• I OI le nuvole SI sono a~rle, è _UICIIO ,.1 sole, WinO, dal prof1I(, leggermente obliquo. ~agu . anipi egrei nelle mie .preghi1.:re, Un giorno cap1ta1 da Ah- tanto 01<1 noi possiamo co.itemplare l'armonia, e pc! conlempliue l!ltglio la c1uà, c1 smmo I spigoli acuminati d1 ahr<. fabbriche:. Basla u.~ nori m vm C.:ondoui 11giorno i.n cui la 1eheg un firmamento -he non ci es·lta (com I e aed~II sul trcnello di ve.11,uto che. c1 ho oll<r• p1ccola iibcmz1one, un'alfa 111più o in mt •------------- ~ia 'd1 un proietto a~eva colpito lo Chiesa di olàJ, mn ci i~ula (carne \·tpotc-site E• vu,~ lv al lustiascarpe. u Dcv, essere staio costru1• no, a dare slancio ai vecchi moduli. L'arl1· / . . ,' , f · à d M · · J1 d' d. d t · r d. · to sul modello del!a scdm vescovile che al,· sta non h:i voluto imporre uno s::hema 1rcppo f vecchi persu1tog8t russi gn'i 111 ~el,,e~udf;t~h= ::: 1 ~~:e~:'\j ; 1ù 1 ad~:~ 1 dY:i O edi6~\ 0 ~;~c:a~fcri~~~nzl~scia:t\~ri~;: h1amo vista dentro 11Duomo 11. 1 1 Se qualcui,o du10 all'unncrso Ci ha la,cia'o u,a ••~la A , , r h d 1ch p a farmi compagnia. I ,enti _In maggior parte degli uo:11,ni, Alla ci potesse co:idune per le Man 7 .e dei Mu,ci una misura della· sua esi,azi-,n'. Non ha di'. <~!':,j• ~,tic~ C! 0 11 " qua ~ aese .v:e:i• L'ho t t t d li , 1 d r · b ed h 10pra una sedia a rotelle, non ti pare che le ,egnato quasi mai una li:-ea drili-a O un cer- gc;:-obb, ••h• ar .e 1•• • 1 _.campa !'0 st r 1 J, ~ 1 5-? vicino ni~~~;Hao 0d:i1..°Òo~:;e !ko~iu~~an~~ ~a:~~~:,:a-R:ffa:ri~: u~~t~i:a q~feM:repocrr: visile sa,~bbero me,10 fugaci} "· lo non ho eh10. o un angolo 1c!IC, rla prcl~nto la s1- I gnerc e c ~ !alvo ta g 1 1euttou ila tam u· fa invid111.ai mie, amici, E· una fologralia a i>:crd1bile. Solo allorl' il giova,e dal volto mai goduto lan!o agio. Si. una volta fone, nu101dc, I' classe, rangolo acuto; s1 è volo11· !pon?e.ssero. lnte nd0 ~pratt~llo qu.and0 -' 10 colori che 1trappai da una rivista am• ricana tem111eoavrà toccato J'immortalì1A. n r,,emona. ed eravamo in due anche allora, tanamcnle staccato dalla cruda ragione gcome· d ,,ucco la COC!1prtnsic.nldi queSlO l_remcn qualche anno la. Da allora me la porlo die· Davanli a lui scompare cgni s•ntimcnto pe1 on barbiue tirò fuori le poltrono all'aperh>, Inca per nvvicinaui a una \Crltt\ più c.;.rò1a·J 6 \!J!Omon~oli'ordco, e •d un.tcmr"O 11 vcu• uo da una città all'altra, per scaramanzia. La la1C1a.1posto soltanto a ~n·eppau1onata 1e- e tra I~ bolle di sapone ci fece guardine le II Vede» dico al mio compagno ,1 que· c ! uja e e u~ 1 000 IU<>!1 1 J j siano;~· donna è 1nd1c1b1lmentcbella, ha gli occhi. il nercua. Un che di divino, co-ne non è più la cattedrale», Perugia, dico per celia al mio ~i· accorg1me1111 sono di un eene,e ch:io chia- ceziona mente ravl ~ ragtllll e. r1r 0, IJ· collo, le labbra d1 Rnffaello. Ho avvicinato li accaduto.di troviuc nella stessa misura in nes· amico, si;o~ la pioggia alruagia. Il lu~ra· mo lcnt1col11re. egli strumenti ottic.i u os- 1enso; ~vtro I lpcils•c·'! a lrui _sumo d• 1 IKI" le due stampe e ho capito. a furia di guar· sun al1ro fanciullo, il lieve inde1ciivibile al· w:arpc sorride. Lo rmgrawimo. e, Che Cl<i serva appunto comè un p1ccob scar.o neila llro l v ute, w tema 111qUt!tione, e tut• ~~rie 1u11ii giorni (guardnn~o. le m~ni dtlla I Higwiamento di chi ror1; sa nulla ~i que,1, oveva Raffaello quando venne qui) 1' gli do- d11ta11zarec1pr..;ca delle lenti unti m1111mR va· 1 ° C l~e'j· . d S1gnorA che hanno un leggcms1mo difetto: 11 mo. do, eccello che del\ amore, Og~1 può ap mandiamo all'imprcvviso. riazicne nella curvalura dei ~e111sch1,può ile· I ~ 1 ' a me-<;>,evi ~t":'!1° i a ~pph 'fili· pollice troppe.-_gros.so rispetto alle ahrc dita) i par ire quasi rnoslruc111 la sua grazia SO?ran u Diciassette anni coll!Piuti u. Andiamo crescere potentemente la nostio visione o ad cobbaa presunjicne,h ~g 1 1 8 In, giace è hl" che 11p1cje disegnalo su quel f:;tlio del U,;. n:i1urale la sua saggeua • tutto non sembra !lvanll e ir><!ieltoper il_Corso. Vannucci, a d,uillura canc.ellarla 11. E poi u'l·altra osserva· 1 1~1 ,_° 1.,', 0 ,•,,ond,,·'•"°nut,arci,., 'un 'p",',",ne" 0 m',en«'•••• ,'·-•h '1u,,um e• ·,1 p'ocde ·,nco,,utt', ·,le do Ra!- 1 lo-e ch•e un g'ouoco, uo •··,u--o eh, p,ù ne•- b ·" ' d d beli h ..., ogg .. 1 _ ,. .,.. ,.. racc~IIO, per<.;&te:. ~ piove ph1, • , z1one: cammman o entr~ una :1 are 1tct-, e bisognoso di IOCCOrSO anche aotto il ris i~ faello, la m1surn del suo pas.so leggero, Ha suno 13 risolvere, un mcdo di es,ere, un mi- N E ~hano, ijh dico, A Roma ptr p1u d1 lu!a (Raffaello era un p1ttore·!'-1ehlletto) rie 10 intellettuale e della 'cultura. In noi ~1- infalli lo stesso d1fe110che ha la mono della ,acolo, una frode. Ha vi,to meglio di tuUi due anm ho abitato sul colle della Tta&figu· ac1 sempre, allungando le mam. ad affemue I . d' . . • . d. • _q 1 SignOJa Sconosdutn: l°allucc tre ppo grosso ~lo quello che vii ccconeva, nè più, nè mc· ration~. Una n<>l_lr. anii. una notte ~i meu.a il _ciel.o. E' miracoloso ~eme _gli antichi 111- f!cir;e•~nd:1nc~i~a,:rp:n°~·~:o Tn 1 •~tl::C!; nspello alle altre dita. no. Questo angelo che non ha sofferto mai, quaresima. ho v15'o scendere da un aule.mo - ch1tet11 sapessero bucare I muri al punlo g1u· ( _ PP . I . I Poi seppi della grande amic1z1a che le- nella no1tra perenne s·li1udire nmane il più bile, in via Monte P.arioli, Lui, proprio sto. e trovare la luc.e. =~remai"~i:p';'~:: m:~~:tr:.s~~lea~;utr:':~ a: 1~ f:Ovbel~a:t~. ;.,~iRo:ae,IIM!'d~~~n~o~a~t; ___________ _____________________________ spostf'. E queMi p:ià non s,on piccoli vantawzi. va, mi. pince pensare che queste tre grandi lo~~ H~,:fdio~!~~ 11 f:.::ra,~~ll;~lt;:~a~rt~= ;:::ja{~;~o~~~~~~::;~~"ii:~~~::~;:~~v=i UNA TRAGEDIA 7ljfODERN A t~nt;~;;id~o•~;li'. ,t,,<:.:"'s~\:;;,~, tol:Ì piccolo nascosto di(euo al piede. Raffaello 1 r 1. I r:r:nJi:\:,esc~!Wa \b:~:rei~div1i!k 10~:~ : 0 nt~a~ie!:ti:i~:l~a 11n:i~ 0 :[!ibHf~ doD:btia:: Chi rifletta sulla natura della tragedia (sr- buitigli (e che an.ti è stato uno dei promotc.11 Rubuhov. Senza accorgersene, essi si ciano quel regime, L'articoli, ta ipiega cioè, e per pensare eh.e~li aveva qualche lcg"eriuimo di-, condo la dègnità vichiana che H natura d1 di quella Rivoluziono e un IUO (e,teggialo e- adau1111:, queste rt:Role del RIOCO. ,. lll:UllllO ~inR~;,i: s:vie~~cirnd1iiJ~~nc;~~~e c~:10",:i~ !:Il~ adih1~b~ttt:!~ ~!hti~ t:~~=ttd~~~i ::e n!n n~sc~::a~!~ri~~ll~c~~lovett1ach,~ d!I:. ;r:uo't~r~~~r~:rdi 1 ~aj~P1:~t"iGu~'. 0: ~e~b~;.:,~a~:::ap!~a,t~~~=i::n~~f=tt~u~~1i quanto membro della comunità di cui rapar- tagliale dalle cornici o confuse nei panni. 10"1 caln.1trofe II o dall'c1 evento funesto u di finiK.C per ricon01eere la sua colpevolezza ,. che semplìcement·e avrebbe dovuto commel· ~r!~!i:'~i:.&I~ :~~or:u~;::n!.;t::ik. po~~i°i\e 11:~:sa1h~u~:lla S:::t: J f' 1~isc~~~ :auid~j'~a':.ict:t~~~a:~~~: ~lave~;e~. :~:;~:,a~: ;~bbiir;:ma~~~ec~;~:~! ~ ~i~~i-~~~J~1!! fin:~~:n!:1i~e~e•C1e~ki~ Trova la propria espreuionc in quanto par di Grandi Mae&!ri (F.1\1 Alinari, Firen1.e via so della parclo: controparte dcli t• eroe,, sè mt~desimo di tulio ciò che si pretende da ha ricordeto a Rubashov con le sue s'ene pa· tecipa alla rea\iuazi::>ne della c.omunitl atei• Nazionale 6) c'è un &onetto scritto O lra;cril• sin dal principio e:li è accanto, lo accom· !~ie f~~t~·!:./::,fe:io~~e~~n ~ ~~!:;;;~· J role che il problema della buona fede sog• di~id~~le~oc:~:c!ose~u~r:rio ilva~t'!;!\: 0 atf~ :icod 1dr~~:-fa~i1eRl~~t:~~~·c!;n:o ~;11~ 0 ach: ::e~~:· 1~011S:hr::':Ci~~iNo: 11~ ~r .:tu,i:;b~:= la vittima con torlure fisiche, nè dovula a una ::~;a è è .::;rr~ ~~ni::i~!~i:. i~Pji~:nz:11e e~~ spese della ccmunità, cammelle un graviui· ma canonico ABBA ABBA CDC DCV, mano o divino che possa impedir~. Qui la improvvisa alicnnzione mentale: fino all'uhi- streme conseg11enz.e, che ciò che vie.ne pre· mo reato. L'atto peggiore è ,consideralo, na• e~ ,ui binomi di volia sono: ~nno, ~o. olc. radice dell"io' ~~tr· tt J"~~·yz..a è ~ ~~-cd~q!e'.n~a~I~ :rr!:t: ;;:;'inlut d:;:~t:1.;a~t d!il•:~o a~l:i::k :i::: ~:1:~~ ';~!;i:~~- c:~11: 11 rì'd!: ;c:1:,~~:tc m~na~'! oc o. :i:Pfe m~i.a j/ m:~ifc!azioni di ·qucll:mf~~ desto t◄ come n è il romanzo. 1010 come ab.agiiato deve ~ser nero qual I meno. grave è un tentativo d1 accaparram 1=, I~ I> < I za anonimn, impérSOll,lllee talmente ,taccata un!l idi!e Ji r::i'::e~~o einu:":rr~ii~1od!\:1l~?I~ pe<:c, che .la loro laliica può eucr dctcrmi· 1 P!c_P 11etA personale wll~ae'.'dola alla coll~tt•· Ci sono due cancellature al nono e all'un- dall'umano che persino gli dèi dell'Olimpo naia soltanto dl',I principio che• il fine colle,- \Ila .. pi/ modo che Cl SI. doranda: c.e!a anfrOP.Omorfico a es.sa s~giacciono m quan- 's~'m'•••n;oi:,.,,NeRlluab 0 p_r~mo,'., ;,1., p 10 rot 0 .. '•"°"•o'n''",,·, ..Nd,\"', d:a, tivo giustifica tutti i meni ~nza eccetione, P!cpno t~no,. ancora .~i1. '?P0. lr':_nl~n- decimo verso. due /aule, della memoria d1 lo c è pui sempre un (ilo che all'uomo li ),11 • m • • può tranquillamente uorta,lo a copnni pub~ Ili dal!a r.1vo!u~10'.'elenm111a, d1 s1m1!1e1f'• Raffaello. Il pnmo tndecasillabo è mooco le~ compagni morti per suo mezzo. nel secondo blicamente di fango come \'uhimo II servi· mwlPn 1p!egaz1~n1) . della rima; albe falle IOflo ,parte qua e li: D~l foto n 11 scc la tragedia e col decadere con la realtà di persone vive che v01:liono zio II che la Causa gli chiedei. E Rubashov, Se'.'onche nel bel m~zz.o de! d11eor10 ,I ri&Ultano tuttavia. integri alcuni aggkmc!AlÌ. di!I concetto di fato decade: fino al punto c•peing 8, 1, 0 _("•' d•,ll•l,o•m 1 e''·,•n' em,,,•,,m;nb-,~,••,•,n,•,•e· cu;b 0 atrcllo non ~ià dalle tenaglie di tortma. ma LaskJ. -:- e ~mbra, 1ncred,~1\mente, per Ira cui questi ponti tra il 3° e il 41) ~·eno: che nell'Ottocento 11 potranno magari avere h, >< dnlle spire immateriali di quelln logica (che mer~ d151?1tenia_one, cade m ~n groar~ ... ,reslai come quei c'ànno meua dozt.ma di morii sulla scena sen.ta che lmpel'IOnale logico (di c.ui egli fu ,11umcolo è· la sua lless,i,) non può che acconsentu". equ1vcco. fracc1an~o un raJ?:do acluzzo de. in mor pcm, la .,,ella.... per qu~o vi sia ,·ern tragedia, ma solo un e OJ8 è viuima). Esso non può mai sbae:linre, Perchè le regole del gioco sono fisse e la s_truttura ~onom1~ .e ~•aie della Ru111a dramma borqhese. Quel concetto viene dir non conoKe scrupoli nè e11taiioni, scorre 1· comuni 81 due e Rubaihov le avrebbf ap- Zan~!-·. I? r,iferendo.1. 11111pe,c;-1e .alla mar.un· e tra il l:ZOe il 13° \lerso: sollo prima dall'idea cristiana di redenzione nertc e diritto verto la sua mèla, chiede d1· plicate al suo inquisitore ,e le ·1()(op.;.si,uoni zn d !n121al1':a, p~at1ca pell md1v1d1.10,, .ali.i. .... mio gran focho (profondamente incompatibile con quella di sciplina cieca, ~dc as.soluta. Ed è i11blt loiacro !tate capovolte, come nvrebbero _po sua 1ncapac11a d, r~rs1 st~da nelia vi- che mi lonnenlo.... foto,1, poi dal progrt•uivo laicinani della bile (non arretro o dinanzi 11 nient~) pere è tulo c.-ssere. Unico fatto decisivo è che Ru- la per conto _proprio, egli f'SCc nella Ma che cosa ancorn ci sorprende d, Lui> ~ 1 ~1 :::u~~j,gC:10~~~;!~ ~~~v:~~ 5 ~u~i ~on5~: 1ria.din:1I:' ~:!l:'1inca:!~/t·ide:i~t:i:~ ~-b:v I~, i~ ;~n~;( s~Is~f 11 ;ra:at~~:~f~ ~~ ~az::nt~ies':i'~Ìi 100~~i. ~~est: ~ffu1a:Jo L'idea della sua pittura che gli ll~niva a st°uh1mo pr0CCS50 si apingcuc tanto avanti da :ei~~:i:s~ite~I~. rrJ::req~:!:o ìl 08 ~\ù pr:;roi! e~ turbato dn un principi.> di aeruo critico, 1 snQZ!.:. na.rc.un! 1imt!~ 1nnov.1z1.>ne c~u !"',mmnl••••·,,oe li,I 'p" ',,',!",gi,omod,~, teuznza•e~em~z•,oande)<>\!ne1 superare il limite di una. critica del mondo ,..... dalla lenlauone di mettersi nei nan1i altrui: llCrme 1111~u21onah, Lcmn e .St,1liu, 111 _,. ., L lradiiional'!. provocare la n fmllum 11 e bul· ve deviazione dalln linea è un delitto contro II Non credo più nt Ila mia infolliLil'ità. Ec- (ondo, seguivano u_na lunga esper!en~a che ~i"i'ae~::u~~:-:o:!rjry~midl:/r~~1~ 1 ~e~ 1 /~r 1~ irsi nlla co~tzione d'u\ mondo t~talft°tc :~es!:'.1eE1.;ri qf:1!:: :gni°~u~~fi/:sc:;;,p~:: co perchè 10110perduto u. Mentre chi ha 1tt:· trovav~rofonda rispondenza nell anim,o ~us– fici e li fa vivi e resistenti al tempo più dc- t;~:~~· e ":ateria1i:ic~ta ser::CISf.~ormi~am~s\\~ 11one presente è giustificata: più tardi la Sto- gaio la coSC1enu non può permettersi il lus· :;; · v:e =~que par!cbbc che ryellammo gli alberi: un sangue chiaro che non trasci• ca, nuova e u11a nuova ITascendcnza assoluta. ria aJK>lverà. SO di pet?cr~: ~evcc vincere. sem~'!· IO fo,~i.,i:o dt :il:r~àC.O::.il~\ u~udl~ na $COIÌe, un liquido aUivo. tellurico, pwo e RiKl!°iCSSein panni modcnu il Fato e con es- Rubashov è 1t11.toun sacerdote di c.od.010 N~u P~ nu,cn al_tro c~e i:isuffic,ente •1.1. 11• particolarmente rosse a rallenere l'individuo semplice come l"acqua. O è l'ombra pucnie so la tragedia. Impersonale e ora, che sta ~r caderne vitti· tcig 1 nrc m, una pa~ma ciò che n uno K11t· dal farsi una proprio Mrada nella vita, che rende nccenibile per il l'ramite volutluo· Non m1;.rovigliche loti considernzioni se!lno mn, coaa ha da contrapporgli) Soltanto la co lore ccme 11Koc1tler ne ha dettate treccnlv, Pa • d' IO& O . 1 LaJk' h I I so delln gratia un mistero intellettunle ccsl sugyeritc daila lettura di un romllllzo d'og,g1 w:icnza: una cosa che Der esso non ha nrs• ~~:e ~ive~:C ri~: n;i~::!;o, ;=~al\ di~i: menl~ di;~ 11 1icatanit ve~:·à ,crrili:~ 0 ;h~ ~~:E: 0 ~1:! : ·~;71'.'f::=:::;~1::l~·t:: ;:;:;1:t~•n;;~m~;~!idEt~~t!t;j t:::rr5::~~;:r.~·:k't2ff"°~:;,~~; : . ~•:;.no;oc,pe~::bd~.◊•; o ~::::d:. :~ ~r,~:or:"O:e~~.::rr.:~e'.."/;,·~·;f1 1 ·rf ~/; la sua mano. la sua mano~ assente. · I d Il · · E' vora il cerve-Ilo come un cancro. La coscien- tutte lettera1iamente vive: l'innominato reti· e _nCCCNan_o, ~jla•ltco. rnu tip 0 · accia· Noi non sappiamo se Rimbaud hn mai pen anzilutlo untsemp are e d\ nu':'va lragt a.. za, vale a dire ciò che egli stcsao aveva ri- 1icnario della cella 402, l'antico compa~no ri\oci ~oraqio: ~ rus!O .è f~damentalmenle I [' ' · torse ne senso sopra iti.rilo - J pmna tenuto un'aslrti.z.ione e che luttorn non ~ de· lvnnov, l'in,1uisitore Gletkin, il giovane H1c• anar~tco. Nel htolo ,qui abb.iamo mes~. { ~!fem~ i~n ~e~:,~~ 1;11:e ci~~~r ;ra 11 Ci;1t:a~ tragedia mod"T1 11•• In v~riià un prec cn~e lo fini,e altro che ironicamente come u prono- cardo, Nano Loewy, la dolce Arlova. il pa· tJecch~ peuona1gl ,us.n. lnte.ndiamo quel\, de! Inferno. e m,11 '"°'''' E~S~::~1~~:~:0.E! ~ rr~r~r~:: ;;i.i/';ma penona" o "lòn,;onc g,omma· :tfoli~p .... ~.:X\:k'~ .• \;: .~~"'wt::1if;"':,,: ~:;;,tdo1m::,~: ;:x;i~~·~,;b.~•;=~~"°!~ Il rado Alvaro al ttma euenziale altri e vMi mu C'è una lotta, ma è senza speranta. frn In figlio Vera: . . , it~elf:. i!!~e:~u:~~t•Jò\ eg:fi;!'uli~~n~:n•:; Homa, A1ontc Parioli, 1944. tivi ,·intreccia.vano al punto di permettere un li· /'lmper~nale e la coscienza. Su questa si ab· E tuttavia 11 libro è so1tanz~nlmente m l,allava della liberatione le; conta~ini dalia Q UANDO l'allegria e la noia si pacificano. e la mano non rieKO a chiuderla, e steri– lo a muovermi per un eccesso di leggerezza, 111 uu niat11110tiepido e bianco come l'a11a che resto lra due lcnzuoln, da un g,oviglio di idee confuse mi ritorna 11 ricordo dì Lui. E' una metafora per me, un nome caro e me· i.plicabilef una chiarezza che ha lo spessore ~iuslo de la mìa vita, un suono che nasce da una distanin tale da rendermelo appena per– cettibile. So che ballerebbe un'altra laslra d'aria per non vedere e non udire più nul– la, Egli ha trovato solo cib che mi commuo– ve. non ciò che mi persuade, solo ciò che mi locca non quello che mi aoapinge. Ha lnscia· lo le cose come sono. i cieli e le \lesti al luo rosto. e ra,ia. mn le ha rese semplice• mcnle visibili da tutte le parti. Gli è ballala la formo per apprendere più ~llecilnme'llc che con l'idea, Raffncllo non ci minaccia con la lcrribilc capacilà che hanno gli angeli a rare il male; nKa0ele,,q•e,as\,ll;c'm .. ,"' 0 ,,,i/p':rJ,re:,pl; 3111~ 0 /.~t balle in un'onda irrf'.$1s1ibile il meccanismo quel tema. E, come v~r~ tr~ged1a, ~on am· condizione di schiavitù, si videro venir fuori li :r~~icar,:giorin~id:: 11:f1 1 !, hij ~:1ie~~i~~t~ul~ qmui 11 i1 :tat: O Pff~b~~~~• ~ 1 i~J:peor~~al~ a::: d~i ~man1.!, dei riformator,i in generale ve!'. :::.i:;~,ce a'1ia. v~~a11 !~r~(t~~~ :~i~im:!~;'\~n:a::: lo; il ,amo staccalo dall'albero deve 51::ccar· gico. lncarni'llo questo dag!i inqui1itcn. ma lcilan. Tali tono pu,e. Lev_m che usuipa l~n• Il ltmn è quello affatto moderno del rnoov,.- si e: morire-: il gran fiume non può cura111 sopratutto da un personaggio che non f: di la p~rtc al!a prOlagomsta m Anna Kar~1na to ua l"uomo individuo e la rotenz.a imperso- del relitto che de~ne in un'ansa· ecc Ba• cccna. che non si vede mai e di cui si p.o,rln e P,elro m Guena e Poce. Raskolnikoff noie e maiuscola (Staio. Partito) che intende alerà che il cervello di R11bashov 0 venSa ri· sempre: il N. I, E· ben più che una per· passa all'a1.ione, ammauando una vecchia. rappresentarlo collettivamenlc e in1e.grnlmen- condotto e fermalo un momento sul piano in• son:i e perciò non ha nome. ed è più che un Altro che orgl'ni1.zaziono statale suprem9, e te, scn.ta po&Sibili residui. per In SUB stessa ta~1te!\: ~.~~,o~i ~c~o::~::s.d~~:; dio 'b·rthè: ~or llr;t essere pl:rlo; ,imper· a base economica per giunta. I f:1~~:a:r!rdafi1! r:irnJ;~:nt~~r:;;~~~ :~\ia~:~ sul tf come Il egli attivi alla ccnfcssione d1 ccruta I e e ma I I e. non ha •m~s•j1i U· Certo l'essen2.a di un popolo non mula. razionale, la loro 10Cietà: fra In perwna e il quanlo non ha commesso, alla pubblica infa- i~~tifi~::t~ '/~ p~dl•~j~; ~rterrcn: ~: ~ il regime sovietW:o deve _avere .s,::rie ~a.gio: Collettivo. mante autoaccusa, alln morte ha la rispo$1.i.. !i chiama Storia a v~nire. 11)· ora .c~e Kmpre. men~ r.,s~~m~a I Qlfl di L, trama, nelle linee e1tericri, è scrnplice: per via di logica, " Fin dal loro secondo e Tali le incarnazioni dell'Impersonale logi vite agli int~ llenua.lt. E _di icn il gi~o dnto in un paese (eh-e è il 1010 grande paese dove te,zo incontro - dice Koe$1.ler de.icrivCJ1do co, e tali le immaf!;ini che nella lragedia mo dal _Segretnr.1 0. dcli Esecutivo. del Pa~llto o· una serio ri,·oluzione sia ,tata condotta a fon- gli intenogatOJii come un accordo non for• dema ha assunto di fronle agli uomini il Fa- muniita Sov1ct1co. Zhdanof, 1n occasione del· do e do,·e sili naturalmente ambientabilc nel mulalo a parole ,·ero stabilito Era loro: se to. Onde non fa meraviglia che RubaMmv. l'apertura delle celebrationi per la ricorren• suo più schietto rigore il tema del ra;1por:o Clc!Xin poleva provare che la radice dell'ac• pur vittima, 11 non rìesca ad odia1e il N. I za del 290 anniversario della Rivoluzione suaccennato) un per$01laggio del regime viene cusa era giusta anche quando qUl"Jla ,a- C?me ~vrehhe ~_ovut? ,11 e che "?enlre _dentro d'Ottobre, Questa volta, per di più, il 8110 arre~nto in nome della Causa rivolutionaria dice era wltanlo di natura logica, t11trallt1 __ d, ~ msuhn I 1~qumtore Clrtkm, ~lam3n· si è esteso O categOJic sociali assai meno E·f1tr::{:i?i.:! 1 ~:~~d;:Pr.t~~!: :·:.n~;•n:; 1 ;~::!, :;iti•.:: ..::"~~;~:~ !::::·,~~i~~I ;; : :ic:: 0 2:~~::~:'.:: oospeu,bòli ALFREDO GARGIULO

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