Fiera Letteraria - Anno I - n. 14 - 11 luglio 1946

FIERA LE'ITERARIA • Teresa, la figlia ·nemica Racconto di Mario La Cava L'avevano bene cono:,~iuta i genitori,\ per la.Lia la ,·iui., a raus.1 del suo saper j Ma Tonio nelln notte pn:,sò peggio. 11 fio da piccola; e <lllando a,-c,ano da ordi. fare, se non fosse intervenuto un. fatto a :,uo ~Lato di,e1me dis1>ernto. Verso la 6era nnrlf' alcnnchè d:1 d 1 onarc agli :thri, 6Cnt· cui nessu.oo avrebbe pensato. Tonio, il dd giorno do1)0, :.pirò. Teresa r..i bullÒ pre dicevano il do1>pìo di <111clloche vo- forte Tonio che avanzava tutti gli altri 1oul letto di hl.i, piangendo. I genilori les."-Cro; !lOichè sapexano c-omc la 1lens:.1- nell'affondare la zappa nella lerra e che gridarono iJ foro 'do·lore, ac<:u6~111do la va; e cosi nia·i 1oiJlaglia\ffllO. in Wl giorno faceva J>er 6è quello che gli nuora della .;ua imprevidente avarizia. Se r 'era.no uomini a giornal!1 ne( loro altri non erano capaci di fare. iu due, cad. Fu.rono Ili.Ili .s.eparati Jal cadavere, e !)ri– campo - e.be colti\avano il padr~ e i fra- de anum1tato. Si doveue ricorrere ai me• ma a.ncora di ritornare a casa, si accap1- teJli, ~na per rui a volte c" e.ra pure biso• dici, furono nocc1'6ari j rag.:i. La malattin gliarono J)Cr bene. Ognuno tenne il lutto gno di altri la\foratori - e bi~ognava da· era di 6lOt11aco. In dieta dei cibi doveva per conto 1ouo ndla protlria casa. re il pane o i legumi o altro, ~ClllJJre ]a essere rigorosa c. continua. Aggravato~ il E Terc~a, vostita a nero, non vide ve.– madre accorta dice,•a: « Tere~a, noria due male, Tonio fu portato :1ll'os1ledale. Te· nire nemmeno i propri genitori, ai quali pani, J')()r!a uu rhilo di ceci)); e intcnd,--.. rosa lo accom1Xtgnò. Sul vi1oo di lei leg- avova fatto sapere che il 6UO animo crn va d'ire un pane, mez..-.o d1ilo di ceci. gevn6i )a preoccupazione e l'angoscin. «Si- scmpro nemico contro di loro. Sul 1)0ggio accanto alla loro c:1».:i,brullo gnore n:Uo, salvatelo voi, che potc!c! 11 Si c!Liuse sempre piÌI nel suo dolore e e pieno di ~1erpi. Terc~a i!'Ole,a guard:1rc ()rcga,a. Si avvicinava al do1tore e chic- non ,cdeva ne ~u.no . I \'it·ini .slavano da le caprè. Era gi:1 grande, e ancora foce,a c.kva: « C'è speranza?» I genitorj di lui pnrtc, criLicandofa ch'era pazza oeUa sua la 1>ao:tora.Stava tutto il giorno fenna, .:il- erano pu.re accanto, non potevano negnn• furìOt>a ingorÒ'igi.i. l'impiedi, per gnid3rc le <·ap:-c: e della che la nuor:1, the a loro non troppo 1>ia• Poi ella uscì di ca:.u e baÒ'a\'a al ca111~ bella ,risla che dj Jru,i,ÌI ~i ,edc,a con le ceva, fo::::,0 affettuo:>a nei riguardi d•ì lui. po che le a\'eva lasciato il marito. E lo colline lontane ('ho digradavano in cun:1 E il marito 111 i;uard'avn, l:1 guardava come ricordava, co1111liangcndolo: e< Tu solo mi ,ml mare. con le ca..,c biancl1eg;.:i:mti ,1uL se dispera~ di potere gunrire e ritornare \'Olevi be.ne , e io 11011 ti ho trattato come e là. e le fore~te degli r,lhcri, e gli t>CP· neUa 6UU c..'l.~1con ·le.i. nh•ri1avi ! Tu solo pensavi ileT me, e io scenclimenli del 1errcno, ~ul <1uale ]. 1 luct· Venne il dottore a fore l'lbpezioue del1c pure a te, ma non ti bo saputo curare: e l'ombra del ~le gioca,ano, non &·at.·- condizioni dell'mmnnhito. Era a1ttuanto t. -.ci mor10! E ora :,0no ,ola, ·odiata da corge\a. Pcn.:..a,a piutto~to a rac,;og_licr,· seccato n.el volto. Chiamò la mo.i::lie e I.:. tutti!» sterpi, nvn tro,ando altro; e colle braccia chiese: « i\la ,•oi non avete curato la die- Divenne pii) magni e J)ill ,•erde nel ,1. lacerale li port:na a rasa, dove Ja madr" ta 1>reserit1a 11er vostro 111nri10? \I so. Non voJle ritornare dai suoi, ai quali li ammu<'chia,a in un ca·nto, sen:r . .a co11:,u- (< Come no?» rimproveravo l'eredità sottratta, nè avvici• marli tutlj al fuol·o. come ~i s:1rebbe de.,i- (t No.o di1e bugie. Dalle feci mi ~ono uarsi aj parenti di lui. Stette sola, lavo- d'erolo. uccorto che l'anuualnlo aveva mangiato rando come lW uomo nel suo campo. Si Pns...••~rndodai campi altrui, nou )a:,cia'-l peperoni. Lo l)tato suo è grave!» !llise in lesta che avrebbe do\'ulo rispur· nienl~ intatto; allunga,·a la m:1110 rapace. « lmpo1>Sibi1e! _ s'affrettò II risponde• miarc di più, e porfina il fuoco nelle e ::,otto gli occhi dei co111:iclini rub,na re Teresa. Gli ho dato il riso, la mine• fredde giorrrnle d'inverno non accende,•a; quello che \Cdcva; e 110n 1>oche erano le str"in:1 cond.ila con rolio. lo mangia,•o pc- cucinando in una voJta il cibo per lanti lagn.:rnze di quelli \Cl':)() il padre e la nrn- peroni. Lu.i Ji ve<lM, gli piace,•ano wnto! giorni. La mad'rc, con etti d0J>O s.i ricorwi– dre. C-0,,1oro nei:avanu. difondeHmo la fi. E io glieli ho dato, ma qualcu 1 1o, .uon Jiò, uercò at1r:1rla nella sua cas.'l. l\ia e.Ila glio .E poi le dice, ano di e~en• !)iÌI pro- molti! » o&Linatamento rifiutò. dente. di nou. far:::i :.eoprirc. (\ Così gli uvctf', dato pure Jegiunj, e pan Passò così il lcmpo, nei due annj che Tanto più che e.,,;i st.1,ano bene, non di granturco!» ~e.81.Jiron? alla morle de_l marito, fmchè un avevano bi~gno di n~uno: con <1ucl Tere:-.a non ri~t>0se. L'ammalato sem· ~ ,or.no r,eresa non usci dalla porta della (>iccolo campo occant() alla ca~a. arenoso, br:ivn assopilo, i genj1ori parevano assen- ..,ua ca,,:1. Non u.seì, ?è un i;iomo _n~ _l'al– ma <'ohi, alo a fondo in tani i anni e con- ti come ~e non a\fe::,.SCrointeso il dialugo j 1ro. Cluamata, non rispondeva. I vicm1 :il· cimalo per bene, e con t1ualche allr:1 ICI· c~l dottore. larmati av\'crtirono il Jladre. ra pr~a in .1ffiuo, l paÒ're dello il Gar- E il Caq;ia, im,rnlJidito, pensò a 111inl– co:sa d.i male. ~on disse .nulla alJa moglie. Ma egli pensò che la figlia fosse 61:lla ar• restata per furto. Gli avevano lkuo d1u molli eonladini erano lagnati coruro di lei. .\ndò difilato a.lb ca~erma dei car.abi- nieri tJ aU:i prctur:1. Nessuno sapeva nie.n– lc. E allora si dir.e6Se alla casa di lei. Era una cusa rustica a un piano, co111un'unica 1>orta e due finestre piu.uosLo aJte. Non a\'endogli aJ>erto nessuno, nè sentiui. rjspo– ~la, co·11 l'!tiuto di una scaletta Jj legno, scassinò una delle finestre :ilte, e penetrò dentro. L'aria eru cattiva, ma noo. badò. E si dircbSC come un automa vcr60 il letto. Freddo era nella stanza, ),'oscurità grava.– va sugli angoli e sulle co~, non rotta dalla debole luce che passava dalJa fine- stra 11 melà aperta. Cli sj strinse il. cuore,prima ancora di \'edere. E poi la vitle 1,iegata con la tesla ir1 gil1 M1Jla 1oponda del leno, mcnLre per lcrra v'era sudiciume, e un piatto pieno di legm1U era sul comodino. AJ focolare spento \''cm cna pentola vuota, ((Te.resa! Tere»a! » gridò il padre; e arcostundosi a lei la scoteva, voleva lro· varln viva. << Te~i;a! Teresa! Non mi t"ÌS(>Onde!" gridò il 1xidre; e 1a gCJ1lo di fuori intese. « E' morta! E' morta!•» esclamò. E la gente di fuori risponde.va : « Risalite JlaUa finestra! Non a1>rite la porta, prima che vc~1gano i carabinieri o vedano, perchè non ineolpiJlO voi, perchè neosuno vi ac· cusl'. ». (< Figlia disgraziaui ! Perehè hai ,•oluto inimicarli con me? Per,chè hai voluto sta– re ~ola, non socco~a d.a neS6UJ\o? » Spalancò la port:i il padn., dal cliden• lro; meni re ancora la folJa di fuori inci– tava: « No, non aprite, uscite di sopra! » E 1ioi, vedendolo cs1errcfalto, e.on la sua grande mascclJa che gli tremava, i baffi cadenti, l'occhio sconvolto, irrut>lllC nella stanza avviluppata ,nel fetore dj morte, verso la donna finita si raccolse in cer– d1iC> a guardare. 5-3-1946. 3 tratti e!fsenziah, era ripreso su quel vero che porta in sè ogni artista sensibik: allo spir'1to e e.Ile forme del mondo in cui vive. Ma il romanziere amava di ricreare que• mondo, abbellirlo, trasfigurarlo, comporlo come in araui addolciti do! colore del t-em• po, secondo che dentro gli dettavano il sen– timento delicato, schivo del brutto, del e.at – tivo, del volgare, e una fontasia generosa, illuminata dalla naturale finezza e bontà del– l"onimo. F racchia raccoglieva un mondo rea– le e lo rendeva trasformato in un mondo fantastico che non aveva perso nessuna del– le apparenze del vero. Tra lo scrittore e la rco.ltà e' era un velo sotùle e tenac,c che era l'imaginazione, eh<; era anche la poesia. Animo nell'intimo seru.~~is's.imo e affet• tuoso, in Fracchie, era un pudore geloso dei propri sentimenti che s~ Jl':verberava in una sorta di distacco e freddC2Za così nell'opera dell'artista come negli atti dell'uomo. Il fia– besco .e lo sfocato furono certamente una di– sposizione naturale del suo· ingegno; ma ri– sposero anche a un suo bisogno di allont&• nare e trasformare il più possCbile quel tanto di esperienza personale. di confessione ohe è all'origine d:i ogni creazione artistico, pur prendendo poi sulle v'ie nristeriose della fan. ta81a direzioni e sv'1luppi eh.e a nessuno è dato di seguire: fone neppure all'artista. Se al romanzo moderno è stato rimprove– rato un eccesso di soggettivismo e di auto. biografia, Fracchia andò all'eccesso opposto E' quas·1 impossìbiJe trovare n.ei suoi ro– manzi un personaggi~ al quale, più che agli altri, egli abbia prestato sentimenti propr'1, fatti della propria vita. Si dir-ebbe che non bastasse al suo pudore 11a difesa della ter– za persona, ma che cercasse un-' d.iiesa .rn– che in quel velo di fiabe in cui avvolgeva personag~, luoghi e avvenimenti, quasi na• ti tutlli e so1.tanto dalla fantasie. Ne venne com.e una distanza tra lo scrittore e la sua opera, che ne intiepidì il calore e ne dimi– nuì la forza di convinzione. Ma, r'il-eggendo og~ • Angela » e • La Stella del Nord I a distanza di tanti anni, e trovandoli ancora freschi come pochissimi ~tni dei roman%i apparsi nel primo decen– n'io dopo 1 'altra guerra, si avverte che la ragione di quella ~ena è proprio nel lo– ro essersi posti fuori del tempo, in quell'at• teggiamento distacca.to che alloro. parve fred,. dezza. Jn realtà questi. due libri, soprattut- to li primo, !1()110 tuttora ~n vivi, e colpi– g.i.!I J)Cr la gr.snd'e bocca .:,11 una forte ma• S<'ella. coi baffi pe:noloni e la magrez7,3 snna di chi la\ora molto, guadagnava ab– ba~lan~:i. Quando gli altri non avevano il grano o i legumi o le verdure, egli fa• ,•eva; e ,ende,a quanto polevn; e pili s~ da, a in prt"Hilo facenclo,,i J>Oi re· stilu.ire il <licci t>Cr u.co , ~e non in un anno i11 due ermi. !-l)Og.liando la gente. RITORNO DI FRACCHIA scono per una pienezzo. e felicità della nar– razione, o cu5. ci hanno disabituato la mag• gior parte dei narratori artisti (itaiian1, be– ninteso) degli ultimi anni, con quel loro rac. contare ~r sintesi lirche e per scordi signi– Perdò era odialo e se qualcuno lo, po· Le\a <lenun-dare all"autori1à ora per una l'O~a ora pe1· un·altr:i. lo fo(·e,a. li Gar– gia 1>agn,a le conl.l'a\Venzioni. ('Ornpariva ............in pretura. ri,,cl1irn:1 il carcere. Più t>fJP.~· tlO gli seque»tra\ a:10 la roba che avrcbbi; do,•u10 portare alrammas.;;,o. e non gliela pagava.no . Egli tace,a e piega,:i il c-apo. E 1,ni, hl\Orando, tiuanJo !l0IC\a rifar1oi s-uJ J>O\er"uomo, lo farc,a. • Beato paese, dov.e silenzio e solitudine sono sempre a portota di mano! Prendo un viottolo attraverso i campi. e mi perdo nel– l'ombra 1. Si perse infatti nell'ombra, Um– berto Fracchia. un'ombra C09Ì spessa e lon• tana che: nessuno voce giunse più a turbare il silenzio e la solitudine che CAii aveva de– siderati per l'ultimo tempo di sua vita. For– se soltanto il cas.o aveva voluto che Fracchia 9Crivesse que11e parole pochi giorni prima di morire; ma, leggendole poi in fondo all'ul– tima pag':na del suo ultimo [,bro apparso postumo (1 Genie e .teene di campagna•), esse mi sembrarono presaghe e intonate ati'l serena malinconia d'un congedo. delle storie d1 Fracchia, eh.eda principio ap– pariva lontano perchè 9focato a bella posta e si avvicinova man mano che il romanziere re6olava le lenti davanti agh occhi del Jet- tore. Era, anzi, un mondo vic'm~ssimo oUa nostra sensibilità, raccostato ad essa con un'arte che, prima d'essere n,arrativn, si sarebbe det– te pensata cinematograficamente. li taglio del quadro, il disegno leggermente artefatto e teatrale delle figure, quel modo di presen- tare ~ personagg: in una sene d:i primi pi:mi che restavano davanti agli occhi del lettore anche quando quei personaggi erano tornati a far folla nel quadro d'as'Sieme, sentivano la tecnic-o del cinematogafo, assunta non per giuoco e neppure per ironia, ma come sco– perta d'un mezzo espressivo particolarmente adatto al gusto e al temperamt'!nto dee! nar- ficativi. I:. akun.i persone.ggi di • Angela J, rotore. ::::, ~j7te~:o1:r~ltai~i d~at':SteTt: Era quello il gusto, il temperamento, lo del Nord1 . come Ccle9te e il Maggiore Ju– stile che Fracchia s'1 era venqo ch.iarendo e piter, r'mnovano intatta fimpressione delle. pcrkzionando con un travaglio artistico che prima lettura: d'etsere, cioè, crearionì lette– conosce chi' ha seguHo da vicino lo sua fa- rar!e non dìm.ent'lcabiti, che continuano a vi– tica nobilissima di scr'1ttore, dal suo primo\ vere nelle pag'ine di FraccMa unn loro vita romanzo r Il perduto amore J, a quella 1 probabile ma non riducibile all'esperienza r Stella del, Nord I che era state. per lui solo comune, rarefatta ed eiementare, pctragona– una tappa del crunmino troncato dalla mor- j bile a quella ch,c rul!}umano nel sogno le fi. te. Era jl gusto di F racchia creatone di roaltà gure osservate nella gliornato., fiabesche ~ di fi'abe che sembravano vere. Per questo appare -strana che uno scritto– L'osservezione realistica, d'un realismo al- re quale fu Fracchìa, che in un periodo pie. tuale, detCTminabile con date e nomi di per• no ~i discussioni· sulla letteratura n~rrotiva, sone e di luoghi era alla base di ogni sua considerata come un problema da nsolvcre creazione fantastica Lo ps'1cologin dei per- per via di formule e di programmi ant'1te<:i, sonaggi, la logica ·delle iloro azioni, erano no_n disc~~ ma sc.ri ~ due b~ romanzi \n controllabili al lume d'ogn· 1 esperienza urne- cui ~trod1uonre e .nforma, anbco e ni._io".'o· na Il dii'segno delle figure e dei fatti nei realtà e fantas'ta 9\ fu.aero nel modo migho. · ' re, sia stato dimenticato, o citato solo di pas. Poicht' egLi a,e,.:i. una fa.m.iglia da man– tenere. co-,.ì tli<·e,a. il fìgJ:o maggiore lu– ,·ora,a con lui, e. J'aiula\a; uui quello J>iÙ pi1·c-olo Tere-.a era la ~e<Q1Hb an• 1fa,.:i a •<'uol.1. doH'\J ~1udia:c. ,. pe:rcio pocu g:i 1••''~' :, ess-ere di gio, amènto. E per Tere~ occorre, a penoare Jffinchè 1-po– sas.se. Co5-Ì che era giu~to la\ orare. Ja.,,o· rare molto. e fauo lewro di <tuello che guadag11a\ano. approfìllar--, del bi~ogno degli altri. Poco 1>erò, eeoondo Terc~1, era il van- 1aggio che il p.tdre -,.ape.,,a lrarTe. Ella avrebbe asi10 meg-lio. in 1an·i ca:,i. Fra !"altro che bit>Of,:no c·era di mandare a i.ruola iJ fratello, che oon ne aveva vo• glia. e che trao:("ur3HI per <!UC-lo h, za1)· 1>:1:' l' .. J)('rchè non ,end 'e.re una lira di 1>iù quello che .-,i pot<',:1 ,endere una lira di pili? Tere~a lo :•\eva dimo~Lrato; e ::ape·· vn tr<,var"" ellJ le per ... one a rui vende\a le uo,a al preZJ0 più allo J)O»-i!.ile. Scomparve una notte c5 dicembre, quasi sedici anni fa. Ceravamo visti la sera in una riunione d'amici, dove s'erano discusse le idee d'un manif.esto lettt'!rorio che egli avrebbe dovuto scrivere. A notte fonda squillò il mio teldono, e una voce rotta dai singhiozzi mi disse. 11 Vieni subilo! Il povero Umberto ... J. Cò'rsi alla sua abitazio– n,e attigua o Villa Massimo. Fracchia era già morto. fulmjnato da un attacco di • an• gma pectol!is ». Sul tavolo, nella luce squel– lida d1 quell'alba invernale, c'erano alcune cartelle verdi coperte dalla sua scrittura: il manifesto letterario int.erotto a metà. Così ------------------------------ saggio, in qualche panonuna del romanzo itaJfano del Novecento. Umberto Fracch'la mo– rì giovane. quand'era appena e. metà del suo lavoro; ma quello che resta di lui basta a dorgli un posto ben definito, e del tutto part1cqlare. n.ella storia delle nostre lettere di questo secolo. E. la ristampa di tutta In tal modo. 111.al ~rado le la'-~c e le con• tra,, enzioni, ~i si -,arebl,ero arricchiti. E 1]opo c-h" (o ... ,c,o arricc-hiti? Tere:.a non pc11-.a,a al matrimoni,,. ahrf" nano le .-,ue preor<'up,mrioni Chiama,a la madre. poi– chè il padre nou tanlo le clava rella, e con lri parla,a di :1ffari. Ma a furia di pew;are ag.li affari, a fu. ria di ri-1>armio e di lolle. il nome di J("·i arri,ò Jlrorec-d1io di dii 3\f..\a bi-oi;_n,, di <1ut-lla -udala ri1Thezza ller amnenlare 1a J)ropria mode~la l)O'lizion"'. l,n 1·ont:1· <.lini; furh,, della pi.ana, con un pi<Tolo camoo -u,, ,·h,• N)lti,a,a. -.cnza (·ono~ecrla perl:,.O a lei; e dopo la <"hi<""'-cin i--,)0~. 11 1n-11rimonio -.i ff"('C: e Tert'•a, rice– vuta la dote. Jao,.cii) la e.a~ patema sul p•Jr!'.gio. do'"'' per Lanli anni a,c,a guar– dato J.· <'aj)re, •· •1·1•-,. alla piana. n'"lla ca· !-3 d"l mctrito. Tonio si d1i.1111a,a t·o.,tui; f!(I cr.J 1lurc lahor-io-,.<,. ~i lro,arono d''aN·ordo i .ro– niugi e in-i•·rnc pr•n-avano al fuluro. ,1'., Ti-re~..1 ,·re,lrur di ("<,~re '-lala ,le- frauda1a dal padre nella dote. a ,anl:?g· gio dej fratt'lli; ed ella l>i .irrahl,ia,a :in– cora di più e-oniro il fralello minore. m,Hl· da10 alla <-ruola. \nd.a,a in c-a,a del pa· dre e metlt'va gurrra in fomi~Pa. E 1•i– gJiava quello c-hc vedeva. 1>er portar!? nella i-ua ~. IJ padre ,..j im1uietf) e le dj~_.,.e di non venire. La madri' fu <Yan.,or– do <'ol padre. ,, Tu hai ora la lua t.·a~: fatti mantenere da 1uo mari10 ! ,, J,· di,-. sero. E Tere~::i offe-a ,iuri, di ntin rilor• nare pili. Si fece 11emiCT1 ,·oi b"""'nitori, ,. <1uan,lo li vedeva fa<-e,a finta rii non aceor(!;Cr"i. C-On la genie f)f'r0 .Ohll parlava ronlro di loro. Il marito era contento di lei. bcnchi- non gli a\'e6Se 1ncomim·iato un figlio. Con i g"· nitori di Jui eUa marll<-nl'va wrn IO'tale ed incon "c.ia indifferen:r..a. J vicini di ca· sa, nella campagna dell.a piana. a llOCO a 1>0(·0 -.i e.r.tno allontanati: con Tere5a c'era ,la guada!!'nar poco. Tonio lrovava spesso da lodnrW. B for--e avrebbe rnn1inua10 a lodnrln se ne era andato. e. quarant'anni. uno degli scrittori migliori e uno degli uomini più buoni e fattivi che avesse avuto la nostra letteratura del dopoguerra. Un uomo mite, riservato e generoso, sinceramente ottimista e innamorato delle lettere, fecondo d1 idee e di aiuti disinteressati aali scrjtton nuovi, inv,clioso di nessuno, sempre equilibrato nei BUOi giudizi, lavoratore onesto ,e silenzioso che s'era fatto avanti solo col proprio mge– gno e la propr:a fatica. E un narratore, un narratore vero che in II A ngefa • e ne II La Stella del Nord I i soli due rom.anzi com• piutamente significativi che Fracchia aveva potuto condurre a termine tra tanto altro la. voro di giornalista. di novelliere, di critico. di troduttore, di animatore della letteratura e dell'arte s'era provato con esito fielice, a ricondurre il romanzo italiano alla sua forma piena, restituendo tutti i diritti a.Ile fantasia sen:ta svuotare il racconto d un contenuto umano e ideale. Umberto I· racchia inventava e raccontavo. Le sue storie erano piene di personaggi, d1 fatti. di episodi convergenti e paralleli. La sua prott3 Auente e pastosa, regolata nelle larghe movenze come sul ritmo d'un'indefi– nibile ma r'1conoscibile armonio interiore, si sarebbe detto che non obbecfis5e ad altro gusto che a quello di raccontare per diver- 1ire, nel significato più alto dell'espress1one, il ~ttore di cui affenava a poco a poco, senza for:tarla, l'attenzione. La sua fantasia era umana. e puri" romanzesce e poetica La aua pagina si diHingueva subito per un· suo sapore particolare t'! un· atmoefeTa che pe– reva allontanarla nel tempo, pur restando viva, attuale, pienamente aderente alla aen. s1h-1titàmoderna. La presentazione dei perso– naggi, il loro dinloaare, l'evocazione colori. ta e -imprecisata di luoghi e di avvenimenti, il teno comodo dd narratoTe come d1 chi !òi disponga a raccontare per filo e per segno, ricordavano , vecchi romanzi piuttosto rhe i nuovi: senza elcun determinato riferimento ma con un accennare di nomi che potevano casere D1ckena come Dumas, HoHmann co– me De Coste, tanti altri e nessuno. Sem– brava di avv.ertire in quel narmre intenzioni allusive, non 51 sapeva bene se nostalgiche o caricaturali. Ma poi l'impres,ione di vec– chio non reggeva: ertt un mondo, quello IV L-IIUI vV D,,._,no d; NINO BERTOCCHI !"opera di Umberto Fracchia che. p<:r cura di C. B. Angiioletti, l'editore Menda.efori sta per pubblicare 'm uno dei volumi dell-n Col– lezione • Omnibus 1, è un doveroso omag• gio reso alla sua memoria. ARNALDO FRATEIU Un provvedimento in danno degli scrittori E' nota la crisi che sta altrai>erMtndo in questo periodo l'industria italiana del libro. Meno nota, ma cerio più grave. la crisi r.he ha colpito una larga catogoria di scrittori; infatti, crisi giornalistica, crisi tibran·a, crlsl del teafro. 11i ripercuolono tutte 11ui noslri sc,iltori. Non è retorico dire che i nostri scri!lori soffrono in silenzio; essi non riten– gono dignitoso portare in pd!Jto al pubblico le loro miserie e le loro difficoltà. Ma 11u questo giornale, che è il giornale di tulli gli scrillori italiani, a qualunque ten– denza essi appartengano, noi riteniamo do- 1 0Cr0-$0 prendere. le drfese di una categoria oggi senza luteld. E non poMiamo lasciar passare inos.scroa1a la iniziativa presa recen• temente dall'Associ'az,ionc Editori Libri e f<ioisl~ d'infesa con il Sindacato Nazionale Scritlori. Tra le due as,oda::.ioni è interue– nuto un accordo che riduce notcvomente le pc,cenluali dei diritti di autore contenute ne., contraili individuali in vigore. Questo proovedimento è stato preso. d1'ce la circolare delt'AS:Jociazione Editori, ·, nel– l'intento di ageoolare !e Case Editrici nella p,csente cirsi libraria riducendo ,:Jer quanto pouibilc i oeri e!emenii cli. CO&Lo del li– bro ". Na-turalmcnte rimanendo /ermi o in aumento gli altri costi, costo della caria, co– sto della mano d'opera percentuale ai librai, ecc., la sola ooce nel bilancio del libro che poteoa essere ridotta era quella degli scrit• tori e bisogna dire che il lar>orointelfetluale deve ogg,: essere scuduto mollo in basso 11c gli editori in un momento in c4Ji luUe le cate~orie professionali si agitano oc, ottene• re mglioramenti economici', no"l wnno tro– vare altra oia, per al#cggerire le /o,-r, spese, che di ridurre le già modeste percentuali loro 11pettanti. Un proooedimento o!lensioo pu la d{gnità del faooro intellettuale d1e nott potrà non lrooare anche tra il pubblico quello riprovazione d1e ha già trovato tra gli scrittori e Ira molti editori,

RkJQdWJsaXNoZXIy