Fiera Letteraria - Anno I - n. 2 - 18 aprile 1946

Commemorazione d'un capolavoro Sugli inizi d'un llcriodico come <1uc~10, che inlCJtdo Care larga part1.: allo studio del– le 1c.llerature conh)llll}0rnncc, non si pui, non vol~ere il J)Cnsicro alla ma~irna figurn letteraria, fra <1uclle rhc in <1uc'-li tragici anni 60110 600111J>tlhC: Virginia \Voolr. E poichè ripensare un arlÌ'-13, soprnlulto vuol <lire riviverlo ne.i suoi ca1l0lavori, il ricordo della \Voolf ~i so::.tauzia in alcuni romanzi. e 1>articolanucntc in 'fo tl,e light/iouse. Quello che colpisce infallibilmemc, ogni volta si riapre To t/i(' Ugl,thouse, è In pu rilù e la Jlienczza del 1emvo e del 10110. l'ttrs. Dollowny è di no, ità Jliù audace, bcu– chè forse, di trauo in trano, pcricolanl<'. Intorno alla wpicnza 4•ostru1thu di 1'/,"' Wovcs, jl Forster ha O!i~crvazioni da .-,em– brare enfotiche, se comple=h•amcnle non fossero inoppugnabili. E la <1uali1i1di scr:1. tura 11ell11prima 1)ar1e di Orltwdo, co111c . VJHGINlA WOOLF avanti la \VoolJ non l'aveva mai raggiunta. cosi dopo non la potC sorpassatt. In qur.• &ti ultimi tre romn11zi, i doni del tnlenlo scintillano, cou un riverbero 1nlvoha pr~• vocunlc, e magari in Orlamlo eccessivt1. Ma in To the /.,ightliouse, il talento opera in una 6fera così misteriosa e secre111 che addirillura non si sente. Si vorrebbe dire C'he il libro ha una @orta di fa1ali1ù ve~t:– tale. 1n m1 classico: per escmpjo, Sofocle, pas~ando da una ad altra opera, la di,•n~ oonteslura, gli ECDrli di tempo e di to,w, meno si percepiscono. Sia per 101110Ionia• nanza di secolj, e per la conoscenza ne• CC88llrinmente im1l-Crfe11ndei minimi valori di un linguaggio ormai archeologico. !:iia perché quei boati veramente non avessero avuto in sorte di comporre che puri capo• lavori. Ma nel caso della Woolf l'e~J)erien– za lilli romanzi t>rhlcipnli potrebbe ripe• terei a distanza d'anni, e dà sempre lo stesso risultato. E se vi abbia chi lo rifiu1i. o non ne resti ap1>ieno convinlo, è da le• mere che per lui To thc Lightlwule sia filato 6Crillo i.nvano, E' significativo <.hc lo etes6o Forster, do1>0 le sue in.sisteu7.e ,.,u The IPt1ves, ripieghi a precipizio. E che senui nemmeno stare a imbastire nuo, i a.rgomcnti critici, stringa alla conclusione che però, fru lutti gli nitri romanzi, 'l'o the Ligl,tlumsc è il suo 1>rcdile1to. Si tratta, insomma, di ragioni del cuore? Non ci surebbe, ad anunettulo, nulla di Elraor– dinario. Jidm:-t>u). E propriamente a lume ili que– sto C(mwwn H'IIM?, le , irtì1 di librn :-i !òllrnordinurio pigliano più prc>l.'iso ri ..uho. Ju primo luogo, uua i111i111it:'1 di rappor- 10 lrn le figure e l"aml,ien1c fi-.ic.o e i.ocin. le. l'Ui, fuorchè in U(y~se:,. 11011 n,, iene di tro,arc bcnchi; lo111:1no ri!>conlro. Sempr.: la Woolf :-a benfJ di d1c CO'-n ~erivc. P,·r r:,lune i,ct·ne di , ila 111ontlana, in Mrs. 0(1/~ lou'fl) o 'l'/,c )"cnr-~, ~i può temere addiri1. tura eh~ lo eappia ('ori qualche ..nol,i..,1110e civcllcria. \la nel Ughtlwusc di c-he co..n :'<'rl\C cllu lo Hl .('OlllC 11011 rh:1 l"llJ)UIO pili mai. Con una ..cricti1 che nou lrn potulo più rilro,are. E la vila delle pc.-:,on.:!' e <1udla delle COtC, ~i com1>ene1r:1110e com– llt!ll'-llllO così naturalmente e s1rct1:amenlc. t'hc ila t·ima a fondo, nella tc ..situra verba. h·, no11 è un sol punto cui non irrori il t'ulmo eppur dewla10 indolori111c1110ch'è l:i gran nota liric:1 del libro. U11aol 1mnlo do• ve l'i11du.-,1ria intelletti\'a ~ubenlri a quella den.:_a, multanimc fotali1(1 ,egetalc, cui c;i accennava in Jlrincipio. Uua impercettibile :,,Crcpolatura, una bOlla <li ..,uperflu,tl1, ,, come in u11a blatua !"ombra d'una menda, o di un artifizio di fonderia, è a mio gw,lv nt:ll'eJ>isodio di Minia Ooyle e Puul lfay– ley. e dcll:i perdit:1 dello stlillonc. E lulla– via ,prima dimenticala che vi5ta. La Woolf immcdintarnenle s'era accorla dell'im1>0rlanza del Portruit o/ thc Artis•, e 1:1oprotutto di U/ysse,~. mentre parti di questo veni"ano pubblicate <la /..,ittlc Re– vieiv. E quali po~.. :1110in definitiva es...~,._, stati i suoi nttcggiumcr,ti ribpello all'oper:1 del Joyte, s'era afTrellata a tcslimoniare la buona novella d'un rinnovamento della narrativa, nell'articolo: Modem fict:m1 (J9l9), 1>oi nella conferenza: Mr. 8e1111Rtl ~ Mrs, · Bro1t-·1t (1921). Contemporaneamente a,·eva studiato Proust, anche se dnll'e1>ot"a delle 5ue J)rimo le1ture valide sotto un punto di vista tocnico, una quantità di an• ticipnzioni pro11.s1.iane ella aveva J)otulo 5cuoprirla nelle idee di Willi.un Jnm('s :-111. la natura della CObcienw, e in quelle del Uergson 6ulln duréc; e sopratullo credi11- mo nei romanzi di Henry Jarnes e del Con– rad. ln tulio <1uesto non dovrù affatto J)Cn– sor&i II derivazioni o opplicazioni che non ris1>ondCbSero :i tendenze originali e fouda– men1ali del h.:mpernmenlo. 1\Ja non per m1lla lo schema alla UlyMe.s: con l'asset– to cioè della trama nel tempu d'una gior• nata, subito lo rilro,•iamo in Hrs Dallo1wr. Come lo ritroviamo in Tlie W avcs. Ed nucorn urm volla in 8c1wce11 1/,c acts. Ni1 soltanto IQ schema. <eAllora s'ulzò il -.i• Ilario. I!: cominciarono a parlare». Sono le uhime 1>arole dell'uhimo romanzo, pos1u. mo; allorchè partiti g;li ospiti, Giles poo;.1 il giornale, spcnge In Juce J>er nndar!)ene a lello, e lsa smello di cucire. L"uomo e Ja donna rientrano « nella nollc, CJuando rw11 crono ancora stale fnlle le s1radc 1 le case. La notte che gli abirntori delle rnverne a,'e• ,ano veglialo. in qualche sommilì1 fra le rupi». r.he i.n edizione ingen1ilita è l,1 5lescn n one degli clementi, dj cui prc:,,tn il tmdicio giaciglio della coniugale Gea• Tt•llu<., si ricorda J,eo(lOld 8100111. FIERA LETTERAHIA <'ifr.1bile la mira('olo ..n eltmc111ari1il ed uni- 1i1di '/' 0 the Ugl,tl,ouse. Oi primo m.:chito, il 111ovime1110 alla macchina ,come dall'n.-:, enrdo rhe npro u,rn sonn1a, è imweaao dalla brc,e frase che enuncia b ~11crnnza del bambino d1e domani a11dranno i11barca al foro, (e In teu-.ionc l''inrrc ... 1la 6ubi10) bC' il tempo sarà bello. {J\lr.-;. l><rfloux,y ottac• ea pure 6U un:1 1,entenza colloquiale; ma 11uesla voltn indirl'lli'I e di pili corta irra· di111,ione). Andranno in barca al foro. Sul tenue filo di col(•~to progetto, che dovr.i compiersi solo dopo dieci anni, cresce e ,j avvolge, delicn1a111enle e inc'-orabilmen– le, una trama, consc<1uenziale fin nel.le J)iù l:1bili fibrille, mu cl1t pare tesbu la col fia· 10: un capolm uro di co11tru1>JHIIILO psico– logico, in cui tullavin Uflll han 1>arte che I moli e gli affetti lliÙ ingenui e positi"i, al-· -.unti senza la rnfoima interfert>nzn intel– Je11m1li'-licne aimboli'-la, L:1 dovizia d'una materio umile, fami• gliarc, e curi1•a tli 1:inti lihiti, odori, ger– mi; carica di lnnto umore e tristezza di vi• ,ere; la clus.sica i,eU1JJLiciti1dei rapporti nei quali, durante il suo fluire impcrcel– tibile e COSl0nle, C(Uei:,ta 11llt1Crinè atteggia– la e composta; la 11a1h·a si11111atiadi 1ut1P le voci, con le loro lontane ri-.11oste, i sol• lerrunei co111mc111i, gli ed1i oltre la morte; il ronzo d"una musica dolrc e slrJzianlt', rollcnuta e mi.nucciosa, che :accompagna ,1ueslo infinito murmurc di confe@i:,ioni, lii· ,ocazioni, voli, pre1;hicrc. <'Ome nello pe– nombre d'un limbo virgiliano (il Virgilw che il aiinor Carruichacl !,,i dlei;ge n le110 la sera, prima d 0 nddormcn1:1rai): 1ut10 cii:. concor .. "! ad una treaz.i4UC poe1ica rhe. lrn quelle del noslro secolo, 11011 ha meno hd– lczz11 e au1ori1à di c1unnto nel pro1>rio or– dine possano nvere l'Ulysses di Joyce e /Jt1~ Schlou di Kafka. Nella direzione della mano del piccolo Jnmes che indica il faro, il meconio muove h:nlamente coim•olgendo le persone e le sorti. Il l)adre: l'a11riano professor Ramsa)\ contro la cui scientifica certeZ7.0 che sta· nolle farà tc1111,c~1n,o domani la gita al faro non potrà efJelluarbi, si ribella ed in silenzio si oslinn l'anima del bambino, per 1,oi rifugiarsi nel lepore della indulgenza materna. La rinquanienne 1i1gnora Ramsay, probabilmente « qun6i un auloritrauo » dell:1 Woolf, e protagonista ciel UglithousP, l!!Cin cosi numerosa e serrata polifonia possa parlarsi di prota~onisti. ((( Una spu– gnn inzupJtaln d'emozioni umane». a un certo punto Jicc la Woolf della signo1:i Rnmsa y: sentenz a che vale 1>er il libro, e per il tornples.so dell'opera). Eppoi gli al. tri figl i; e fra g li ospiti, Tnnsley con Jc irose reazioni d'un suo complesso d"info– r>ori1M.; il ,·ecchio Cannichael. i,onnolenlo 1>oela pagano. E sopralutto, la zitella pit– lrice Lily Briscoc, nella <1uule 9er ahro non mi sembra, come 5uggcrirebbe il Dni– ches, debba vedcr~i una i,orln di araldo, 'J diretta interprcle della scrillricc, ossia elci, la coscienza espress.i\•a; <1uanto la conlro• 1>nrtc lieccamente intellelluale e voliti\"a al– l'istinto d'umana comprensione, alla capa– c-i1à di po~esso , i1ale, ch'è nella signora Homsay. Passano gli unni, L'I ca~:i di villeggia, tura nell'i~olu, durante la guern1 resta di• sabitnla. Una figlia dei Ramsay ei ... posa, e muore di porto. Il figlio maggiore, An• d1ew, muore in Francia, 80ldato. Ed è 111or111all'improvviso la signora Ramsay. Un giorno, finalmente, la ca:!la t:i riapre. Torn:1110 ncll'i50Jn, Jamcs e il vedovo "ec– rhio profcs.sore Rnm.sny; il sonnolento poctu 1>ngano, con In pillrice. La gita al farn @i tompic. E ~i com1)ie il libro. - Una ,·olta, oltre , ent'anni fa, la Woolf i,f'rivc, a, :,,ul romanzo ru-so, un iiag~io: Thc riusia11 J)()ilft o/ 11iew, per certi ri· p.11:mli di ..cu1ibilc, ma nel ,1m1\e è- su Tol• ..,fii una pugina i,piralu, Tol ..toi col -.uo in. TASTfERA BA CI PER FORZA Un giorno feci un lungo diacono (BeaJo /ra le donne, Ed. Mondadori pagg. 17.)3) per 908tenere che Medoro fu -effe1tivamente il primo a cogliere il fiore di verginità della bella Angelica, dopo averla con • cerimonie aonrc » (Orlando Furio., XIX, 33 impalmata legiltima consorte nella casa ospitale del p8· alore. Fra le prove addolte per eoatenere l'o– nestà sostanziale d'una tanlo chiacchferata donzella non pen,aj allora di far valere il seguente particolare che po1ev3 avere, in merito, una C"erla importanza. Ruggicro piomba provvidenzialmente dal ciclo col cavallo alato proprio nel punto in cui l'Orca mnrina stava per fare un sol boccone della bella Angelica etpotla all'lao• la del pianto, -e dopo aver re,o 'moffcnsivo il mostro col bagliore dello tcudo incanta_ to d'Atlante ,lega la donna dallo scoglio e ignuda come si trova la rapi,ce in groppa all'Ippogrifo (X, 112): e così volando, aen . za perder tempo, dice il poeta, R uggier •i a,a r>olgendo, e mille baci Figge nel pello e negli occhi oiCXJCi. Sul momento Angelica non avrebbe altro scampo dalla cupidigia del auo .salvatore che quello di lasciarti cadere ~n mare, e al• )ora lascia fare; ma apJ><,na posati a terra, ella ai caccia in bocca !"anello che rende invisibili e sparisce agli occhi di Ruggiero. Ch-e dunque Angelica non dctae spago al– l'intraprendenza dell"arrapito rapitore lo dice il fatto che costui non rie,ce a colloca– re, a • fìggcre », ahT1 baci fuor che nel pet. lo e n-egli occhi .della bclli .. ima donna: dal che ai deduce un grande armeagìo di mano e di gomito da parie di Angelica per non luciarlo accoalare alla bocca. La 10la persona nel F urioao che prima d1 Medoro ri'Csca a baciare Angelica sulle lab– bra è quel vecchio porcaccione del!' eremita negromante che due canti prima (VIII, 49) era riuscilo ad averla in aua balìa I resup1• na nell'attna a, d'una solitaria apiaggia del golfo di Guascogna in virtù d 1 un potente tonnifero: 3 Egli l'aib,accid., et a piacer fa locca Et dia dorme e non può f,1r.: ,schermo: O, le bacia il bel petto ora la bocca•.. Ma le forze lo tradiscono aul più bello e il I santo padre» (tt. GI) finisce per od– dorm.entars, tenendola fra le braccia: e pol sopraggiungono i predoni del1'l&0la del pian– to e porlan via tutti -e due sur una nave affollata di donne piangenti, lulte desti. nnte alle fauci dell'Orca. Pietro Papmi, che ha 1teritto il commento certo più ricco e scrupolo!IO del romanzo ariosteo, quando entra in iscena I Eremita annota: • Erano eremiti -.eguaci di Mao– metto • e ,i riferisce a un precedente del- 1'0,lando innamorato {Pnr1e I., c. XX) dov<e è introdotto un vecchio incanlatore che ha molti punti di conlallo col frate intatirito del Furioso e che indubbiamente l'Ariosto ebbe pre,ente: anche questo vecchio mette l'oc, chio cupido au Fiordeli!a, e poi le mani, dopo averla addormentata e reta insensibile, E nel fa1to il Boiardo né fa un k:guace di Maomclto, che per appunto Standosi queto ad adorar Macone dentro una grolla montana, vede giù n'C'! piano Fiordelisa in braccio al auo Brandi. murte e le divoz1oni gli e&eon subilo di m,entc. Ma il Papini ha l'aria di scordarsi che il J><,racculore di Angelica è almeno qunllro vohe designalo, fin dalla ,ua prima appariz:one al Il canto, come Frate e Fra• 11ccllo, con un richiamo ancor più ,ignifica– tivo (VIII, 4.>) ai grandi santi eremiti Paolo (d'Egitto) e llarione (di Palestina). Nè è da credere che l'ottimo com..'Tlentalore pol'Cste avere gli ,crupoli dell'aba1c Gioacchino Ave•ani che recando il Furio,o ad U'SO del– la studiosa gioventù rifece di tuo pugno le ottave di que,to episodio omettendo i punti scabrosi e so,tituendo, a ,canro d·cquivoci, la parola Mago alla parola Eremita. E dove l'Ariosto diceva di Angelica: Che tconlrò un Eremita in un oalle Ch'al)Ca lunga la boria a mezzo il petto, Det>oto e oenerabile d'a,petto, il buon abate dice: S' avoien fuggendo, in uom con barba (incolto, Che lento utcìa dal fondo delld oalle, In Lunga oc,tc, e che parca alla ~ro li santo di quel loco; ma non era, E baci e strilli .su l'accesa bocca Méscon,i ... Tutti i lettor'l delle Odi barbare ricorda_ no il plastico gruppo del • Ptcludio » car. supcrnbile dono di ,,isione plasiica, altra• ducciano dove lo ninfa ai torce ,ul monte vcr&o olla <1uolo gli si scuo11re la rcahù Edone fra le strette d'un I amator ,ilvano ». :::~~:~~e~!;; : 1 ~~~~:!e·d~r! 5 ':ltaco~e~~:. s: 11 ~: Pur senza affermarlo recisamente, non ~:::;;t: <~:~:~:d:1er ~~:e P~~:h~c;•;;7;~: :: :~cl;~:~:i i~h;.c~,r~:I ':rt:;, a.::;l;i::,vu~ nel i.cgreto cuore della sua fe_licità.. ~: • in:.er:::o d';:r~~: J:t~:nn:~:o ~uei~ Anche prc:,,~o In Woolr, nei ruod1 suoi 1 1 ppo IV d ll'A ad propri, la curiosità e l'attenzione allo EJ)<I· 8 prosa e re 10 Quel nappo I Ile• t:1colo dellu vilR sono infalicabili, E il :suo ne» {è qu-e,to uno dei tanti napoletani,mi accettamenlo. appunto per il fotto di 11011 del cantore d1 Mcrgellina) • nel suo mcz.z:o C~é'Creco.-,ì e 6 pansivo e @anguigno, è foree il rubicondo Priapo, che alreuiaaimamente più intimo e :ifTetluoso. E nnche in lei, 601. abbraccia una Ninfa, et a mal grado di lei 1 0 In tranrn delln realtU rh~ s"intrcccia, ..i la vuol baciare: onde quelln, di ira acceta. srioglie e ricompone, in un turbine ni1ido torcendo il volto ind1clro, con tutte le sue e pacalo d'imm:tl,(ini. rifles@i, rifrazioni, ri- forze intende a svilupparsi da lui, e con la cordi: anche i11 lei è qualco<ia di c;imile a manca mano gli squarcia il naso, con l"al• <iuella do111antl11gelida e ferma: « \"i,ere. tra gli peln la foha barba. di che il libidi– perchè? ». Dalla (]Dale domanda non i"in. noso Idio poco curandosi. più restringe aeco dure nefcun pc .... imisrno o mortifit:aziont", la bella Ninfn, diaposlo to1nlmenlc di mena. mo un'aruiu diffui-n, un 11cror:1111ento,e di- re a fine il auo proponimento». rei come un licV..! bruciore di pal1>cbrc. I 'Nu uo,e ogne .stritlo... pur quando i:li occhi 6embrano mirare la Se il pocla maremmano desunsc il suo ginia. In felicità. In nc~-:.un ahro dei liLri • gruppo» dal napolc1ano del Quattrocento, ddla \Voulf. la combiu:2zione di <1ue ..1i I un poeta napoletano dialettale dell'O1tocen– .:1•11.. i è pur:i e immcdiala come in To ti"' to, Giovanni Cnpurro, autore di due libret• l,if{hl/1011.~<'. In nes'-uno, In vi1a :1ppare pit', li d1 versi intitolali Nzalatella mmi•cata • nobile. l}il1 dolrt• e più dcbolala, Carduccianello, in una eua, per appunlo, E \HI.IO f:FC:Clll cnrduc-cian-clle., ha dclib--ratamente ripreto in metro saffico il • gruppo » carducciano tN.a_ poli, ediz. F. Lezzi, 1894) aostituendo bella. mente al fauno oraziano un rcahs1ico cnc· ciator~ e nll'evi<1 mitologica una I bella gua– gliona » paesnnn. Es.sa /a /orza, chi/lo 'o tfregne, e 'o pictto Soglie cchiù bello. (Più belli i vezzi del fiorente pelto Sahan compressi). Nu lana e pis:lia, 'nu oose ogne alritlo. E pe' tramcnte va int'oll'uocd1ie, 'o sole; T ult'e' capillc d'oro, comme a Il' onno, Sbafteno 'o 11iento. Un bacio a mòzzichi è quello famoso del Forse clic si /or.se d,e no: 1 Ed entrambi sentivano la d urezza dei <lenii n'elle gc,1give che aanguinnvano. E arroas.ato da una pic– cola goccia era lutto il fiume carnale che fluiva sul mondo•· Sempre csagcr;:ilo, don Gabriele! Offrendo un giorno una p-e,-:.a a Con i i;uoi Ire e(Iempi » o « movimenli », To tlte /..,ig/,t /iou.se fu detto un ronrnnzo in i,: forma-sonata». E n1>1rnnto il Forsler tt:n– qe n 1>recisare che, s1>eci11lmenle all't1clagfo del secondo (<tempo», dov'è de:;crillo un lungo J)-0.ssaggiod'anni, il paragone co!' l:1 musicu cnlw a ca1Jello. l\elln produzione della \Voolf non mu11rnno, ma non mi p:ue tutta,•in ei moltipli('hino, evidenze che il gtu;to e l'inlendirncnlo dei !,,U~niin ~ei ra~– giungessero quel punto in cuJ, a cosi. espr~– me.rci, il demone J>Oltico po1e~e t-ubire d1- re11:11uen1ele sugge~tioni e gli influ,~i Ice• nici di un demone mu--icule. Che (•1ò nei poeti greci a,,,,•eni~(.', è sicuro; _anche se la maniera è 0lllJCna congctturub1le. Ed !l\ • venne, più o meno rudimentalmcnle, nel d'Annunzio dell"ee1rcma ma1Uri1ia. Quanto alla \Voolf di To the /..,;gl,t/iousc. il richiu– mo musicale, secondo. me ha ~1>r:1 1utto un valore d'immagi11e. L 'inuucdrntez.zu dello accento la dolce grn, i1ù della ten ... ionc c– wotivn,1 sono 1ali e così inofTuccal.;!. che istintivamente si ~enlì bisogno di n1>0r• tarJe a qualcosa che 11011 avcs~e a che \'e• dcre con la lelleral\lrn. E ciò nppunlo per eottolineare quan10 fo:;;-:ceccezionAle la riu– scita il miracolo lc11crorio. Com.- <1uando d'un; beUa creatur.:t, d'un bel pac,.aggio. si dirà che « non \'Cri, ma sembrano, di11in: 1i ». O di qualche mae,-losa opera d nr1e 51 dirì1 che i11cu1e ri, crcnz::i come un fallo di nalurn come uno spcttaoolo cosmico. L1 pre:.cnza di sottili residui come quc· sii, cui dobbiamo ~rrupolo,;mnenlc guardar– ci dall"atrribuire un risalto lroJlllO insi~lilo, ,aie agli cfTelli di dar J)iÌ1 c,idenzn all'as• solut:l purità di timbro e di torrn, della quale e.i cliet\ 1 :1 a oropoi-itn di 'l'o th(• Lighthouse. E lorn:mdo :incorn. per nrn~gior chiarezza, alle ,cntiqual· tr"ore della giornata di Mr,. Doliti• 11 r1y: come J)Cr C"-Cmpio non i:,t:r.lin~ che Scplimur; \V:urrn mi1h, osruro :mtagoni'ila morale di Clnri&~a, 1nrro– dotto con la eu:1 lugubre htoria sopra 1111 piano che do, rèbbc c,~cr n:-·aJi ..licu (reaJi ..tico come la \\oolf ha ~1>icg:1to in \lodem fictio11: non al modo d·un roma1• ziere nalurali'-la), efTct1ivamen1e Ml cole~to 11i:mo non ric~cc a starci, e di conlìnuu .;cfor.r.a e min:1c<"in di ,compip;lio tulla In t-trutlurn? Alla fine. Scptimu'i e Clarir;sa. o mci;lio Jc loro (< ,:1lcnzc ». -.i pa-.c:.ano ar– c.11110e ,i dìor:1110. mediatore I incon~apc– ' olc dottor Brad-.hnw. i\fa non per ((lii ,tu il r:11111111·10 nnrr:11i,o e fii;urotho C snidato. Sq,limu.., :-la u ,olia li ,alta nel libro come 1111a rf':d!à e c..ome un iiimbolo; meni re Cl,l, ri-.-.:i e gli altri ller ..onagi::i ..0110 ,ol:uncntc e pif'nnm,·nte '"'t! ~tc.. ~i.. \llor<1uamlo epli– lllli... ,i ~dia dnlla fìne~tra. lo ,c<liamo ,o l:1rc come da un <111in1011i:mo Jn figuri11., 11"1111 11 im<u:érie di Clmgall; in un quadro però. i-i p;1ò 1•rederlo. che d'una imagén<' di Cha1:mlJ non ha nulla d:n \ ero. _____ :::::::.. I una giovnne- signora (racconta Anton111ini, D 1 Annunzio aneddotico, pag. 134) il poe. ta le ditac: • Una bella donna deve saper rr-,rderc ur frullo .:<'me t-i bn<"ia la. bocca d"un amante -e baciare la bocca del suo E <1uan10 magQ:iormente, in lfrç Dallo, 1rny, ri colpi ..ce di '-tuporc l:i ingcgno ..i1:1 e la dc,1rczza con lo quali il 1cma di Sep 1im11'-, 111algr1ulola sun di'-conle tonalità, ;. 11 11.,.-rnatoe intrccrialt> a quello di Clari'-~=•, l;ullo piì1 C , ha l'impre-:c;ionc che, agli cf felli di que-.10 r:1pporto, lo -.forzo ccceilt• il ri-.uhato; e la ~uprnna t"lci;anza del giuo C-0 11011 ric:,tc a ,rn..condcrc ~li altriti e lt• ri._il·aturc. In ùfr sse.~. gli ep i<,odi t-imholi,·i :-nno proJ)o..ti e· org:mi.r.zali con l'nnulo~ia ddl'O clissea. Co me In m:il eri:a d'un po·· 11111 mcdforn.lc . t-ono collocati delibcnila• mente i:0110 u11 <-cgno 1ooloi::iro o un pa· rufTo critico; cd nlla fon1:tc;ia del Joyce ciò è ,alido aiuto. 11er emnnci1rnr.;i dnlln 11('• c.c~si1ì1di npprc ..1are nc...si e giu..,1ific11zioni. e conccnlrnr .. i imet'e tuttn mila re::ilizza• zione de'llc .,.ingole figure cd immagini chiamate o:otto quei sc,ni. Ln im1>innto co- 1,j t:copertnmcnlc ir,tellcttunle e do1trinario. In \\ oolf non nucbbe E-aJJUIOnccettnrlo. E' in lei un hicol(llO cli co11fcrirc nd og:ni p:1r1c una reafoticn omogeneità: anche ali I amnnlc com.e •1 morde un frutto». C. B. Mnrino, che fu il d'Annunzio del Seicento, scrisse: Quel corallo mordace, Che m'offende, mi gioua; Quel dente che mi /èrc ad ora ad ora Quel mi risana ancordl... Voltiamo le ,palle a questi aemicnnnibali e rifacciamoci la bocca morbida col I primo bacio» cantato da Vittorio Betteloni nC'I auo delizioso Canzoniere dei veni' anni: Un bacio non .si chiede, Ma per /orza si prende: Donna che no 'I concede, Tacito ae lo rende •.. Di/{icil cosa molto OUener dal modesto Labbro quel che ua tolto, Come dico, e non cl11'c.slo .•. Il l~bro ella non po,,e, Ma per wllra,.i al mio, Pur con t>ezzo re,Uo, Tutto ciò non implica indelicate ri ..~r– ,·e 11 ugli altri romanzi (almeno n ,,.,r11re da }acob's room), nei <1uali gli islinti e _le idee ddla Woolf s'incontrarono in 1uanie– re diverse; o, do1>0 Tlte Wm:es, furo1 1 0 congegnali e ~frullali con fatica sempre più pnJC6e. Scrittrice toenc:.i.bilefino ali~ preziosità, i }etlori e, re!n11v~me111e_,gli efiegeli, ~ credc1tero Ju.sm~atr a r1cono· M:erla e oorri.spondcrla abbondando anrhe essi in u.n « sensibilicmo » ch_e, ~Ja ~nrt_e loro non di rado corrc,a il ru;ch10 d1 r1• man~rc alquanto vago e floreale. l\l~glio avrebbe valso uua qualità di com1>reiNon~ ('b..- s'intono~ a quella di cui elfo. form tanti (l8em1>i neUn Ì'IUn critica; do'"e alla curio@ilà e agililà ad intendere, non con– troslnno affatto e una certa pruden1a e quasi avarizia nell'apprezz::unenlo del _rau_., 1 espre.ssivo, e una qualche secchezza d1 d 1- eo1omie. Ancora meno contro,;la n~ co· elanle conirappe'--0 di f'en'-o comune (11 fa. moso commo11 j<'fl-~<' o/ readerl del do1tor mctamorfo'-i '-C'-~unli di Orlando, anche al le illuminazioni o -.imbolo~ie e-loriche di HPrnrc,1 thc acl.'i. C'è il ~uo 11erehè st:. no– no~tanlc la ,er ..a1ili1à della sua i..pir:1zio11c ,. la incredibile l?ra,ura l~1tcraria, t.:th-o~l:• 1 J, 1 fu .. ione non ne~c·o npp1t:no, o non rt<• ~t'.i afTatlo. L-----------~-----"--~- Quinci il vi.so non torae... Ne' fu, sì loat o ,mpreasc Dalla mia bocca ardenle Che le ~,uc lobbre i~leuc Mi bacio,' dolcemente. l:s1011oteca l:i1no 1..e quali o....,cr,·nzioni do,rd>~ro -~Ime• no ..cn ire a rendere, diciamo co~1, J)lU df'· 1anco Oi-cgno di C llll.,0 C \Rll \' .\,10,10 B\l,Dl'\J

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