Fiera Letteraria - Anno I - n. 2 - 18 aprile 1946

2 •icuro d1e non valgono n.ientc; ci metlo re: idee chiare. ,tilc cl11aro, e 1JOprallullo la firma. Se Jo,acro filoso/i di ùalore non non pensare alla Francia. lo p,opon-ci di ao ne parlerebbe. C'è un lalc rammoll1- aprire delle vere e proprie cUnichc, per mento ~cbralc in giro clic non ,i po- guarire i Jracomani {o Jrancolalri) come si trcbbcro capire dei oeri filo.o/i. Adeuo .o· guori,cono gli infohicafi dalla nicotina. no tu/ti prctcn::.io•1 e callitii, appunlo per- - Che opere lia lello rcccnlemenle} dtè ,tupidi. / oeri arli,ti aono buoni. Bi- - Ho ldJo un ,q-rutn:o ing/etc -.ulla ,ogncrcbbc riportarli tulti a ~uola, inae- vita di un dollorc, tcritlo proprio d.:1 un gnarc a tutti il loro mc,ticre. la pilluro, dollorc, credo. Me l'hanno tanto vanlafo la .c:.ullura, la p,o,a, ma anclic la cal::.o- cd è alba,1anzo inlcre•san!e, ma non mol– leria, Id cucina ... And1e la cucina è in tissimo. Peraonalmente ,to ancora con De decadenza, non •i è m:at mang{ato oo,ì A miei,, con Rooctta. I-la letto '•Lo !acri male nei ristorc.t1ti. E la g:acrra} A nchc mc degli allri} •'. E' bclliuimo. Ma oodu qua lianno pcl'IIO ~l me-vliere. Se fanno a dirlo ai ao9lenitori di Paul Valéry e di moriro tanli aoldali in poco tempo è per• André Gide. E• il prolJinciali,mo elio r.:,. cl1è non la 9'mno più fare come prima. vina lutto oggi in Italia. Biaogna ,provin- Cli propongo ancora un tema: la !et. ciali::zani e ricomincil!re da CUJpo.Ma ho teratura moderna. Ne parla cautamente, paura che qucslc mie parole •erwno a ,enza comprometterai con i nomi. poco. / peggiori M>rdi aono sempre gli _ Anche qua _ dice mi pllre clic ,tessi: quelli che non c,ogliono tcntire, regni In mania di farai influenzare dagli pcrchè hanno intcreuc a non •en/lrc. Ep– •lrc.~ieri e di ooler pa,~rc per ,uperintcl- pure e' è qualcun'altro d'accorcio con me ligen~J "1Upcrrladinatl, aupercfbi, •uperag~ sullo ,tato di decadenza delle orli. Se ne giomati, inoece di ,cril)ere bene e chiara- parlassimo tutti, potrebbe aerlJirc a qual mento quello clic intcrena. C'è gente che co,a. ,crÌIJc pagine clic non si capiscono oUalto. . Fini,ce di parlare ~n un gesto ~fidu~ Ho letto Eraclito e Nicts::chc e li / 10 ca-, etalo e non~ranle. Cl, u,o lo corlc,ia d1 pili. Certe critiche moderne d'arle non rie- non tradurlo in parole. ,co o capirle. C'è aolo una slrada, mi po \1 HHOO P1t·n0'\I STORIA DEL MEDIO E\ O Il Venerabile Beda Il Vcncrobilo Bcda è, ,enzo dubbio, 1\ p1l1 grande storico di tuuo il Medio Evo. l'unico storico della vitn 1piritunle che abbia avuto l'Europll •ino ai tempi moderni, filo– logo e critico in1iemc. Nnto nel 672-673 e morto il 26 mngg10 73S, dopo una vitn de– dita agli atudi, quest'a.nglosnuone che si 1pcnse dettando nppunti ai auoi discepoli, fu anche un gronde maestro. Scrittore lim• p'ldo, ripO'Santo per chi gli ,i accosti dagli hispcrica /omnia o dalln alcun prosa di Adelmo, ci lasciò unn breve nota autobio– grafica; ma, come per tutti i grandi storici, le sU'e optrc tono tcmpre autobiografiche. nel senso che egli )nterpreta cvonti e per• 90no con un impegno che mett'e in mOftra tutta la aua peraonnlità morale. Ln Hisloria eccle,ia,liea Renlis A nglorum, è dedicala n\ re Ceowulp. La atorin è con• cepilA dn Beda sempre come maestra di vita: mnestrn del bene quando racconta im– prese buone, mnestrn del modo di evitare il mal'O quando nl\ftn C0'8C cnttive. Egh ha coscienzn di un duplice dovere dello stori· co: In ricercn della verità e l'illuminnzionc dei posteri: • Noi che - come è norma d1 ogni slorico vero - cercammo cli nrfidare per itcrillo nlln conoscenza dei posteri ciò che raccogliemmo dnlla tu1dizione ,. Come qui parln di • norma di ogni storico vera– ce!. (ocra !ex h1'1foriae) parlerà più chia– ram-ente di uerax hi,loricus, quando per imparzialità di storico dovrà elogiare le vir. tù d1 certi mon~ci dei quali deve pur dc– plornre lo spirito scismatico. E se parli\ di tradizione ornlc (fama oulgan•). non può essere confo'SO con i cr-oduloni cronisti del medio evo che nscohnno qun una fola, sen• tono lì un miracolo, e tutto ripetono n ca• t.a.CCIO. Seda raccoglie mir3coli (tnlvoha. purtrop· po, per t1lcun 8 intcrn sezioni della H:storin). ma non si dim'Cntichi che In sua era una •torin delln ,,i111.rel1giosn. e che egli ere. devn a quei prodigi. e doveva far loro po– sto nel meconio. Così qunndo parlerà di san Fursy non potrà tncerc della vision-e per la qu~lc il sanlo ern celebre, e riassumerà un brnno del Libellu, de oila ejus. Come crtdeHe n queste. fole ci mostra l'edifican– te atona di Edildrida, che, vcdovn di un principe, sposa in seconde nozze Ecgfrido. ma riesce .-empre a conscrvnre ln suo ver• ginità fin quando non se 11'0 vn n finire la vita in un monnslcro. Molti anni dopo In morte delln ;eginn, Beda ha a"isl1to alla traslnzione delle ossa e descrive con una certa macabra compiaccnzn, ma cffìcae'C· mente, il portento del cadavere rimasto. i~• tatto! A un altro miracolo non ha ass1sh•• to pcnonalmcnle: glielo hanno però rac• contnto appena avvenuto. Ma è carina la .cena del rncconto. Bedn ai reca dal narra– tore che gh chiede: • Ci facciamo portare da bere~». E Bedn: • Si: anzi ne sono Ueti11imo. Portarono da bere e, mentre si beveva cominciò il racconto •· Sembrano due m'acchiellc, questo storiografo e qu~– ata "Sua fonte vivente che scrivono la stona inter pocula , 1 Narra anche di poeti estemporanei: e Vi era un monaco eccezionnlmente privilegia– to dalla grnzia divinn, che aol'Cv~ co~por• re cnrmi ndnlh a suscitare sent1menlt re· ligiosi: se qunlcuno gli spiegava ~ualch<'l pano biblico, egli poco. dopo l_o.npetev~ in poesia, in linirun nnghca dolc1ss,ma e 1• 8 pirata ».• La conccziotre mistica della J>:Oe· s\8. come ispirazione divina, è spinta sino al punto di dire che il frate componeva versi dormendo! ,Compiaciuto Bcdn stes- 410 dt narrare le virtù poetiche del_ hale. si. sofferma in particolari pittoreschi: un~ notte riposando costui in una stalla, s,h appa;vc in sogno uno che l'inVlt~ .a can– tare suggerendogli come tema l'ongrne del le ~realure. Il poeta stalliere compose dei La Fiera Lctterarin è a disposizione dei lettori per procurare loro at1ra11Cr,ole li· brerie e ,cnza alcun onere di commis– sione,• tutli i oolumj desiderali. Spedizio– ni a mc:zo ,tç,mpc raccomandate, franco di porto contro il pagamento anticipato del prcz:.o di copert•'na; o contrassegno, al prezzo di copertina gravato dalle sole spcac postati al puro costo. e versi il cui 8'0111,0 era: • Ora dobbiamo lo dare il Creatore del regno cclesle, la poten– za del Creatore, In sap1enzrt di Lui, lo alo, ria del Padre•· Bcdn oggiunae con finia– sima sensibilità: • Questo è il concetto, non l'e,alln esposizione delle pnrole che egli cantò dormendo. Non può difo111 la poesia essere tradoua alla lettera acnzn che per, da un po' del suo decoro e della aua ele– ganza •· E' bella la morte del poeta. Be, da si esprime proprio così: e p,ulcher /i· nis •. • Facendosi il aeg:no della croce re• clinò il capo sul guanciale, e meuo as– sopito finì la sun vita in silenz'10 •· Seda non amn lo wpettacoloso nè l',-n• fatico. ma narro con vivn ptutecipazione a1 fatti e con profondo ,impatin per )'e grandi personalità mornli. Cli aneddoti gli servono n lumeggiare meglio la •piritunlità dei protagonitt1 della slorln. Indugia volentieri su R;esti cavall-crcschi. o che si tratti di Lilln. che fn &eudo del suo corpo nl re e muore pcl colpo di pu• gnnle destinnto al suo sovrnno, o che •1 tratti di Edvino che, 'esule, o,pite di un re nmico, sin per e'Slere trndito dn lui. A rhi lo melle in guMdia e gli offro •cnmpo nel– la fuga, ecco cosa rnsponde Edvino: • Ti ringrazio: sci stato veram<ente buono, Ma io non posso fMe ciò che mi suggerisci, non oosso essere 10 a rompt"te il patto di Bmicizm .stretto con IÌ gronde re, qunndo egli non mi hn fatto nulla di mnl'C, non ha nncora espre110 alcun gC'llto di inimici• zin verso di mc. Se devo morire prder'i, iaco essere ucciso da lui ch'C eia nn QU•· lunque nitro meno tnobilc •· Non divcr• samente nvrcbbe dello Beowulf. Nel parlare di certe fiaure cnre alla su .. •toriograhn. Seda rnggiunge l'cffìcacln con una certa compostezza quasi fredda e con quell'empirica compinccnzo del particolnre proprio della sun gente Che CR"lisin prodi• ve a idcaliuare si s_pieaa anche col sano schifo che h1\ verso i cattivi ed episodi di sangue e barbarie. Rt:cordn ad esempio l'uccision-e di un re per il tradimento d1 un conte. mn più che sul tradimento si ferma n fare l'elogio del buon re ucciso. Della -stodogrnfin di Bedn. in confronto 1\ tutta In mcdiev11le. si può dire ciò che egli dice di u:1 frnte ignobile: che differenza trn chi come questo frate sul punto d1 morie v:de l'Inferno, c- il prolomarlire Stefano che vide il Paradiso 1 Beda è di quelli, che pur non ignorando l'Inferno. gunrdano di più al Paradiso. Chiude il suo libro con una vi!lione di pace nel presente e con In cer• tezza che il futuro sarà buono perchè è nelle mani di Dio: • i Pitti aono l>egati da un patto di pace con ali Angli che sono ormai cattolici, gli lrlande,i non medita– no nulla contro i regni nnglosassoni; gli antichi Britanni odinno gli anglosaS110ni e il cattoliccwimo, che combattono sullo. quc• stione della Pasqua: mn nulla poS!!Ono per• chè si oppongono loro In forza. degli An. gli 'C' In volontà di Dio. Tra gli Angli del• la Northumbria molti, nobili e non nobi– li. in questo nrridere dello pncc e in quc· sta serenità. deposte le armi. ricevuta la tonsuro. pr'eferiscono arrolarsi nei monn• steri che dnrsi alle guerre. Qunle esito n. vrà tutto ciò lo vedrnnno .i posteri. Tale è. per orn, lo stnto della B,itnnnin nel– \'anno 285 dell'invntiorre, e 731 dcll'incar. nazione. Nel ~rpetuo regno del Signore esulti la terra e ~i 1'allegrino molte isole, perchè la Britannia è n>ella fede cristiana e confidino nella snntità di Lui. Moire. dunque. sono le pagine soffu"SC di poe!!ia: mn una merita di e■sere rilettn. Fat• ta conoscere dal Taine e dal Maurois è tul• tavia poco nota in halia. Il re Edvino ha convocnto unn riunione di amici, principi, consiglieri, sacerdoti drui• di per sapere cosa pensnuero della religio– ne cristinnn di recente p,edicnta in Inghil– terra e se fossero dispo!lti n seguirlo nella conversione e n-cl bnttesimo. Pnrlò per pri. mo un druida e diS"Separole antipatiche d1 sconfessione degli antichi dei. quelli dei suoi padri, che volentieri nbbandonnvn perchè erano evidentemente più deboli dei nuovi. Seguì a lui un principe, che parlò con ro• mantica accorntezza, con quello struggim'Cn. lo d' nmore per il dio ignoto, per l'ignota Verità che avrebbe ispirnto al suo tnrdo ni– pote il Mario l'Epicureo. Disse così 11 prin– cipe snll!lone: e La vita dei mortali su que· sta terra, o re, in relazione a dò che ci at• tende ncll'oltra vita sai n che cosa io la pn. ragonerei} Ascolto: talvoltn, d'inverno, qunn. do le brume coprono In terra. tu siedi a cc• 1anco FlEH.\ LI-.TI bR.1 Il I I L li T T t,· J< A D ,I L I' J:: .Y J:: T O Dramma degli studenti L'olio di /dbraio gli studenti di Padooa lianno /esleggiato, dopo anni di divido, la rivolta studentesca conlr.o gli au,triaci del 1848. Convennero dalle cittd del Venefo e dalfc allre univenilà d'/fal,,a, brio,i come Ml le m1'moac di cui ,i adornarono i berretti golit,.•dici, fossero non fiorite in •erra o lun• go i dcclioi della riviera ligure, ma a un anticipato so/e di primaocra su qucsla terra clic non si era ancora liberala dal gelo. A I· traoer.sd ,-ono /e strade principali' con carri masclierati spiritosi e 110 rivi,to per la pri• ma oolta dopo questi anni una /olla di una cillà ritornare o ridere F.ui molto grato a que,ta gioofoeua e colsi questo felice aspe.I. lo come un buon a.:.upicfo di inizio" d'anno. A vcvo oi,to Padooa l'ultima volta un gior• no del 1944. quando nella notte erano ,tati uccisi per le slradc dei cittadini e gli ucci– •ori girm>ano per i caUè, armati e minac– ciosi. MolU di q.ue, ti dudenli ora cc.~nu/lati da Omero o da diplomatici dolfc Na.:.ioni· Unite nelle fEro all~gre mascherate, erano in carcere o olio macchio in lotta. Questi sopra11vissuti ritornano ai loro giuochi, ai loro studi, alla loro tiita. Vi •ono JC'i-· vuo– ti tra le loro file: quelli che aono stati uc– cisi. Ricordo quc•ta città e queste atradc in un altro giorno, nel primo anno di q.uc– ata guerra, quando vi si concluse e Lo mOT– cia delld ,:ioc,ine;:;:.a •· Lungo quelle 1trada si ergeoa·no tribune spettacofo,c per o.uiste re alla sfilala di migliaia di giooani' i'n armi. Nel Prato della Valle, sebbene Id 'Ttlm-ci'ada Genooa a POflova Joasc gicl alata compiuta, Vi erano grossi pattuglionj di gi'ovani clic non aoeoono ancora impordto a marciare e IJenioano addestrati' per U giomo della rioi• sia. Mi rifugiai per sollevarmi dalf'inc.ubo del futuro da Tono Zaneanaro che mi /cce ocdere le sue se grete isloric di quel tempo da lui diacgnn.tc con una fantasia corroden– te. Quando i giornali istupidili dal tambu– reggiamento dC'll' 03annarc arrioooono o ,cri. oere: e La sua voce gladiatoria si d,'Uon• devo sulla /olfa oceanica, .. • (con tanlo ro- 11i1Ho d; sloria romana ,; era arrilJali a ere• dere che i gladiatori /oucro gli clcmcnli più nobili dell'impero) Tono Zancanaro prende. 110 qucslo filo e lenct>a uno dei' ,uoi grol, fctch1' di dicci' bocche in una lesta con ::ompe di toro o di' ele/onlc, e le decora::io– ni sul oasto petto si centuplicavano in con– trappc.a ai ,imboli /dlici, Quella lesta dal• le dicci bocche gettal)Q la maglia gl~)ia. Iorio sulla giooinc;;:;;:;a di quesli anni. /n/ci– licissima gj.ooine:::a. Si sa come è la menic delta giooincu.a: esso è sempre o/Juscald da i>oglie affioranti alla pelle, come lo è quel• la degli altri soltanto nei giorni di trapasso verso la primavera, quando l't..,.ia si imprc· gna del pro/umo dei i,rimi fior,i. La gio11ine::– za è una cera che sì lascia imprimere dai ,o/fi del oenlo. E vi ero primo d,i c,sa rc– aempio di un'altra giooine:::a, di quella dei' loro padri, che at>ctla/alto una nobile gucr• ra. Ed 'è sempre ansia dei figli di S"Jpcrare i padri. Ma non ebbero una nobile guc"a. ogni eroismo se non cadeva nel disprez:o o ne/ ridicolo. caJeoa nel dubbio. Vi furono giooani offuscali che, impresso nella cera della loro anima una conlraslante morale, furono fedeli a essa /ìno a morire. So ,li uno di quc,li che diccl)O: - lo ho combattulo sempre assieme ai miei camerali ltrdc,chi, essi hanno riconosciuto il mio valore lea/. mcnle. non posso lasciarli. E mod ,olo, ir combattimento aereo, ulllmo dello ,cl1iaro nel ciclo della città, sicuro di difenderla daf le 1'ncursioni alleale. So di un allro. V ilo RapiMrdi. che tredici jliorni prima della sua morte scrisse nel ,u() testamento: Cercate tutti, miei Cil~i compagni di lolla e di ideali, che il popolo italiano si risoc1tli, e cenate le lotte di parte clic Ionio l1anno dilaniato queala noslra Italia, rf!ndcndo i {ralelli nemici; lulli collaborate per la rina– scita e il risorgere della Patria oggi divisa e dilaniata, ma in un domani mi auguro nuol)(lmenle unila <" polente, Al crollo dcff'c,ercito era passalo alla macrliia e /u ucciso in un'a::.ione conlro i ledeachi a Quin– to di T rcuiso. So di un altro. clic aocua po- na circondato dall'amicizia dei tuoi capitn• ni e dei tuoi consiglieri: arde in mezzo il focolal"C mentre fuori infuria una tempcs1n di pioggia e neve. Entra all'improvviso un passcrolto da una porla, svolnzzn per la !ltanza cd C'SCesubito dalla porta opposta: per qu>ell'attimo che esso tesla nella s111n• zo caldn non è toccato dal Furore della tem_ pesta. Ma l'at1imo di sereno fugge e il pas• serotto, scompare agli occhi tuoi. venuto dal. In tempesta, dalla tempesta risucchialo. Co– sì è della vita nostra: ne vivinmo ln fuga. cità ignari di ciò che prcccdè. ignari di ciò che seguirà. Se codesln nuovn dottrina ci sa dire del noslro destino, di ciò eh-e pre• cedè il nostro nascere e di ciò che seg:uirà alla nostra morte, seguiamola pur,.,. C \Ultll U 1'1 l'E Iulo rilrooare come una traccia della nostra nobile guerra combattendo apcrtamenlc con• tro i tedeschi cd era sereno delle sue az;o ni, orgoglio,o dei suçj soldati, di quelli ca duti e di quelli sopraOL'lssuli. So di un ol tro che fu più addentro nell'aspro gucrri• glia coprendosi di sangue d; italiani o/fu• scali, mentre la madre impa:::ìoa sollo i bombardamenti aerei, che ne~ uscito atlo_ nito, ma con,apevole che l'orrore debba ri– solversi in una parola nuooa. So di un al tro clic il destino volle incarceralo dagli uni per- avere tentato di suscitare la rivolta con tro di essi al canto delle poesie di Bloc, e poi trucidato per errore d~gli ollri: era il pocla Guido Bottegai, e come lui .ugualmen• le un allro pocla: Rubino Rubini. ln/elicir ,ima giooinczzo. /\'on cb~e una nobile e aperta guerra pe.r rivolersi contro i padri. Eb. Oc le più oscure e strazianti situo;-ioni, e l'a.:ionc era .orda, sen.:a una parola definita in chiarc::.:a a illuminare. E doveoano da lnro stcui /arsi uno ragione delle loro o::io– ni o/fuscate o chiare. So di altri' che /orh di quc,ta ragione .astennero il morhrio, d1 altri meno /orti che non lo sostennero, d1 altri' che tradirono i loro compagni. E so d1 un altro ancor-a che alJcoa una aola ragio– ne: la paura de/fa morte e della fame, e pa,. •~ inseguito do questa paura indiOercntc· mente da .una parte all'altra negli svariati•· simi rcporli, e io credevo morlo, ma lo ri• vitli. di ritorno dal campo di conccnlramen• to finale e volle subito assicurar-mi clic non avcoa fatto male ad a!cuno e poj con un r..ucgnato .arriso mi diue: - Ade,so. i miei ami.ci mi dicono di /armi comuni,ta. - Snno cera, infelicissima cera che si è lo– •ciata imprimere da tutti i soUi del vento, dal più ingrato ocnto che abbia spirato ,u que,ta subli'me terra. Combaltere auieme al. lo •lrl"Vliet<'. per liber•re la propria patria da altro 9tranicro, e quello per una .amma• r,'a ,lrategia distruggc11a le sacrosante cii• Id e questo le depreda11a; combatlere auie– me a questo che la a»erlJilJa con dj.sprc:.:o; tombatterc da soli contro altri italiani truci– dandoli' cd cucndo trucidali scn:;a m1'1uro del aongue. menlre gli uni e gli altri alro– m'cri prudenz.ialmcnle rispar-mialXmo il pro– prio con acnilc calcolo. Nel con/uso del tem• po e delle a::ioni due tragiche cliiarc:::e oanno trnltcnute come inconfondibilmente italiane e sperabili fonti di salvazione /,ulu• ra: la oo/ontd d; uccidere più clic altri, al· lri italiani e la tJOlontd di morire in questa lotto, moni/c,lat.a con un senao di esalta pre– destinazione, come per una colpa da c•pia– re, come per un remoto sgomento della oila oacurata e di non a11erc a11uto la nobile Ruerra dei padri, ritcnendo,i oinli nel non averli ,upcrali. Questo è .un dramma pro– fondo e i drammi profondi creano anime nuove. C,Ji altri non eb~ero questo dram• ma, furono dei semplici, aospinti dalla po– tenza delle industrie e delle armi, gli uni oinsero perchè p1'ù dmpjamenle /ornili di materie prime, gli altri persero perchè esau– rirono queste. La noslra giovinczu:z non per– se e non vinse, /u dentro nella lolla a,,o– pita nel suo oj/uscamenlo d; primaoera e /u dentro alla lotta per risocgliarsi a una maturild opc.ranll!, Per essa vi è scon/itla e oi è 11itloria non c,ternamente, ma dentro di essa e ,iamo in atteso di oc.dernc la mo. dcllazionc, che non i.>a con/usa con gli ap– porti doli dalle idee politiche, ma dovrd e•· acre tutta in relazione alla considerazione umana e della vita. G10,·\\':\'1 Coì\11:-.:--0 DIWICllE Ad alcuni braoiuimi letterali ,ui /renio o quar<Jn/' anni: e lo per mc, '$apendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mnt lodata !"avarizia dei segni, e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa, dà luce n tutt'un periodo. Oltre che il te– dio e la stancheua del povero lettore che si sfiata a ogni pagina, quando anche non pcnas,ire a capire, nuoce ai più degli ef– fetti di qualunque scnttura • (C. Leopardi · Letlcra al Giordarv). • A mo' di raccomandazione a clii verrà dopo il 2 giugno: 11 Quando si scrive bene. si hanno con tro due nemici: I) il pubblico, perchè lo stile lo costringe a pensare, lo obbliga a un lnvoro: 2) il governo, perchè sente in noi una forza. e il potere non ama un altro potere. I governi hanno un bel cam biare, monarchia. impero o repubblica, po co importa. L'estetica ufficiale non cam bm I In virtù del loro posto, i funzionari - amministratori e magistrati - hanno il monopolio del gusto... Essi sanno come si deve acrivere, e posseggono tutti i meni p'Cr conv'1nccrvi •· (G. Flaubert • Episto– lario). • A gli • utili::zalori della cultura •· e Lo stile, il famoso stile che non ci hnnno dnto i poeti d'Cll'ultima 1llustre tria de, malati di furori giacobini. -supcromi. ,mo. messianismo, e nitre bacature. ci po 1.J"Ò. forse venire da disincantati savi e nv veduti, coscienti dei limiti e amanti in umil– tà dell'art-e loro più che del rifar In gentf' In tempi che sembrano contrasscgnnh dal– l'immedinta utilizzazione della cultura la salute è forse nel lavoro inutile e ino~s~r– vnto: lo stile ci verrà dal buon costum'C • (Eugenio Monfale . Il Barelli, 192)). ~1;, - . ,?;: r~ EDIZIONI Dt:LLA BUSSOLA ROMA . PIAZZA MADAMA, 8 UIIQ IW(Jt.'(S colle~iotre: ·· I l\JI 'l1'1I,. C. \V. VALENTINE J::' INTEUIGENTE VO TRO FTGUO ? BRU O MLGL!OIU I CHE COS'E' UN VOCABOLARIO? FllANCE CO GABlllELI CRISTIANESIMO E ISLAMISMO WO.LF GIUSTI LA RUSSIA DAL 1905 AD OGGI Bll I O FERRETTI LA FISICA CONTEMPORA EA EDIZIONI U LEO VALIAl\l STORCA DEL SOCIALlSMO NEL SECOLO XX f)p. 301 L. 250 !:o1orlae critica dei movimenti M>Cialit1idegli ultimi c:ln11uaula anni Il dello rivohn.ionl opo– nie e cou11dine che baunn ICOHO l'Europ,. ALDO GAHOSCI VITA iOI CARLO ROS ELLI 2 voli. ,,,,. 510 L. 500 l'iòi che la "Ila di lloHclli I• 11oria della rh·oludooe 111tif1otci1t1nuropea. CARLO no~SELLI SOC.IALISJ\10 LIBERALE f)J}. 170 L. 150 ,1ivl tlell'oper■ di lloudli 1000 quelli Jell■ cri,! odicr111.

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