Fiera Letteraria - Anno I - n. 2 - 18 aprile 1946

8 BILANCIA del le OPINIONI ~ e Poesi,a. • el 3 11 numero di e< Po~a », .... cela primn cli 1u110 lru le vurie sezioni dedica· tt r1llu put;:-ia i111ernazionulc, quelb cu· ra1:1 dn Un1,:,aret1isul Orusile. Ac;cnnlo ad una ric·ca onloloKia di traduzioni che for• niscono vulidi 1es1i poetici fin'ora <1uasi ec·onosci111i fra noi, 80no noie suggestive eJ esulli11simamente informate, e brevi in– troduzioni di cur:lllere gencralé, est.rcmu– mentc ~cn~tbili, come novi1l1 di giudizio e di intcrprcrnzione (cosi, ad f!Sempio, per <1ua1110 rigu-1nln la 1)()esiu J)opolnre in ge– nere, e In polcmicu 1mU'Arcudia). Come ecmpre Ungnrcui trnduee arrivando ad una c~u11:i interprernzione del testo, pur &enzu nulla .:ucrificarc u pretese 11ecessiti1 di « inh·rlinr-nturc ». Di Martin Hcideggcr si noli l'impor• tante " 'agg.io su << l:IOhb.:l\lin e l'esse1w..:1 de.Ila poesin ». Prcmellcndo Cill{IUC dizJO– ni ho:dcr:nnc, conncs&e J>Oi trn loro in un rigoroso 111010 di:dellico che le deriva l'una dall'nhru, Lleidcgger lcudc :1 defi– nire il lingun&gio « bene dcJl'.uomo », ma « bene il pii1 pericoloso», e trottando in particolare dclJ'(( essenta della poesia » (<1unndo ormai si entra in un campo as– sai Jlii1 vasto a delle definiz.ionj estetiche, o, tuu"al più di poetica - non di J)oesia; Holderliu è ormai solton10 un esatto « background», 1>crchè egli fu poeta di questa ((e~cmw .u, « poela del poela "&) nel. conci.linrc l\"npparcntc controdd.izione (« Poetare. Ln 1>ii1 innocenle di lutle le laccemle. :o; 1<••• il più periool06o di tutli i beni, il linguaggio»). Heidegg;cr fonda na– turali e nuov:: radici al senso umano ccl alla missione del poeta. Poichè la 11oesi11 non è ~oha1110 I\ divertimento u (innocen. ta), nui è << il principio stesso che fonda In storia .u (pericolo), t( non s.i polrebbe salva– guarrfore r111c.si "opcrn pericolo:iii:sima, se i,I poeta non fo,S,!,cespulso dalla viln ordina·· riu ... e protcllo conlro questa dnll'appuren– za dell'innorcnzn ». e< La poesiu risveglic l'ap1)nrcnz:1 dell'irreale e del so11:no di fronle alla rcnlti1 ... e vicevcn,u il rCl1le è c.iò cho il pocrn dice e di cui si fa respon– eabile ». Olirc ni limpidi et appunli » di Cecchi per Vnlcry, ed ali.a giovine vOce dell11 poesiu <li M. Guiducci (ancorn, forse, non n 1>icno Jìcvitnln, ma imporlantc per il leso impegno umano che la muove), v11 in• dicato il bel sngcio di Luzi « Sulla poesi1• di G. C11v11lc:1n1i ». Col vivo impeMno di chi ccrrn ilei documen1i - anche per sr !lesso - e non dei titoli filologici, Luzi traccia il percorso della poesia del Caval– canti, << dn inun.agini contemplntiVc »,-«a immagini attive ... »: penetrare ron la ,·itd nell'inlcrno delle proprie immagini cd ani– mare lolla la storia umana delln luce e del re8piro di <1uelle •· Così lt' lodi della donna, In sua « irraggiungibilità» corri– sponderanno nel J)oeta n (( un senso unsren– lr di pericolo. di paura, di perdimento eh{' ri0eue il po~to occupato in lui da quella in11naf·n,• d1e 11>Ì ,': odden:,ala contro il male. la morte». Americani e Europei In una rcccnliHima ma dcc'lsa pr~sa di posizione verso alcune idee esprcne da Bcrnard Bcr-enson - il quale con1igliava recentemente agli italiani una dr,utica cpu. raZ"lone menta.le, esortandoli a t1innega1e la m~tafisica d'nsccndenza tcd ~6.!<t sosritucn. dovi letture e abìti..:dini mentali dei popoli d"occidcntc. Gianfrat:co Contini (Mondo, n 2.j 6 npr'lle) analizza acu•,:1.men·c: il ca• T;ttcr~ della nostra cultura, .risp=:llo 'illia cultura anglo,sasson'C. A popositc d<'ila )ellcratura americana scrive: ••Se come il Bcrcnaon ammctfo, in Ita– lia si conosce bene (bcniuimo, trop'po be. ne, meglio che in patria) lo letteratura nor– damericana; se la conocrsazionc coi più alacn· membri delle truppe d' occupa:.ionc ci ha insegnato che Fau/J.·ncr, il più lctte– ralo e stilisla, là è praticamente un ignoto, che comunque lui, Saroyan, lo stcs.so Steinbeck costituisdono esperien:.c peri/e– riche o razziali non pienamente americane, che ,t:1;:ipresentaJil)j non appaiono nè loro nè Don Pauos e /orse nemmeno Hcmin– gway, ma semmai Lcwis e meglio Drciser (e meglio di lutto la narralioa tradotla in film). ciò è estremamente signifìcotùio. La Europa prende doli' A mcrjca non già ciò che è "amaro" (Am-ericn amara) e diDa– malorio, ma ciò solo che è im,:-otenza eu• ropeo. Ciò 90/lanto che conliene quulchc cosa di religio,o ". Ma gli stessi europei queste c08e, il più delle volte. norl le sanno; l'E,Jropa non ha più cosci-cnt.a del proprio im,ostituibilc valore: l'Europa abdica. Ecco c.:>rne il Con· tini, alla fine di questo suo bellissimo sag– gio si esprime: .; Quanto oorremmo dire ~ quell,:, a cui teniamo più di tutto, e si fonda su/l'cspe· rien:o diretta degli ameriCtJni che 1'incon– trano in Europa. Questi simpalicinirm gio• Vllnotti, privi di ogni jallanza e pretesa apo. ,tolica hanno la naturale vioac.ità, la /re– schezz~ spirituale, la curiosità c la dupo· nibilitò di promettenti ragazzi di liceo; con 1a mente, com'essi, poco ammobiliata, ,al– vo qualche angolo privilegiato d01,' è lllli– potiuima. Non chiedono se non d' imptJ• rare. E la cosa che più li so,prende, e ,u• bilo dopo I; a11ira, è sentire delle idee. CJ1e cosa oorreste comuniedrgli 1 stancl1e e te- dfo11e nozioni) No, ma un poco del pen– sare, la faccia umano della cultura volta I al didentro, que:1to potrebbe dargli l'Eu– ropa, Europa capta .•. Ma mentiremmo i-e •oslene.uimo clic a nostro porc,c l'Europa •i 1ia resa confo della pouiblità, che di. ciamo) della doocrosità d'una lai mi:ss~cne colonizzatrice. No, gli europei non ,e ne oc• corgono, e proprio in que,la rinuncia al oecchio prioilegio d'un'a:.ione della cultura è la prooa della dcCtJdcn:.a dell'entità del– l'Europa; in questo perder l'occasione di guadagnare a ~ e al mondo un fedele braccio secolare della culi.uro ". Scrittori al cinem,a J-111inizialo a Parma (Corso Vi1torio E· m!lnuclc) le ,ue 1mbblicazioni il foglio :Pensile L<1 cri1ie<1 cir1cmutogra/ict1, jn1cra– men1e <lcdicatu a problemi del cincmato· ~rafo, li foilio C:,t"e in una degn.issima , e– slc 1ipogr11fica, che ricorda Il Se/,x,ggio e l'lu,lia110, e· fin dal primo numero si pr.:– scurn con un i11tcreshm1tc sommario. Con uno serino di Ore~lc Mncrì intitolato <( Lei· h:ruto al cinema"• il giornale apre un « li– bero diba1ti10 ~ul <·in~mn: eull:t sua nalu– ru, sulle 'ìUe relazioni con le altre arti e con gli nhri as1Jcll i dell:1 vita umnnn, su il EUe 1>rospct1ive preses11ti e fu1ure ». Come si vede, un ardi10 e nmbizivso dibattito. l\focrì, nel suo s.;ritto, confessa di sen• tirsi, comi! lc11erato-umnnista, in disagio davnnli :JI t·incm:t, a « qu--4tt'urte, dice, <le– ruonic11, dionis.inc:i ». Ed enumera diligcn· 1emente j moti\•i di questo suo di,.agio: t( Di fronte allo ~cl,ermo mi sento vrcvari. cn10 1 in1imamcn!c ferito, Incerato nella Jlnr– lt: più sacra cl.i me, nel princi1)io dell'eco• nomia epirilunlc e malcri:tle dell'arte. Il mio sguardo nulb 1rn0 dil/gere, fermure 1 in1eq)retare; quel che rice,•o lo e:,tromtl- 10; mi foento rome di fronte all11 nalura, ulla vila, ,111a11do ,1ucste 60110 più ccce8si– \'C e imperiost ». Nello stebo numero se- 1,11:liiamo gli sc.-it1i cli A. M:1rchi 1 L. Scchi. ·1.. 8ocehi, f. ~:quarrin, G. Bollali. Riviste spagnole ,._,, le .-ivi:,lc spugnole 1>iÙuo1evoli ci1in• ae: EJpodafla, foncJ;11a a Lcon uel '44 e di– rctt:, da Victoriano Clémer. Vi collabMono Eugenio <le Nora e Antonjo de Lama con en~gi le1terari. Crisol, fondala a Madri,I nei '45 e direna do Lui:- Lopez Anglada. Pilar, fontlata a Suragozza nel '45 e dirella tln Snlanillana. l,cou«rrlo, fondnt·• u Bnn·ello• oa nel '45 e dirella d:i Tristn.n La H.osa. Merlil'erra,1eo. della Facolti1 di Ltllt're di \"alcru.:t, diretta du F. Snnchc C:1:.1:11ìer. l,11 e51a/Pt" lit<:ntria, informalorc scondali– ~tico e J>olemico di Madr:d. Garcifaso. fon, dola :1 Mndrid nel '43 e dirclln da Jos,': Garcia Niclo. (Nnta in r~:izione al lordii– .cmo e con in1enzioni di rivalutazione dt>i classici, offre un carattere documeniario. I migliori rollahora1ori sono José Maria Val. verde e Carlo,. Bou:,Olìo). Proel, fondata n Sa.ntnnder nel '44, I migliori poeti so:no Enriquc Sorcio l..,'lmadrid e Jofl~ H1crrv. L.n più notevole delle rivi.sic nuove C E,11regas de Poes11,. fondat:i nel '44 e di· rclla da Juan Ham6n l\lasoliver. 1 e ~0110 mciii quallro fa.~dcoli. IJ !lrimv riprc~eu– la classici dimcn1ira1i o riuniti in modu ins0Jj10: raccolte di cnlligrnmmi, di 1•0111· posizioni su ferite e maln1tie di dame, di canzoni deJJa notti: di San Giovnnni, ere. Il secondo prc:-;enla stranieri contempora– nei, nel testo e nella traduzione, Nel tcrw legginmo venti poesie di un giovane; e il quarlo comprende numcro~i snggi, fra cu, uno di l\fosoliver :,ul linguaggio dei poeli italiani con1em1loranei. Metafisici del '700 Nell'ollima ri,•i~ln inglese Scrutiny :.ib– hiamo !cito ('On i,ucre8SC un arlicolo di L. C. Knighl<;, On te Social IJad,. l!l"Ouml o/ MeJ~1,physic,,I. Poelry; qae•II\ ;rlicolo nell'in1enzione dell'autore è un avvio allo sludio più a1>profondi10 e ana– litico dell'ambiente sociale in cui la pnc– sin melafisica inglese del '600 (Donne, Frerbert ecc.) ebbe origine o si svilupp0. Dai punlo di , i:,ta dell'informazione e (!,ella critica, il K,dghts stabilisce una conne<:sione fr.:1 la \'OSlità d'interessi del• la poesie me1alii:ica e i molteplici e ~i- 111ul1anei as1lelli della vita d'allora. ì\,•l\u Jl(\Csia si ri1ro,•n e si ri0ctlc una svcidÌI la quale avc,•:1 dell'uomo un'idea qt,i111to mai complessa e problcmalica: di 1:il,• complessità e problcmatici1ia non si wn– la\"a una semplificazione o una rid11zio1u• :ul un, solo 1ermi11c 1 111:isi cercava d1 fa. re un mO(lns vivclHL: qunn!o più r.1111ifi– rn10 possibiie. li Knights a questo pro– posito ci rncconlo !:i vila di 6ir Henr) \-çotton amjco del Donne, il quale fu ~icmc uomo d'azione. corligiano, scril!o· re e, intellettuale i;inccro; e che è tij1iro c:.emp~o di una Ec11<:ibili1i1 « non rompir~ ARCHIVIO PE"N ALE Hivista di dirillo giurisprudenza e legiflaziork clirella dal PnoF. REMO PA~NATN l)irPiio11e: Via Caio lt'lario. 12 Ammi11istra:io111': Piana ì\fndanrn, 8 R O '1 A B b 1oteca Gino Bianco FJ l,RA LETTERARIA DOC ME -TI E TESTE\!Oi\'IANZE UN UOMO IN PRIGIOJVE 4h (Continua:ione 1 vedi numero precedenleJ I zeclusi dicono eh~ quando suona la caa,. pana del s1lenz10, dice: T rcnt'anm !,. Loro l"accompognano. -- Tren-t'anni, tren-t'anni .. Difatti l'C sonate !anno proprio così, si ri• pelone ta.nto. A ,San Francesco• la campana aveva suo• nato già da un pezzo. Nel mio camerone eravamo circa una dozzina, sdraiati sui pa· gliericci per ~rra. 1 più avevano ficcato la testa SOilo e si vedeva quei mucchi di giac– chette, pantaloni messi sulle coperte per te– nere più caldo. Attaccata al soffitto, c'era In lampadina elettnca ncll.., gabbietta di filo di ferro, e attorno si vedevano i mucchiclli delle c:mi– ci nelle screpolature dcll"intonaco che dor– mivano per tutta la stagione. Ogni tanto qualcuno s"alzava per andare al cesso e si rimellcva sotto. Verso le 11 ci fu 1a prima visita di noi· te. Il sottocapo entrò nel camerone inaic– me a due guardie. Una con In lanterna ad olio 'm cima a un baslone che la passò »u tutta l'infcrriat11. L'altra guardia controllò i dclenuti che dormivano, scopriva uu pò la coperta e rimetteva n posto. Poi la porta si richiuse e In ronda andò ncll'nltrn stanza. Un orologio, chissà di quale ch'1csa. suo– nava tutti -i quarti d'ora. A un tratto dalla piazza venne un canto di donna. Un detenuto alzò la testa. stelle a sentire. - Fronnc 'e limone! disse lui sottovoce. Si guardò ...uomo. Toccò ...,n h, mano quello vicino. - Cosa c'è? - Senti? - Be'... - Chiamano. - ChD · La voce della donna continuava il can 10 melanconico. La sera, dopo la campana. nessuno an. I dò a darmirc, ognuno di no: aspettava l'indomani con pensieri che forse si ras• somigliavano. C"cra il vestito da recluso che ci si doveva m~tterc per la pr:ma vol– ta, la ma11icola e sa,ebbe cominciato il periodo di segregazione. Da domani ognuno di noi sarebbe stato chiuso in cella. Quelle. dunque, erano le uhim-e ore che si poteva porlare. Gli er• gastolani avrebbero dovuto scontare 7 an– ni di segregazione, quelli a tempo o 3, o 6, I a seconda se avevano avuto l'au:ncnlo d"un gesto o no. Poi dopo tutti questi anni, ognu. no sarebbe andato nel camerone in comu• ne n continunrc la condanna. lo dovevo scontare 3 anni di segrega zionc, e siccome s"era nel 1922 c'C n'avevo fino al 192). Gli ergastolani che quella notte erano con mc n San Francesco s · rcbbcro rimasti \n cella fino al 1929. Bcnchè novizi, qucst'C cose si sapevano. Si sapeva che la cella era lunga 7 possi, che finita la l'Cgrcgazionc molto probab I– mente saremmo stati t1asferiti a Proc1dn o a Nisida e che laggiù ci sar'Cmmo ri· visti. QucUn sera non si buttò giù nemmeno i pagliericci, si pn'!lseggiava e si parlava. Il carcere crn qui-cto, In guardia ntl corr:doio passava e non ci diccvn nulla forse per quel cartello col luogo di dcstin.nz 'ionc che c'era sulla porta. - Si va a Santo Stcfa. no, superiore. - E.h ! fece la guardia. -. T'Cntcnnò il capo come per dire: pazienzn, e che lui non ci poteva fare nulla. Andò a vedere nelle altre camere, si sentì la sua voce: Voi fate silenzio. Dormite. Poi ritornò nl suo posto. si sedette, e noi si conlinuò a raccontarci le noslre storie, Un giovnn'C napoletano che si chiumavn Vincenzo, camminava solo in su e in g:ù, si vedeva bene che non aveva voglia di parlare con nessuno. Ad ogni modo io l'avvicinai, e dopo un po' lui si mise a raccontarmi il suo proc~sso. I carabinieri avevano trovato il morto vicino a una frat· ta, cd 'erano andnti a prendere lui a calla perchè c'era stella una quistione cinque mesi prima in un'osteria del paese, l'ave– vano portato dnvanli al cadavere per ve• dcrc che effetto gli farevn. Insomma, di prove non ce n'era, ma la causa eia andata in.aie e gli avevano dato trcnt"anni. L'innamorata, l"ultimo gior. no era andata al colloquio e gli aveva giu– rato che si faceva monaca. - Ti mando i capelli, quando mc li tagliano. Le ore passavano lente lente, 1101si an– dava in su e in giù come dei pendoli. Ora "DEDALO " HO,',IA - \i• Regina Eleu• 75.77 'l'el, "S0-S"S è fo l.breria 111t1wle /h.'r te 1·os1r'" 11ccessit,ì di lettori 11111ul!i. * ,, DEDALO» inform:1 gru111it11- 111cn1~ miglinia di clienti in l1u– lia e all'E::otero :,ulle recenti pub– blicaz!oni con il 1>110 ('at:1logo no• \'it:'1 DEDALO: 1111 re)>ertorio ag. giornalo e prccho; un vitale ~11·umc.1110di hl\ oro pt"r ,•hi lc~– ge e per dii .,,cri\•C. <1 DE01\ LO» ha spedito dal mar– zo del 1945 al marzo 19,16 in lt:i. li:1 e all'estero oltre cin,1uemilu pnccl11 cli libri a 1•enLin:iia di clienti ~nza riccvf!rc un reclamo, Chie<let~ l'i11vio gro111itodei Co– t(lfogo 11oviuì (/Ilo LIBHEIHA "DEDALO» Figlio 'e mamm.a, rinto e cancella si J:rl:i:~li:~~o:::c stava st:duto sul pu- ~i:t:t::e 1 ,T:~:n":ra~a arr:'ai.caria glie~iccio. ~ Gu?rd~ è g:orno. fece uno.:- ''==============""' _ Totonnel _D,f~lli s mcommciavn _a vcd~re_ un po _ lo rispose uno. _ C'è nessuno? Guar •. d, chtar~ alla ~ncstra. M arrampica, ~r ve• da. _ 'No. Vai. dcrc.: giù In pmz.zetta 'Cra deserta. dei bn:·– Totonne s'arrampicò nell'inferriata. Nnn'nìl.., Dalla piazza 1.a voce rispose col solito canto. 'O "!ai che è calccllc so tutte e 'na mancra, - Nannì !... Manamella In caria allumata. Quelli del camerone avevano preparato il giarnalc un po' ciancic<lto. Accendi. Appena ebbe preso bene. Totonne lo fece passare fra l'inffcrrintn, lo lasciò cadere Il giornale andava più piano lungo In ·fac– ciata del carcere, -e la fi<\mma che pigliava lo faceva ondeggiare di più. La l'Cnlinella sparò un colpo di fucile. - Scendi. s1 disse noi. Anche nella p !az.za si fece silenzio. · N'CI corr'1doio si sentì le chiavi. la vorc del sottocapo che· diceva. - Aprile al numero otto. La pallottola s'era ficcata nello spigolo della finestra. Quelli che si pnrtiva per Santo Stefa– no eravamo pochi: 12 in lutto e anche lì a San Franc~sco succesl'C come nelle nitre carceri. La sera prima della partenza ci r'lunirono in una stanza in modo dn tro• varci pronti l'indomani mattina, poi la guar– dia chiuse la porta e mi,e fi..:ori il cartel– lo dei pnrlenli. Noi ci si ripctè le sofac do· monde: - Dove vai? - A Santo Stefano. Anche te? - Si. Erano tutte condanne fresche e anche i nostri aspclli e~ano di novizi, con quel_ l'aria incerta per quello ch'C sta per sue• cedere. - Quanto ci hm da fare? - Tren– t'anni. - Quanlo ti rimane? - Tutto. Ha fallo un anno solo - E te? - A me mi s'è fermato l"orol~gio . ..._ A te? - An- che a me! ' rocc1 passavano, le finestre delle case era• no chiuse. - Beati loro. - F rn quanto si parte? - Dice alle 9. - Ora sì che è giorno. V"Cd1? - Sì, si vede. Il chiaro incominc:ava davvero. 11 siciliano ancora seduto sul pagliericcio si toccava una scarpa, prese un filo di p1• glia e lo guardò, poi '!li mise a canticchia- re tra sè. Chi sa con chi cc l'aveva: Carogne, darogne m'ave/e fn/anialo ... Lo diceva tulio col medesimo tono. - Ma quando suona la sveglia? Eravamo impazienti. lmprovvieamcnte la porta si aprì e cc ne buttarono un ahro dentro. Noi ci s1 fcrrnò a guardarlo. - Di dove vieni? Era un vecchio, e si capiva che e1fl molto pratico. Lui posò i due sacchi, e incom'mciò a trovare che tutto non an• dava. - E l'acqua per lavarsi? Superiore. Qui. Dove m'avete messo, nel cesso? Un po' prot'CStava, un po' parlava can noì. - Tutti a Snnto Stefano? domandò. - Sì. - Ah va bene. - E tu. - Anch'io rispose il vecchio. Si fa il viaggio insieme. s'arrivn alle 2 dopo pranzo. Si fa a tempo a mangiare In minestra... Ma qui ci devo. no dare l'acqua ... Ci raccontò che era arr'1vato in trndu_ zione straordinn,ia. - Eh. ho fatto un viaggio ... - A quan• to sci condannato? )-- Eh, che vuoi con– tare. ci pensa il cancelliere. Quelli che non fnccio 'I.o se li fa il presidente. Dette un'aggiustata alla robn che aveva nei sacchi, poi ricominciò a raccontarci lo sua sto,ia: - L'altra condanna l'ho finita: V'Cn· t'anni I Secchi! Ammazzali! Senza nemme– no un ginrno di grazia ... Ma io, caro mio: Vi siele mangiata la polpa ora rosicatevi l'ossa... Non dubitare, quello non lo fa più il tcstìmonio falso.. - Quanto t"hnn· no dato? - Quanto mi dovevano dare? L'ergastolo, si s..1. L'ossa si devono ro8ica. re! Fccc ancora col suo sorriso sicuro. Di noi dodici, sctt'C erano cond.iinnali a (Continua). Ezio TAD»E1 tempo, gli nitri cmque all'ergastolo. tirucntalizz3fa \I. Il crit;co 11oi si diffonde sulle varie c:iralkri~tiche del tempJ e -.:i dipinge con cffil'atia u11·c1ù di grande ri– goglio in cui la rdigion::, la vita J)oiiti– cu e sociale mescolavano insieme llj)posti clemc111i, mcclie,•;1li e moderni, eonf,·r· mando il suo qundro con un ncccnuo alh: età succ:ssi,,,~ (Hc~h:urnzionc e lllu111i11:– $,IIIO) le quali conccpirouo l'uomo iu ma– niera molto più unitariu e scmplifichln. TI Knights, prim:i di in'ziare l'indagi– nl' vera e propria indicu alcuni 1m111i C"he, secondo lui, debbono giustificare P. ,piq;nre uno iillldio <<sodai.:». Da lll!enli punti ri~alta In ('liiara inlcn1.ionc di non •olloporre la ricerca· ad una tc-,i, ru.1 ~ol, 1a1110 ,ru<::,rln ricr una nrngi;ior~ eom– JJ1'Cnsio1,c dei v:ilorj umani del pa.,Htl••· e, Se voi mi ehiedelc, egli aggiunge. quo· l'è ]'utili1:I (di que,;la ri<'crra)" io dirci rhc, n partt- il r<!fforz:1re la no~lrn pre~a ~ull:i l{'itcrrlur" d1e amiamo. c~~n !1.1 rn- tilità di 11.i1ti !;li •lmli :,torici e ::OCl:lli l'he siano p~rmecti dn un ~enso dei va• lori umani; cioi: che es•a np1)rofondi::o"e la noslra penetrazione 11clrin1i111a dipcu– <lt'nza fra lo sviluJ)llO individuale e c1ud– lo cli fotlori cslcrni al\'i1uli\•icl110 1 e f:t ri– salt;irc pll1 vi,•idn e s1lccifiça In vetiti1. che 1:1 ci\•illi1 è esscnzialmcn,e rooper:iti– va1 implicando la cooperazione roi vivi e coi morti». L• riprodu,do1u1 degli ocri11I n ,B.cgni comeuuli in •1ue•10 giornaln ~ ,i,nat•. I ouano.eriui non ,i ,.-~•ih1i1cono. G. D. Al \GIOJ.ET "l I Dircuore Blll'l\O HO'1A'\'I Au1oriuuoone n. 6'1:!:9-H3-1338 del ~8-l:!:-IS l-.l)JZIO:-.1 Dl•.1,1.,\ UtSSOI.A Tipografi• dei Borghi • Vi• ,lei Corridori.:20-n - lloma Per Combustibili Appalti termici Trasporti SICCATT SOCIETÀ D' IMPORTAZIONI Pinzza E~quilino 5 • Tcl. 487-716 BOMA VASTA ATTHEZ7.ATUHA PEH IL COJ\IMEI/CIO DI CAHl10NI E UGNl'l'E RACCORDJ FEBROVJAlll, RoP•• Ottieou, (Vi• Trnicell•) lllil•no (P, llomao•) FJLIALE, Milano - Vi• G. Pallavicinì. 21 Telefono 496-9U Vincenzo Lubrano ROMA FONDERIA CARATTERI CARTA - MACCHINARIO E TU'ITO PER LE ARTI GRAFICHE FONDEl?JA CAIV1TTEIU Argo110111i 5 - Tel. 683210 UFFICIO VENDITA Piazza Nm,011a .18 Te/. 5384-8 - 55866

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