Fiera Letteraria - Anno I - n. 2 - 18 aprile 1946

FIERA LETTERARI ANNO I _ N. ESCE IL GIOVEOI Comaato di Dire:io11c: Corrado Alvaro, Emilio Cecchi, Gianfranco Contini, Ga· briele Pepe, Giuscp1>e Ungaretti DireHore: G. B. Angioletti Redattore Capo: llru110 Romani Dirc:io11e, Ammi11ùitrt1zio11e e Pubbli<:ità Roma. Pinzz:1 Ma<l:una. ft • TPI. 50()19 L'allegria dei poveri Mi raccontano che, quando ~i trovò a Roma un grande scienziato americano, gli scieoziati italiani iu– caricaLi di accoglierlo si stillarono il cervello per couvitarlo piacevolmen– te, e in una trattoria suburbana lo rimpinzarono in modo che egli la– sciò scandaliz7.ato il nostro paese, con l'irrilazionc che produce sem– pre un povero il quale ci faccia un dono mcnlre noi coniamo a soccor– rerlo. Questa faccenda del paese che ha fame, mentre nei negozi di Homa si trova tutto, non spazientisce sol– tanto gli slraniel'i, ma anche un ita– liano il quale abbia un poco di cri– terio. · Sono abbastnnza indigeno per ren– dermi conto dell'animo con cui i miei conrrnzionali lavorano iucoscia– mcnte a ro\•inarsi la reputazione. Già vidi in Abruzzo, all'arrivo de– gli inglesi, pranzi offerti all'ospite e occupante e nemico che ci aveva hombardati fino al giorno 1H·ima, h1 cui gl'invitali non riuscivano a ce– lare il disagio e io scandalo. lo sa– pevo che erano le uh ime riserve cli farina, di vino, di zucchero, sacri– ficale quel giorno sull'altare del. l'ospitalitù e dclJa speranza. So per pii1 vecchia esperic1w.. .a che questi so– no i lussi dei paesi poveri, che noi ci si fa in quallro e si dà fondo alle pili gelose riserve per un'ora buona attorno aJla tavola, che esiste un'in. tera categoria di ciuadini la quale, in una vita angusta, in case anguste dove non esiste che un vestito buono per far figura per la strada, quasi un travestimenlo della miseria (pres– sappoco noi biamo sempre- in masche– ra contro le nostre pene), ~ode .l'ora in cui fo fomigliolu si raccoglie ,:attor– no aJla tavola dcll'ooleria a divorare il ~uadagno di una scllimana. Non parlerei di queste t•ose S(' non Cossero diventate un problema na– zionale; so che è sconveniente par– lare di m.angiare. :Ma ci siamo ridoll i a questo, cli clove1· rendere ragione di quello che mangiamo. Molti miui fa, e non so se una tale abitudine Juri, in cerle poverissime province italiane , incontrandosi fra vecchi amici, si domandavano che cosa avessero mangiato. Non era per avi– dità. Era perchè il cibo è per gl'ita– liani anch'esso un fnlto plastico, come per il pittore la natura morta. Basta guardare un presepe italiauo con tutti quei doni commestibili. Devo dire che, una volt.a, jn un civi· Jissimo e ricchissimo paese stranie– ro, fra persone colte invitate per un.a cerla celebrazione, u1i buttò in cu– riosi pensieri lo spellncolo d'uuo dc– gl'invitati, non jtaJiano, il quale alla fine cli ogni pasto mandava .alla ima famiglia ]011tana 1111a lettera scritta di'!tro 1a minuta del lauto pranzo consumato. SuJ tema dei pasti po– trei scri\•ere un trattalo, considerun– do da essi Je nazioni, il Joro spirito, eccetera. Le differenze sono minori di quanto si crccl.a fra popolo e po– polo su tale argomento. wa uu aspeL– to dà un colore singolare al popolo italiano, ed è che essendo esso un popolo sensuaJe, dà una sensualità anche al cibo, e una sensualità di natura, oltre tutto, artistica. L 'ita– Jiaao, come tutti j popoli poveri, mangia quando può e come può. E appena gli capita un forestiero, met– te quasi un piacere crudeJe a rim– pinzarlo, sconfiggerlo, ridurlo all'im– potenza, a costo di star cligiuno poi per un giorno. E' ignota ag]'itnliani l'apprezzabiJc ipocrisia dei paesi che hanno sempre ma11giato per molte generaz.iooi. oo credo che succeda in nessun paese di Europa di vedere, OJ\l MAR f O Corrado Aloaro: L'allegria dei poveri. - Alfredo Piero11i: Intcrvisia con dc Chirico. Gabriele Pepe: Il Venerabile Beda. - Giovanni Comisso: Dram111a degli studenti. E,nilio Cecchi: Com1nemorazioue d'un capolavoro. - Antonio /Jaldù,i: Tastiera. - Alberta avinio: Dilettantismo. - Rassegne di G. Di S. Lazzaro, \[. Praz, B. Romani, G. Pet.roni, L. Colaciccl,i, A. G. Bragaglia. A. Riccio, R. 1-'ranchi. A. Beccaria, ecc. come a Homa, famiglie inlere l·lic ~il prcc.ipit...a110 nelle pa~ticc-C'ric dO\c immensi vao~oi d1 dolciumi fendono la folla. lo, it.aliano, 11(' conosco Jp ragioni, so clic è qua:,i tutta unu fol. I la che po~~icdc ::.oltanto il ;e::.lito ri– picchialo che indm,oa. che in ca~u ha Lrcmato di freddo tullo l'invcruo. che il suo paslo è .a: ,s.ai problemati– co. Ma quc:,lo a u110 straniero che non cono::.ca 1'11alia, diventa 11110 spellacolo lli::.guslooo. Ba:-tcrebbe os– servare come di, orano, per capire Idee, paradossi e umori di GiorB·io de Chirico Nostra inlervisla HO\IA. 18 Aprile_l9-16 "\ \ COPIA L._20 ,Jbbomrme11ti: n1111uoL. 910 · scmeslrale L. 190 • trime~tralc L. 250 . E..tcro: annuo L. 2000 - Ani ... ; (>{'Qt1nmici: al rigo L. 50 1~11bblicità: al 111111. L. 20 fino a 500; L. 18 eia 501 a J()00; L. 15 da 1001 :i 2000 to dei male olla pittura, perchè allri /'han– no copiato senza capirlo e senza combinar nulla. Non lionno capito clie il fenomeno Pica530 nasce e muore con l,ui. Non può /are scuola in• piltura come 1-loelderlin non può /are scuola in poesia. Ncuuno polrà ave.re più /'ispirazione di Picasso come nessuno potrà avere più /'ispira.:ionc di Chopin. - PicaS30 ha comunque un· importan.:a nella storia del ling.:.iaggio artiatico) - Ncuuna. E' un grande artista solita. rio, imitalo #n;:i. essere compreso. Piuori senza grammatica d1e si tratta di poveri di 111.a !lO\•erl,1 Porto qu,indi lo conversa;:ionc sulla pittu· classica, as:,odala, i qm1ii hanno bi- ra itG.liana. Dc Cl1irico ride ancora soddi- sogno del ::iUJ)CrOuo. li pO\CrO eroni. sfallo e un po' ma/rgno. Sembra pregusta• co non• ha più bisogno del neccs~a- ;:,;: p:a:7;~ 1c:\e~u;!;tr:t:n!;;!;~ ;~;; ';.~ rio, llla del ::iupcrfluo. 1"fo c·ome puù sersi occorlo d1e ho /'intenzione di ri/eri- capire il mondo nuovo nucste vec- re ogni sua parola. chic co~c della povert..l? ~'1-i·lfii~ - Mi pare - dice - che in llalia 1h Tullo questo non spiega, natural- ~=~: ;: 1 ~: 1:ne;~:n: 0 7}~c 1 !n:~ 0 ~a 03 ::ftor mente, pcrl'hè 1111 pae..._,e che Jrn sol.- Però c'è tropf)(2 con/.usione nelle artj. per- tanto tre ::.elli1nane <1iscorte cli fari- cl1è i buoni pouano uooare la loro strada. na, consumi tanti dolci e venda tau- Clii non lia una personalità /orle subiace to pauc bianco agli :1ngoli delle stra- delle inJ/uenzt che lo rotiino,10. Quello che dc. Nel di:,:iesto generale, nella di- """~_.._..,, noto wpratlutto, .. .;,me le ho detto è l'a-. SOCCUJ)azione JHOVOCala(.lalb anuni- aoluta mancon::a del meatiere. che ~ la ba.. se d; tutto. I pittori d'oggi .or.o come uistrazionc della sconfilln. UIIO df'i scrittori che oo/euero .scritiere senw gram- pochi mcsl1eri praticabili è quello malica e sen::a ainfossi. E' inutile parlare della borsa nera. Con un istintu di di ogni altro fenomeno o problema, se non difesa accanito, grandi calcg:oric di si ri~/i>e il primo. C itt·,1di11"1 la.anno concluso che il solo - Questa mancanza di meatiere /e pare che si ri:,conlri 90/0 nella pilt.ura it~liana? modo per sopravvivere è quello di - Lo riscontriamo in tutto il mondo. impadronir.si dei 1.nezzi di sussistc11- An;:i, se l'Italia 8i rimetlcue per la prima za. li monopolio di questi mezzi, JU I sulla a/rada dello buona pittura, dttirereb- ur; J)1.1ese J)Ovcro come il -:!Ostro, 0011 be l'allen:ionc di lullo il mondo. Purtrop- po gli ilaliani credono ancora troppo a Pa- è cosa di oggi. li passalo regnuc- rigi. Vedono un Cé::anne, d1e non è aveva assocfoto mouopolii per tutti i -iiii.;.:lltlllilcl niente, che è uno :,c<10locc/1io ma che va- generi ,wcc::isari, alimentazione .. illu- le milioni, e pensano di ri/ario. senza so- minazione, riscaldamento, focolare. pere d,e anche lui è un bluff creato da Alle societ~l pili o meno farvntc, i,i •--•""'_.. q.uc/ mercante di Vollard. I giotiani del sono sostit11itc associazioni di cilta• :c:! 0 ;;;nJ;;;:: 0 c::Ju;:::e j;;;~;ti.n~;/: clini. Uno dei capitoli della lotta di t.•:cadcmie. Non es1s1c insegnamento. Eppu- cl.assc è fra noi questo monopolio <lei re è una questione oitalc. che dC"ve essere ucncri necessari alla vita . .L"Tth'lia i· affrontata e risolta. Lo pittura non 'ha or· .., I mai ncpp.urc /'insegnt.•mento corrispondenta slata sempre in regime cli rnonopO ii alla scuola elementare. Per questo copitL delle cose necessarie, e questa [u lu no Cé::anne: pcrd,è è /acile. Se Cé.::anne prima prova. non cerio hrillante, avesse copiato Ra[lacllo neasuno ai aogne- clella sua societù. rcbbc di imitarlo. Sarebbe troppo dif/icila Ora. il fallo è llivenuto generale. col mestiere cl,e poaaiedono. - E il problema economico degli odiali Volendo arri\arc al fondo dc-I raµ:io- - cliicdo - come pensa d1e andrebbe ri- llamcnto, si può supporre <·hc E=C' il soltoi go\'crno voles~c rompere quc~li mo• Il più recente autoritratto di Giorgio de Chirico St;;;o L;;~:ca;~:;~eb!: ~n 0 ~~t:i:: .. :~ d1c~~ nopolii, finirebbe :oI c1l·~.1rl~ un llll• Raccolto sul dil)(lno, ridendo di go/o, pa,- I I . V b . d I vere ae7i.:a preoccupa.:ioni. Ma ac ci /oue• mero ancora maggiore et e 1soccupa- 1a già male della ''Fiera·• della quale fi. =~:reo b:~::a~ia ':o.1 u/::Ql.:rt;~: ::;ola i.,:,~ ro uomini tanto intelligenti do capire quc– ti. e disoc,·upali c•he .strillano, nOII no al momcnta in cuj ci ocdiamo non è la roaaa, oon lo repubblica o con la mo• slo, non farebbe,,, gli uomini pnlitici e non come quelli della c1as~e mccli.i che ancora .uacito il primo numero. narcliia. Nell'arlc si esprimono solo i/ oa- st arcbbcro al gotlcrno. sopportano la farne. Insomm.o., hi - Ricomincerete ancora con le tiritere lore o il temperamento dcll'indilhduo. Se· Quo nd0 gli parlo di quella clic è l•idC'1 nostra disoccupazione \'ivc dello sugli acrittori francesi, con Marce/ Proust condo me. in Italia si potrebbe comincia- più interessante di suo /ralcflo, Alberto Sa– stran<Yolamcnlo e dell'affamameulo e i diaegni alla Motissci Ho paura di aì. re d fare qualcosa di luano, pcrcl1è c'è ~~';d;i:i !:n::/t:ga;::::/::,,= :•~:e/t;e:ew 110 d~~ dei ;illadini. E' mo~truo-..o, siamo ~~:;,urpee~:/i~en~: n;;~onep:,u~ap\~:t;,onm:ro; indubbiumcntc della gente d'ingegno; ma mondo.e sul quale sono v1'ssute mu1ica, pil– d'accorùo, e se questa mos1ruositl1 "'i proprio così. Ho paura che sarà come "Co- :~ 0 :;oscin::S:li:! ;ocs~al:~:;~:la~:.n c::ss::~ tura, arc/1ite1tura, poesia, letteratura, fino [arà cronica, diventerà una catena smopo/ilo'', come ''Domenica", clic poj so- hanno alcun oolorc artistico. ad oggi, epoca di lransi::i<mc, nella quale che legherà pii1 is1iluti cli quello d1e no '•Lea nouve.//cs /ittéraircs" e ''Gringoire'' - Per ria$$umcre, lei pensa clic l"orlc, - /JCmprc scco nd0 il parere di Saoinio - non si sospetti. li cittadino abbiente di ieri. Perfino la carta è lo sless.!. Sem· come atto creatioo, .'!'lbia il valore di un ~;:si:::::ia~~:s~:;;~ 1:::'°.-fr.~::::tJo dji b~!~ che non sa limitarsi e assumere mi ;::nc!t:;:: 0 a :,;ri!~c~;:: 1 ~ t:itj~~~:,ti'. ~::7;:;; 0 c:;;:~7~nC: 1 ~!tv;'; 1 c:t:hJi si:n u7:: Non c'è nessun esaurimcnlo - did1ia• dovere civile nella lolla contro (jt'Je- eo. Gli scrittori imitano Sa,oyan1 Steinbcck. clividuo) ra Dc Cl,i,ico. I coa,idddli creatori non sto pericolo. fini.;:cc con l'essrrr il Gli editori fanno /e copertine all'omerica. .- Pc~ mc - risponde Dc Cliirico _ .lo ::r/: 0 ';;/'~~ ; 11 ~:~o semplicemente di privilc...,.iato nccc~,;:;irio. E<l è forse na inticcc di :dampare dei bei libri come pittura e catranca a ogn, fenomeno socra 8 IJ t:1 J J • Il' Jaccua Trevcs nel 1910. Errori di stampa, le. Quello che oggi mi pare soalan:iale è I Scco nd o _il P<rrc~e di_ Savi~io - ?•.teT- pcr queS t O e·te. e avanll a OSlenl<;- mo copertina americana. E gli scrittori clic che i pittori l1anno completamente pera<, 0 ~ .se oggi non .s.i scrivono I poem, 0 le zione <li !:lilli beni nelle vetrine e i pensano a Stcinbeclc invece di studiare il mcatierc. Debbono impararlo dal prirr- sin/on_ic ~i una oolta e non si dipingono i Roma, non \'i sia un i,olo fcuonw• Verga e Manzoni. cipio. Clic poi dipingano operai o signo-1 qua1r: ~ 1 un tempo, è pe rd1 è neaauna ne- uo non , i dico cl, ribellione, ma di Dice Steinbeck accentando /'.ultima. Poi re in abito da sera, gentiluomini come Ru cernia interna_ cc I; delta. la a/uriata finisce e De Cliirico ride tra sè. bcns o apaccapielra come Couréct non m, / Se n;/ /r Ja~no, ~-p~rcliè non li. san- prote:ila I } } · •'Chiasà che rablial - dice. _ Se la le- pMc di troppo importanza lmportanlc è no are. .qucShone 1 _ingegno e di IJO· Vogliamo concludere e 1e . e e assi gheranno l.ulti al dito. Alla prossima mo- clic l'arte sia buona. E ogg/ è brutta L'ar• lontà. I~ guaio è che pensano tulti a ,a/varc ricche siano il sostegno necessario cli stra si oendicheranno''. le sociale è q~e/la che tutti possono ~api,e. ~ao1:n~;:fi~;~:mr:/ooc~~~lc teorie C!IC oon: questo affamamcnto C invjlimen~o Gli chieào ae hd seguilo /e po/emiche, E sono propno loro clic ne parlano quelli ò · 0 § qucSI<. · 0 • • 1 progrc.ss1vo del pat!SC. a bcuchc10 che si sono s1JO/te specialmente a Milano, cl1e non fa fanno. Tra loro del resto mol pu ;. 0 .• non i: può•· e non si può è d'una clast=Cindistinta che va dalla su/ rinnooamenlo della pittura. ti sono in malafede. Temono di passare I meg 10 pianta, · I f · ) Ma si _ riaponde _ le ho seguite. per stupidi e si sentono obblillali. davanti . .,. . .. media a quella che 18 .uggita a con- Ma sono tanto sceme che /anno più ride a certe coae, a fare i complic~ti. E' la ma. 1 nU0Vl ~ ftlosof 1 dizione di proletaria? Un tuio ami- re che destare interesse. Che coaa si ouo/ lattia di Pari~i. . . . non valgono nienle CO affaccia poi un'altra ipotesi, ed(' rinnaoorei Non c'è che uno necessità: fa- - Su un piano pol1t1co - ducdo /ci • che tanta abboncl:rnza sia illuso1·ia. re delld buona p.ittu,a. Comunque. Tutto non metlc in relc.::ionc alcuna il oariorc Più gcncricamcnlc gli cl1icdo allora qua. e che se veramente gj tenta,;:sc di ra- quel che si oede ora invece si basa su una dcflc concc.:ioni artisticl1c con i mutamcn- le sia I' aapctto più interessante e vitale del zionarla non vi sarebbe ugualmente prolhnciale imila:ione di quello che si /a- li politico-socio/ii pensiero filosofico conlcmporanco in rcla- ceoa a Parigi trent'anni fa. Non è ,imilan· - In qua/clic modo /orse st Vcdiamo. ;:ione coi protlcmi clic gli aj prcscnteran• da sCamarc tutti i ciuadioi; il mio do Picasso clic si migliora, e to'°"to meno ad esempio. clic nel set!ccenlo francese si no quale artista amico non \ uolc ammcllere che un chiacchierando. dipingeva bene. La rioolu;:ionc Ja nascere - Chi sono·_ m, cliicde - i nuooi go\'Crno si::a incapace _<li_ disc!plinar~ lo sti'lc neoda..ssico 1 oale a dire della brut- filosofi) Un filosofo è come un pittore. Jn_ il cibo dei suoi amnumstrau, e ptll L'arte e la società !: ~itlJ;abc7t:: 0 !!~;~: !iii:~:ti::: d~st~:~- :,::; 0 1 ,:,li;:~ M~ f>W"C cl,c Bcrgson f/ia un governo popolare, lTlll che uon lo - Nelle po/emic/ie alle quali acccnnmJO - A proposito di influenza della pittura E gli caislcn.:ialistii _ chiedo. fa perchè ]o ritiene impossibile. In- - gli dico - ai è parlato spesso di un'ar- sui problemi dello spirito, lei sa che Pi. Mai ,una acorlcaia più spontanea è ,otto SOtnnia, jJ nostro paC:-C':rnrebbe un le atluale. legata "11a società che l'cspri caaso è staio chi&moto il •'precorritore mo- in risate più sonore delle mie alle doman– aggregato cli po,•cri forzatamente me. Qualcuno ha parlafo apertamente di raie dello bomia atomica". Le sembra giu- dc stupe/alle di Dc Chirico. clienti dei rirchi. E a que::ito punto nuotie concerioni socia/i come ba~e indi-1 sto atlribuirgli delle responsabilità socialii C'è una •,cosa", una •cuoia clic ai d . s~_nsobil~ per una nuooa cs~reu,one <Jr· -: Qu~llo che si è detto a q.uc~ lo pro- chiama cosìi Ma è una cosa rcccntci E' mi fermo J)C'[. non soffrire i verti• t.islrca. S è parlato persino di una nuova posrlo e completamente falso. P1c'-"Sso è importante? Perchè ,idei gioi. ~on \·orrci ec:.;:erepnrli~o dalla "fede'••. il cui signifi~ato è piuttosto clii~• scmpliccmenlc ~n uomo di gran~c. ingc• 1 Quan~o m'accorgo che non finRC è lrop e uestionc <lei pa,;,to per arrivare al ro. Lei .cre~e cl1e .sia dauoero neccuaria gno, che non s1 sente d1 propora, rl pro- po tordi per tornar scrio. Dc Chirico di– J l I J li I"b l: e della de· una concezione socia/e pc, IX:de, na.sccrc blema della pittura, molto probabilmente sprez::a tanto le mode, da non aapcre a► pro) Ct~ia _< e al' 1 eo·' 11' 1·1 una nuooa pitturai pcrchè non è na_to. per essere pittore. E' solulamentc nulla di Jaspers, di Heidcggc,, mocrazta 111 Jta 18 • a que ù ( t I - Mi pare inutile /are tante chiacchiere. un uo~o molto ~spiralo, di molto talento., di Abbagnano. La nuova mala:tia di moda ~UOa~,;:etto mtcrnazion:dc. La pittura ~ buona o è catlilJa. Tutti gli ma chiuso nella cerchia delle sue imma• l'/ia lascialo immune. l..ORH \00 A LV.\1W altri rdgionamenli .sono scappatoie per sol- ginazioni in!crcssanti ma deformi Ha /al Che cosa vuole mi dice _ sonc • Biblioteca Gino Biqnco

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