La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 16 - 10 settembre

LA DIFESA DELLE LAVORATIIWI Anche le donne socialiste ? Teresa . - Ma tu, Giovanna, sei d1mque pro– prio socialista? Giovanna. - Sicuro che lo sono! E perchè non dovrei esserlo, se vedo che i socialisti han– no rag ione? Forse perchè son donna ? O le donne stanno forse troppo bene al giorn o d 'og– gi ? Stanno peggio di tutt i, stanno! Dunque è più che naturale che diano una mano anche le donne a preparare il socialismo, che è un mon– do tutto nuovo. E fino a quando noi donne non ci saremo messe a fianco degli .altri lavoratori, si farà poca strada, perchè gli uomini ci avranno come un impacc io fra i piedi, e perchè non al– teve rem o dei figli intelligenti e risoluti che aiu– tino la buona causa. Teresa. - Credi proprio che le donne sta– ranno poi meglio col socialismo? Gio11anna. - M'a. senza dubbio lo credo! Le dGnne potranno dire le loro ragioni alla pari de– gli uomini: la legge la faranno assieme uomini e donne. Ascolta. Teresa: noi due abbiamo la fortuna di essere bene accompagnate; ma in genera le le donne, tu lo vedi , son9 considerate ancora quasi come schiave. Da piccoli i fratelli giuoca– vano, e noi sotto a far la calza ; da ragazzi i frate lli girano al largo, vedono il mondo , e noi in casa a curiosare di srraforo dalle fines tre; i fratelli magari studiano e imparano un 'arte che li renderà indipendenti; e noi niente ; i fratelli se vanno a lavorare pr-esto guadagnano due tre lire al giorn o, e noi lavorando di più ci contin– tiam o di venti soldi; i fratelli se vogliono bene ad una ragazza, ebbene, lo dicono e cerc ano di sposaila : noi zitte. non tocca a noi ; sono il papà e la mamma che devono cercarci un altro padrone. Già un padrone! C e lo fanno sentire bene quan do an diam o in Chiesa e in Comune a dire quel sì che ci lega per tutta la vita .. E hanno un beli 'essere buoni t.anti genitori e tanti mariti: quelila brutta differenza fra uomo e don– na, fra marito e moglie rimane un fatto. 1 ma– trimoni d'amore sono rari; o restar zitella, o pigliare quel che capita, se pure non si finisce peg gio. E quando una donna è mal legata, quan– te ne deve ingollare! E i figli frutto delle no– stre viscere e delle nostre cure. di chi sono? Di lui, del\ 'uomo, del nostro padrone ! Teresa. - Veramente tu esageri, Giovanna. Giovanna. - AmTTletto che non sempre è così. Nè tu nè io per fortuna ci troviamo a tali es tremi : ma speSso è così. E non mica perchè l'uomo sia cattivo. I Agli anche vogliono bene di solito, alla madre; ma la considerano poco : è un sistema cosi fatto. Vedono che la donna conta come uno zero. Un po' d'a nni fa le donne non potevano nemmeno fare da testimonio in tribunale. nemmeno in m,micipio: ancora senti i dire che la donna è meglio che sia ignorante: ancora non le è riconosciuto il diritto di votare. Teresa. - E' un torto marcio che ci fanno. Giovanna. - E il soc ialismo li condanna que– sti torti, e vuole l'ugua glian za piena di diritti fra \ 'uomo e !a donna. E vuole che la donna. quando prepara nel suo seno o alleva sulle sue ginocchia un futuro lavoratore, sia considerata come una creatura sacra, che compie il più pre– zioso lavoro, e non sia perciò tenuta a prest are altro servizio e goda dei massimi ·riguardi , men– tre ora la povera donna del popolo è costret ta .a martirizzare sè e il frutto delle sue viscere , per guadagnarsi il pane. Vedi, dunque Tere sa . se è naturale che anche le donne diventino so– cialiste ! Teresa - Hai ben rag ione . Giovanna : è un dovere. (Dall'opuscolo Fra operaie di B. Carlantoni o). MORALE BORGHESE :\'on fu nè un volgare capriccio, nè una morbo.sa curiosità che mi spinse, un giorno dello scorso mese, a visitare un manicomio , ma il desiderio intenso di conosce re le cau– se per cui tanti infelici eran o colpiti dalla pazzia. Che dire e come esprim ere qu ella impressione di tristezza, di ,pietà, d i orro– re. riportata da quella ,·isità? Posso ricor – dar e. senza troppa emo zione , le lunghe cor– sie dai letti candidi che accolgono i pazzi tranquilli, ma non è sen za un brivido di angoscia e di terrore c~e ramm ento le lu– gul>ri celle isolate dove i pazzi furiosi ven– !?0no resi impotenti a nuocersi ed a nuo– ~ere. da quel terribile ordigno di tortura che ·hanno chiam ato camicia di forza. L"infermiera che mi accompagnava mi spiega\·a gentilmente il genere di pazzia di ogni ind hiduo, il metod o di cura seguito e le cause che avevano prodotto la malattia. Dei colpiti molti erano degli alcoolizzati o figli d'alcoolizzati; ma roloro che suscita– vano in me un senso più profondo di ri– l>ellione, più che di pietà, erano le vittim e della pellagra. Portavano essi. nelle mis ere membra , sui volti scarni, giallastri, istupi– diti. le stimmate di una vita di st@ti, di mi.seria. di farne. Pon:-ri, .poveri - pensavo guardandoli con pietà e riverenza insieme - voi pure siete nati con tutti i diritti ad una vita sana e oom-pleta, voi ,·i siete curvati sui solchi della terra madr e per istrappiarle quel pane che dovern servire a sfamare al– tri fig]i. non voi. non voi ,che a,·ete scon– tato amaramente il delitto commesso da vostra madre generandovi. Oh'. per voi non ha avuto sorrisi né sole la patria matrigna , su voi non è pa.5asto il soffio rigeneratore della civiltà, non ha mutato, il prDgresso, la vostra triste sorte ... Oh' voi che esaltate con entliSiasmo la grandezza eroica dell'Ita– lia guerriera, venite, osservaw le miseri e dell'Italia prolélaria ... sono 'Pure vostri fra– telli coswro, sono usciti dal medesimo cep– po. dal medesimo seno, ed hanno comune con voi l'idioma e la razza . Immersa nelle cupe riflessioni che la vista d1 quegli infelici mi aveva ,=itato, io asooltavo distrattamente le parole dell'in– feTmiera , e solo tratto tratto un grido. un urlo, un ruggito, che non av eva nulla di umano, mi strar,pava ai miei tristi peILc;ie:ri ricordandomi il luogo in cui mi trovavo. Avevo gia terminato la mia vL-sita e, stavo per andannente, quando l'infermiera addi– landorni una dorrna dai trentacinqu~ ai qua– rant'anni , dal viso patiw, in.significante, dagli occhi grigi spauriti, mi dbs e: - Qu<,lla disgraziata fa,;&va la lavan– daia; la conosco bene perché abitava vicino ai miei parenti; è qui da pochi mesi, ma dovr.,bl>e essere in carcere. Ebbi un gesto di stupore, ed osservai meglio la donna; in verita non v'era nulla tli più innocuo del suo aspetto stanco, de– /bole, malato , nulla di più mite del suo viso scarno, sbiadito, dal sorriso ebf,f,e e dagli occhi piccoli che avevano nella loro vitrea fissità, un'espressione d'indi cibile sgomento. - Qual reato ha com messo?~ dom andai . - Oh ! un reato molto com.une; un pro- curato abort o. Ebbi un sospi ro di sollievo; il reaw non mi semb rava troppo orribil e; lo con•lesso; non so se ,per la frequenza e la facilità con cui viene 1pei~petrato, o iper le caus e pietose che lo sugger iscono e lo giustificano quasi semp re, io non ho mai potuto consider ar e quel reato come un cri min e, nè la col,pe– vole come una delinqu ente. - Er a già pazza? - chiesi an cora. - N'o, la pazzi a venne in segu ito; se vuole posso .raccontarle la sua sto ria. E senza att-endere la mia risposta mi fece il raccon to che ripeto quas i testualmente. La 1·ita di Teresa non era stata che una lunga sequela di dolori, un tessuto di ama – rezze , di umiliazioni, idi tpatimenti. Dove era nata e da chi? Era figlia, d'un amore contrastato o d'un ipassegg.ero cap ricci o, di una debole zza o del vizio? Ella non l'aveva mai saputo. Una famiglia di contad ini l'aveva tolta, ancora in fascie, dall'ospizio dei tr ovatelli, non tanto per compiere un a buona azione, quanto per avidità di gua dagno, ,per la spe– ranza d'un lucro. Avevano letto rom anzi i cui protagon isti , figli d' ignoti, si era no ar– ricchiti ritrovando i genit ori essi spe rav ano che una simile fortuna potesse cap ito.re 'feresa, e cullati da questa folle speran za, l'avevano circonlclata nei primi anni di tut– te le cu re; poi a poco a poro, come la spe– ranza s i dileguava. anche le C1Jre cessarono, ed essi incominciarono a vedere di mal oc– chio quella •povera, piccola creatura che cresceva misera e stentata recando nelle ve– ne esan gui il germe di mali trasmessi in lei dai genitori, come unico triste retaggio. L'infanzia di Teresa trascorse cosi deso– lata, non riscaldata da alc un sentim ento di affetto, non ravvivata da alcun sorr iso di gioia . Il lavoro rude e ma lsano delle risai e, il mestiere fatiroso di lavandaia, le spr e– mevano dalle art eri e quel poco sangue che l'anemia le lasciava; a volte si sentiv a così <lebole,così sLremata di forze cosi stanca di vivere e di soffri re, da invocare la morte come una liberazione; ,pure non aveva il coraggio di affrettarla, sostenuta ma lgrado tutw. da.Ila speran za d'un avvenire mi– gliorP. A diriott'anni un uomo la chiese in ma– trimonio. Ai suoi g-enitori adottivi non parve vero di liberarsi finalmenf,,; di quella misera ◊reaLura a cui rimproveravano, come una colpa. la sventura di esser rimasta figlia di ignoti delud~ndo così i loro sogni di ric– chez za . Giacomo Berti non era un partito molto dr,si<derabile, è vero, ma che !)Oteva esigr~reTeresa di meglio? Fosse staia bella avrebbe potuto invaghire qual che signore e far<, colla sua fortuna quella dei geniwri adottivi , ma cosi bruttina com'era con quel– la sua figura magra angolosa, senza alcuna grazia, con quel viso scialbo lentigginoso , dal naso irregolare, la bocca larga , gli oc- chieLti m iopi ella non ,poteva certo accam – pa.,·e molLe pretese. Teresa awettò il marito che le era im– posto con indiff erenza; era così stanca della sua vita di f,an ciu lla che l'ignoto l'att irava come un nuovo miraggio ed una raggi.ante promessa. S'accors e dopo di non aver nè perduto nè guadagn ato nel e.ambio, perohè purtroppo , mutando persecutore, le persecuzioni no n muta,rono affatto. Il marito , un vizioso ubriaco ne e brubale esigeva ch'ella lavo – rass e giorno e notte per mantene re i suoi vizi. e quando ella non riuso iva a dargli tutti i soldi richiest i erano contumelie, vol– gar i insulti, 1percosse violente che pioveva– no sulle mism-e spalle. Come s 0 ciò non ba– stasse, venne 1·0 i figli e la loro venuta, che avr ebbe dovuto essere un ('nnf or lo per lei' non fu che un tormento <l,i più. Nati da un alcoolizzato e da una madre anemica, que i bimb i non potev ano essere che ciò che eran o, rachitic i di corpo ed ottusi di m€n– te. La maggior e veramente sem brav a ed era più sana, più inte1ligente di tutti, ma a lei appunto tocoavano i crucci mag giori . Era lei che a dieci ann i rasse ttava la casa, cura va i bambini duran te }'assenza mater– na, er:a lei ohe. com1}rendendo il martirio della madre , ne soffriva più degli altri, ed assisteva angosciata alle vioJ ente scenate struggendosi nell'impotenza di calmare la fur ia bestiale dsl pa,d're . &,opp iò 1-a gu erra; Giacomo Berli fu tra i •primi riohiamati; Teres a non ne pr ovò alcun dolor e, ma solo un senso di solli evo, di liberazion e, ed assistette alla sua ,pa,r– tenza col ouor e arido e le ciglia rompl ,eùa– mente asciutte. Se anche non fosse tornato nno sa.ireb-bestata una gran disgrazia; una disgrazia ben più grave ,per lei fu la oer– >tezza di esse re incinta per la settima volta. Un altro figlio! Come avr ebl>e fatto a man– tenerlo, se a stento e non ~P.mpre riusciva a slama.r e gli altri sei? E che cosa sarebbe stato il nuovo venuto? Oh! certo un disgra- ziato rachit. ico e deficiente come gli alori. No, no, ella non lo volev a; meglio morir e che mett ere al mondo un altro essere vo – talo alle soffer&nze, alle malattie , alla mi– ser ia. Ì\1eglio mor ir e; e ri solutam ente sen za scrupoli e senza paure si er a lil>erata di buolla mwv,a ma ternità ohe era per lei una ,nuova sventu ra. Ma ella av-eva l'an ima del popolo, trop– po schieLt,a,trc,µpo rud e ,per ,possa d.ere quel– la raffinatezza del male che sa salvare le appare.nz.e e rasentare. il codice senza in– cwp,parvi : nella convinzfon e di compiere non un'az ion e delittuosa. , e pe.rciò incriminabil e, ma una necess ità penosa, ma utile alla so– cietà stessa, a cui si evitava 1-a nascita di un altrn paria, ella sdegnò ogni mister o, ignorando for se che se la giustizia non puni - o quas i semp re il bene fai.lo mal e. Quando ancor debole ed este nuata, ella si e.ra trovata in casa; due ag.enti ven uti per arresta rla, ne rprovò una tale scossa che la sua ragione vaci llò e si spense .. E invece del carcere le si aprl il manicomio. CENS URA. MARIA SAVARÈ CERRI. CORRISPONDENZE LeSezioni Femminili Socialiste Provincia di Milano: Milano - Monza. Prov incia di Torino : Torino. Prov incia di Novara: Cossato - Mezza– na f\ovarese. - Biella - r~ll ... San Nicolao - Palazzolo Vercellese - Mosso S. Maria - Sagliano Micoo. - Camandona -- Cari_- sio - Lessona - Castelletto Cervo - Vi– gliano - Cast ellengo e Mottalciata - Pra – lun go. Prov incia di Pavia : Zeme Lomellina - Valle Lomell ina. Provincia d·i Cremona : Soresina. Provincia di Reggio Ernilia: Reggio E.mi – lia - Rio Sali ceto - CO'gruzzo - Poviglio - Rubi era. Provincia di Genova : Sestri Ponen te. Provincia di Parma: Soragna. Provincia di Mod ena : '.vToliniNuovi. Provincia di .l1antova: Suzzara. Provincia di Ravenna : Ra venna. Provincia di Bologna: Bologna - Moli- nella - Sesto Imol ese. Provincia di Firenze : Firenz e - Castel- :io rentino - Rifr edi - San Giovanni Val– rno. P.rovincia di Livorno: Ard enza. Provincia di Grosseto: Grosseto - Tatti - Sasso d'Ombrane - Fe llon ie.a - Monte– pescali - Giuncar ico - Montamassi - Monteca!voii. - Roccatederighi, Prov inc ia di Po rto Maur izio: Ouegl ia. TOTALE N. 4é'. MIL A N O . Per invito del Fascio Giovanile Socialista, la compagna Rita Mai-e.rotti tenne una ma– gnifica conferenza sui doveri della donna ne l– l'ora alt110Je,dina.nzi a.d un a.follato udit orio nel Cir colo di via Veter e. Dopo In. f'r,nferenza la compagna :Maierotti h.a letl'> (1 Verso la conquista dell'av ven ir e ll, i nwgnilìci ver~i di Pi etro Gori che ent11~ia– ,;;,marono l'uditorio. Tanto la confere nza quant o la ~-plen.<lida lettura furono cnrona!,e <la 11n ca loro-qo ap– plau,:,;o. Ai compn,gni Assessore Ginni e Mariani. imputali di aver prr}Curato nbu ~ivamente un rMnero Pd assolti dal Tribunal e Ylilitare per inesi sten1.a di rea.tf> , la Dife sa porge le più affettuoc;.(> e tHldr congratu lazioni. Alla rompagna Gwseppina Moro Landoni, ammalata, la Dt{Pw invia affettuQ-<:;ia.ugurii di pro nt a g-uarigione. Da Torino Incomin t:'.ia a notarsi fra le nostre file un nuovo risveglio Le compagne tornano ancora, entusi aste, fra noi, a rilprendere il laYoro e la lotta. Abbiamo dovuto rilevare prima qua– si un 'apa tia dolorosa, causata dalla Ouiera che in ogni casa sconvo lge e distrugge. Ab– biamo viste le nostre com,pagne ritirarsi, forse stanche, forse per un attimo sfiduciate. Ma ad una ad una to1-nano. Ad una ad un a vengono a portare la loro um ile paro la, la loro 1.nodesta volontà, compresa nel miraggi o d-el domani ,più luminoso, più certo della ;pace. Così, le no stre file ancora si ria llacciano, si rìcornipon gono e ripr endono la via iper un at– timo solò abbandonata. Abbiamo tenuta 11na prima riunione fra. tuL ti i nostri g.ruppi educativi della periferia . È riuscita bene, e ne è scatu1ita uiia volontà ferm a, ed UJla solidarietà più profonda . Da tutt e quelle donne semplici, abb iamo avuto la prova migliore de ll 'umanità affrate llat rice. E stiamo preparando attivamente la riunio– ne generale delle donn e socialiste torinesi , che si terrà il 17 settembre p. v. nel nostro palazzo dell 'Associa.zione Generale Operai di Corso Sicca rdi, 12. Scopo preciso della riunione è di discutere i mezzi più atti e più pratici per la ipropa– ganda femminile socia list.a. Dalla stessa riu– nione . si disporrà pu re per un rprossimo c<3n– \·egn o femmi nile p roYin.ciale, visto il buon esit.o av uto da quello delle nostre compagne della Toscana. Noi spetia.mo \'ivamente di aver ancora at– torno alla nostra bandiera di uman ità e pace, le nost re sorelle forti e sicure per la lott a e per il socia lismo. ODILLA B . D a Vigli a no (Biella ) Abbiamo avuto alla Casa del P opolo la con– ferenza della compagna Tilde Morniglia no. Per qu anto gran parte delle ragazze avesse dedi cato i tre giorni di vacanza alle escur– sioni in montagna o alla fiera di Biella , pu – re il salone si rie)npì di intelligente pubbli co e la conferenza fu rius citissima. Si costitu ì la Sezione con l'adesione di 2-t inscritte che promisero il nome di molte ca.re compagne assenti. Si nom inò seduta stante la ~retaria e la ,\ice segretaria. Pr esto sarà pubblicata la con\·ocaz ione per le nomine. Là Segretaria. Da Mott a l cia ta . .A.. Mottalciata, nella sa la comuna le, si ten– ne una p1ivata con ferenz a a cui accorsero numerosi lavorator i e lavoratrici di Castellen– g-0 e di :-.rottalciata. I compagni Barbera Anacleto e Mom.iglian o svolsern in forma efficace le ragioni ,per cui i lavoratori d'ambo i sess i debbono rafforzare il rpartito socialista. Le lor o paro le fur ono as– sai app laudite . Dopo la conferenza si raccolsero una ven– tina di is.crizioni per la sezione femminile. Da Bologna. All e compayne. - Allorquando ci affidaste l'incarico di reggere le sorfi della nostra or– ganizzazione, ci ,proponemmo - pur sa.pendo che nello svolgimento della nostra opera di propaganda e di proselitismo avremmo d ovu.: to superare ben gravi ostaco li - di compi ere tutto intero il nostro dovere, pur a costo cli sacrilìci,e di adempiere al non lieve compito affidatoci in modo veramente aegno di rice– vere da voi se non un plauso. un'a1>11rova... z.ione. E verremmo meno al nostro generoso ,piro– 'l)onimento ,P non facessimo appe llo a tutte

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