La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 19 - 17 ottobre 1

LA DlFJIISA DlilLLE LAVORATRlGI LOTTE E DIFESADEL LAVORO PARAGONANDO Per i lavora tori delle fornitu r e m ili tari lJ decreto luogotenen7.riale tanto lodalo dai pubblioist i conserV'atori, i quali ricouono a tutti i mez-zi che possono serdre ad aumenta.ire il numero dei Jettori d ei loro giorn ali - com e era facile pr evedere - ha serYito ,per dimo– st.rare che anche in questo trist e ipe1iodo il le– gislato1-e non è dis.posto a toccai e ~li inter essi dei capitalisti per far pi ace re .alLa classe lavo– ratrice, -per la quale cte,·ono basta.re le solite promesse. I famosissimi Comitati di assiste nza chvile potrebbero espJ ica1·e nn' azione vera.– men.te bene.fica a favore degli oper ai delle for– niture militar.i, se il GoYellO affidasse a tali Co1nìtaLi l' i.ncar.i.co della <1.i.stri.buzione diretta del Ia,·oro da eseguirs i da.gli opera.i e ciperaie perchè .il compenso pagato daù1o Stato 1potr eb– be andaire tutto a benefic:o di chli eseguisce il lav oro stesso. Le autorità militari affermano che il Gover– no non 1p.uò aderire all'indto dei Comitiati di assistenza, caius.a degli impegni che si è as– sunto in precedenza cogli a<ppaJtatorl. La risposta sopracitata serve a.i conservatori amminisiratori dei Comuni e membri dei Co– mitati di ass:Stenza per gius tificare la loro im– potenza di fronte agli s.fr uttatoni delle ope– raie. Koi non possi amo accontentarci di li ~,poste di tal genere. È necessa.nio un provvedimento che •·•alga a difendere gli interessi degli ape – rai costretti a laN01'are alle dipendenze degli ap,paJtatori. A tale scopo la Confed:erai..ione del Lavoro e l'Unione ·ndacale, servendosi di compa gni competenti e della tabella dei vrezz.i che 11 Governo tJJaga quale compen so per maino d 'o– pera, per tutti i lavori che si fann o per conto del ~Linisiero de.Lia Guerra. dovr,ebbero prep a– rare una Lariffa, e pr esentarla al Govern o in– sistendo per chè venga aP)pJ.icata e fatta rispet– tare da wtti gli appalt atori e da coloro che distr:bui scono il laYoro per conto d,egti stessi Fissare H compenso ,per l 'appa.iltatore e per gli cxp.erai, in modo che il primo non possa continu are ad intascare la maggior part e del frutto del lavoro dei. suoi dipendenti, non è cosa tanto dH'fi.ciile. Se il Go\·erno YUOI dimostrare d'essere an j– mato dal desiderio di imipedire la tanto deplo– rata opera di sfruttamento, e contrà.buime a render e meno sentito il disagio econo mico che ha colpito le famiglie c.peraie, olt re che far rispettare la tariff a che noi proponiamo do– \Tebbe anche obbligare gli aippaltato ri ed i loro rappresentanti ad assicurare il lavoro an– z,i t.to alle operaie che più hanno bis0-c,crno de.I modesto sal ario. STEFANO PAOLINO. tsanague - upcruia Riassumiamo in breve spazio le fotte ohe og– gi si combattono sul campo del lavoro, SJ)ecia,1+ mente da parte delle .donne, nile\'iamo le rvitto– rie ottenute, e diciamo a chi ci accusa <li pre – giudi care le sorti della patria che nulla si h a da temere quando si muove verso la giustizia. Ques ito elementare: se la classe borg hese aYesse sentito il dovere di far pa rtecipe la clas se opera:a dei gu adagni straordina ri che oggi mercè la guerra può realizzare , la classe ope– raia non avrebbe avuto la necessità di muo– versi per affermare il diritto a un po' di giu– stizia. Non sono forse vergognose le paghe che dai nostri g iorn ali vengono denunciate giorno per gi orno? Ecco una a:tta milanese che offre al– le donne per un pesante lavoro di prepara– zione di cart u ccie nien temeno che un salario che va dai 74 centes imi a L. 1,26.. Dite un po' signore per bene , che sentite la gravità dell'ora , non è un' at roce ironia parlare di so– lidarietà naziona le senza ,porre rimedio a que– ste vergogn e ? Per qu esto le lavoratrici si sveglian o, per questo sceridono in campo! Kon per odio all a nazi one, non per inc ap aci tà d i as surgere a più alti quesit i! Esse sanno che invocand o il loro d iritto non compro mettono la patria , ben– sì gli inte re.~si di ingord i spec ulat ori , primi deni gr atori della pa tria stessa , se in ques ta par ola tanto dis ~ussa si vuole ass ociar e U11 senso di solidarie tà e di trat.ellanz a in una epoca calarn itosa della \-ita delle n azio ni. E<l ecco le prim e vittori e. J1 grand e sciope– ro delle tessitrici lombarde si è chiuso dopo cinque giorni di Jott a. Mai esempio più bell o si vide: non una defezion e, non un mome nto d 'ince rt ezza. Le donne sono acco rse num erose ai com :zi, ~i sono st rette int/)rno all e no~tr e org anizz azion i e la vittoria ha cor onato i loro sforzi. Su i GO cen tes im i di aumen to richie sti si e ot!Muto un a,umento di 20 cer,!Jlsimi per sa– lari fino a L. J,80; del 12 per cento per le pa – ghe da L, 1,85 a 2.25; dell '11 per cento per quelle da L. 2,30 a L. 3; del IOper centn per le pa:rhe da L. 3,05 in più fino a un massi m o d i cen t':-' ..dmi 40. Da Pont 11,dPTa ci ;:,riunge notizia di un'a1t ra d tterria delle tessi tric:. Esse hn nTJ(J otten uto un aum ent o del 15 %. A Corniglian o Ligur e 250 OJ)er aie scend ono pur e in isci ooero e fJtten zorio jJ 10 % d i a1J– mento p~r le ope raie a giorna,ta e un au ment o cU 25 centes irni al giorno J>f>T le cotf m ist.e. A No11ora si sta pr eparando un a agi tazione~ la gion rn.ta è st ata pùrtata a 12 ore di lavo ro e le pa.g:he oscillano r,er le donne da L. 0,80 a 1,60 al gi orno e per gli uomini cl:t L. 1,80 a 2,50. A qu este ag ita zioni si agg iungono quelle di Va lle Sesse r a e Sesia p·er l'i ndu~ir ia Janiera; qu i i sa lari vann o da L. 1,5-0 a 2,50 per le ad ul_te e da L. 2,40 a 3,50 r,er gli adu lti, men~ tre 1 non n<Julti bann o pag he irr isorie. Anche ~ tess itori pisani sono in ferm ento. Già offe1i~ di miglioram ento hann o otte nu to, ma queste no n ~ono tal i da at'co ntent are Ja rn assa , escludend o alcu ne categ orie. Altr e agit azioni si sono avut e nei passati gionni a Fiiorenz uola cl' Arda ipe.r 1-ebottonaiie le cui kl"'iohieste furono soddisf.aitte. A Binasco 1per le tessitrici pw•e vittoriose. Ed eccoci aLlo soiopero della ditta Léon Beau x testè menzi onata. Le paighe vanno da cent. 74 a L. 1,26 al giorno. Vi sono donne elle lavoran o tutto il gio rno nell 'acqua · con un so– pnassol do di qualc he centesimo . E poichè ona 1.a. legge è sospesa, molte donne la'Vorano di notte senza nessun aunìento di paga. Notisi che la paga viene data mensilmente e non settimanalmente. Per una città come Milano il quadro non potrebbe essere migliore ! Si chi ede un aumento di cent. 6 all'ora e ,un aumento del 50 % sulle ore notturne. Per le donne adibite al r eparto il cui lavo·ro ,deve eseguirsi nel l'a,cqiua s.i chtiede ril so-pras– soldo di cent. 8. Chi h a il co.flaggio cli negare la santità di questa lotta? Anche pei lavo ri di forni tura ved:amo che ovunque si prendono provvedi menti. A Savona una forte lc.lJgitazione, in cu.i hann.o preso viva •parte li..l compag no Scotti e la com– prug,na Lavagna . ha portato alil'au mento del 21 % su alcuThi indumenti e alla iparificazione delle tariffe con .quedle ,più ,alte e all'obbl igo del.la esposizione d.e1kl.. tari ffa da part.e dei fornitori ste-ssL Co.me _potrebbe il nostro giornale non segmi– re con ;mtereffie queste lotte in cui sono ml– pegn ate s01pnatutto le donne? 0.iia esse mandi no a no.i notizi13 {PJù diffu,se, cerchino ne l _nostro gio.rna le il loro a<ppog.gio morale. Abbliianno Diso.gno cti una pìù vasta rete di solida riet à, abb iamo bisogno (li str in– gere ,vLeppiù i rappo-rt.i tra le lavo rat.rioi dJ ogni categ oria. Sia q,ues to rn nostiro confo rto nell 'or a do.torosa che attrave~ ·siamo, sia qu e– sta la 'Pl'Omess.a di un più largo affiatame nto per quel doman i in cui rpotr emo meglio atrl– cam minarc. i sulla via della .giiu&izia ! . :} O· q '\ .• Le operaie tessil i tori nesi, malgrado la con– giura del silenzio dei giornali quotidian i, me– dfonle la mi rabile organizzazione dell'a(Jita• zione e ia compatte;;za. operaia, hann o con– seguito una meravigliosa vittoria. L'aumento di una lira al giorno suoli stipendi femminili è una conquista da segnar si a caratt eri d'or o nel libr o del progr esso econom ico. Vitt oria veramente grandiosa, consegui ta con mezzi semplici, ma sicuri di lotta, che la scia nel ri– dic olo la campagna degli irnprovvisati orga– nizzatori della Gazzetta del Popolo. La qual e può riassumersi in un motto: Non più in ter– miectiani.i, ma sfnu tt.atooi diretti ! I nostri compagni che hanno guidato il mo• vimento tessil e non pensano alla réclam e, ma agli in teressi che devono sostenere e dif ende– re, e qu esti in te-ressi furono caloro sam ente so– stenu ti e migliorati. La lotta di classe ha vin – to: essa è l'arma JJiù sicura per la ri vendica – zione dei pr opri diri tti. Prole tarie imparcite a {I.dare sulle vostre for:.e I EL VIRA ZOCCA. L e comp ague che ci inviano scritti devono comunque farsi conoscere, anche se non vo gliono che la loro fi.rma appaia sul giornale . Il pafriofti smo dei fornitori , LA CONFESSIONE Adelina , donna sui sessant'wnn,i ; Rosa, &posa su·i 25. - Buon gio rno, Adelina. Di dove ven,i. 1,e, cosi a J:;uon'ora? - Sono stat a a fare le mie devozioni. Era fino da Pasqua che non m'ero conf es– sa ta, e sentivo prop rio il oisog;no di scairi– carm i. - Eid io, allo ra , cosa dovrei diire, che non ci vado da qu ando andai a mwrito? - Oh! Ma come fal,e a st ar tant o tempo sen za -auostarv i al confessore? - A d·rvela, propriame nte io non ci pa– tisco nul'la. E po-i, se volete che vi parli in confidenza, qua ndo c'e ra il vecc hio ar ei.pre– te ch' è morto, quello era un buon vecchio che parlava da padre , e non toccava m ai certi tasti.. lllOn so se m i spi,ego. Ma ora c'è venuto qu esto cumto giova ne , che a qu el che dicono vuol saper dall e donne certi siqu eris .. - Andiamo, Rosina! Sono mal e lingue quelle che dicono così. Eppo ,i, se anche è vero che faccia certe domand e, le fa a fin di oone.. - O a fin di l:;ene o a fin di ma le, certi affafli i o non li vogl ,io andar a riaccon tare al prete. - Ma, a sa lvar l'anim a come ci pen– sate ? - Ecco : v 1 dirò. Io ho semp re sentito che per obbed ire al S1igno 1 re e an dar in Pa– ra.cviso, bisogna fa.a-bene . Dunqu e, io oorco di non far del male a nessun o : non porto ocLionè ai poveri nè ai ricc hi; se viene un pov-erino a d oma ndar l'elemosina pur ch'io possa dargli quella fetta d i polenta, gliela dò ; anch e co n mi a suocem mi studio a portar pazienza , benc hè cert e volle sia una bened eU.a donn a .. - Oh, •!)€r questo lo so eh€ siete buona , Rosina. illppoi, sa,pete ch'io vi conosco, si può di re, da quando siel,e na ta. Ma però quello d i non anda r in chiesa .. - Vedete? Quando ci amdiavo, era p :ù il tempo che si perdeva a chiauhierare , a guarda -r oi com'eravamo v,esbite, noi altr e ra– gazze, e magari a dir mal e del prossimo, che non a dar retta alla messa o a pr egare. Ailla confessione eran sempr e le stesse co– se. Il prete mi f,aceva promettere di non farlo più, e la volta seguen,te si era al si– eutera come prirrrla.. . Adesso po , con le società e 1 le -elezrioni e la politica , e col pre– te che ci si è messo in mezzo anche lu•i anche in confes sione si par la cli tutt'altr~ che di religion e; e pochi dì fa m i raccon– tava una m ia ,amica, che il pret e avev,a fat– to di tutto per sapere da Lei come avre bbe votato suo marito , e poi voleva che gl-i prom ettesse di per suade rlo a votare per i s1gn or1... - Ohh ! - Sicuro! E poi voleva ancora che giu- rasse che finchè lui non si fosse levato dal– la Società lei, J.a mia amèoa, non si sareb– be lasoiata tou ar e.. -- Uhh , questa poi ... ! - Sì sì, cara la mia Adelina. Credel,e a me. Una volta il confessionale era una buo– n-a trappola per pigliar buoni test am enti e delle belle ernadJità, e adesso è un ta-a,ppolo– ne per sape re co m e la -pensan o i no st r i uo– mini , cercar di f,ar l'interesse dei signo ri. - Via , via Rosina .. - Ma ce n'è un'altra da dir e. Quelle di- vozioni lì, perchè cont ino, b·sogna avere.i propriament e la fede ... - Si : ma voi dovete doman dar a Dio la gra zi,a di credere .. - Bra va i Cosicchè, Dio, è lui che deve mandarmi la grazia di credere, e poi, se non credo, volete che mi man,di all' in– ferno ... ? - Ma siet,e voi che dovete prega rlo... - Ma come faccio a p,rega rlo se non ci credo? B la stor -ia dell'uovo e della gallina .. - Credete a me. Adele. Quello che con– la davvero, non sono le devozioni , nè la messa , nè andar a ,,acconta r i nostri seg re– ti a un uomo che è simile a noi : quel che conta son le opere, ila maniera di vivere e l'esser buono, il non voler,e nè f,are mal ~ a nessuno, è l'aiulare i disg-ra ziati, è il comba ttere le prepotenz e... AHro che di re 25. pat erno~t er e 50 avem,arie ...! A proposi– to. cosa v ha dato egli, il p;r~e, per pe– ni t.enza? - Mi ha _da.to 15 pater ave, da rèpetere per tre ma ttine, a di gjuno ... - E perchè mo quindici, e mica uno o due? - Ma!? .- Dunq ue si vede che pregare è un ca– st igo. Non basterebbe una preg hiera sola fatta col cuore? Che ne dit e, Ange1im? ' Non dico nient e, perchè a sentirvi non vi posso dar torto. E da rvi rag .ione sa'. rebl>e un peccato -troi:,po grosso .. GIOVANNI ZIBORQI.

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