La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 19 - 17 ottobre 1

LA DlF'll:SA DELL E ILAVORATRICI Il raffreddoredella volpe CORRISPONDENZ E Favola di O. Nieuwenhuis Ah , com e mi annoio oggi! disse il leone sbadigliando. Poi <>on tem4>lò i suoi sudd iti, e gl i venne l' id ea d' invi tare l'asi no , i'l lupo e la volpe per discon·e re di pol>itica. La visita avv enne all'ora stabi1ita. li re mostrò ai suoi ospiti tuUri i suoi tesor i. con– ducen doli attrav erso all a sua ~icca d mora. Tut w vi €ra bellis simo e •p,iaoovole.. ecce t– tuaw l'od ore linfetto che vi >r°""lllava . Dovun– que eran o ammonticchiate le ossa rosicc hria– te dei mon !Dn.i uccisi, che span(devano un puzzo orrib ile. In una paro la, tu tta la casa er a a;ppestata cooì da non res ste rv i. Vi sitata !a dimo r a, 1il re •r icond usse i suoi inv itatri fino alla porta , poi li pre gò di acco– modarsi . Quando ebb ero mang ia.to e bevu!D abb ondan tem ente , il re si Pivolse all'a, 11110 e gli disse : - E'bbe:ne, Yecchio mio . com e tr ovi tu la mia abi tazione? :Ila dèmm i tut ta la venità , pe rché io sono ab itua w ad asco ltar la intera ! - ~1aestà, rispose l'as no, jo sono 1inde – gno di una tal iprova della vostra graz ia; ma se voi amate asco ltar e la veri tà dti u n vec– ch io asino , io ve la d irò. La vostra dimora e le cose che essa conti ene 1ni so no piaoiute mo lto , io non posso d ire n con trar o ; ma l'aria che si re .s:pira iTiel vostro palazzo è terr jbi lmente in fetta : vi si sente la strage. - ~1iserabìle cal unn iator,e, grid ò il leon e, come osi tu p reLenkiere che in ca.sa m •a Cliò abb ia ca tùivo odore? lo t,i cast gh erò come si com -iene per le tu e parole imprud enùi ! E di cen do così lo fece a brani e lo geUò in un an golo dell a stanza. Poi, r ivolgendosi al lu po : Olà, tu hai vedu to come io IJ)UTh sco ta di ffamazi one! Tocca a te ora di di,rmi la verità ; ma io voglio ascolt are la verità in– tera! - ~la està, "ispose il lupo man i festando una leggera inqu iet udtine, :;i dir ebbe che l'asi no ha avuto paura d ei fantasmi. Come potrebbe la vostra dimora ave re una cattiva ri putaz ion e? Tutto vi si trova nel più per– iett-0 ord ine, e l'odor e vi é grad evol e e dol ce. - All or a tu di ci che l'odore è grad evole e do loo' grid ò il re mentr e un perfido lampo ga soin tiliò nello sguardo. - Ah , m iserab i– le adula tore , ecco la tua iricom p€n sa ! E il leone sbranò il Ju,po, poi lo gettò òn un altr o angolo. Ri rnl gendos i infin e alla volpe, disse : - Ebbe ne, mia cara ,piccola volpe, che cosa dic : del mio amore ,per la giust izia? È C06 Ì che io punisco la calunnia -e l'a du la– n e. Sì , jo sono un re giusto . :-.1.a. or a voghlo conosoo re an che la tua opi n.ione. La volpe stam utò par ecchie volte , asciu– gand osi nell a sab bia la punt a del naso. Poi rispose: - Re no bile fra tutt i gl i an ·mali , gran• de è la vostra potenza, saggi sono ai vostri giudizi. È sta ta resa giu stizia a ll'as ino ed al lupo. Volete conosce re or a il mfo par ere? Tut t-0 mi è piaciuto enorm eme nte nella vo– str a casa. Il vostro cas tell o è sp lend do , e p rovvi sto d i tutte le cose b uone. Ma ... del• l'odore che vi regn a io non vi posso pa rla– re, perché ... - e tossiv a al pun to da so ffo– car e - pe rché io sono ra ffredd ata . F. DOMELA ~lE U WENH UIS. M AGDA. Abbonatevi alla " Difesa delle Lavoratrici,, e procurate abbonament i. D a Montexnass i . Ho lett o U)•iù volte con in-Oescdvi bile atten– zione qu esto gior natle e ,posso dir e con piace re che fra t8Jlt i è st ato que llo che ha destato in me magg iore sim'Pat.ia. E come n.bbonata sento il dovere più che mai di com un~carlo e non solo m a taoc io auguri sinceri alle care comp agne che con tinu am ente s<:rivono de– stand o in no i donn e proleta rie la fede in un m iglior e a.vveni re. Lege-endo la Difesa ho sent.it o prop rio il bi– sogn o di organi i~zarmJ politi camente, da to LI momento critico che attraversiam o, seg uend o l'esempio dei nostni conllJ)agni che anche qui hanno iatt.o buone conqu iste pe l' ;i socialis m o. E nat uiialmente \ og,lio an ch' io com piere la m ia opera di prop aga n da e di organi zzazio– ne. Vorrei di re an cor di più ma penso cJ1e la cen.s-u_ra è tropipo seve ra rp.er lasc;iarm i parl a– re liberam ent e. In tant o sa luto tutt e le com– pag ne socialiste e tu tt i i compa gn i che si tro– vano al fr onte aj quali raccom,a.indo di vive – re semp,re nella lor o idea e facc io lO1o aug uri per un ritorno vittor :oso. J\r-.TNll'A CAPITANI. Da P on t edera. F1·a le oper aie della tess ituJ"a Qjni e C. esi– steva un gran.de rna,lcontJento oaus ato dai sa- 1arii ve ram ente irr isorJ ohe d a quella dti.tta.ven– g0110 .corri spost i; pen sate: in media lln guada– gno di un a ti1·a al giorno iper undic i ore di lav oro a cottim o ! Una Comm iss ion e di aperaie {non t'è orga– niz.zai,ione ) ha chiesto un au mento del 40 %, r.ich,iest a ;più che modesta se pen si-amo all e attuali mis e1·e pagh e. Gli industriali incas sano lau ti guada gni, e dovrebbero sapere che l'o– •peraia male retribuita non può lavorare con buona volontà. Ma non è ad essi che io vogùio rivolg ere la. mi a par ola che sar ebbe come pre– dicare al lup o; ma a voi donne, a voi maidri che dopo undici ore di lavoro a! telaio, arri – vate a casa la sera stanc he, spossate per ri– com incia re e fino a tarda ora vi affaticate ne l– la puli zia d,ella cas-a, e per prepar are i vest.l.– tini ai vostri piccoli , o forse a cuocere il de– sina re oer i\ 1 !Ziorno dopo: è a voi fancillll le che innanzi tempo logorate l'e <-istenza fra quattro pareti, respfra nclo ar ia im.prura tra t mi asmi e i coton i; è a 1voi che io .dico: unitev ,i, organizzat evi se volete far valere i vostr ,i di – ritti: che cosa as pett a.e a costi tuire la vostr a lega? "E deplorevole che 1a,ltra vo.lta dopo av,er. J.a formata l'abhiate dist rutta ! È solo eon l'union e che pot.1 1 ete ottener -e pa– ghe mig"liori; è con la lega che le \·ostre com – pa gne te~i tr ici d'aJt re pa rt i d'It alia hanno ottenuto mercedi p,iù eque, e l') don· est.e sa – ipere, come anche nella ricina P isa le ope raie ch e e:::ipli cano le stesse Yostre mansio ni. gua– da gnano il tr iplo d i voi, e ciò devono alla. lo– ro organi zzazi on e ! Solt <'!nto la Leg a di mestier e può impor re il basta allo sfruttam ento vergognoso che i vost ri principali fanno sulla vostr a pell e. Ri– cordateve lo ! Dett o ciò come ammo nim ento di cui queste lavora trici vorrann o tenere conto , continu ìa~ mo la cron aca. Non avendo gli industri ali acconsentito aJle ri chieste formulate, le tessitrici hanno ricor– so allo scio.pero . E questo ha avu ~o una ra – pida vittoriosa soluzione. In fatti hanrìo otte– nu to i-1 1.5 % di aumento generale, col premio di d<ue soldi giornali e1'1 per ogni telaio ra g– giung endo una pr oduzione di 60, e di altri du e isoldii g:ior n,ailieri per ogrui telaio rcLggiungendo ln a produi,i one g,iomaJli era d,i 70. Qujn di il la– voro è sta to rilp.reso con soddi sfazione delle lavoratrici. Da Savona. Ecco le tari ffe conco rdat e fra le ditte a.,xpal– ta t r,i'Ci e le lavm,a.trici di in dwne.ntJi. rmili"La;r,i dopo lo s"Cio;pero vittori oso: G.iubbe dì pa.nno g .v. fante ria, ta r,ifia vec– chia , 1,40; tariffa conc o,,da ta , 1,60; pe ITcentua – le 14 % - Giubb e di pra.nno ber sagUeni, t. v. a ,60; L c. 1,15; o. ~ % - Giubbe <Ii panno ci· VOCI D AL L E OFFICINE E DAI Cara com pag na Cerri , La tua lettera pubblicata nell'ultimo numero :wcusa il giornale in genere e me in ispecie di non a•;er fatta que.la rec·sa oppr.,,-.;n,ione alla guerra quale tu aspett~vi. Ad eiv·itare "cLi• verge-nze ,d'indir:zzo dai giornali del partitn t,J hai \·isto <:be ::.ono stati 'fYI"esipr,_,vw,dimenti. :\fa. '-ia. pen{Je..;.so a Lu~ia di difendere sè ed altre dalle accuse, invero esagerate, che tu muCJvi al foro rigua.rd0. Contni.rie a.lla fruerra non v ha dubbio che noi siarno ~emyll'e state: cfJme te od amo la ,,·ic,lenza, cc,me te fon mo 6<JucaU! ed educam– mo alla bonta., alla ra~ionevolezza, :.Jl'amore. C0m1:: te ci illutJ~mrno ~che le armi non fo~~– ro che misure di precauzi<.JnP. r; <:hP- il mondo civile - a!rnen0 - n0n vi avrebbf' ricr,r~o per risolvere le sue <.:.ontn,·.-,er-ie. _\fa come i fatti ci hanno d:1to t,Jrto, noi :ih– bi:ullo rfovuto guardare in faccia i).lla realtà. La eoerenza die tu vanti diventa do,::çmatismo quando non tiene conto dei !atti. Cosi c<.Jndannan<fo iJ proh:tariato tedes-·o eh<~ ~i era la.sciato trac,,cinare dal proprio gr.1vf'rno in un terrib:Je uragano, :-ihhiamo pur do•,·utr, giu'--Lficare i r,opoli che ~i sono difesi dal ml– litaM<.,·mo teutonico. A parte i torti dr,f ]oro sirigoli g<Jverni, potl!vano es.~. fa.rrie a meno f' accogHere 1a supraffazione ted~ca? Dal mo– mento che le leg~ri del vh-er civile er:ino c;tate rotte e c-he nessuna parola di giustizia potev:1 frenare Je forze scatenatec;i, potevamo noi na- 51.'ondere gli occhi p~r non \'edere e continua– re a ripetere Je frasi del vocahoJario pacifista? E ben vero che il nostro partito si schierò per molte ragioni <'he noi accettammo contro J'inte rvento armato e volle scissa la responsa- bi!ità da qu anti si schie raro no nell a contesa . Ma noi della Difesa, non volemm o esse re così settarie da non cap ir e che alt ri comp agni no– stri erano trascinati sul l'alt ra riiva, daJ ba– glicre di un sogno d i giusti zia, da un senso di solid4rietà che e.:;si ritrovav an o nelle stesse rag;oni del socialismo, e non cercammo di acuire gli odi e di alimenta re le beghe feroc i. Per questa serenità di giu.di71iOtu ci acc usi niente d'. meno che di essere delle guerra iole. Ma v'ha d'. più. Entrati in gue rra i no-stri migliori uomini dichiaravano che noi doveva• mo augurarci la ,,itUJria. Aiu::.(Jra fpr.>ehi giorni fa nffer:rnavano Very • Well sull'Avanti! e Treves s,uTia tri lica So– ciale che i s,Jcial sti i-.i augurano la. vitto ria -delle anni italiane. Cosi rame l'on. Turati ri– ::,ctcv:J. la. ~te:-:;-..,n. r1f!ennaz.one in un rorni zio u ,ltim:Jmen.tr tenuto a BlL<..to. Cio :;ignifira che il partito socialista non tende a in<J<-bolire lo Sta.te, f! se la Direzionr df'.l Partito stefisa non ril,wa, la divergenza di ve<lute 1;on questi uomini em:nenti, rall<11·n. tu non ~iai m~ss1rn diritto di metterci come fai :dia c.,treg71a di quelli <'.hegiustificano la con– <lottr.1 <Jrd dir:gentj tede'>rhi. Vedi a qnali esagerazioni si arriva nrr amo– r,, di t,e.<,i? Cerbrnentr nr,i <Jr,Jla Difesa non abbiamo rir.cornunato nel gi1ulfaio b1tu~ le nazioni br lli– gnanti, non a.Lb'amo bandit,J il pa.r:t1lo'-'SO che le guerre di d·tesa e di ùffosa di egemo– nia o di solidarietà, !=-ienola stessa r'osa. Ab– biamo voluto disting111?re, ragionare, riflettere, non chio<lnci in dogmi assoluti. Sr questo P, un torto p-er te, non lo è per noi che davanti ;j, un tremP,ndo probh•ma qu:de mai la ~torir1 ha posto davanti al partito nostro, non ci sia- mo senti te di r isolverlo con la sola scorta del sentimen to o ineglio ancora con la visual e nl– st retta dei soli afJett i cd interes si no st ri. La ques tione della g uerra ha martorl ate molte delle ani me socialiste. Lu cia non sente d·i getta re la pie tr a con tr o nessu no. P referisce lasciare ad altM la pa rola .-;u,lla grave que– stio ne e ri serbarsi una pa rte ,ipiù mo desta di lavo ro, ad attestaziio ne della propria fede so– cia Lsta e del p rop rio affetto a ques lo fog lio di hatl.ag.lia. Lncia. ('ara Lucia, \'o{Jlfo sentire il tuo var<'re su questo ar go• rnento. ;:)uando non si vuò o non si deve ac– t·orda,re tutto quanto si chiede alla 7wb !Jlica assislPlt':o ci sentiamo ripeterP il ritornello: ,( Peri>, net mio casamf'nto sono concessi sus– sidi rnayyiori a chi ha 1111•110 ùisogno di me n. E quondr, si ùuìislf' 1ìf'r al'ne nouii e dati di fa tt <J, allora il df'nunriautf' si trincera dietro il silf'nzio, htt paura di far malf' agli altri, di pa.,;.wn• romr• spio, f'cc., ecc. Orn io pens<J: o la cosa ,~ vera. e chi ha dalr fr rlisvosizioni e, fu in(1annr,to o comflliSf' una ingiu.~li:da. Si imponf' rndndi il dovere di r i– /Jf.trare al mal fatfo, e il dt>nunciante non è spia in tal raso, ma rooJ)rra lorc di (Jiusti:;ia. IA 1l,,nun,.ia c'è• sP è vnqr, non. ha 1>alore; bi– M1(11w, ruovarla; 1JOichr'·dit'f' rsamrmte o è una mn1zoo1w, o è un pTPlf',,;lo per strappare ciò che 110n r:i i> dovuto. l'abilurline a (fUPSlP ar:c11sr imprPcisate è piu. di[fuw di qurllr, rhf' .~i può tmrnar1inare ,ut popolo, spPdalmrnt,, femminile. Vorr Pi che la nostra Difes:1 Sf' nf' in lnessasse P di• Cì?SSI' lo SWl fJf)i1iiOllf' in merito. L. M. cl istL t. v. 1,85; t. c. 2; o. 8 % - Giubb e di tela, t. v. 0,80; t. c. 0,90; o. 12 % - Pa:ntalon.i di pann o, t. v. 0,70; t. c. 0,75; o. 7 % - Panta-– Ioni di terla, t. v. 0,40; t. c. 0,tt-0- Mantellin.e, t. v. 0,50-0,55; t. c. 0,55, pa.reg griate - Pan ciot– ti , t. v. 0,60-0,65-0,70; t. c. 0,70, par eggiiate - Tende da campo, t. v. 0,55-0,60-0,65-0,70; L c. O, 70, 1pareggi ate - Carn icie cli tela, t. v. 0,30; t. c. 0,35; o. 16 % - '>1utande dd tela, t. v. 0,20-0,22; t. c. 0,25; o. 14 % - Asciugamani , t. v. 0,01-0,02; t. c. 0,03; o. 50 % - Uose <li tela, t. v. 0,1,0; t. c. 0,t.5·; o. 12 % - Oravat te, t. v. 0,02; t. c. 0,03; o. 50 % - Fascie di lana , t. v. 0,04; t. c. 0,06; o. 50 % - Sac chetti per galle!,. te, t. v. 0,02--0,03; t. c. 0,03; p areggiate - Ber· retti di tela fam.ter.ia , t. v. 0,06; t. c. 0,07, oss. 16 % - Srucchetti rper sa,le, i. v. 0,01; I.. c. 0,01 - Cint ure , t. v. 0,10; t. c. 0,10 - Coprri gave1l– Le, t. V. 0,10; L C. 0,JO. Gli n.1,1.menti com1plessilvi per Je dodicti 'VOOi aum ent ate raggi ,ungono la media del 211 %. -Di– d s i per le venti voci ~}er -curi sri ri'ch.iedeva, si ottenn e la me dia cLel 13 %. Da nota 1 Si per ò che le voci pa11eg.giate ra!prpresent ano rprure un ver o migli o,ramento perchè , uni ca essendo la. tariff a, non potrà più esse,rvi dlsp aTJtà di tr élJt– tamento e ad uguale ,lavoro, uguale pag a le oper aie dovranno perc epire. In olt re le Ditte sono im,pegnate, a col!locare nei rp•ropri locali ed in modo c:he si•a ben v.isr:L bilie alle oper aie, un a tab e'lla contenente ;i •prez – zi con cordati e che debbono andare in vigore. Da Vlgnole Borbera. Qui regna la schiavritù, nella filanda F'igaliÌ , una de·lle più grandi <lena pro -vinc1a Jj Ale s– sandria . Si fanno anch,e 15 ore di lavoro in brurba a tutte le leggi, e iJ massimo del sala r.io è c1i li– re 1,50 1per le donn e e 2,40 pe r gli uomiini, com – pr ese le ore str aondinar.ie! Le ,paghe deJJ.e gio– v,inette so·no ir,nisorje. E non diciamo del trat tam ento morale. La schiavitù vera e pr 0tprja di un a volta era rpre– fleribile, pe:rchè ~Imeno il /IYarlrone non lascia– v,a 1nor.ire di fame e di sten ti qu ello sch iaivo che a.v,eva comperato, e che raippresent ava per lui un capitale, come ,lo ra'J)'p1·esentia oggi - per chi ùo possiede - un cavallo o un bue ! I carabi n ier.i hanno soqp1reso delle bimbe a lavora r e 1dii nottie, ma è come se, niente fosse. E piovono 1-e multe ,sulle Lavoratnlci a falci– diare irl giià misero sa lar io. E intianto i filati aumentano, face,n<lo aurrnentane il gru.adJagn.o del p adrone ! Il lavo:ro dov•re bbe nobili tare, stan do all a mor ale bor,ghese, ma invece, in tal modo, assassina! I NOSTRI LUTTI Gli oper.aii della !\•!ani.fattu ra Tabacchi a,p– ,presero in . quest:i giorni la p·erdita del 101·0 compa gno Zambelli Mario moria in un osped ale da campo . È la secon vittjrna che la famiglia degli operai del T abe co deve regi strare. Neut ral i.stia.convint o, difese le sue idee fino all'u ltimo; i compagni che lo eb.Eero sempre uno dei primi nell e lotte dell'or ganiz zazione, non lo potranno dimenticare mai e alla mo– glie., a.i piccini suoi adorati, ai genltorì m an– dano un -saluto 11everente ed affettu oso asso– cia ndosi al loro lutto .11ila110. IL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIO NE. RIG A.1\IIONTI GIUSE PP E, gerente Ti,p. Editr ice delJa Società ((Avanti ! )) CAMPI Cara compagn a. Tu m etLl il dito sopr a una !Pi aga scottante : la man can za di onest à, di sin oerità che si ri– sco ntr a pur tr oppo nel popolino e di cui non va del tu tt o ese nte an che la class e operaia. ln quella ,poca espe1,ien2a fatt a neg li uffici di assiste,na ho po tu to cons t atare qu a.re danno a1Techi l'abitu dine alla menzogn a p:iocola o gran de che soia. Blsog na dun que educ are e cont ro la men zogna non U\'e r riguardi. F are la spi a n on è cosa antip ati ca? Dicia– mo piuttosto denu nciare ; e se il denun ciante vuole c·sscre in regola con la pr opri a coscien– zn, non hn, che da avve r tire colui che denun– oia del passo c-he !-'.ta per fare. E non è perico loso il caso? non è un sollevar beghe, un acc hiappan · fasthdi? e andair risch io di.. •piglinrle? Un po' di ca rruggio ci vuole. Se si vuo l cr ea– re un mondo di giustiz ia, bisogna es.sere ca– rne i di giustizia, biso gna esse re capaci cH giu– stizia an che ne l picco lo mondo u1 cui si vive . Ci sarà taluno che obb irtte rà: P erc hè pr en– dersela con la povera. gente? no n ci sono tanti <lisones ti in alto da denu n cia re ? Lo sappiamo: c'è tu tt a la soc ietà da ca-po– volgere. Ma non sa rem o in gr ad o di df are la soci.età su basi g-iuste, se non sa rem o noi stes– :-.i ca;paoi di giustizia . Le coscie nze singo le fonnan o la coscienza collettiva. E la coscie-n2ia collet Liva è capace di RCU.ot. er,e le bas i socia li. Le rjvo luzioni , d:i– ceva quel pacifico 1.1omo di Mass im o D'Aze– glio, le manda In d ivina pr ovvi<lenzn,; lflOi dob– biam o crea re le cosc iew.ie cap aci di inte nd ere le rivoluzioni. Lucia.

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