Critica Sociale - anno XXXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1926

66 CRITICA S0C1ALB In allri termini la borghesia dice al Socialismo: « Ah! tu ,;uoi il potere, Ln vuoi- la socializzazione ?ei, me~zi di produzione, tu vuoi l'abolizione della prop;·1ela pnv~la: tu vuoi queste e tante altre belle cose. Ebbene, v1c111 a prendertele. Non credere però che io_sia c~sì scioc:rr da cospargerti io medesima il camnuno di_ rose, s,~ con lo spalancarli J,e porte pPr l'entrata nei c0nsessr legislativi, sia co-ll'oppormi a· tutt'uon~o a certe. ri~ vendicazioni economiche immediate· de, lavoratori, s1 da farti ritenere da costoro l'unico loro lV[essia,l'unica lor-o àncora di salvezza ». Sì o compagni socialisti, sono tempi duri. O, per dir meglio, sotto i colpi della realtà è ~vanita _ la rose~ illusi,one, fiorila per qualiehe tempo 111 mol_h cervelli (non certo in quello di Marx), che - come le muri:\ della munitissima Gerico seconda l'ingenua leggenda bi- , blica caddero al semplice suono delle trompe, per mi– seric~rdia ciel Signore· d'lsr~ele - così anche la ciclo– pica costruzione ciel dominio borghese e dell'economia capitalistica cadrebbe per virtù cli articolesse, piene, ahimè, d'i alta sapienza marxista, per i facili successi elettorali, per un movimento come quello dei Sindacati, che riusciva in molt~ssimi luoghi ad irregg1mentare; masse numerosissime, facendo appello ai loro senti– menti e alle lorn facoltà di raziocinio più rudimentali e primitivi. Questo sì che si chiama volere andare in pa- radiso in carrozza. · Purtroppo la Storia, anzi la stessa umile ,realtà quo– lidiana, insegna che a questo mondo nulla è facile, ma tutto deve essere conquistato con difficili lotte. Figu– rarsi se non deve essere difficile la effettuazi@ne di postulati e di. ideali che affaticano l'umanità_ già da duemila anni e più! E la conclusione? Eccola, brevemente. Chi scrive, mentre professa apertamente di nutrire pochissimo rispelto per il « marxismo » di moHissi'.rni egregi compagni artiooli'.sti passati e presenti,. ne ha invee~ uno assai grande ·per il marxismo autentico, ·ossia per' quello di Carlo Marx. Tuttavia anche questo marxismo al cento per cento, non annacquato, travi– sato e sbrindellat-o da meschini epigoni, risulta, come ho già dett,o, inadeguato allè odierne necessità ~eoriche e praticlie del movimento socialista. Ne darò qualche esempio pratico. Nell'attuai.e condizione del s@cialiismo, cosl forte– ment~ impegnato in una lotta di vita e di morte contro un avversario robusto che si appresta alla suprema difesa, sarebbe di straordinariio. interesse strappare il segrelo del loro snccesso ai due movimenti ri.voliu– zi<onarii analoghi, il Liberalismo e il Cristianesimo: i ql_\ali pure, ai loro tempi, si trovarono in frangenti– consimili. Orbene, sotto tale rapporto, la teoria del materialismo storico, per quanto geniale e sotti1e, fal– lisce allo scopo. La prova diretta se ne ha, per tacere di altro, nel fatt-o che lo stesso Antoni•o Labriola - senza dubbio il più acuto espositore, dopo Mai.-x, della dot– trina del materialismo storico .:_ nella celebre nona let– tera del suo Discorrendo di socialismo e filosofia, di– chiara nettamente di non riuscire, neppure attraverso la lente del materiaUsmo storico, a capir nulla della controversia ariana. M.a la controversia ariana è Pre– cisamente quella che riempie e caratterizza il periodo 313-381 d. C., ossia quel periodo decisivo della Storia del Cristianesimo, durante il quale questo, da religione perseguitata e poi sol9 tollerata, sale al grado di re– ligione dellò Stato e diventa a sua volta persecutore ed opl?ressore del Paganesimo. Altr-o esempio. In questi ultimi anni, il Bolscevi- Bibiioteca Gino Bianco smo russo fa, dalle circostanze, costretto a risolvere formidabili problemi politici e, più ancora, economki. Credete che i Bolscevichi abbiano, in tali contingenze, potut,o servirsi della scienza politica ed economica mar– xista? Neanche per sogno! Ess"i-dovettero servirsi uni– camente clella propria buoBa volonlà, del propri-o acu– me, della propria energia e delle dure lezioni dell'e– spe1T,i!e:nza quotidiana. Terzo ed ultimo esempio. Ho già dello che è gran– dissimo merito di Marx avere portato il Socialismo a puntare risolutamente sopra le immediate rivendica- , zioni economiche e politiche delle ma~se. Oggi noi, in Italia, parliamo con serena fiducia della nostra e im– mancabile riscossa». Anch'io vi credo fermissimamen– te. Ma credo altresì, e non sarò certo il solo, che tale speranza non deve poggiare unicamente, sotto pena di crudeli delusioni, sopra un futuro eventuale malcon– tento operaio in materia sindacale, et similia. Tri:ste oosa invero- sarebbe, se la grande missione storica della classe lavoratrice dovesse stare in istretta dipendenza cli qualche soldo più o meno di salario, di qualche quarto 'd'ora più o meno di lavoro, o di altra ana:1oga concessi<onc che una borghesia un po' avveduta s.iguar– derà bene di lesinare. Agli effetti delle attu_ali esigenz~ del Socialismo, ossia della lotta di classe, è necessari~ non già rinnegare il marxismo., ma oltrep'assarlo. Ciò che oggi ci occorre è una Realpolilik alla Bismarck, una politica di conquista e di azione. Conviene perciò che la parte scientifica, storica ed • ·economica del marxismo ve11g.'.lapprofondita ed ar– :ricchita. Conviene inoltre che si rinunci alla tattica, f;nora usata con successo, ma oramai irremediabilmente sor– passata, di affidare le sorti del Socialismo alla pres– sione spontanea delle pit1 immediate ed urgenti riven– dicazioni economiche e politiche delle masse. È il par– tito stesso, _come partito, che deve ora entrare diretta– mente in lizza e - pur cercando, naturalmente, e vorrei dire marxisticamente, di tenersi sempre in vivo e_~tret– to contatto colle masse, colle loro idee e coi loro bi– sogni - foggiarsi da sè gli indispensabili strumenti della sua ulteriore azione storica, oss-ia 'una tecnica rivo– luzionaria per conquistare il Potere,. una tecnica poli– tica per. conservarlo· ed esercitarlo con dignità e suc– cesso, e infine una tecnica economica per potere (sii venia verbo) mandare avanti la baracca, visto che a.nelle l'appetito delle popolazioni ha i suoi santi ed insopprimibili diritti. * * * Ma anche questo non basta. Del mm·xismo fu dett-0 che esso è « un idealismo che s'igpora », alludendosi alle arie ostentatamente «materialistiche» e « reali;stiche », oolle quali esso, per una specie di simpatico pudore, vela l'aspirazione ar– dentè alla Libertà, Fratellanza e Gi_ustizia, che vice– ' versa è il suo vero ·movente e la sua più genuina es– '•s~nza. Anche qui bisogna che il Socialismo cangi un po' t,itra>da, Allo stato ::ittuale, è çl'uopo che il suo « fondo ». idea– listico venga fatto salire alla superfide, che i veli ma– terialistici cadano, che esso garrisca in alto al vento come uno splendido orifiamma, e squilli come diana di battagUa. l'l Socialismo non ha oggi proprio nul'la da guada– gnare dal dissimulare il _,Proprio connaturato _idealismo e dal battersi su un terreno solo relativamente suo, cioè sul terreno materialistico. Non certo qµi esso potrà vincere la sua san~a guerra.

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