Critica Sociale - anno XXXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1926

Lasc:t o èaSchiavi oc1a e RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24 ....:.... Semestre L. 12 - Ali' Estero: Anno L. Jt. 30 - Semestre L. 15 DI_REZIONf::: Mtlano • Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 • Milano Anno- XXXVI - N. 5 Il Numero separato L. UNA Il Milano, 1-15 Marzo 1926 SOMMARIO POLITICA E ATTUALITA': 1t dUemma del socialismo francese (Rabano Mauro). NECROLOGIO,: Anna Goda ·Comotto (f. t.). Discorrendo d-i colt~ra saoialista (Prof._ Giovanni Zibordl). STUDI. ECONOMICI E SOCIOLOGICI: Ohiariment-i sopra la lotta di classe (Franz Welss). Il concetto della «libertà• nella filosofia di K. Man11. 1. Il, JJ I (Prof. Arturo Labrlola), Per la « terra a- chi la fa rendere• ne.Ila Gran /Jretag1rn (Ales– sandro Schiavi). - FILO.SOFIA, LETTERATURA, FATTI SOCIALI: Il 't:re1111scolo dei modernismo (Ii critico). . • Una ricostruzione postuma (Mug.). La c~sidetta «prin_ia Mostra rtel Novecento Italiano•· i·11i1Jre8sioni di 1m provinciale (O. G.). ' Tra le Riviste : Popoli' bianchi e popoli coloraù (e. m.). Pubblicazioni pervenute in dono. · .· 11 dilemma del soc.ialismo francese La caduta del Ministero Briand alla vigiUa della convocazi!one di Ginevra ha avuto l'eco sinistra di una sghignazz;ata del destino. Briand non av,eva vissuto la trimestrale vita c!,elsuo ministero che per arrivare a Ginevra. Egli aveva cerca.lo di librarsi sopra le divi– ~ioAi _della politica finanziaria, stringendone 1 f1h 1n una mano, su cui egli aveva scritto: Locarno. Locarno era la parola fatidica la p,arola vindice. Il resto non era· che ombra. Ogni irreale doveva cedere a questo reale. C'era, indubbiamente, dell'elevazione in que– sto atteggiamento. l)uomo è scettico di tutto lo scetticismo parlamentare. Ha m~lto vis– suto e molto navigato tra le sirti del Parla– mento, _anz'i çlel parlamentarismo. Gliene è venuto un indulgente disprezzo delle cose e. degli uomini. Ma egli ha collo– cato sinceramente l'anima sua in un'idea. Briand vuole la pace. É la fede del suo scet– ticismo. Cioè, è il scetticismo disperato della guerra che lo muove e lo fa p_arlare. In un paese dove la guerra ha una doppia tradizio:– ne.. magnifica, di .apologia e di esecrazione, Bnand ha sposalo la tradizione dell'esecra– zione, non tanto per eccesso di carità umana, quanto per l'amara e beffarda convinzione del fallimento inerente a tutti i nobili fini che s! att~ibuiscon,o alla guerra, la quale per lui s1 residua nell orrore delle morti e delle ma– cerie, nel tripòtage degli affari, nella miseria e nella schiavitù. · . Dalla sua gelida indifferenza al più e al meno delle opinioni politiche dei $UOi con– temporanei egli riscatta quel suo oscuro tor– mento, onde nella sua lunga vita politica sem– pre preferì rompere l'ala alla sua _ambizione, piuttosto che agitarla lungo le scie dei nazio- 8 . .nalisti. Egli si dice éuropeo. Ma è francese: 1bhote.ca Gino Bianco f~an~ese della buona stirpe di Voltaire che grnd1cava della guerra nelle sue lcltere a Fe– derico II come un ... Briand come un classico del pacifismo. Egli ha I av~ralo ali a ricon– ciliazione della Francia e della Germania con uno. spirito molto più anligermanico - cld germanesimo riazionalisla e bismarckiano - - cli quello dei francesi suoi avversari, ·che di– vorano sì boches ad ogni pasto, ma animali da un appetito, al lutto boche, di conquista brutale e fanatica. · Pert~nt~ Byiand è rimasto, si potrebbe dire malgre lw, l uomo delle sinistre e del Car– tello. Le evoluzioni della· sua carriera l'ave– vano portato dai peccati giovanili dello scio– pero generale anarchico, alle calme soddisfa– zioni dell'ordine sociale, concepito dal centro dell'assemblea, dove siede la gente che si è... posata. . Nel tremendo groviglio delJa presente crisi finanziaria dello Stato, in quello spaventevole azzuff a~·si di bisogI?,i, di_ avarizie, e di pro– g:a~m1 concorre?h, _egh avéva un po' l'aria ~1 d1~e:.- ~u~che m1 copriate i quattro mi– h?-~d1 d1 defzc~t -. che non sono più tollcra– b1h - purche m1 arrestiate la caduta del franco, fate un po' voi, signori, quel che vo– lete ... Io accetto, senza pregiudiziali che l'im- · posizione caschi dove la Camera vi.iole sulla terra, sulla fabbrica, sul commercio, ~ul la– voro; che colpisca i piccoli, i grandi i medi· che sia proporzionale, che sia progressiva~ Tutto ciò si deve accomodare d'amore e d'ac– cordo sotto l'impulso di una duplice necessi– tà: 1. 0 colmare il deficit; 2. 0 dare esecuzione agli accordi di Locarno. In queste due « evidenze » la Camera do– veva « necessariamente » dargli ragione e so– stenerlo. Egl~ ci~~etteva anche una tale vel– lutata, cortesia d.1 tratto, che sembrava non potesse non placare ogni avYersario. Invece la C_amera francese si prese il barbaro raf– finato piacere di rovesciarlo all'alba di quello stesso giorno che doveva partire per Gi– nevra, a ricevere la Germania che entraYa nella Società delle ~ azioni; e lo rovesciava lasciando scoverti tutti e quattro i miliardi di de/ icil, con le scadenze dei buoni alle costole, e senza un uomo ed un programma all' oriz- zonte... · La bella impresa era compiuta al grido della destra che non voleYa mettere le impo– ste per una politica di sinistra. cd al grido della sinistra che non voleva mettere le tasse della destra. Ognuna delle parti voleva sal– vare la propria popolarità antifiscale. La si– nistra ed il Cartello in noml' della giustizia

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