Critica Sociale - anno XXXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1926

CRITICA SOCIALE 65 ticolari in cui le dottrine e le tattiche (cose che spesso son messe tutte in un fascio) furono formulate o enun– ciate, sì da poterne onestamente distinguere la sostanza dall'accidente, il fondamentale dal contingente (il che molte volte equivale a dire, il vitale dal caduco); - stilla conoscenza delle applicazioni e delle esperienze fatte nei varì paesi, analizzate e valutate obiettivamen– te·, non oon l'animus iratus del sopravvenuto disastro. E, quanto al vitale e ai caduoo, gioverebbe tener presente, con savia modestia, la relatività di questi termini, affinchè non accada di condannare come ca– duco ciò, che è caduco oggi, ma ·che era vilalissimo, utilissimo, e· verissimo quando fu enunciato. Cr:tcr; elementari, come si vede, di indagine e di critica, che tuttavia non sono del tutto superflui da ricordarsi og-– gidì, per un atteggiamento di spiriti diffuso un po' su tutte le rive. Ma di questo atteggiamento, come delle vie e dei modi di apprestare a noi stessi questo « bagno di col– tura » socialista, seguiterò a parlare un'altra volta. GIOVANNI ZIBORDI. Chiarimenti sulla lotta diclasse Non c'è socialista che non abbia udito parlare, o abbia parlato egli stesso, le cento volte, dell'Idea so– cialista, magari esaltandone con alate parole la forza e la sublimità. Che cosa è questa Idea socialista? Str: :1gi stringi, essa non è altro che quel millennario an-.?lito di Giu– stizia, Fratellanza e Libertà, che costituisce il vero nerbo e l'unico grande interesse della Storia umana. Noi pos– siamo seguire a passo a passo il graduale estrinse– c:.:irsi ed effettuarsi, attraverso mille difficoltà e tor– menti di cotesta profonda ed irresistibile asp:razione. È des~a il soffio divino che ispira il profetismo ebraico, la filosofia greca, lo stesso diritto romano. Dalla con– fltienza di queste tre immense forze ideali ed educa– trici nasce e si forma poi il Cristianesimo. E, allorchè questo torna sui proprì passi, e dà luog~ alla. tiran– nide teocratica medioevale, ecco le grandi eresie del– l'età di mezzo risollevare di nuovo la fiaccola eterna della Libertà Fratellanza e Giustizia, finchè la Riforma giunge a vendicare gli assassinii di C~tari 2 di Albigesi, di Valdesi e i roghi di Arnaldo e d1 Huss. Si giung~ poi alla Rivoluzione inglese e ~lrimmens~ Ottantanove. È questo il periodo durante 11 quale gh ideali di Libertà Fratèllianza e Giustizia ricevono la loro formulazion~ nitida, magnifica, grandiosa, defini- tiva. 1, Ma verso la metà del secolo decimonono, a qualche spirit~ più acuto e pensoso l'esame cri_tic? dello stc~s? movimento rivoluzionario, così meravigliosamente 1m– ziato dalla Rivoluzione francese e che volgeva oramm al suo termine e al suo pieno trionfo, cominciò a rive– lare questa ani.ara e terribile verità: la borghesia, I~ classe cioè che con così apparente risolutezza e cosi brillante fervore era andata e andava tutt'ora propu– gnando gli « Immortali Principii », non era e non po– teva neppure essere sincera. Essa stessa era un~ c!assc dominante e sfruttatrice. Ossia, la sua essenza d1 vwere e, quindi, le sue vere e reali finalità stavano in asso- . tili eilava a suffragio ... il mo~Lo di Marx, • l'emancipazione dei' proletari dev'essere opera dei proletari stessi_>!!! E altre volte questo motto fu allegato, da certo opera1~mo gretto 0 demagogico, a giust~fica~e il sospe_tt0 e l'ostracismo a co- loro· che non hanno • 1 calh alle mam •· . . Cito un caso solo-. che riguarda un detto d~ M3:rx fo_1s~ . il più noto e famoso dopo quello • Proletari d1 tutti 1 BibUl'Jfèt~tt3inòiBlti1'e5 gli altri... N. dell'A. iuta e insanabile opposizione con gli ideali di Libertà, Fratellanza e Giustizia. In definitiva, una sola classe poteva e doveva essere in ciò assolutamente sincera: il Proletariato, la massa lavoratrice, l'eterno oggello di ogni forma di dominio e di sfruttamento. L'uomo, a cui apparve chiaro lutto questo, fu Carlo Marx. Non basta. Egli non si limitò a constato.re che « tutta la Storia è lotta di classi , ossia che in tutta la Storia si ripete continuamente il fatto di una classe soggella di lavoratori, che suda e producP. e di varie categorie cli altra gente, che sfrutta il suo la varo e opprime la sua libertà, essendo talvolta esse stesse i11 lolla tra di loro, lai altra associate nella bella im– presa. Egli trasse da -cotesta sua interpretazione ma– terialistica della Storia• anche due illazioni di estrema importanza. In primo luogo, se è dimostrato che il vero n >c– ci<olo di tutta quella faccenda che si chiama Storia è il dominio polilico e lo sfruttamento economico, allZi. meglio, è il dominio polili,o per meglio potrrr alluan· lo sfruttamento economico, è evidente che ogni crilica rivoluzionaria», la quale non si addenlri nelle questioni economiche in tutto ciò che concerne produzione, di- , slribuzione, laYoro, reddito ecc ...., è una critica super– ficiale, astratta, insipida, tPoric::imente e praticamente inooncludente. In secondo luogo, se è dimostrato che gli Iclrali e.li Libertà Fratellanza e Giustizia rimangono cosa incom- , prensibile e campata in ari.a o,,e non si riferiscano alla « trivialità » e.leivivere materiale, al , tributo , che le classi inferiori hanno sempre pagalo alle classi su– periori, ne segue altresì che i difensori ed apostoli del– l'antichissimo, ma pur sempre nuovo verbo di Libertà, Fratellanza e Giustizia fanno assai hene a non guar– dare con disprezw alle immediate, apparentemente umili 1:ivendicazioni politiche cd economiche della class; lavoratrice. Come il \'erbo divino, c;econdo il profondo mito cristiano, per guad::ignare proseliti sulla terra al Regno di Dio, dovette rivestire carne umana, ·umiliandosi a fin cli bene, così anche l'eccelsa Idea so– cialista per guadagnare l'animo delle folk, de,'C ne– cessari~mente e proficuamente abbassarsi ed identifi– carsi per un certo tempo e per un certo tratto col– l'umiltà e bassezza delle lotte per salarì cd orarì e per adeguate rappresentanze nPi grandi e ~iccoli co~– sessi legislatiYi borghesi. ;\,[aterialism'> storico_ . "Cri– tica della economia e della scienza econom1c:1 hor– ahese ossia del Capitalismo e dei suoi apologeti '· ; Ris~luto appoggio a tutte le iniziative proletarie._ di– relle ad ottenere, e· sia pure nell'àmbito_ del reg1?1: politico ed economico borghese. v.:intagg1 e:ono~111c1. g iuridici _politici senza scandalizzarsi o scl11far.-,1per , , 1 · il divario fra la sublimità dell'T~?a e il terra terra e 1 una siffatta realtà», ecco !"insegnamento di :.\larx, ecc~ la dottrina e la tattica da lui lasciala in eredità a lutti partiti socialisti e a tutto il proìtetariato del mondo. Ora tutto ciò è mollo bello. ma. p;;rlroppo. allo staio. attuai~ ctefle cose, 11011 è piì1 sufficiente. L'Idea so– cialista si sta ora avvi::i.ndoverso le sue pron' supreme. Il fortunato colpo di mano socialista in nu........ ia ha messo dappertutto in allarme la borghesia e 1:h.1 spinta ad apprestare le proprie difese. Queste cons1s~ono ~o; stanzialmente in ciò, che da un lato la borghesi~ str~~~ o·e i freni instaurando la dittatura politica. ossia nt1- ;ando la ormai troppo pericolosa concessione de– mocratica•. dall'altro cerca di addormentare la com– battiYilà riYoluzionarb delle grandi masse. rispettan– done, almeno nelle linee generali. le gi,<"1. ottenute con– quiste sul terreno economico.

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