Critica Sociale - anno XXXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1926

,f 70 CRITICA SOCIALE un villagg~o jng\ese 11,mgo il periodo di 50 an~i,_ di– mostra rion solo il deterioramento e la scompos1z1one della maagiioranza delle famiglie dei contadini salariati, e Ja sparizione cli esse, ma mette_ i~ riliev~ il fatto _chej .quando i salarii erano a 12 scelhm la sett1man~, vi er~ abbonclanz~ di mano d'opera, mentre, ora che 1 salaru sono cresciuti, mancano le braccia per strappare le ra– <liçi o per falciare il fieno, cosicchè talune di- queste operazioni non si fanno. . Insomma le lezi-oni derivate dallo studio dell'agricol– tura negli 1 aHri Paesi sembrano dimostrare .che « la prosperità dell'azienda è la salute e la contentezia di coloro che vi sono addetti dipendono non solO' daHa ri– munerazione in denaro, ma'"precipuamente dall'esservi in essi ùn interesse vitale alla terra, un senso quasi di compartecipaz~one tra la terra e coloro che la lavo– rano». Non invogliano certo a tornare dalla Littà alla cam– pagna le condizioni pessime, delle abitazioni, deter:o– rate. e care (le migliori .fur~no trasformate in case . di villeggiatura); i-I basso tenor cli vita e la mancanza di benessere e di vitalità nei l~ambini. . Occo1:rono allre condizioni, altri incentivi, altri me– todi per far restare il contadino in campagn.1 e per at– trarvi .altri dalle città; occo11re - sempre secondo la ,relazione - •« come sta avve'ne'ndo in Danimarca, in Russia, nella Rumenia, ·in Polonia e nella Ceco-Slo– vacchia, a mano a mano che la proprietà della terra si concentra in poche mani,- un cambiamento nel si– stema di conduzione della terra». (7). · 3. - Perchè la terra è coltiv.ata mate. · Ed eccoci a-l nocciolo del .problema. La terra inglese, oggi, è coltiva-la poco, o male. Qu:-111- lo dire che chi la possi~de; o la detiene in affitto, n~ fa un cattivo uso. « La gran massa della terr.1 coltivata - è stato detto - è coltivata col sistema ,di raccogliere quel che la Provvidenza largisce senza lavoro e senza.costo,,· (8). Perchè,? · Le cause sono diverse e si possono enumerare, per casi di carattere generale e per casi particolari, così: nei fittavoli mancano capitali, educazione è carattère; il lavoro che vi si_immette· è insufficiente; spesso, la quantità cli terra affittata eccede la potenzialità del fit– tavolo. Nell'epoca· d'oro dellà nostra agricoltma - nota il · Turnor - · dal 1840 al 1860, e sino al 1870, il ~a.pi – tale •di esercizio del fittavolo era di 10 lire sterline . per acro; dopo la dep.ressione e fino alla grande guerra, · quel capitale scese a circa 5 a 6 sterline per acro, men– tre, sulle stesse basi, un coltivatore continentale né im- . piegava da 12 a 15 ». · (7) La diminuzione della popo-lazione caml_)agnola non è pe– culi are alla 6ran Bretagna. Anche la Francia· e la Germania la \'edono scemare. In quest'ultimo Paese, tra il 1822 e il• 1907, la ·popolazione che vive dell'agricoltura è discesa da 19.225.000 a 17.681.000, cioè di 1.544.000, quindi, da 42,5 a 28,7 per 1-00 della' popolazione totale. (8) Osservando il fenomeno il I<autzky accenna ai mezzi per farlo cessare e 'scrive nella sua recente Révolulion proléta- rienne: , « Nella. ~l'escente man'canza cli mano d'opera per l'agri– coltura r1S1ede un.a delle (".ause dd rialzo dei prezzi dei suoi , proclotli, il rincaro delle derrate necessarie. alla vita co- miµcialo ~!à dieci anni prima della guerra. ' • Porre _h\1e a. questa situazione è una questione vilale, più :.i,nco_raper \a società generale che non per i coltivatori in particolare, 1 quali possono trovarsi benissimo in orazia del rialzo dei p1•ezzi.. . " • f: . ~ssolutamente indispensabile 1 .ricou'..lnHc all'agricoltura u~a mano d'oì)cra più numerosa. Ma questo non. possiaq10 più_ otlene!"lo,_ m questo secolo di forza pròlclaria, coi me– todi del medio evo o del bolscevismo cioè a dire trasci– nando per forza ·i lavofatori alla gleba: ma sollanlo miglio– ran~o le ?Ondizioni della· vita rurale, Je· quali fan.10 si che · oggi la gioventù delle· campagne trovi preferibile una esi– s_~en~aJ?roletaria in città che non il lavoro salariato o anche hnd1pendenza _sulla base della piccola proprietà n2ll'agri- collura, · • Ocèo_rre eh~ 1~ condizioni 'di abitazione della popolazione rurale siano. m1ghotate a fondo con· la possibilità di coltùra • ) I • , BibliotecaGino Bianco Il fittavolo a sua volta riversa la colpa sul proprie– tario della terra che dice ·non fa i lavori necessarii ' ' ' d" allo stabile non fornisce il materiale per le opere 1 ' . . . . irrigazione, e s,olo si preoccupa d1 salvare I suoi campi di sport. In nessun altro Paese come nella Gran Bretagna, sembra vi siano estensioni così grandi di buori terreno lasciato incolto nei parchi privati. Altro elemento negativo è la insicurezza del fitta– volo riguardo alla durata del contratto di affitto, che lo rende peritoso a introdurre miglioramenti sta,bili nel terreno. Si cita, in contrapposto, l'esempio di un fittavolo del i\Iidlands che prese in affitto 500 acri ( 1 acro= are 40,47) di terreno ui,ato solo per battute di caccia a queste condizioni cli durata: per i primi tre anni in esperimento; per altri dodici con facoltà. di rom– pere il contratto a sua sceltf:l; per altri nove ancora senza clir:tto di rinno, arlo, Orbene, questo affittuario vi ha immesso tanti capitali e tanta mano d'opera che spende 1000 sterline l'anno in salarli, ma ha visto in compenso crescere notevolmente il valore del suo ter- ·r.eno. 4. - La piccola proprietà. La sicurezza di non essere sloggiato dal fondo dopo breve tempo è un granpe coefficiente di più intensa coltivazione. · Più efficace ancora parrebbe essere, t1el regime eco– nomico presente, il possesso, la proprietà. Ma in quali condizioni? E di quale entità <1 Qui si affaccia il problema della piccola proprietà, che giQva esaminare alla stregua di fatti e di cifre ripor- tali nell'inchiesta.. ·· Vi fu qualche fittavolo che, dopo la guerra, per sal– vare la casa e i mezzi di sussistenza,. dovette coniprarl' la terra, fino alJ.ora affittatagli, a prezzi esorbitanti; ma, a corto dì mezzi, dovette trascurarne ·la coltivazione e vendere parte del bestiame, venendò così a trovarsi in condizioni difficili e penose. E ci sono, in Inghilterra, i coltiva~òri immessi neì possesso ·del loro campicello in forza della legge sugli smale lwldings, ma con quali risultati? Il podere, c0nsiderato dalla legge deL 1908, ha ur;i'e– stensione npn superiore a 50 acri, poco più di 20 ettari, ed è affittato a meno di 50 sterline l'anno. B_questa una superficie che sembra esser~ insufficiente econo– micamente a mantenere una famiglia la quale impieghi mano d'opera salariata. Tanto è vero, ohe le piccole proprietà, nonostante la legge che ne aiuta lo sviluppo, sono oggi 60.000 merio che nel 1875, e quasi 20.000 meno che nel 1908. La tendenz.a che si manifesta è vers0 i pod•eri di circa 40 ettari, a spese di quel1i sotto inlcllebluale, col perfezionamento èlell'ordinamenlo scolastico, con l'offerta di assistenza medica, di rappresentazioni arti'. sliche ed educative, con una riduzione notevole delle ore di lavoro e con una maggior libertà data !l,lla,_ persona. La du– rata della giornata di lavoro è ancora, in campag1u, intolle– rabilmente lunga, ed il l_avoratore, sia un salariato o faccia parte della famiglia del contadino, rimane,. anche fuori delle ore di lavoro, in una continua ,dipendenza dal cap0 dell'a– zienda. Questa· dipendenza rappre.srnta forse la 'molla più po- lenle dell'esodo dalle campagne. ' <> Svolgere questo progr~mma cli riforme agra1:ie es~erà grandi mezzi finanziarii, ma biSO!Jnerà trovarli e lo si potrà, una volta guarite le piaghe della guern. Più questo pro– gramma si effettuerà, più l'agricoltura, riprendendo così la sua forza cli attrazione, aumenterà il· numero e la qualità della sua mano d'opera, e meglio apparirà che, da un lato, questa . realizzazione avvantaggia più la grande economia agricola che non la piccola, e che, d'alt1·0 canto, b gran.le azienda offre, per questa rralizzazione, concliiioni migliori della pic- cola. · « Nella riduzione della giornaHa di lavoro principalmente la p_iccola azien~a _è meno in ~,rado di riva·leggiare con la gran~ de m qua!1lo è ·più ~ca1,sa. n se il lavoratore agricolo della gran_de azwnda lroi\la ;t sua disposizione, delle abitazioni co– slrmte a spese pubbliche, se sente diètro di sè una forte or– ~an_izzazione sindacale', sarà, nelle sue. ore di svago, ben più 11~d1pc11denle ?he ~on la mano d'opera impiegata dal conta– cimo e alloggiata, m casa· propria ». (Pag. 47-49).

RkJQdWJsaXNoZXIy