Critica Sociale - anno XXXV - n. 8 - 16-30 aprile 1925

CRITICA SOCIALE 109 del diritto positivo e della filosofia giuridica, e ciò, precisamente, con l'approfondire il concetto stesso del diritto. Per il Lassalle il ·concetto di diritto acquisito è li– mitato e preciso·: per lui diritto acquisito rion è,. sem– plicemenle, qualsiasi pretesa legittimamente derivante da una norma giuridica vigente al· momento in cui la p1·etesa medesima sia sorta, bensì soltanto quel di– ritto che il soggetto abbia conquistato mercè un atto del suo volere, mercè un negozio giuridlico ch'egli ab– bia posto in essere. Di qui scende la formola generai(\ che egli determina nettamente e su la quale fonda il rispetto dei dirit-ti acquisiti: a) non può aver valore retroattivo alcuna legge la quale concerna l'inçlividuo soltanto in rapporto a<l atti del suo. volere; b) deve, al contrario, avere valore retr0attiY:-o o– gni legge la quale concerna l'individuo soltanto in ciò che· non ha a che veder.e ~on tali atti del suo volere; e cioè che colpisca l'indJ,vidùo medesimo immedia– tamente nelle sue qualità involontarie, trasmesse a tutti gli uomini o per legge di natura o per fatto della società, oppure che lo colpisca soltanto in quan– to modifica la soèietà stessa n.elle sue istituzioni or– ganiche. Il Gabba, il quale. pur criticando la dottrina del Lassalle, la elogia calorosamente e v:i si. accosta, dice, fra l'altro: " II medesimo senso oomune sanziona il principio del Lassalle, imperocchè quale .più convin– èente risposta si ode fare a chi accampa una pretesa senza fondamento che dicend1gli: che cosa avete fatto per acquistarvi ·un tale diritto? » L'opera giuridica del tribuno Lassalle, nella quale egli profuse i tesori della sua dottrina, oosì ampia e pr,ofonda da far st1:[pire i più oonsumali cultori del diritto, non ·rappresenta propriamente una parentesi 11ella. sua azione rivoluzionaria. Com'egli &tesso av– vertiva, .il couc~tto dei diritti quesiti era diventalo– ancora· una volta il perno di una lotta: e cotesta lotta faceva tremare il cuore dell'epoca, poichè quel pr-o– blema costituiva -il fondamento più intimo alle con– troversie politic-:>~sa.cfali del seciolo. Non si trattav.'.l, infalti. di risolvere una mera questione teorica o di apprest~e le formole per la discussione di eleganti casi di giurisprudenza; ma, dopo le ·delusioni che la reazione aveva fatto s.uccedere alle speranze riv-olu– zionarie del quarantotto; occorreva combattere gli an– tichi privilegi nella l'occa beri munita del diritto pri– vato e, con uno studio accuraro di questo anzichè con poche ciarle a vànvara, escogitare i principii che, senza ferire le esigenze di giustizia, fornisseno la leva per sommuovGi·e e Lrasformare un edificio ghtridico non più rispoÌ1dentc ai biJSOgnied alle aspirazioni s0- éiali. Per questo, Ferdinando Lassalle col suo Siste– ma dei diritti acquisiti oontinua nel 1861 la sua azioue rivoluzionaria, che tredici anni avanti l'aveva porta– to in prima fila. L'opera considera il suo problema essenzialmente sotto l'aspetto -del diritto privato. limitandosi a poche altre considerazioni relative al diritto penale e di por– tata giuridica generale. ì\la chi tenga presente tutto quanto ii Lassalle dice intorno alla libertà della per– sona, ciÒè dello. spiri~o stesso, di cui il diritto è ga– ranzia; chi rioo1~di, ciò che egli, pure dissetatosi al fonte della filosofia hegeliana, scrive in certa lunga nota a proposito di Hegel e dei suoi seguaci (ortodos– si), non doversi trattare ,i concetti giuridici come ca– tego1:ic logiche immutabili. ma come ooncctti storici; chi rammenti un'altra osservazione fatta nello stesso Sistema, si? pur di passata, circa il diritto originario BibliotecaGino Bianco d~ll'individuo d,i · :t:ronte allo Stato, di essere consi– derato, nella totalità del suo vivere pensare ed operare, quale coefficiente deUo spirito generale; chi tutto que– sto ricordi, e non abbia dimenticata Ja generosa teoria, lassalliana, secondo la quale il p·roletariato dovrebbe essere vindice non soltanto del proprio diritto di cla~– se, ma della stessa idea della libertà, per tutti; chi questo rammemori - diciamo - anche se divida le critiche del Mehring intorno alla' soverchia astrattézza delle dottrine filosofiche-~vuridiche del Làssalle, che non era giunto al superame"i1to marxis(ioo del pensiero hegeliano, non può aver dubbi intorno ai ooroflari che nel campo del dìritto' pÙ:bblic0 si dovrebbero desu– _mere dalla tèoria lassalliana dei diritti acquisiti. E cioè: che le libertà, conquistate dal popolo con le sue, lotte e col suo sangue, devono essere intangibili. Dis– se gi.à una yolta un dei nostri che }o Statuto,· se non doveva, intendersi come un ostacolo per l'avvenire, era pur sempre una barriera di bronzo fra il passato ed il presente. · ALESSANDIW LÈVI. La teoria dell'epigenesi nel pensi.ero di Anton1oLabriola I In - una commemorazione fatta all'Università ·di Roma nel 1906, Andrea Torre sostenne che Antonio Labriola avev.a· manifeslat@ il suo pensiero di comu– nista critico per la prima· volta nel saggio In me– moria del Manifesto dei Comunisti (1895), e che di materialismo .storico non si poteva parlare per gli scJ·itti immediatamente preeedenti quest'ultimo. Questa affermazione contraddice a ciò che il La– br~ola stesso aveva apertamenle confessato .nella sua Con(erenza sul socialismo (20 giugno 1889). « Non ho appreso - scriveva egli - il s0cialismo dalla bocca d'un gran maestro, e quel che ne •so lo devo ai libri. Mi ci ha condollo il disgusto del presente .ordine sociale, e lo studio diretto delle cose. Fino dal 1873 scrissi contro i principii direttivi dell'ordinamento liberale e dal 1879 co1ninciai a muovermi in questa via di nuova fede intellettuale, nelJ.<t quale mi son fermato e confermat,o con gli studì e con la usserv:.1~ zione negli ultimi tre anni - (1) ». Ora, a v•oler anche prescindere dal fatto cbe . è ingiustificabile una correzione di · tal genere,. rn quanto nessuno meglio del soggetto pen~ante . J?UÌ> conoscere i silenziosi travagli del proprio spmto, sta di fattQ. che varie e noli piccole mani'festazioni esteriori confermano il giudizio che il Labrlola aveva dato di sè medesimo. E' chiaro intanto che la materia, che è oggetto cli analisi nel primo Saggio s1L la · concezione m0.lerialistica della s{oria, era stala trattata dal Labriola con lo stesso criterio neali .anni accademici 1892-93 e 1893-94, · come mi ris~tlta dagli appunti di .A!ceste Della_ Seta_; che nel 1891-92 il Maesti,o esanuno « la clottnna d1 ;\[organ, riconaiunta alla ricerca delle origini arie». e bi– soo·11a"' credere che ciò facesse seguendo i tentati\·i· dell'Enaels se già nel 1890-91 aveva commentato il Manife;to 1 dei comunisti, per fissare i punti sal:enti della « interpretazione materi~1isti~~ della storia."· .e per passare poi all'esame del!« ong11w della fam1glw. e dello Stato limitata a Roma e ad Atene», come egli dice nei suoi appunti personali del 189_4-95 e come ripete nel primo paràgrafo del . Sa_gg10 po– stumo. Siamo così giunti, re[rocedendo. al _188!l. che è l'anno della conferenza sul Socialismo te– nuta al « Circolo operaio di studi sociali» di. R?nrn. nella quale rivive per l'u~tima volt~ C\uel soc1,ah~mo umanitario che era aermmato ·nel! rnl1mo del! ammo del Filosof~ « per il disgusto de! presente oi:dine so– ciale». ·rn questa conferenz~ VIbr~ la p~ss10n~ de!_. neofita ma si sente anche I eco dei nu0v1 studi e s1 preaun'unziano « i lavori che preparo intorno al so- (1) Scrill1 vari, pag. 315.

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