Critica Sociale - anno XXXV - n. 8 - 16-30 aprile 1925

i10 cialismò » (pag. 301). LavorL che non era c~rto i! caso allora di soiegare in breve ad l_m puhbh~o ~1 operai, sia perchè non sarebbero. s_tati com_ore~1, sia perchè non ne era forse ancor def1mto bene 11disegno nella mente dell'Autore stesso. Nell'anno accademico 1889-90 il Lahriola rioMia all'Università l'arl!omento della nota Prolusione del 1887 illustrando la dottrina ·epigenetica con le va– riazi~ni dei ràooorli fra Chiesa e Stato. rlall'editto cli .Costantino alla pace di Westfalia. mentre l'anno, precedente (1888-89) aveva disoorso intorno alle ider della Rivoluzione francese (analisi sociolo 0 ica), e nel 1887-88 aveva parlat,o deU'Historica (filolooiia e sto- 1·ia), . illustrando l'argomento con gli esempi ·dello sviluppo dei rapporti fra Chiesa e Stato e del mo– derno problema della proprietà (ciò desumo- dagli appunti oersonali del Lahriola. 18!:i4-95). Il 22 !ten-· naio 1888 il Lahriola tenne all'Università una con– rerenza sulla scuola popolare, dalla quale traoela il nuovo indirizzo, cui la mente del Maestro andava. vol– gendosi. Ed ecco 'l'opera che segna una pietra miliare nel nensiero del Filosofo: « Il problema della filosofia della storia", che è la prelezione del _28 feb– braio 1887 al corso di fil<:>sofia della storia. che il Labriola tenne in sostituzione del p1,of. Barzellotti, passato ad allra Università. In questa orelezionc sono o·ià chiaramente oosti i presupnosti del nuovo orient;mei1to, che si delinea come soluzione ·finale cli una serie di problemi. Basterà porre a confronto, . per quanto concerne certi asnett-i, a.nesta prelezione· con oli appunti personali del Labriola del 1-894-95 ·per ;vere una conferma del nostro ass_unto. Nella delimitazione del corso è detto: « Non s1 tratta per la nostra dottrina. cli una generalizzazione· del dar– winismo. Evo 1 uziope ed epiq;enesi. Risco.ntro con il nroblema dell'embriologia. La teoria di W~ismann ». Benchè negli appunti· non si trovi quasi altr? ac– cenno all'argomento, si deve rionno.scere che 11 La– briola si poneva nel 1895 dallo stesso punto di vista del 1887 µer il problema dell'evoluzione. Nella nrelezione sul problema della filosofia della storia il Labriola µrendeva posizione con.tro quelli, sia idealisti .sia realisti, che pongono a fondamento della scienza il principi-o nudo· e crudo della evo– luzione. « Una certa maniera di sentimento fatali.– stico c' indurrebbe così a ridurre in serie unica q.i modi e di · forme successive i processi d'ogni genere, dagli embrionali dell'antropologia fino ai prodotti più complicati del nensiero e della civiltà; e su cotesto andare non c'è ragione per non ac– cogliere. con plauso. il paradosso dello Schopen– hauer: « Alle Historie ist Zoologie ». Il Labri-0la rigetta il concetto di una storia generale,' che voglia rioondurre i vari inizì della vita umana civile ad unifà reale di causa, o a semplice unità prospettica; come rigetta una storia universale che voglia collo– care le storie particolari in una colossale gradinata, nella quale ognuna di esse appaia come la caus.a dell'altra, e tutte formi.no, nella infinita successione delle cause e degli effetti., una catena ininterrotta verso una meta fina'le preordinata. Si pongono dunque i superamenti del semplice concetto di causalità, che_ dalle scienze naturali è stato analoaicamente portato nelle discipline storiche; come si delineano le ragio~i · della critica dell'idea di « progresso », che è esami– nata nella prelezione co·n i medesimi criteri del più .moderno dei suoi libri. La prelezione mostra uu La– bri,ola che si tiene ugualmente distante dalla con– cezione di un « Dio trascendente, che torni di quando in quando nelle cose del mondo a ravviar la mac– china con nuovo impulso e per nuova destina– zione'», e dalFammettere · « la fantas\icheria di una preordinazione germinale, data la quale, così per addurre un· esempio, gli scarabocchi di un Austr3:- . straliano diventano il primo saggio del futuro quadro di Raffaello, e il primo capitolo della psicologia del Lotze si troverebbe già adombrato nel cenello di uno Zulù », e dalla « cieca immagine del divenire uni– ver-sale, che ora chiamano, con altro_ garbo di moda, evoluzionismo, nella qual concezione non si spiega più nulla, perchè l'oggetto da spiegare. diventa 41Criterio dellà spiegazione». E ciò è l'esatto prean– nunzio della delimitazione del 1894-95, nella quale· il Labriola parlerà della « vacuità del concetto astratto di evoluzione». · Non si tratta di evoluzione, ma di epigenesi. E la BibliotecaGino Bianco dottrina eoigenetica compare nella prolusione del 1887, precisata nei suoi contorni co!Il.e nel 1895; e ciò si deduce sia dalla contraooos1z1one ·al con– cetto di evoluzi~ne, ·sìa dall'identità della esemplifi– cazione, sia dal nuovo preciso richiamo alla teoria di Weismann (2). II Fino al principio del 'secolo sc?rso doÌnin? qu_asi incontrastata . il campo della scienza embriologica '" l'ipotesi fantastica della teoria germinale della pre– formazione>> (3), s_ec.ond<?la quale l'uovQ d,~ll'~– uimale o il seme della pianta conterrebbero l md1- viduo già completamente formato con tutte ie su.e. parli, Ìna in uno stato ~osì fine. e. trasparente. da non poter essere r_ioonoscmto. Lo sviluppo ~ilteno~e consisterebbe - secondo questa rozza teoria - 111 un semplice sv,ol<.:rimentodi parti inv0lule, processo compendiato nel dogma dell'Haller_: « Il ~ivenire non esiste! Nessuna parte del corpo ammale e stata fatta prima di un'altra e tutte sono contemporanee»._ !"'el secolo XVIII cotesta teoria fu portata alle ulhme conse~uenze con la teoria . dell'inclus!:on~, . per ~~ quale l'uovo racchiuderebbe non solo l md1v1duo gia preformato, ma anche le uova di tutte le genera- zioni future. . Cotesta s~oria C"mllriologica potrebbe' paragonarsi a quelle storie le quali trovano nelle caverne dell'':1om? primitivo i moderni. grattacieli o riconoscono nei pri– mitivi reggimenti i principi germinali del coi:1plicato Stato moderno. La teorica della preformazione fu superata dalla scoperta di Gaspare, F~de~ico Wol!, il quale, nel novembre del _17~9, all eta d1 26 an111, sostenne acl Halle là sua tes1 di laurea su la « Theo– ria oenerationis >>. « Fondandosi su una serie di os– serv~zioni difficilissime ccl accuratissime, il \\Tolf di– mostrò che lo sviluppo embrionale non consiste in urio svolgersi cli or_gani preformati, _ma i~ U)1a catena éli neoformazioni, in l\na vera ep1genes1:. cia– scuna parte si forma dopo l'altra,. e tutte C?mpa1ono in una forma sel1}plice, che è del tut!o d_1".ersa da quella ulteri•qrmente evolu_ta;_ questa. s~ ~n~ma solo per una serie di trasformaz10m merav1ghos1ssm1.e (·1) >>. Queste idee vennero ulteriorment~ elaborate dal Wolf nel suo scritto « Sulla formaz10ne del canale diger~nte·» (1768), nel quale ii _genio specula_tivo e lo spirito d'osservazione suppliscono. a_lla made - guata disponibilità di mezzi tecnici. Egh dm~ostra che il complicato .sistema digerente è, nel_l'em?rione delle prime fasi, costituito da una foglia pi~tt~, ovale! allungata e arriva a capire che ~l)c1!e 1 nmai;ientI sistemi organici del corpo (oome il s1st~~a ne:i;.ve<?, vascolare ecc.) si sviluppano da semplici _fogh~th,. precorrer{do co'sì la teoria dei <( foglietti germma- tivi >>. . • Da questo _momento la. sdenza · embriol?gica -;-– come nota anche il Labnola nella prolusione del 1887 - fa rapidissimi progress~, per opera de! Pan– der dei Baer dei· Remak, degh 'Hertw1g, degh llae– ckeÌ. ·Di più 1 il Labriola cita, nella delimitazione al corso del 1894-95, la teoria del \Veismann, ed è chiaro che qui si tratta della teoria del germiplasma ,o plasma germinativo, sostenuta dal _cel~~re natura– lista specie nell'opera « Su la contmmta del ger– mipl'asma come fondamento di una teoria dell'ere– dità» (1885). _II f_ilosofo n_at1.1;ralista_d~stingue due grandi categorie di proc~ss1. nprodntt1v1: un~ ~ses– suale, che tipic~mente . s1 riscontra: nella,_ s~1ss10nc dell'organismo vivente m due. parti, com e 11 caso degli unicellulari, e uno sessuàle, . consistente nella fusione di due cellule, la maschile (spermatozoo) e la femminile (uovo). Il c;omportamento dell'uovo, dopo la feconda?:ione, consiste in una moltiplicaz~~)lle della cellula oriP-inaria per divisione, come avviene ordinariamente fiegli unicellulari, sicchè è da sup– pQ_rre che cias?una cel~u_la r_is~ltante d~ questo pro.– cesso riproduttivo rechi m se 1 caratteri della cellula originaria. Ma a un certo momento la massa em– brionale si distingue in due per quanto concerne il processo ulteriore. In un p_rimo g~uppo di cellul_e interviene fra di esse un differenziamento, per 11 quale il materiale ereditario si distribuisce dìversa– m ente fra le cellule risultanti, sicchè esse appari- (2) Vedasi.l'enunciato sopra citato del corso del 1894-95. (3) Scritti vari, pag. 208. (4) HAECKEI.. Problemi dell'Universo, pag. 83.

RkJQdWJsaXNoZXIy