Critica Sociale - XXXIII - n. 13 - 1-15 luglio 1923

che il :limaccioso flu ,s.so dei negozi e l'opaca industria alimeritano negli stag ni -0 .e!Jasocietà; ì Trimalcioni e gli Zoili della borghesia, divenuti ricchi per una logica nece,.<;sitàcféll'ambiente, che, fiacco e mancato in ogni intento pratico, senza virtù ,di nervi nè vigore di razza, fa di questi figli dell'ignotl'.>, senza tradizione avita e · senza· preoocupazione ,di patria, coll sCl'lo•patrimonio di una &Stuta inteHigenza e dello .spirito avventuriero pro- • prio <li chi tutte> aftende dalla .sorte senza nulla ri– schiare, i soli' audaci della 'fortuna, i soli, che veramente vogliano, con, tutti i mezzi e senza scrupoli. Costoro sono potenti per una: condizione fatale, alla quale rara– mente si sottraggono i Go,verni assoluti, che li preferi– scono per la, :ioro stessa origine, la quale sembra farne degli strumenti. nati della tirannide; e per ciò ne curane> l'appoggio, solleticandone gli egoismi, favorendone le avide voglie ed· i biechi ·interessi, e ne creano dei con– siglieri e dei complici. Per tal modo costoro dominano, in un intervallo storico, la società col peso del loro stu– pido orgogiio e della più volgare ostentazione; si pom– peggiano in una )J.oriosa e stravagante magnificenza; si circondano <li un, lusso esagerato e grottesco, che è, ad un tempo, la loro grande vendetta e il loro tremendo castigo, .cJicui si servono la nobiltà autentica e la vec– chia aristocrazia, offese dalla concorrenza, per ucciderli nel dileggio (5). Anche noi li conosciamo,·in mezzo, a noi,.mescol'atl e fusi colla pratica quotidiana, ·civile e politica, per una recente resurrezione, che imprime taluno dei tratti pi,ù clurt e prof,ondi alla strana fisionomia dell'attuale so– cietà; e dall'inevitabile parallelo fra: quelli della storia è quelli della realtà attuale deriviamo gli spiriti ~ le forme pi,ù sinceri e sicuri, a riconoscere e giudicare gli · uni e gli altri; allo stesso modo che la visi,one de!!despo– tismo roma·no ci: soccorre, ,dopo il prime> moto dL sor– presa e di turbamento,, e senza lungo impaccio di· so– stanziali variazioni o di amplificazioni, ad indagare e scoprire i motivi, a comprendere le forme ed a presen– tire ti ,probabi1i sviluppi e gli estremi co,nflni dell'informe confusionismo, divenuto la nota sovrana della vita nostra privata e pubblica, spirituale e politica,. Fiera di tutti.!i ootorii e di tutte le fedi. Ogni e_quilibrio è investito e travolto : dottrine e scuQle, programmi e metodi manomessi•, acconciati alla moda od all'opportunità, deformati, offesi <lai loro ·banditori, sul ter,reno stesso della loro attuazione, in insens,ato fer– vore di equivoci e ,di ,compromessi, che ieri ancora la coerenza, Tone,.<;tà. e la ragione avrelibero condannati o cle·risì. Tutte le deviazioni e gli. smarrimenti del costume, caratterizzanti la più torbida decadenza,, oste.ntano la procacità dei nuovi orpelli e traggono audacia df!-un'in.– genua e frettolosa autoesaltazion_e, che usurpa nome ed a,spette> 1 di forza. Un imPTovviso :impeto di distruzione, senza pre,ciso intento e senza coscienza dei mezzi della ri– costruzione; una .sfrenata voluttà di vivere una vit.a nuova ed una gioia intensa òel vivere, senza spiegarsi come e perchè; la 1og.ica dell'oggi·e la capace fede nell'oscuro domani, imbellettato· di gratuite spe11anze; l'urazionale adattato sul letto delle possÌbili tà; J:ardimento fatto sa– pienza e legge di governo. Mì,lle voci e mille, discordanti nei suoni più disparati, si sforz111110 di convenire in una qualsiasi a,rmonia; l,a, lfl,er'adi tutti ~ colori, riverbero coreografico òella ·fiera di tutte le fedi, infuria nelle vie,. djlaga al basso e tenta di sovrappoTsi al tenace candore delle più umili classi. Dietro il decoro di• una predica– zione di redenzione, si rimettono a· nuova foggia i vecchi strumenti della reazione; dietro le declamazioni libeir– tarie ecl il comodo schermo delle più ampie guarentigie, si J}11eparatranquiUameinte la dittatura. Si chiamano persuasione la •coercizione; spontaneiià od entusiasmo il consenso o l'applauso straippali dalla paura o dalla · necessità; volontà cosciente il servilismo; rinsavimento od evoluzione la .defezione e 1a rinuncia. La parodia appena di un regiime ,rappresentativo permessia, ed auto– rizzata dalla più ampia, invece, e liberale delle coistitu– ziohi· un piatto giuoco di complicità ufficiali onorato del v'aiore ideale di rivoluzi'one, drappeggiata òeJ trion– flale paludamento di una vittoria - strana vittOTia quella che non ebbe mai battaiglia ! I ! -. fatic06amente e ma- (5) La. mirabile oreaaione petroniana. di Trìmalcione, la quale coglie ll tipo e fuma, l)&r ogni .tempo, La. baoalé e_ rìdioola:psi- • oologia del peaoeo_anearrioohito, muove, forae. <!el•b~91!te, con ellln'lenti reah e epontanei, da questo epmto d, r1v1J1cìta. gnificamentè conquistata, infrangendo ostacoli o disper– dendo nemici che mai non furono. Nell'orc]:iestra, ,Intanto, cacciati dalla scena- politica i vecchi corifei delle Cilientele dominatrici, i nuovi arrivati dei' maneggio elettorale stracciano ful"iosamente tavole e programmi, furiosamente ringhiottiscono sfoghi · ed abiurate melanconie di malcaute ostilità, si arrovel– lano in ripugnanti contaminazioni ed in ignobili adat– tamenti ed esibiscono maldestre grazie e pretese amma– liatrici di sirene improvvisate al vincitore, ad implorare venia ai pochi, _piccoli ed innocui trascorsi. Mentre, a c/Oprire• il sordo rumore, che sorge, a tratti, dall'a1Spro cozzo di tanti contrasti, si leva frastuono di peanl, strepito assordante di taumaturgiche promesse; e get- . tato con premura su11le insanabili iatture e sui pro>!ond1 ·scismi, che, ad ogni poco, fanno violenza alla superficie, si leva ·tt1multo di esa'ltate' attese e di. accese spe– ranze, le quali noi·, che nulla concedìamo e nulla chie– diamo, nulla speriamo ed a ,poco crediamo, auguriamo tuttavia, nel bene d'Italia. e per le sorti del vroletariato, non abbiano ad essere vane o fallaéi. Lo spirito del popolo, Comunque, il dJespotismo, non dfsurugge lo spiri.Lo del popolo: lo sorprende, lo umilia e tormenta ~n sè stesso, ma, insieme e perciò, gli tempra l'arma della critica, che lentamente logora i nodi. Ed ha. coooensi e si attua e svolge per intime e reali energie, minori assai e men ferme di: qua,nto dstenti la colossale impalcatura delLa sua mole: bastò una .I)'lano ,di barbari, armati solo di selvaggie> ardimento, in impresa più di rapina che di conquista, un urto senza deciso intento . e potenza di assimilazione, a spazzare da Rorria l'assoluti\smo e sper– derne negli incendi le· reliquie e la tracci,a. E se allora il popolo, l'instancabile ribelle,.fosse stato meno stanco, rotto ed invilito, sì da rnper esprimere dai rifugi del– l'animo, dove si' stremava in accorata nostalgi•a, la. forte eredità dei liberi sensi, sarebbe staia possibile, inevi– tabile una resuri'ezlone non fittizia nè provvisori-a delw ·rorme popolari. Perchè è fatale che il despotismo, i·n un determinato, punto della sua traiettoria, s'accorga di avere inconsapevolmente supe rato le proprie premesse e -0.a quel punto inizi J1asua ,p.iù vera tirannide: anzi che volgersi a riguardare la via fatta per co,noscere quanta rie resti a fare 1efissarne un confine; invece di in(lagare il numero e la qualità della turba che lo segue, il fumo del1a potenza gli fa velo agli occhi e l'inganno degli insperati tr,ionft lo adagia in 11na-artificiosa' vi– sione listeista, la cui superficie livella e confonde nel suo piano le asprezze immediatamente sottostanti e ra– pide ad affiorire, se turbi il soffio dell'aquilone. Comunque, anche a Roma, una piccola comunità di popolo fece la sua flive>luzione col Cristianesimo, che fu, in un promo momento, anche insurrezione politica, irrigiditasi poi ed assorbita dalla rivoluziorue spirituale: e colla tenacia, la pazienza, la lunga attesa, la medita– zione degli intelletti, la disciplina e il saoriflcio, che le il11!Presse sulla fronte l'impronta indelebile con cui corse la terra, usurpò le funzioni e ,g1mardimenti di tulto l'altro popolo inerte ed irìcapace, e ne assunse, nel sa– cramento del simbolo, in facci'a al mondo, Je. tremende responsabilità e la grande rappresentanza. E fu una rivoluzione che rigenerò la vita ,ed, insieme a nuove tavole, impose una nuo\Aa società, appunto perchè maturatasi e compiuta attraverso un penoso sforzo cl,isuperamento dei vecchi valori e del12 vecchie coseirenze e mentalità; che ebbe vita nafurale, perfetta, duratura, perchè prodoHo spontaneo di impulsi e bi– sogni che premettero ed irruppero dal di dentro, e non <li stimoli e di agenti ·esteriori e meccanici. Perchè fu vera rivoluzione, nel senso nel quale solo noi conce– piamo ogni rivoluzione; che solo noi poniamo a pre– supposto indefettibile di altra rivoluzione, non meno radicale e redentrice, se pur valorizzata da altri fattori ed intenti ed esp!'essa iin termini dìvea-si, la nostra, che attueremo attraverso la rapida ,e, se occorra, anche vio– lenta trasformazione dell'attuale assetto sociale, a na– tui-a1e··sbocco di evoluzione e matur-azione degli spiriti; mà. ieri- ancora acerba, assurda, impossibile, perchè in– su,fflct•entenei mezzi, ,imperfetta nei modi ed ostaoolata poi, nel suo stesso sviluppo, da attriti e grossolani con– trasti materialisti, ·che pretendevano forzarne il ritmo ed ,accelerarne il processo, posto al di sopra del tempo e degli uomirìi. La storia ha di recente riaffermato le sue 1lnflessibili eslge,nze, iscrivendo nei suoi annali il

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