Critica Sociale - XXXIII - n. 13 - 1-15 luglio 1923

CRITICA ~OCIAU l'unica o la principalissima leva peT Il trionfo de.I loro movimento. Foi·se a taluno potrà sembrare che tale concezione liberale della prassi socialista nasconda in grembo un• certo senso di relatività (non scetticismo), o per lo meno conduca aù ammettere intenzionalmente la possibile veridicità di principi e dottrine dive1\Se, e quindi al riconoscim~nto cli un loro diritto alla vita e magari della utilità della loro e,sistenza. Lo che potrebb·e apparire come una cagione di inclebo.Jimento della teoria e della fede profe515ata,come J)ure di raffreddamenl•o nell'azione. Ma quanto più solida e radicata è quella fede che non teme la critica e il lavoro di erosione degli avversar! i Ma quanto più forte è quel Partito phe non rinnega., nel giorn o del trion fo, quell 'ol'Clinamento che permise ad esso, opposito.re, di crescere e raf~rzarsi, e che a s·ua volta permetterà la e.sistenza e lo sviluppo di a:ltre ideo– logie e movimenti ad esso contrar!! Col dir ciò, si badi bene, non mi muovo, no, nel beato regno dei sogni, perchè, se la storia· recente non è leg– genda, esiste in un paes·e del . globo (lnghilierra) un Partito Sociali.sta Laburista che si. appresta a conqui· stare il poter.e con metodo ed anJmo liberale, disposto sin d'ora a riconoscere, anche nel gio1·no non lontano del suo trionfo,• il diri"tto ali 'esistenza legale di una o più opposizioni. E' precisamente questo <liritto che sa– rebbe bene il Partito dichiarassse uno. volta per sempre di voler riconoscere per l"avvenire, interp1·etando cum arano sal'is l'ausp.icio dei dottrinari e la fede delle genti nella po,ssibilità di un regime nel quale i contrasti di classo aobiano a scomparire. e a·d annegare completa• mente nell'armonia universale. Concludendo, chi accetta dunque il liberalismo come metodo e stato d'animo. deve riconoscere necessaria– mente come la funzione liberale passi perpetuamente dall'una all'altra parte politica, non sia legata definiti• vamente a questo o quel gruppo, a questo o quel Partito, che ne costituiscono solo l'organo transeunte, il sem– plice mezzo d•i espressione. Così, ad es., la funzione liberale, dopo la costituzione del Regno, si tra.5ferì di ratto ai socialisti: lo che viene universalmente am– messo, almeno per il periodo anteriore al '900, che cul– mi·nò nella lotta per la libertà. Oggi, mutati ed amp1'iflcati i termini, a dittatura in• staurata, la situazione non appare grandemente diveI'\Sa: dopo un periodo di smarrimento decennale è suonata l'ora per il Partito Socialista Unitario di farsi vindice ancora una volta delle fondamentali ed insQ'Pprimibili esigenze di un popolo che ami .dirsi civile, di mostrarsi cioè clegno depos~tariOIdella concreta !•unzione liberale, che deve s.tare oggi al Gommo·del'le nostre aspirazioni. In quest'ora grigia, in cui quel Partito che osa chiamarsi liberale si prosterna ai "dittatori, accogliendo nel suo seno le vecchie Vestali della reazione (Salandra e C.), l'ultima trincea che rimane è la ~ocialista. Tut!e le fortune del moyimento proletario e 1utte le &ue possibili mise-Pie gravitano attorno ad un punto centrale: la lotta per la libertà, cli fronte al quale ogni. a-ltra questione, politica od economica, di metodo o di fine, appare ben misera cosa. CARLO ROSSELLI. Irrazionale e fatale Sfacelo morale Nel corso dei secoli. la vita sociale. interromoendo la trama rigida ed~uguale delle dipendenze logiche, pro-· cede talora per assurdo, sorpresa, al massilllo del suo divenire, da uno spasimo interiore, da un dissidio pau– rosamente inconscio, da un protervo ed oscuro amore del paradosso e dell'illogico. I più torbidi e na.5costi interessi, le ambizioni men d~gne e più incomposta; i postulati sracciati ed impuri. gmocarto allora allegramente una Ginistra influenza nel costume: e· sembrano allora irrimediabilmente perdute ~irtù di nervi e coerenza di pensiero; per sempre rotto J ,arduo, fatale volo all'idea. · Q~este impro_vvi~einvoluzioni; questi rapidi ed impe. lUfSI_ furon smc1d1, che dal fondo dalla vita salgono ad u,n11l1arela coscienza dei 1Popoli, travolgono la società in un enorme, pazzesco saturnale, al quale pochi sol· tanto posson__? sot.trarsi, cb\l ,sanno ~uardare tn vc;>Ho- la 'BibliotecaGino Bianco r~allà senza :ripaJ'O agli occhi, ed affrontare la tristezza dell'esilio morale e lo sconfo1-to della solitudine. Roma imperiale non è più che un vasto campo di con quisla, in cui si scorgono solo cadaveri e corvi; un triste spe-ttacolo di truffati e truffatori: la voce di un villapo del tempo (1) è, nella Gemplice ed inconscia crudeltà, senza intenzioni e Genza pieghe, la condanna suprema e l'ultimo 1ilocco al fosco quadro, che riasssumè·, per– fetta e sicura, l'oscura vfsione della tragica decadenza latina. Sulla quale, almeno,. si spande per un momento, breve e fuggevole, te.luno di questi raggi di sincerità, che interrompe la ,densa caligine •abbassata su quel· mondo perdu(o; questa piccola ed inerte virtù, che tut• tavia le nostre miGerie invidiano e che non soccorre a confortare, neppure di un'eco ami-ca, il grande oblio; gli ingenero,si vizii, le basse colpe del presente. Il -colossale dislivello della ricchezza,· nel quale le J_unghe guerre, l'avaro monopolio dei traffici, g']i abusi, le depravazioni, i folli sperperi hanno precipitato l'equi– librio dei privati, corrotta e degenerata l'economia na– zionale, valorizza, in Roma, una perversa moralità se– dale, che fa dell'oro una potenza prodiga di reputazione e cli<lnori ed autori,zza una caccia senza limiti e pudore, la •quale consiglia ogni rLpiego e mette a profitto le peg– giori risorse della scaltrezza umana a -daòno degli lm _ becilli, l'allegro ornamento di tutti i tempi. (2)c L'indu– stria più assidua e fo,rtunata ,si esercita sui testamenti (un genere di al.tentati, per cui -non il 15010 codice antico ha climen~icato la sanzi,one penale}, unico rifugio· òal naufragio di •ogni iJJUISio:ne· ,alle matrone mature, che. costrette òall'etàl all'acquiescenza, ingannaJio• la malin • conia ·<Jelle nostalgiche ricordanze e. trasstullano l'am– biziosa povertà, Lnizi'a.nclole ·fl'glie .nell'arte cli piacere e di obbligare colle loro grazie.'· E attorno alle vecchie danaro se e malate di• peccam.inose passioni sta in a;g. gua.to la lunga schiera dei· cavalieri spiantati e dei brill anti zerbinotti al verde, mentre le cortigiane, ve– nute piccole di Grecia a bandire ill .senso e la voluttà, giganteggi-ano, impanfando g']i irufrol.]it-icicisbej, che le inseguono ostinata.mente pei portici, ove esse umiliano col loro lusso sfacciato le matrone morlilflcate della loro stessa virtù e, nella petulanza <lei costume, rappresen– fano, viventi mannPQtll/.ns, lo spirito e la serietà de'] secolo. · La plutocrazia del parvenus. Ne1 rovescio della onorata medaglia sono incisi i fasti e le glorie· di altra brava gente, che non ha un sol nome nella storia e non ha celebrati i su oi one,sti ri ti. una sol ·v.olta, attraverso i 1 secoJL: 'i liberti arricch i.ti, i vi'IJani · rifatti ed i parvenus dell'antichità (3); la rusticana. e mercantile democrazia degli impresari, <lei fornitori, in- · cettatori, usurai, 1Slr~2;zini,grossisti(4); tutta la fungaia, (1) PETRONIO, Satu,-ae, '116. (2) Il ricatto, il furto plebeo ,e la. truffa. in 11,ltostile assunti, per tacito e generale consenso, a. sistema pra.tioo di vita, inva– dono, oon aresce,;>te ar dimento, tu tte ,le classi e !e categorie di Roma, da.I popolo 0:1pa.trizia.to, da.i citta.dini a.gli stra.nieri, senza rigua.rdo o rispetto per a.louno. L'audacia truffaldina. si cin1enta. nei ceti più temibili e più /,temuti ed a.zzarda. lò sue a,bilità. persino eontro !'.imperatore. E però Nerone è vittima grottesca. di, una sapiente, rocambolesca. a.vventura.. Tacito, na.r• randola., vi insiste con, ,beffarda. compiacenza. - : (3) Sono tipi immortali e ripugnanti: della. commedi,a umana, che, invariaib ilmente, se pur nella. ,va.ria. ,veste del tempo, ,i,c. compagna.no e seguano, fedeli• artefici e pionieri,, ogni 'deoa.• denz a. La Francia. li ebbe me scol•ati , a.!Ja. toi,bidw ca.n,ea.,dove· li scoprì l'occhio indagatore ed auda.oe di Molière, denuncia. ndoli. ed uccidendoli con l'arma del ridiCQ!o, per quella. sovra.na virtù ael genio, che supera. il passeggero, il contingoote-e mutevole, per assurgerl>"a.1dura.turo ed all'eterno. (4) Gli eroi postumi dell'ultima. giornata., quando i, migliori ardimenti non sono più che l'esaltazione della vittoria nJtru,i, quale che sia, eonquistata, oomunque conquistata; ed insieme i più timidi, rimessi aervi della. forza., quando è prepotente; i più vi-li e 'bassi di, fr onte alle ' tempeste po_ROla.riviolente e purifica.t rici. I primi a sca.ppa.re se il tuono rumoreggi&, ed i primi a. torna.re, tosto che ra.esiouri. ogn~ ooda.rd.a.paura l'ampia., amica serenità del cielo.·. La. ciurma., ohe, pa.zia. di terrore ed in ignobili soongiuri, riparò prima a Versailles 'dinanz> nJla. magni,fica ca.naglia., ohe, in sa.nta ra.bbia, gioca.ndo oon. la. _;n,orte per 1 le vje di -Pa.rigi, tesseva. in un'ora. .J.a. radiosa epopea. della. a omune, troppo re,. pi~ e troppo infelice; la. ciurmlll, ohi\ ebbr a. ·d'od io, in i,nsul• tante, oscena. ga.zza.rra., primaJ tornavo. a.gli usa.ti oovi ed ~gli ~sati' vizt poi, .ohe , trist.a.mante ,a.vvolta. di ·un grigio, infini,t,o sgomento, ca.la.va dal colle di, .Montmartre 1a roosa; ba.ndiem a. oopri~e l'al!'qn_ip.r;loU'Gltimo dei-suoi figli,

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