Critica Sociale - XXXIII - n. 13 - 1-15 luglio 1923

CRITICA- !OCIALK cese, sono però -stati soltanto gli avvenimenti degli 11.11- timi tempi' che lo hanno obbligato a prendere, di fronte al sorellismo, 11.1n'attitudineapertamente polemica. La ira– gione è questa. La concezione del Sorel è vaoa vèr il fatto, che questi presupposti psicologici, ,che eglli elenca, e cioè origina– lità e for:r,a di convinzione e di' costume, inturgidimento d,ell'energia vo.Jitiva, gusto ·per l'eroico e per il sublime vanno bene per qualsiasi lotta e -per Il trionfo di qual– siasi causa. Questo apJ)are giàJun lato manchevole della dottrina quando ,si rifl'etta, per esempio, alla somma cma che Marx ebbe nel ·cercare di mettere in 'l'Hievo quanto vi era du speciale e di -speciiflconella lotta del prole~ariato per la -propria emamcipazione, che infatti è una lotta tutta sui generis, non fosse che ver l'estremo suo radicalismo e per l'enorme -sua Importanza· storica. Ora:, neanche a fa.rlo apposta, gli avvenimenti recenti, e cioè il fenomeno della reazione fascista (tacendo del terrore bianco finlandese, magi8.Td, bavarese, ecc.). hanno ctimostrato una cosa assad dolorosa, per chi la pensa alla mani-era di Sorel: ossia che quella arma, in generale cosl valida, fa cilecca proprio In quel caso, in cui l'avrebbe voluto applicare il Sorel, ossia nel caso clcll~ lottn del proletnriato ,per la propri!l emancipazione. A 1wnsarci bene, oi voleva proprio tutto l'astrattismo e l'ingemrn. ig-noranzn delle cose del mondo di uno stu– ctioso da tav-olino come -era .il Sorel, pe<r.attribuire i1 · A'Ustodell'eroico e del sublime a quella moltitudillle di poveri, diavoli, pauperes spiritn sopratutto, che sono i proletari. Molt.itudine di fronte alla quale il socialismo si è ncquistato• veramente meriti incancellnbili, riuscendo a sollevarla 'Cla povera umana materia bruta.: taillable r./. corvèable 1a, merci, ad una ceri.a tal quale percezione r bnrlume del proprio più ovvi'o inte1·esse collettivo. Non bisogno mai dimenticare, che la Mcietà bo:rghese è 111m. società maliziòsa, che sa il fatto suo, e che concede la più aro.pia libertà. e facilità a chiunque, pur di um11i natali, abbia in corpo un .po' di volontà e di intell1genza, di sfuggire al girone dei dannati alla mise.ria, per salire ed incorpOO'arsi.nella classe dllli • signori •. Che ,cosa è perciò avvenuto? Appena il primo bagliore <ii cosciente egoismo fece insorgere il proletariato contro il capitale che lo taglieggiava e martoriava, ed indiret– tamente contro i ceti medi che, intermediario il _capi- . tale, vivono, del suo lavoro, sorse nel campo avversario una viva reazione, che poneva in moto, nella maniera - più brillante e più fedele, le forze indicate dal Sore): ma •cont,rOI i1 proletariato e ;per mantenerne e rinsaldarne la soggezione, non per o.pera del proletariato e .per la sua liberazione. No, davvero. Se il prolet.ariato non pot,e,s,seconta·re su altri appoggi che sull'originalità di convinzione· e di costume, sull'ardore e sull'entusiasmo, sul gusto del– l'eroico e del sublime, esso potrebbe rinunciare per sempre ad ogni speraw:a di riscossa e di libertà.. Per fortuna se l'eroismo, ·come già assai bene aveva capito il ·grandi,ssimo Vico, è la condizione necessaria e carattedstica perché una piccola minoranza possa far subire la propria .volontà alla grande maggioranza pu– sillanime, .<lura e tarda di mente, alla maggioranza in– vece., per togliersi ò.i dosso- H giogo dei pochi, basta un mimimo di intelligenza, di concordia, di Teale buon volere. O, in altre parole, se la violenza è la condizione necessaria perchè una pi-ccola minoranza possa venire a ,capo della ,grande maggi-oranza, questa, per liberar– sene, non :ha d'uopo di altro, che di ,sapere usare la forza, che essa ha g1ià per il !atto di essere la maggio– •ranza. Per u,sare tale-forza contro 181 ·quale la violenza dei pochi si -spunta, CQIITle il dente della vipera contro la lima, il meno prosaico calcolo economi-co, il beninteso culto del proprio interesse è sufficiente. I conquistadores spagnuoli, che, pochissimli di numero, sewero soggio– gare e di1Struggere i superbi imperi del Miissico e del Perù, furono necessariamente dìoTdi violenti e veri er-0i. Ma alle moltiiudini innumer.i. 'dei Messicani e Peruviani sarebbe bastato, per inon .soccombei:e supinamente, un: po• di intelligenza e di concordia. Ma forse non è neppure il caso di parlare di violenza e di forza. Il vero ed ultimo ostacolo alla propria eman– cipazione H proleta,riato, non lo trova nella propria pu– sillanimità e nel soverchio attaccamento alle cose basse e volgari, sibbene nel fatto che la .sua mentalità è ar– retrata Q, per mleglio dire, è ancora troppo borghese– mente a,htisociale, individualistica. Il proletariato· non ~ iinco:ra pervenuto a questa ~rande no?;ione, che l'in- Biblioteca Gino Bianco dividuallsmo per il borghese è una feltx culpa, In quanto è J)'Tecisamente l'universale disprezzo del bene comune che gli permette di essere boTghese; invece per il p_ro– letario esso si risolve in un dei{!cit netto, J)erchè a>ppunto per questo, e per null'altro, egli è proletario. E' questa la vera catena che lega il vroletarlato, di front.e alla quale le manette, le mltragllatTicl. il codice. la st:impa ,servile. 11 manganello e l'olio di ricino e anant.'altro ancora costituisce l'arsenale del111.costri– zione borghese, conta :issni meno che zero. Nel fontlo dell'anima la m!lJSsasente in maniera oscura. ma 1IT8· sisti<bile. che es-sa medesima è il propr'l•o carceriere, al!nzzino, e ca.rnelflce, e che ouelli che le veng-ono addi– tati come r' ,snoi srruttatori e tirann~ .non ,sono che gli esecutori della sua autocondànna, •che la protezione esteriorizzata e tangibile della sua vropria immat'urltà ed indegnità. a fn:re ed a governare da .sè· E cosi è re111m:ente. Ma l'organizzazione .sindacale è appunto la scuola e. la palestra,, 111vera ed unica, nella quale la mentalità operaia si eleva dalla sua iniziale inferi-Olrità verso, unn sempre maggiore int.elliigenza, concordia e .pratica. di nffari comuni, -purgnndosl via via dell'esiziale in(livi– duali,smo, inclisci,plinllfezza e durezza di cuore. Questa è In v'ia g-iust11ed unica, la via maestrl). della emanci– pazione. Non è Il caso di essere impazienti. La stra,da i>. sicura. mn è l11nga. Essa è lunga, ·sl. L'avere Infatti il pr-0letariato, att,rav-erso i suoi sindacati, raggiunto ab– bastanza presto un .primo gradino di .relativo beness-e:re economico doveva naturalmente smorzare il suo spirito ribelle e la sua 'primitiva se1v·aggià insofferenza verso il regime capitali-stico. Da questa prima tappa tino al· J'alt,ra, 'in cui i, proletari, sentendosi oramai capaci di dominare la prOlduziO'lle ed .il complesso lngrana·gglo· politico, non voTranno più saperne di padroni e patroni di nessuna specie, non per eccesso di disperazi-0ne, ma per ,snirito di pacato e prooaloo tornaconto, si stende prevediqilmente una ,serie di infinite esperienze e di in– finite -successive appr056imazidni allà. mèta. Visto da siffatto angolo visuale, il Bolscevismo russo ci si presenta oiuttosl'O•come una vittoria del • Socla– lism·o», cioè <li una Tdra anticipat'ticc dei fatll, che non come la ,,'rivoluzione sociale'», intesa nel giusto sen,so della maturità piena del ,proletariato ad emanci– parsi dalle ,catene del Capitale. Tutt'altTo. Pe.r tale rap– porto, nella Russia, che ora deve mendica,re l'imn'l'igrn.– Zlone del capitale strani-ero ,e di chi è uso a maneggiarJ-0, si è :i.ssa1più lontani 1 dalla vera rivoluzione social~. che non in Inghil1.erra e negli Stati Uniti, nei. qualì ulrtlmi, non è guaTi, un gruppo di fortissimi sindacati h-a, Incre– dibile a di11St,fatto acquisto o, megli-0-, 'Qresa: ,padro– namza di un inteTo trust bancario per servirsene nei giorni del bisogno e mobilitare in tal modo Il capitale nella lotta contro il capitalismo. Questa è, per sommi capi, e con,slderata neh tratti suoi più salienti, la concezione sindacalista neoma,rxista di Enrico Leone,• la quale egli o,ppone alla teoria, sedu– cente a prima vi-sta, ma in lfealtà inso-stenibHe e dHet– tantesca. di Giorgio Sorel. Al fatalismo disumano di Marx ed al volontarismo supeTlflciale e, senza volerlo. ironico nei con~ronti del proletariato, del Sorel, !lgll sostituisce un volontari'smo, che è anche fatale, nel teni_po stesso, in quanto che esso si< iThl'adica nella so– stanza più intima della mentalità uma,na e va di pari passo con la realtà più verace del -progrécs~ostorico. 'FRANZ WEISS. FkANCESCO NITTI : La decadenza de li' Europa Le vie della rlcesfnlzlone Volume in-8' oon ritratto dell'Autore, fac-simile di &utografo e indioe analitioo-alfabetico . . . •. . L. 16,~ Dello ,teHo Autore: L'EUROPA SENZA PACE 2•- edizio11e - Vente&imo migliaio . . . . . . • L. 11,~ Pfe~, R, BEMPORAD e FIGLIO, ~dlt9rl Via Ca.vour, 20 - FIRENZE

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