Critica Sociale - XXXIII - n. 13 - 1-15 luglio 1923

CRITICA !IOCIALK 201 Si ritorna -alla teoria I) Gli avvenimenti .storici di questi anni (guerra rnon- · dia.le , rivoluzione ·.russa, fascismo} ed i formidabili proble mi di i,ndole immediata e pratica ai quali il 50- cialismo si' è tr.ovato continuamente di fronte, hanno n.otevolmerrte diminuito, per non {lire ad,dirittura sop– presso, la. me5da eò il gusto per le disquisizioni teoriche intorno P.. quegli argomenti, che sono il fulcro e la stessa ragione d'es.sere del movimento .socialista. Ma il corso stesso delle cose .spinge fatalmente il socialismo a rive– de:re ora. un po' Le prQ1Prieragioni ideali e a rivolgere di nuovo la. propria attenzione .sui pr~blemi di alta teo-ria, distogliendo lo sguardo troppo fisso dalla caotica. molteplicità e novità de'lle quotidiane e minute vicenòe' politiche, economiche e sociali. Solo in tal -guisa. gli sarà dato di poter riacquistare ·ìa Heces,saria fede nella propria. mtssione sto rica e <ii ria .\èere una. ferma bussola per non smarrire il cammino.in mezzo ai marosi della storia :conteil1J)orane a. Con lieto animò. ho salutato perciò l'apparire· di un libro, ten'l!e di mole, ma rtcco di pensieri .sagaci e pro– fondi, ne1 quale mi è parso di trovare come un primo saggio di questa am,picata ri,fioritura teoretiea·. Si tratta di un lavoro di Enrico Leone, intitolato: « Il Neo~mar– xismo: Sòrel -e Marx » (2). La tendenza dell'autore affiora già cbiaramente nel tiiolo ,stesso dell'o-pera. Infatti il Leone, coerente In ciò del r esto con ie i<iee che egli ha co.stantemente sostenute ti.in d ai primo,rdi delra sua attività di teori-co del socia– lismo , prende qui f-rancamenté partito per Marx còntro Sorel, rinfrescando p~rò in pari tempo la dottrina marxi– sta ,secondo 1e •esigenz-~ d1 run -più progredito pensiero -scientifico. Come ,è ,noto, la parte più discutibile e più a ·ragione combattuta della teoria marxista intorno alla rivolu– zione sociale è ciuella per cui il crollo del regime capi– talistico ed il passaggio a1 comunismo dove-va avvenire, non tanto per virtù di uno .sforzo co<sc'ientedella classe lavoratri'ce, quanto per una specie di automaiico avvia– mento del regirt1<ecapi taU~tico stesso- verso la propria ridu7lione a,d, ,absurdumi e verso la sua insosteni-bi}ità intirinseca. (3) ·E• .pure noio che ver.so la fine del secolo .scorso ed il princi.pio <iel no.str o comin ciarono ad inlflttirsi nel campo sociali,sta i dubbi intorno · alla verità delle tre leggi, che nena dottrina marxista rappresentano 'i tre becchini ciel regime capitaU:stico: -la legge delle crisi crescenU, la legge della concentrazione crescente, la iegge del- l'imm'i,serimento crescente. · Come riparo alla delusione prodotta da.1 cadere delle fatalistiche ,sp·eranze dell'Autore del « Capitale •, che la prima genera"tio-ne dei discepoU aveva· religiosamente . ripetute -ed affannosa.mente·èercatçi di documentare, so<r– sei:o >due concezioni volontaristiche, ossia il riformismo ed il sindacaUsmo rivoluzionario. Il primo sosteneva che fo stesso regime òemocral'ico dava al proletariato ampio mezzo di 6calz_are un pez– zetto per volta l'edtficio dell'economia capitalistica, mercè una lenta opera politico-economica di penetra– zione, erosione, permeazione, sosti tuzion e e costruzione. La stessa .inevit.a•bile lentezza di, ta.le lavorio era una garanzia di .serietà e di successo. . Conquistare ì Municipi! ed il Parlamento, creare una fitta rete dì orga.nizzazioni sindacali- e òi Cooperative cli produzione e 1cliconsumo, attirare nella propria orbita i <iipèndenti dello Stato nella loro qualità di salariati ~emiproletari, èreare nel seno stesso del proletariato una fitta falange di ind'ivi<lui, pratici <li amministrare (1) Pubblichiamo ben volentieri questo scritto_ de_!n~stro _col- 1.abora.tore, che pone interessantissimi aq~oment,_ d1 d1som;s1o~e ed OSJ)Oneargute iosservazioni; ma. faccU1.mo r!eerva. sopra 11 euo giudizio di piena .approvazione alla. dottrm:a del ~ne. .nella qua.lo a. noi pa.re non sia. dimostrata. co!'- p1e~a _ev,~enza la. n ellazione e fa. coe,;io ne fra le cause econon11co-soc1al1e 1, mo– vent.i psioologici della rivoluzione proletaria. (Nota della CRITICA). <2) }ilNPICO LloNB: Il N eo-Marzismo: Sorel e Marz. - Edi– • '°rd Smda.oalo FerN>vieri - Bologna. - L. _7. (3) ·Crediamo opportuno ricordare ehe non tutti, anche fra quelli .C!bo.seguPl!o Jedelmenro la ddtt~ di M~rx, dà~o ques~ into~iono f.a6.liatica allia SII\'\ !11&Dt8r& d, oonoepire la n- voluzione. (-if ota tleUa çeJTJOA}. e di governare, clare al proletariato - mercè l'istituzione di Biblioteche e di Università popolari - il lume cli quella coliur'a .superiore rimasta per l'acldietro esclusivo retaggio {lei ceti <dominanti: ecco il vasto programma mercè il quale i_J, riformismo si proponeva. di rnggiun– ge,re il fine, che pareva ormai illusorio, attendere clalla evoluzione automatica degli ordinamenti economici. Ma ,al riformismo si an<iò contrapponenclo benlosto una :seconda diversa teoria volontaristica della rivolu– zione, n_ sindacalismo rivoluzionario. S11steneva questo che tutti i procedimenti caldeggiati dal riformismo erano, in .rapporto ad un ra<iicale rivoluzionamento del regime vigente, null'altro che pannicelli caldi, armi ot– tuse, che non scalfivano neppure l'epidermide <lei mostro capitalista. La vera !<:'."ma che può colpire a morte tale regime .sono· invece 1 sind•acati cli mestier~: nnn tanto per la loro azione attuale ed immediata, la m.alc co– stituisce, in sostanza, una semplice difesà degli operai dalle più inique forme di sfruttamento e di immiseri– mento, e per ciò stesso (in quanto, cioè, li toglie dalla disperazione più cupa) serve anche a puntellare e rns– ,sodare il regime, ancorchè si verifichi in aspro contrasto coll'egoismo feroce e. miope dei .singoli imprcnrlitori; ma in quanto per mezzo dei -sindacati -- come poneva in luce il sindacalismo rivoluzionarin, i111nnsonafo in Giorgio Sorel' - gli operai a,ssociati pr-1 ,·::-,1gono: a) ad una mentalità c ad un costume nuovo; I•) r.il un costante irrobustimento dell'energia volitiva; e} a ·: u n gusto per l'eroico e per il sublime. Essendo precisamente questi i tradì,.;.); .-: presupposti psicologici per il trionfo di un pri.ncipi.~ ,. :1: una causa qualslasi, ecco profilarsi una. magniflc~. e fJrse unica, possibilità per l'avvento della auspicata società nuova proletaria e libertaria. · E' ovvio che da questo ~peciale punto di vista tutta la politica ri.1ormi6tica era da rigettare, non solo e non tanto. perchè · essa veniva giudicata inaòeguata a.I fine proposto, ma anche, e specialmente, perchè ed in quanto essa, -poggiando su una serie non interroita di compro– messi e di transazioni. veniva a costituire il più serio ostacolo al formarsi di quella speciale psicologia ope– raia tutta fatta <ii int.ransigenza guerriera, dalla quale dov~va, come la tradizionale Minerva dal· cervello di Giove, rampollare il nuovo mondo. Enrico Leone non è-mai stato un «seguace" cli Giorgio Sorel. come da molti è stato ed è tuttora creduto. Il sno sindacalismo è di natura profondamente cliver~a. Mentre Sorel vede nel .sindacato il provvirlenzial~ istituto n~l quale come il ferro nella fucina, il cervello proletario viene' scaldato a ,rosso ,e si ricrea psicologicamente, per– ~enen<io. come già si è detto, a quella speciale psico– logia fatta di esaltazioni e di irruenza. che è come 11_ tradizion'ale presuppo6to òelfé storirhe vittorie ~i ,rr:in~l1 nuovi principii ed interessi, per Enrico L~one, 1_nvece,11 sindacato è, assai diversament.e, 11 prezioso smdroma . anzi la J)Tatica attuazione della fondamentale inconci– liabilità della classe lavoratrice con quel qualsiasL re– gime che, direttamente o inòil'ettamente. ~i ris?lve in · uno sfruttamento a suo danno o, comunrruc, m una palese •minorazione del suo 1ornaconto. Sicchè_ quella fatalità della rivoluzione sociale. c~e Marx riponeva nell'azione concentrica dellf tre Jegg1 dPlle prrogre.<s!ve crisi della progressiva concentrazione. del pro1?ress1vo imm'iserimento, il Leone la faceva invece c~nsistere,. con assai ma ggiore fond atezza filosofica ed e,·1~lenza dimo– strativa (giovando.si, sopratutto. òei risultah d_ella vast~ letteratura di econo mia sogirettiva e matemahc~. fam1- gllare a lui,· per studi indef~ssi. come forse ~ nessun altro teorico del .socialismo) nel!~ ten?enza irrefrena– bile dell'uomo medio a non acqu1etars1 fino a rru~ndo non abbia raggiunto il più altro grado, coi:nr>af1_b1le colle circostanze, di soddisfazione e di valorizzazione del proprio io. Quest'o è il vero becchino e tarlo roditore ~i qu~i regimi che, come l'~it_ual~. capitalist(co, costrmire 1 1 proletairio - che poi e 11p1u vero e _d1~etfoJ?rod~ttore, e .sa di- esserlo _ a fissare l'estremo l1mrte dei ~u~1 con– sumi assai di qua dal punto yagheggiato, che egli vede, viceversa. ogni giorno rai;rgiunto - e lungamente supe- rato - ,dagli uomini della bor1?hesia. . \Ma .se è già lungo tempo che il Leone, pur nspettando ed amando il Sorel, tiene a porre in rilie,-o. :1nc~e peT un legittimo amor. proprio. il sostanziale d1~ano fr::i, le .su~ teorie (derivate realmente_ da altre fo:ii,ti e assai più profonde e -persuasive) e quelle dello scrittore fran-

RkJQdWJsaXNoZXIy