Critica Sociale - anno XXXIII - n.6 - 16-31 marzo 1923

I, CllITlCA SQCIALI!! come una divisione razionale del lavoro fissata bensi per iui ctà.1 volere divino,. ma co~sisten1,t: te in ciò anche Marx ed Engels poLevéj,no consen– tiire) nel concorso della varietà di- attitudini oon– dizioni e possibilità, che le diverse Nazioni pre, sentano, all'attuazione dei fini comuni dell'Uma– nità. (Continua). R. MONDOLFO. Relativismo edevoluztone . Confessiamo che pe1· il neo-scetticismo cui s'in– spira l'articolo che segue, i·nvi,atoci ida un nostro compagµo del Mezzogiorno, non abbiamo trop,pa sim– patia .• YJ.a è un momento in -cui tutte le idee· vanno c:o,1osciute e poste aJ cimento della criUca, p:erchè,, alla sua volta, la nostra dottrina socialista si'a po.– sta ,al cimento di tutti i sistemi di idee e tragga da esse quanto v'è di ,forza vivifi.cante e :rinnovatrice. Da questo neo-scetticismo tuttavia il contr:buto più. notevole che ci può venire è l'antitesi spirituale che esso g·enera in noi. Basta, ad es ., legg (fl·e le ultime righe di quest'articolo, in cui ,i~ pqp.to di vista scet– tico è espresso in forma quasi paradossale,' per' ap– ·prezzare meglio il valore della dottrina opposta e sentire che è solo una speranza e un proposito di bene, è un ideale che in ogni momento •ci sptona all'azione. LA CRITICA~OCIALE ..• La 6ocietà umana si va continuamente trasforma:nda: r.'è -chi lotta per accelerare questo processo cl,i- trasfor– mazione; c•è chi lotta· per ritardarlo. I primi vedono nell'evoluzione delle istituzioni un continuo migliora– mento e perfezionamento della soc-ietà umana,· ve~onp ne'll'avvenire stati di sempre maggior benessere e !.o'rIÌie;, di più grande giustizia: questa visione della storia de– termina la loro essenza rivoluzionaria., ed essi parlano di progresso umano. I secondi, pur non considerando come perfetto il regime in cui viv.ono, fanno appello alla imperfezione di tutte le cose umane, per conclu– dere che non può esservi un domani migliore dell'oggi e che bisogna contentarsi dell'ordine vigente. Lè clue visioni Mno entrambe false e sono dovute aJ . non tener conto della relativHà delle istituzioni al te~o in cui si formano e vivono. l principali fattori odierni della vita sociale sono: J il fattore economico, quello scienti-fico, quello morale. Se importante e fondamentale legge di vita è i1 di– namismo, legge non meno importante è l'armonica e concorde evoluzione di tutti i fa,ttori della vita stessa. 11 fattore economico, quello scientifl,co, quello morale seguono tutti, in una concorde mutua dipendenza, una continua, prog,ressiva, graòuale evoluzione. Non può il fattore economico i,;.ibire una cer ta trasformazione, senza una -correlativa tra.sformazio.ne degli altri !attori della vita sociale. Ora, tener conto della, relatività deHe isti– tuzioni al tempo che è lòro, vuol. dire tener conto di questa mutua dipendenza di tutti gli elementi, !attori ed essenza di vita. Quando lo strumento ,di pr<_xluzioneera uqi<camente ljl. z81I)pa ed il martello, quando l'unica energia per il la– voro era quella· meccanica delle braccia umane, la schiavitù era condizione imprescindibile di vita sociale. Senza gli schiavi. ne6suna .produzione sarebbe 6tata. ' po'ssibile; la schiavitù a sua volta tro,vava le sue solide basi sulla primitiva e quasi bestiale mentadità delle masse. La rivoluzione :C.ris,tianae la contemporanea 'abo· lizione della schiavitù' sane! una rivoluzione già avve– nuta nel campo scte.ntiflco e in quello morale: seTvl a distruggere una i6tituzione, che, condizione necessaria · di vita per il passato, sarebbe stata anacronistica e. di intralcio alla vita stessa per il futuro·. Abbiamo visto il nuovo mollò.o passare attravenso il regime schiavista per raggiungere, con un processo accelerato, il grado di· evoluzione cui era g~à iu-rivata l'Europa. Nè !orza di governi, nè la concorde opinione pubblica europl)a potè sradicare la schiavitù in Amen:oca, flnchè questa tu n,e,– cessaria alla produzione ·locale. Se una , !orza supe , riore avesse po,tuto tarlo, avrebbe ne_llo stesso tempo resa l,mpossibile i\<i ogni torma di vita sociale: dato lo statò di abbrutimento deue· masse indigene ed. iDU)OJ"tate, 11 regime schiavista era l'unico ordinamento P06Sibile. E cosi potrei rifare il cammino della società umana, F BibliotecaGino Bianco trovando sempre c_onferma a questa dipendenza delle istituzion_i dal t_empo clie è loro. Un certo ordinamento ?ella soc1_età è 11solo possibile, epperciò il solo buono, 11.solo giusto m quel momento in cui la morale, la sc1_enz'.1 n_on permettono altro che quello. Cioè tutte le 1st1tuz1om sono buone, sono perfette, sono giU6te nel te~_Po loro: pr1m~ e dopo sono false. Viceversa l'ingiu– si1z1a, lo sconvolgimento, il malessere deriverebbero dal voler mantenere inalterato, un ordinamento nel futuro quan_do siano venute a mancare 9uelle cause che Io de'. termmarono; come pure deriverebbero dal volere appli– care oggi istituzioni, che presuppongono un diverso grado di evoluzione scie!)ti,flca e moirale. Nè è po~sibile, a causa della relatività di cui ho par– _la!o,. paragonar_e due diversi assetti della socie<tà. E' m1glio~e _11re!l'1me feudale del medioevo o il regime cap1ta1lstico d1.oggi? Il regime feudale era il· migliore ~el 111:ed1oevo e quello capitali.5tico è il migliore oggi: 11regime feudale applicato alla attuale società sarebbe peggiore (do".rei dire incompatibile) di quello capita– hstJco; cqme 11regime capitalistico nel medioevo sareb- be stato peggiore di quelJo feudale. • :St.abilito cooi _il relativismo dei !atti umani, crolla og;m c~nc_etto·d1 progresso sociale, se progresso vuol dire m1ghoramento, ,perfezionamento, maggior benes– sere, maggiore giustizia. Crolla, cioè, ogni concetto di : P11ogresso ecQno.m~co,mqrale, 6Cientiit\.co.A che cosa sa– rebbero ·serv_iti i _r81Pidimezzi di locomozione moderni, quand_o la_vita d1 un_popolo_ si limitava_ entro i proprii' oondl.m? (Che. noi ,oggi ch1Jarmam~ a,ngustt, mentre -er-aoo lati e coipod1 per i nostri aviJ. Ed o,ggi che sono indi– spensabili alla vita della moderna 6ocietà, possiamo du-e che la scienza ha raggiunto un grado di maggior perfez10ne ?_ Se la scienza e stata s·empre perfetta ne 1 ·suoi diversi 6tadi: ieri col rudimentale telaio oggi con la grande filanda? ' Tutto ciò P 7 einesso, neghiam~ il progresso, cioè ne– ghiamo che l umanità. tende alla perfezione, neghiamo cne la contmua evoluzione della i,ocieta tenae, come ad un l!mlte, al grado Più alto di giulitizia, Diciamo sem– plicemente che._ l',~vo_luzione, Ja u:asrormazione, il moto s.ono c?'nd1ziom d~.vita; anzi moto e _vita sono la stessa, l identica cosa. G1acchè non ,possiamo concepire una vita statica, nè uno 6tato di assoluto . equilibrio nel CaJl©O sociale_ come in quello Jtsi<oo.Dinamismo è vita come _equil1b.r10è morte. Come nel più amp~o ,campo fisico llil o~L momentç l.e forze d·tn.erz,ia e Je forze vive concorrono in egual m_isura_ al moto, cosi in quello so,c1ale le forze nvoluz1on(l.r1e e cm;1,servatrici egual– ~ente, concorrono, le prime come impulso, le seconde com.e treno, alla oon.tmiu.a,g1-adua.Leu•asf0trmazione nella q_uale,poi ,consiste la vita. 11 conservatore ed il ;ivolu– z10nario quindi sono egualmente necessari alia società perchè ne determinano il continuo, graduale moto. ' ~embra cooì'. a prima vista, che, sfrondato in questo modo da ogm 1dea:le l'albero della storia, chi segue questa corren~e filbsùtlca !ondata sul relativismo, cono– sciuta sotto 11 nome di neQ,;Scetticismo, debba cadere nell'inazione. E ciò •per due ragioni. Perchè, avendo compresa la necessità delle opposte azioni, rivoluziona– ria e conservatrice, sarebbe indeciso nella scelta. In se– condo luogo, perchè, 6icuro che il domani non sara mi– gliore dell'oggi, non trova la·,ragione di accelerarnP o ritardarne l'avvento, e decide di restare in una inb,'te aittesa d1 esso. Ma eh.i cosl ragiona, non ,pensa che · lo scetticismo moderno afferma- nel modo più categorico che la vita è mo\i<),e che più intensa è la vita quanto più celere è il movimento. Perciò il domani, che non sarà migliore dell'oggi, viene 6olo in quanto l'uomo lo crea colla sua opera trasformatrice. Chè se quest'opera J!Onfacesse, annegherebbe nel nulla. Il relativista quindi è per eccellenza uomo ,di azione, perchè ha compreso che la vita è dinamica. Però la sua azione, la sua opera trastormatrice, non riceve impulso e stimolo da ideale .alcuno: egli concepisce l'azione tipica: l'azione causa sui; agire per agire. Perciò egli, più che alla mèta da raggiu~gere, _guarda alla strada da seguire; anzi per lui non esIJSte meta o, lo stess,o, og.rui. istante è :mèta e punto di partenza. La sua sarà, però, un'azione veramente fruttifera., perchè in ogni istanté la importa e la modella secondo le mutevoli condizioni sociali. Egli 6arà, a tratti, evoluzionista, ribelle, rivoluzionario e conserva tore, -seeo.ndo che, a suo giudizio, è necessario agire in un modo-o nell'altro, perchè la vita sociale non 6i a.I>· pantani neµa palude dell'inerzia, RpGGERO FIORJJ.LO. •

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