Critica Sociale - anno XXXI - n.12 - 16-30 giugno 1921

180 CRITICA.SOCIALE certi nostri amièi, fregandosi le mani tra una leg11.ata e , l'altra. Bella çonsolazione io verità! Lo 3tato bbrghese· è in isfacelo, ma il nostro non è •ìi.µcora nat·o. Il suo principio d'autorità è scosso e ferito a morLe, ma le · botte _le p1:endiamo noi! Così:, con analogo sragioi:iamen to, sÌ' ripjlte che l'ltalia va verso· una crisi terribile, conseguenza della guerra 1 voluta e J:atta dalla borghesia: onde è la borghesia che d 1 eve pensare a liquidate la situaziòne. La respousabìlit.à è sua, ed è affar suo il danno e il rimed_io... Ahimè! •Fosse per davvero così ! La responsabilità è sna, ma la· rovina è nostra. Sue sono .le colpe,· ma sono. affar qosti:o le conseguenze. E, poid1è si afferma, e giu– stamente, che la ·borghesi'a ·e il suo regime nòn può tro– vare s0iuzioni vitR.li ai·p~obl~mi e alle crisi ch'esso stesso pone' e, produrie; poichè si afferma che, come la guerra non, si cùra cou la gu!lrra, .così i danni dell'individua– lismo non si sanapo con l'individualismo, ma con orien– tamenti e indi1·izzi nuovi, di organizzazione e di solida– rietà; 'ne vie~e che il' paese 1 ·per~urando la nos'tra asseHza dal dominio degli eventi, va allo sfuce]o: che. il disastr~ sarà comune, s'alvo che per 1a plùtocrazia, la quale' se ne infischia e migra altro;,•e coi suoi capitali, e clie l'opera di ricostruzione sociahsta sarà impossibile, su un campo di · macerie e, di· rov,ine. ,.. * •'.i Ma torniamo all;assunto. ' Dopo le elezioni del 1919, con u:na fo;za formidab\le di voti .e di rappresentanti, il Partit0 sociaHsta non '- seppe metterla in opera e-in valore, per una fòndamen-. tale ragione di una seropl~ità e di uo candore \apalis– siaui: che cioè uon la· adoperò, nè in un ·senso, nè in un altro. -Aveva. pel capo la ri-;-oluzione, e npn si deci~ deva a farÌa. 'Avrebbe potuto agire sul terreno della: e– voluzione, della penetrazione, dell'ope1:a prattca, e n~i;i osava, per paura di spoicarsi. d'i' transigenza e di cor– rompersi con contatti imm6ndi; perchè alle mhsse aveva ·promesso l'Albero di Natale russo, c,oul'6rso bian.èo che dond.ol' ava la testa, e. la casetta del socialismo bell'e f~tta · con la ·sua facciata dipinta i.n rosso ~ 1 le finestre verdi ... Cosi passò il tempo e l'occasione; il nemico, che i;ra uscito dalla guerra pieno di rimorsi e di paura e in ùno stato' d'animo da primo giorno ,di Quaresi~a,, ri– prese fiato. S'acco'·•,A '}he, sotto certe pelli· di lèone ri– -voluzionario, v'e'· ·.' 0 altri animali assai meno temibili, anzi, quanto ad ao1Ùtà politica, ass'olutame;1te iil.noc~i; e· ~entre noi av.evamo fatto uÌJ Carnevale più che altro di chiacchiere e di minaccie, esso lo celebra in un·'orgia di ·violenzè e di sangue, a nostre spese. Oggi ci troviamo, in parte, ad una situaziorÌe analoga. La nostra forza, p_ass11.tattravei:so a prove gr·avissime, si è palesata sempr1/vegeta e insopprimibile.· Di adope– rarla per la rivoluzione, non ne pR.~lapiù nessirno; nem- . meno i comun,isti 1 'i quali evidentemente si sono staccati da noi anche per fr.ovare un alibi alle loro rinuncia pro– grammatiche nella loro esiguità ~umJ•ica, e dar colpa al partito socialista della mancata/ rivoluzione: come han fatto, del resto, in qualche mo~ento, i massimalisti, ri- spetto all'.ala destra 'del Partito. ' ' 1 Trattasi adunque di usare questa 'fòrz!J. i:i un altro tempo e su un altro terree.o. Quale? Anilare al po'tere? Molpi ne par1ano dandone per pa– cifica là pobsibilità materiale, e solo 'di~cutendo sul con chi, in che 'condizioni, a far che. A me sembra che l'oc– casione, in cui qnest'att.o ai audacia era possibile,. ci si sia offe~ta, _e non una volta sola: 1IlR.noi non volemmo o sapemmo coglierla, ed essa, che è donqa, ndn sarà fa. cile ora ché si lasci conquistare. · ' BibliotecaGino Bianco ' ' ' • .1 T, Oltre ciò, vedo tutte le ;ltre diffic6l,tà.' e ~on' mi 8:P-~ presso nemmeno al 'dibattit'o. S,to sulla soglia, .e cerco soltantç· sgombrare l'accesso da alcuni ostacoli p_regìudi– ziali. Chiedo ed invoco che l'eventual'ità sia esaminata cou ,uno spiripo •del tutto nuovo, spregiudicato, adegu:ato ai tempi, liberato da ogni preconcetto, da ·ogni consue– tudine mentalè proprio delle epoche oi·dinarie. E affermo iÙtanto che, contm1·iamente Il. quel eme può essere un argomento R.vverso da pàrte degli intrau-. sigenti, e un timoi'e,· un d·ubbio, una remora .da par.ta I 1ei partecipazioriisti (-uso questo t~rmine più esatto e meJJ capzioso e tendenzioso che non siR. cotlaborazion.jsti), af-· fermo chti ~e masse, le vere masse pNleta, 1 ie delle regi.oni piìi 1·osse, e apl ?un.to perciò più· colpitè dalla reazior,ie,_ supererebbero prontamente i .vecchi: pudori e, con_ sem·– plicità diritta e sensata, direbbero:.- Fermi sotto _la te·mpestR. non si· può rest~re. S,e li\via di sin istra è chiu- sa, prendiamo q1Jella· di destra! · . · Ma la parola·• tempesta• mi suggerisce. un rjchiamo. Essa ,può far riteu~re eh~- siano i fatti degli u<ltimi 8 mesi, a iniporci, il problemR. del~'an~a\a al potere. Ebb~- 1i'e, io r1cordero che, per esem,p10, 11 compagno Sto1,ch1, nella provinci'a di Reggio Emilia, pose il quesito del come utilizzare la nostra forza, sùbi to dopo le elezioni• del 1919; e ,sostenne cb;e, poi-chè la rivoluzion~ · nop. si faceva nè si sarebbe fatta,, bisognava •imboccar !'.altra vi_a. C,iò assa,i prima della sugg~stione deÌ :randello f~scista. Come in altre occjl,sioni,;nella· ·provincia dove ·lo s"?"i– luppo del movimento-operaiq è pii'.! ml\,curo, i problemi · politici, si affac,ciavano prima che altrdve, 'Osservava giustamente fo Storch,i - e i lavoratoi·i, se pur esitanti, prendevano in àdeguata considerazione le ;ue parole - che, a 1111 certo,punto' di s~iiuppo, ,.a si va a.vanti, o si torna. indietro. Rimaner fermi non si può. Non si puù avere un movimento c~opedtivo che m~r:eg:. gia -milioni e 1nilioni, e ha bisogno ormai delle. g,randi forze nazi,mali, a rimanere alla riìercè di un 'Governo · che può chiuçl.ervi le. finestre del credito ~, asfissiarvi. 1 Non si può avere in mano 3000 Oom11ni; _e.rimànere. i~1 balìa dello Stato che può veijsarvi coi suçi' Prefetti o farvi mancarè il respi10 col· suo diniego' di mut.ui. Non si può •·esser~ al Governo·• ·neÙa periferìa, ~ non èsserlo \ al centro. ' La dontrorivoluzione' fascista sopi·av'ven·µta dappoi dà maggÌo; caratte.re d'urgenza' e u,µa fisionomia iu parte diversa alla te➔i, in.a esige soprat;'tto_ che se· ne, d\scuta con· una men'talità nuova e .sgorrtbr 0 S: da 'qg~i supersti– zi,one o sopra~viven'za dei vecchi tempi·. Ho <vist.o ;giorni sono, a rincailzo di tutte le, altre•· pregiudiziali, esumare quella dellà. forma di 9overno, . .Partecipando al potere, bisognerebbe giurare fede1tà !il re; e ..noi siamo repubblicani, .. Mi veniva· in mente· quella tal regina• (.mi pa.re ) che fu. sant.i'ficata come· 1nR.r- ·tire,' pe1'chè p<r,eferìmorire ,di una uerri'bil~ malattia piut– ,to_sto che offrire lé proprìe carni'. denudate alle mi;in'i dei medici e ai ferri dei chirurghi. , . 'Or,eorre convincerci che noi siamo in, tempi di ri-vo– luzione: di quel tanto e di quella forma, cli rivo1uzione che può offhrci un· paese aacora. preva,lenteri:i'enote ptc-. colo-borghese come il )}ostro, Salvochè,, ·ÌR. ri~oluzione, •invece eh~ farla il prole~ariato con la borghesia, la fanno,. ·p,i'r ora, contfb·di 1ui, altri_ ceti, non' ,molto numerosi, ma audaci, e •·dominanti~ perl'impotenza nostra a fro~– teggi.arli su quel terreno,· e peF· la compli-cità.-0 ,Passività del Governo. Occorre convincersi che, accaato .a questa i'ivolu– .zione piccolo-borghese (utilizzata dalla grossa borghpsi:i), c'é u_na rivoluzione mili tare, spicciola, càpilla:re, miliar!l) consistente ne11a guardia' regia chè ~1ipp~tiz11;a•· P,e1.r f~~

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