Critica Sociale - anno XXXI - n.12 - 16-30 giugno 1921

. ' / C.l:ì11"IOA SOé1At:E Calcolo .ctri voti perduti: voti 'perduti Socialisti: 251.844 = 14 X lo.851 + 15.fl30. Blocco: 124:919 = 7 X W.851 + 6.962. Popolari: 1UL131 = ,6 X 16.851 + · \l5. Comiciiisti: 21.473 = l· X 16.85} t 4.622. Elettori 1·appi·esenta,ti (la cia..scnz1. d~putato: · Soc(a.li.çti: 17.989 = lli.851 + 7%. . Blocco.: _17.845 = 16.851 + G¼. Popolari: 16.855 = IG.851 + 0%, Comunisti: . 21.473 = lG.851 + 27%, Si vei:le'che i risultati definitivi· devo110·aver ria– Qilitato ·il ~netodo dei quozienti anche dinanzi agli oc– chi del Sig. Motta; uon è escluso che egli, nel far le · sue critiche al metodo, sia stato spinto da µn rincre– scimento di parte, vedendo avvantaggiàto il partito socialista, mentre ora, a fatti compibti, -risul!a che i! · partito che trae maggior vantaggio dalle inevitabili imperfezioni delle proporziuna)ita è· quello Popolare,. laddove i socialisti ne· risult~o i più danneggiati es– sendo loro toccato il 29°_ quoziente (1° escluso) e per– dendo così 16.000 voti, circa. Ma• essi hanuo le spalle grosse e non. •risentono gran' danno dalla proporzio– rialità, inquantochè quèi 16.000 voti perduti, di visi pei 14 seggi conquistati, dànno un aumento solo del , 7% sul nur•iero degli' elettori rappresentati da ciascun deputato: · · · . Usçendo ora dall'argomento ed a'titolci di cnriosità, riso\ vo due semplici· pi:obl_emi che molti elettori si sa-· ran'no proposti. 1 Il primo è se I''aggregazione del Collegio di Pavia a :Jliello di Milano abbia o no·.modificato i risultati èhe quest'ultimo avrebbe avuto restando ·solo.. Per· risolverlo tolgo ,dal Corrier11 t'lèlla Serci i ri– sultati delle 852 Sezioni costituenti il Collegio di Milano del 1919 e taccio_ I~ ripartizioni dei 20 deputati cl.ie avrebbe dovuto nom,inare; poi faccio la stessa ripa rti. zione coi voti dell'intero collegio attuale. Ripartizioni de'i 20 seggi coi vot.i: , . Soélal. B'locco Popol. Com. della sola l;'rovincia _di Milano IO iY 4, 1 . di _tutto il Collegio Milano_-Pavia 10 5 4 1; quindi l'aggregazione qi. Pavia non turbò la ripart.izione che avrebbe ottenuto Milano da sola. · Il secondo problema è se, in base ai risultati di _-Mi 0 Inno (Provincia) nel 1919 e nel 1921, si sia o no verificata una grande van azione nella forza dei singoli partiti. Ag– gregando_ nei ,risultati dèl 1919 .i tre seggi della lista De Capitani al sE>ggindella list~ Gasparott<:>,ili avreb– J?ero 11c seggi per il blocco, l'l. quindi la ripiu>tiz'ione: · Socialisti Blocèo Popolari Comnnisti Elezioni .del 1919 11 4 · 5 O » » 1921 10 5 4 1 . Si vede che le forze dei partiti restarono quasi mtatte, non essendovi che lo_scambio di un ,seggio fra blocco e popolari, mentre i socialisti uniti ai ·comunisti co11servano i. loro .11 seggi. D. M. ta:Francia e leindennità tedesche ·. I. (Continuaz. vedi numern,pr:C.) II. I · 11 primo mi~istr9 britannico, Lioycf Georgè, ebb~ senza dubbio la sensazione. dei pericoli con– nessi ad una pace malf~r~a, quando, nel. giugno 1918, parlando, al serv1Z10,annuafe. della Chiesa battista gallese, ebbe occasione di dire': "ln questa g~erra fors~ noi abbi~mo sof~erto per la manca!lza d1 preparaz10ne: badiamo d1 non commettere· il medesimo errore per la ·pace. Gli errori che noi · potremmo. commettere entrando in pace 'sen:;,;ap·re- BibliotecaGino Bianco .pé ;l.ta :zione, sareb'bero ancora più 'disastrosi di..quelli ch e po ssiamo aver commessi entrando non , prepa– rati in guerra.,, _Saggie parole,. che, .pochi.- mesi dopo, lo stesso Lloyd Oeorge doveva dimenticate, quanç!o, nel manifesto agli' elettori inglesi, detto dei sei, punti, deline~\l'a il programma d'ella pace di Versailles; .e al terzo punto reclami;iva le più· çom– plete indennità da parte della Germania. Pe.rchè anche il Governo inglese, per compiacer,e alle pas– sicfoi popolari, si mostrò· i-ncline,p_erqualche tempo, ad esrgere dalla Germania somm:e fç11itastiche,che quafcuno osò indicare i_n 500 miliarqi di marchi oro. Ma questa volgare esag\;!razione ebbe. in ,In– ghilterra 'carattere esclusivamente elettorale e· tem– poraneo: prestQ il Governo di Londra accedette a propositi più '.temperati e ragionevoii, tanto che. la politica francese dovette penaré non poco ad ot-, _tenere:il consenso .d'oltre Marica nei .,suoi,' pro- ( getti vessator.1; e, comunque, .dovette stm1pFecom– prarli a caro prezzo, mediante concessioni' e rinuncie r su .argomenti extra-europei e su territorii coloniali. lnquantochè il Governo britannico ebòe modo così di conseguire un triplice risultato: 1) resistere, per quanto possibile, alla inflessibilit9- dei rancori francesi, sviluppando in fai guisa una delle t~adi_: zionali caraijeristiche della· politica inglese, diretta. · a pr.omuov .erè, o, a lmeno, a render po~sibile) ìn tempo. non !onta.no , il ristabilimento dell'equilibrio delle forze e delle P otenze europee; 2) ampliare la sfera delle proprie. influenze, ni~rcè .le·rinuncie cui la Francia acconsentì in Mesopotamia, e in Pale– stina, o allorquando si trattò di rivedere il.trattato· di Sèvres, revisione cui la Gran . Bretagna era,. e, forse è tuttora,, contraria; 3) accedendo di_quando in .quando,. ed entro cedi limiti, alle pretensioni aggressive del Governo, di Parigi, impedire all'al– leanza franco-inglese di esaurirsi o di rallentarsi in maniera troppo subitanea, giacché, nell'astuta e.d esperta chiaroveggenza l0ro, i politic~lo'ndinesj vot– ranno sciogliersi dai legami-con Par-igi'solo quando saranno chiariti i nuovi aspetti delle relazioni tra . le PotenzJ .d'Europa e di·altri ·continenti, e la pace• nel mondo sarà veramente ristabilita e potrà p,re– sumibilmente per~urare per qualche -tempo. In Franda, invece, il motivo delle riparazioni tedesche assunse importanza preminente e conti.'.. nuati'va; costituì e ·costituisce una qùesti'one e~sen- 1 ziale per la vita o la morte dei Ministeri;· è il problema nazional'e per eccellenza; comprende' tutto il problema· delle· relazioni'franco-tedesche e quello della supremazia fran:cese ne'l mondo. Che i ,p'esi finanziari cui è c-hiamata ad· affrontare la finanza. francese, pèr far fronte ali' onere delle pensioni di guerra e della ricostruzione de~ paesi, devastati, siano ingenti, terribili fors'anc-h_e,niuno vqrr.à·c9ri- . testare .. Sebbene, quando vediamo !'on. Tard1eu rimproverare al ~residente Briand (alla . Camera; il 4 febbraio 1921) il fatto che questi poté, nel 1917, pensare che· vi fossero possibilità ·di avvicinare, còn minore . sacrifici di ·uomini e di denaro e . quindi, con minore cop'ia·di devastazioni, anche s~ ~on minore sfolgorio di vittoriose battaglie, quella ,.pace che la resistenza contin1;1ata-e la guerra ad ·oltranza. fec_e~o raggiungere c on vitto ria più çom– p_leta ~ d~c1s~va,_ :71el'! fatto di osse.rv ~re eh~ la ~lo– na dei tnonft m1litan e· la .so .ddisfaz 1one 'dt schian– tare un nemico potente è minacci0s6 debbono e,ssere di·. necessità .pagat~, sia pure a. carn - prezzo, ·da c~1 antepone il programma di uno smisùr-àjoorgo– gl_10 a quel!o di una politica prud ente e concilia– tnce. E poi la stessa entità deg li one.ri tributarii non· I?Uò essere insostei:i.ibileper u n popo lo parco, - labo~1oso, econ omo come il popo lo francese, quan– d9 !r1~sc~a sostenere gli oneri della guerra il · po– polo .1tahano, tanto 1)1eno· ricc0 dk<ijuellod'oltr' Alpi, ·dotato di risor.-seminori !! ,di minoré, prestig_io, e

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