Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921

24 OR!TICA SOCIALE \ chè non si sviluppi l'industria, la quale pe1·ò, uoi primi suoi tempi, r.rae il suo nuovo proletariato, grez· zo e non selezionato, anzi in parte selezionato a rove– scio dalle circostanti campagne. E' dunque un duplice aneÙo concentrico, proletariatato urbano d'importazione campagnola, e ville « rosse » di quel rosso acceso ch'è proprio degli ambienti rurali prossimi alla città, che st1·inge il centro cittadino, aristocratico, colto o sedicente tale. Subire il giogo dei « villani • ! Quale umiliazione 1 Vano è dire che queste «torme» spregiate, bene spesso, mandando con le loro valanghe di voti i so– ciali'sti al Comune, rinnovarono esse le città, non pur nelle materiali riforme, ma anche nei campi della scuola, della coltura, dell'arte, e fecero o fecero fare o lasciarono· fare ai loro rappresentanti Amministratori opere sane, buone, belle, che Je vecchie caste signorili non avevan mai tont!ito o sogoat'o. Tant'è: per un odio t.radizionale e per motivi più o men piccoli ma apprezzabili (certe rozzezze spavalde, certi atteggiamenti di prepotenza, da gente che final– mente « comanda lei» alla sua volta, e ci gode a fa1e star di sotto « i signori » . , • che poi spesso non son signori che nell'abito), i centri urbani di cui io parlo rodono il freno del governo socialista, non solo per– chè è socialista, ma perchè è l'espressione di forze elettorali rurali. Non parliamo poi, spRcificameute, della psicologia politica d1 Bologna: e dico non dei piccoli gruppi, con tradizioni forti e nobili, conservatrici -o democratiche o sovversive, ma della gran,de massa cittadina, bonnria, accomodante, pigra più che entusiasta, satirica e sce,– tica più ohe capace di ardenti fe<li, educata insomma <la secoli di dominio papale. Questa massa, una parte della quale (dico « u1a parte•, perchè ]'!(]tra, la mag11:iore, assisterà pa~siva alla lotta) è quella che ci interessa, perchè si è ev~– dentemente spostata d'un tra•to, dalla simp'.ltìa o dal– l'acquiescenza verso il So cialismo, a una più o meno aperta ribollione, e a una ·simpat.ìa o acquiescenza verso il Fascis•mo, come aveva accolto i l governo socialista in Comune quando vi si insediò nel 1!:J14? Il Sindaco Zanardi, assai noto, assai ben voluto, sì nei ceti operai, si in a!tl'e sfere - come l'universi– taria -, socialista d'antico stampo e d'anima umanis– sima, di venne popolarissimo e rese popolare il Comn11e, in quel periodo difficilissimo in cui si apriva e durava la guerra; e attrasse attorno a sè e al Comune e al • partito larghe simpatie per tutto ciò di bene che l'Am– mioistrazione compì verso la popolazione, in senso lato. , Non entriamo qui in una severa analisi di tutta l'opera sua, politica e ter,nica: la linea d'insieme è quest a: ch'egli aveva fatto che il Socia1ismo munici– p1.le fosse e apparisse come il pereqnatore che difende gli U :mili e combatte i superbi. Onde le ire vivissime dei padl'oni di casa, degli speculatori, dei bottegai. Egli, Znnardi, sopporta oggi il duplice peso_del male che feceeo gli altri e del bene che fece lui; espia gli eccessi e gli errori estremisti, e i meriti e le vitto1·ie del sano e operoso Socialismo I ' Così intorno al partito socialista :mperante s'era formata in città una «cinta», una zona - ma troppo rapida e troppo interessata! -- di adesioni e di sim– patie: consumatori, inquilini, dipendenti comunali, ol– ti-echè gli 0perai propriamente detti. E questa zona preservava il socialismo Lolognese dalle ire dei nemici bol'ghesi, offesi nei loro interessi parassitarì, e dal malcontento che certe forme ecces– sive, fanatiche di loUa destavano nelle campaane con l'organizzazioue troppo rigidamente imposla c~n i boi– cottnggi troppo ferocemente applicati, ecc. ~cc. Prevaleva frattanto il maRsimalismo in città, Bucco is~ituiva la sun dittatura, l'ondat-a violenta, irritante delle masse reduci di guerra schiaffeggiava - con qualche manifestazione in cuiJaceva pompa della sua forza, con qualehe sciopero generale, con qualche scio' BibliotecaGino Bianco pero di tramvieri per futili motivi - la cittadinanza. Quella tal zona di preservazione s'assott.igliava, cedeva. Zanardi aveva attratto molte adesioni, con la bo– narietà e con l'opera feconda. Bucco (adopero un nome tanto per indicare una fase. ma non per fare addebiti assoluti di tendenza: giacchè il movimento delle ,cam– pagne, per esempio, così intransigente e così semina– tore di rancori, era guidato da un organizzatore d'ala tempPrata) Bucco aveva tiraw a sè delle adesioni coat– te. Le une e le altre erano malfide e malsicure. E oggi si vede. *** Quanto più la lotta agraria si ripercoteva in città, tanto più avveniva che ai vecchi classici «agrari», nobili o borghesi, ferocissimi reazionarì, s'aggiunge– vano i numerosi « nuovi ricchi.?, rurali, accorsi ad inur- barsi per godere i cumulati guadagni. . Professionisti ed impiegati, che un tempo davano il contingente alla democrazia, e che tuttavia guarda– vano benevolmente o, almeuo, subivano un Socialismo temperato, 1.1manistico, come quello impersonato da Za– nardi, si ribellavano all'estremismo di Bucco, e oltrP, a ciò (fenomeno non bolognese ma generale) distoglie– vano sempre di più le loro__simpatie dalle classi operaie, quanto pi.u li strii:igey;a quel disagio del vivere, che essi sfogano in altrettanto invidioso rancore verso i proletari dai salari « fantastici » .•• Così si andavano assommando (e io non presumo che di avere accennato alcuni elementi del fenomeno) i fattori di quella reazione antisocialista che divampò tanto repentina e violenta in questi ultimi mesi, e che stupisce chi è lontano e non aveva potuto vederne la lenta preparazione. Gli esponenti di questa reazione - l'Avvenfre d'Italia sopratutto - gr1dano con tutta la forza déi loro polmoni alla lunga tirannide ch'è cessa-t11, allrt « schiavitù di Babilonia» da cui finalmente il Fascismo ha liberato la cittadinanza di Bologna: e nou s'accor– gono di fare a questa la più grave, sebbene non del tutto immeritata offesa. Giaccbè una cittadinanza che' tollera davvero angherie e tirannidi, è degna di su– birle: non ha una "opinione pubblica• libera, fiera della sua dignità, capace di far udire la sua voce. Essa ha in sè un contingente di for~ o di inerzie pas– sive, che ieri si prostravano al padrone rosso, oggi si volgono al Fascismo, domani a un altro sole che sorga. Ma a noi, come soc:alisti, in,tere~sa sapere come e p,erchè si sfaldò e si sfasciò, in parte, la maAsa dei nostri aderenti, dei nostri supposti fedeli seg1,1aci. E quivi un ammonimento istruttivo può cavarsi circa il pel'icolo e il danno dei metodi dit.tatorii. Osservava con amarezza, in un recente articolo, la Scintilla di Ferrara, che- pochi mesi fa « tutti erano· socialisti a Bologna » ; ed ora ... Già. Tutti eran socia-Jisti; ed era troppo. Il feno– meno dei topi marinari è eterno e uni versale; ma si manifesta più grave quando sulla nave di un partito i topi imbarcati ... sono troppi: quando la costr1rzione dell'edificio socialista (parliamo del caso nostro) è stata condotta con rapidità ,artificiosa, con metodi di c~– scrizione e di cost?-izione tanto più deboli e malsicuri, quanto più ferrei nell'apparenza: t~nto più transigenti negli effetti quanto più intransigenti nella forma e nella illusione di chi li adopra .. Quando, per qualsiasi ragione - anche per neces– sità di difesa o di ritorsione - si inaugurano sistemi di boicottaggio, di esclusivismo, di dittatura - di quella famosa dittatura che dovrebbe essere la magica bac– chet.ta per la attuazione del Comunismo a vapore! - nella m asi:1aneutra, media, sopratutto se indolente, sorniona, duttile, avviene una selezione. { ribelli &lie imposizioni vanno di là, e preparano le schiere al Fa· scismo. 1 più timidi stanno di qua, ina per scappare alla prima occasione. La forza vera, durevole, dei Partiti si fa per con- , /

RkJQdWJsaXNoZXIy