Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921

CRITICA SOCIALE 25 quista reale di coscienze, per organizzazione lenta ma profonda di interessi e di volontà liberamente orien– tatisi e aigruppatisi. Ogoi còazìooe, ogni sforzo ditta– torio per sostituire una maggiofi-anza effettiva con una minoranza che ~i impone, è destinato a scontare pre• sto o ta.rdi la pena della sua artificiosità fittizia. Certe forme di intransigenza che i capi adoperano per voluttà d'imperio, e in cui le masse credono, per fanatica tradizione cattolica di fiducia nelie formule e nei riti anzichè nella sostanza della fede, fanno il più disastroso fallimento, Si disse (e sarà vero solo in parte) si disse, per esempio, che l'Amministrazione socialista a Bologna non riconoscesse se non il Sindacato Magistrale, com– posto cioè degli insegnanti socialisti, non solo: ma escludesse dalle nomine i non socialisti, o, almeno, preferisse eccessivamente i socialisti. Ebbene: quanti maestri so·cialisti, a Bologna! Ma a parte ogni altra ragion di principio, e limi– tandoci a considerare l'efficacia di questo mezzo impo– sitorio rispetto al fine di avere veramente maestri so– cialisti - come si proponeva la sincera paqsione politica della massa - qual'era l'effetto? Una inevitabile sele– zione di girella, di mascherotti, col risultato, non già di aver eletti dei maestri perchè veri socialisti, ma di avere dei maestri che si truccavano da socialisti per essere eletti. L1,1 in-transigenza dittatoria e ,,rigida» si traduce nella peggior transigenza politica e morale; e al primo urto l'edificio così fabtrii:ato si sfascia, il blo~o così messo assieme si sfalda; le parti male aggregate si staccano. Dura e grave pena, ma benefica sele~ione, dopo la quale il vero, il buono, il sano Socialismo della verità, della fede, della conquista di cosci~nze_e <lelln formazione di forze reali e vitali risorgerà a Bologna e tornerà a splendere e a progredire sopra ogni errore e contro ogni violenza. Natale 1920. GIOVANNI ZIBORDI. Per un libro diluce diverità Togliamo dalle bozze del volume imminente di Nofri ePozzani La Russia com'è, (1) annun– ciato in alt1·apm·te del fascicolo, la p1:efazione che ad ess?prepo8e il Dfrettoi·e della Critica. Al lettore .onesto. Questo, ché Gregorio Nofri e Fernando Poz– zani liberano oggi alla luce della discussione, è un blocco di· impressioni ·e di fatti, tagliat~ a colpi di piccone nella viva roccia della realtà bolscevica; u·n blocco che conserva ancora tutte · le asperità, le durezze, le ineguaglianze del cepp~ non polito, senza ombra di accomodature, d1 vernici letterarie, di arrotondamenti lusingaLor! del gusto o delle prevenzioni di chi scrisse. o d1 chi si presume ohe leggerà. Soltanto diresti ohe gli artefici, -i quali la vararono a di vellerlo ~al natio macigno, vi si siano, nel duro travaglio, spellati:! e vulnerate le mani, tante ~ono le chiazze di sanguigno onde il masse è striato. Ma forse, più ohe della mano, è sangue del cuore ..... · Era tempo che il silenzio fo sse rotto; che il proletariato italiano fosso alfi.ne reputato degno di una onesta parola di sincerità . Troppo era du;ata la e diplomazia segr,eta » delle 1:1tudiatere- (I) .Editore Bempou.d, Firenze e Milano, L. 6. ibliotecaGino Bianco ticenze, della verità a mezzo susurrata, delle in– discrezioni confidate o carpite, alle quali seguiva immancabile la ben ,compilata smentita ufficiale, cui nessuno aggiustava u11briciolo di fede, tanto era il sentore di omertà che ne trapelava. Era tempo che coloro, i quali avevano « vedu~o », perchè avevano voluto « guardare », spe2lzas!lero le impronte di ceralacca faziosa, con cui altri avevano suggellate a se stessi le ciglia e ad essi pretendevano tener suggellate le labbra. Rimarrà solo cl.adomandare pe~chè questo non sia avvenuto sin dal primo giorno, per rispondere . all'atte;;~ ansiosa di tutto il Partito, e perchè altn suggelli, sopra simiglianti inchieste, condotte da altri dei nostri in al tre nazioni, nori. ancora siano fatti saltare. Dunque Gregorio Nòfri e ]'ernando Pozzani andarono e vollero « guardare ». , Guardare non già di sfuggita, o a traverso le lenti colorate, graziosamente prestate dai do– minatori· n.0 soltanto i luoghi e le co~e che e- , . rano loro additati e consentiti dal potere impe- rante. Anzi, si studiarono - fra infinite e non fortuite difficoltà - di guardare sopratutto i luoghi e le cose non conf!entite nè additate. In– terrogarono, a dispetto dei ben orditi spionaggj, quante più cose e persone e documenti fu loro dato. Ficcarono lo viso al fondo il più che han potuto. Non neJo distorsMo, opportu1:isti_came~te, per delusione o per ribrezzo. Nel nfenre, s m– gegnarono di e~sere, quanto è umanamente pos– sibile, 0biettivi e sinceri; nel giudicare, si sfori zarono di tenersi in perfetta ed equilibrata se– renità. Qualche pagina deve essere costata al loro animo angosc:ie crudeli: non perciò conces– sero a se stessi la comoda viltà dell'autocensura. Cercarono, sotto il tumulto spasimante della cro– naca di- intravvedere e rispettare la severa mae– stà cl ella storia. Vollero che la loro sintesi fosse quella - austera, misurata, impeccabile - di sacerdoti dell'augusto Vero. · Così è che nel libro, tenue ma denso e tut– to cose· sfilano in distinti paragrafi, sul fonda– mento di testimonianze sicure e molteplici, tratte\ la più parte dalle stesse ammissioni dei testi pi_ù ortodossi e inoppugnabili, l'analisi della (:ost1- 'tuzione politica del nuovo Impero, così schietta– mente democratica nei principii e così.... vice– versa nelle applicazioni ; la denudazi_one di ci~ che riesce nel fatto - sempre a dispetto de1 principii magnifici - il 1 misterios~ ,Sovie~,. as– surto, per le nost,re folle, alla s~ntita_ relig10sa del mito ; la realtà antidemocratica d1 quel con– gegno elettorale, così come effettua_lmen~e ~sso si esprime; la ,dittatura di un partito d1 mrno– ranza, anzi di una frazione di partito, e per essa di un p-iccolo mani polo di _n_om~ni! ~?- una gente multanime di oltre cento mil10m d1 virtualmente ciLta<lini · la ·violenza e l'insidia consuete dei Tribunali senza legge e della P?lizi~ p~liti_ca palese ed occulta; la devastata hberta d1 .riu– nione,. di stampa, di parola, che è la negazione dell(t vita e della dignità dell'uomo pen_sante ? la depressione spirituale che ne segue. negli strati popolari é nella stessa vita del~a . casa e_ delle famiglie; la soluzione opp~rtumstic~ e p;1-ccole-– borghese (sotto i festom d1 un classismo ~ntran– sigente e di un marxismo extrapuro, tutto d1 para-

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