Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921

ftRI'l'IOA -SOCIALm 23 essere realizzato che nella misura in cui il capitalismo ne avrà ,iviluppate le premesse materiali e tecniche. , Ora, quando Zinowieff proclama ad Halleche manca solo l'orientazione spirittrnle del proletariato, che questa è l"u– nica premessa per la vittoria della rivoluzione·, che solo· manca di sottrarre il proletariato alle molteplici sugge– stioni dell'educazione borghese, egii dimentica che pro– prio là, dove la liberazion.e dall'influsso della borghesia dovev,\ essere più c_ompleta, nel Tegime di dittatnra pro– letaria, l'orientamento spirituale verso il socialismo è mancato, perchè la realtà storiea dfllle coudizioni esistenti ha una potenza di suggestione ben maggiore della stampa, Jella scuola, del Parlamento, e del teatro borghese. La dittatura del proletariato, quando-non deve es.sere rivolta solo a sgominare le estreme resistenze della classe av– versaria, ma deve lottare contro gli. impulsi più imme– diati e istintfri, insorgenti irrefrenabilmente µella stessa classe lavo:·atrice, è costretta a tentare il mezzo estremo: il terrore. Tutto ciò che Martoff dice che non è più pos– sibile tacere, sul sistema ·del terrore messo in opera contro i partiti avversi, non è che un caso particolare di una triste necessità generale. Zinowieff, che in un suo arti– colo testimoniava il fatto di operi,,i e comunisti mandati al fronte per iin tenlativo di critica dei capi,' dava un esempio di quel sistema, di cui la Pravda ~el 6 novem– bre 1918 mostrava le conseguenze a proposito di una delle tante esecuzioni punitive, esercitate sui contadini ribelli ai Commissari. «Sopra le loro indicazioni (dei Còm– missarì disonesti). una spedizione punitiva fucilò Vfnti contadini, riconosciuti poi innocenti.• Quando l'organizzazione politico-sociale non è risul– tato delle condizioni reali e delle corrispondenti aspirazioni o dei bisogni e della volontà consapevole delle masse; quan– do, invece di essere figlia spontanea dell'orientamento spi– rituale e delle forme il'azione ad esso connaturate nella maggioranza dei consociati, sia l'attuazione di un pro– gramma di minoranze contro le resistenze e la volontà immediata e costante dei più, la dittatura non può es– sere che dei pochi sui molti, e perciò non può scompa– gnarsi dal terrore, che a sua volta non può separarsi dalla nefasta società dell'ar½itrlo. Ora, su questa via non si eammina verso l'attu:izione del socialismo. A questo è necessario un nuovo orientamento spirituale delle masse e dei singoli, perchè sia realtà e non nome vano senza soggetto; ma nè l'orillntamento spirituale si genera e si mantiene· quando la suggestione ·della real là spinga i più in direzione opposta, nè l'imposizione di una dit'ta– tnra giova ad altro che a suscitare una reazione, di front alla quale prima o poi la dittatura è costretta a i-icono– scersi impotente, come in Russia di fronte ai contadini. Alla domanda che Zinowieff si poneva a:d Halle: • perchè dobbiamo rinviare le pro~pettive della rivoluziò-– ne mondiale?", egli stesso dava subito la risposta: «guar– date dunque la situazione così coma essei è!• E non poteva conferire a queste parole il senso di incitamento anzi che di rèmo1·a, se non attraverso a un daltonismo nella visione della realtà, che gli faceva soggiungere /nell'ot– tobre 1920): • non avete veduto che in Italia è g"ià inco– minciata da un paio Ji settimane la rivoluzione, e preci- samente la rivoluzione proletaria? •. · RoDOU'O MoNDOLFO. Ohi non tiene alla raccolta ci fm·ebbe cosa grata in'l)iando .,ottofa.,cia., alla DIREZIONE cli CJUTICA So– CIALE, Po!"tici Galleria 23, MILANO i Nitme1'i 1, 16, 17, 18 dello scorso anno 1920. Ringraziamenti. lioteca Gino Bianco Alcuni fattorie alcuni insegnamenti dellasituazione di Bologna ci) ---oo••---- I casi di Bologna e, più chei casi, la situazione 1v1 creatasi e la situazione rivelatasi, offrono argomen– to ad alcune considerazioni che prescindono dalla cro– naca tragica e dalla polemica delle parti. La cronaca della sanguinosa giornata fu ben defi– nita in una parola da Claudio Trevés, « tragedia da .]Janico »; parola che ricorda una definizione profouda, sotto la sua apparenza di calembow·g, di Alessandro Ma11zoni, una volta che gli fu chiesto cho cosa pen– sasse del « fenomeno del Terrore•. - E' un gran fenomeno di paura - rl'spose il sommo pensatore ; nè meglio potrebbero definirsi, in grande e· in piccolo, .quelle situazioni in cui la violenza reciproca, e uno spirito di vendetta talora «preventiva» e gli appre– stamenti di reciproca difesa per la presunta offesa av– versaria, scoppiano a un dato momento in un eccesso sproporzionato agli occhi di 1 chi guarda le cif-costallzfl obietti ve, ma non allo stato d'animo su biettivo di chi lo commette. Cosi, Ja più gran parte dégli eccidi che avvengo– no negli urti fra polizia e folle, e che si attribuiscono a volontaria, prerueditata ferocia di funzionari e di a-. genti, son determinati da non sufficiente sangue fred– do, o propriamente da paura. Quanto alla polemica accesasi, o, meglio, alla « po– litica» iniziatasi dopo il dramma di Pala;1zo d' Accur– sio, è inutile rilevare la paAsione scatenatasi, la ma– nifesta speculazione partigiana inscenatasi, la esplosione di sentimenti, di qdi, di appetiti pe1/ettamente eguali, nel campo borghese, a quelli che si attribuiscono alla ~osidetta « barbarie rossa ». Sotto q nesto tnmult.uoso groviglio di passioni sin– cere e di artifici di sètta sta un fenomeno che lo studioso dl:lve analÌzzare freddamente, per trarne qualche inse– gnamento e qualche mònito. E il fe11omeno è c1uesto: come, in una citt.à. civile, il Fascismo, rapidamente organizzatosi o riorganizzatosi, abbia potuto circondarsi di adesioni, attivtJ o pa;sive, di larghe zone di citta– dinanza, di not.evoli correuti di « opinione pubblica», e essere e apparire interprete, sia pur momentaneo, di una riscossa, di nna reazione, di un orient.amento del- la cit.tà. ; come, dopo anni di dominio socialista, la au– dace i nsurrezione fa;cista non abbia trovato contro • di sè, pronta e poderosa, la forza socialista e prole– taria, ma come anzi questa sia apparsa esitante e la- ti tante, e in qualche parte si sia disgregata e sfaldata di fronte ali 'urto. * * * A Bologna, come a Modena, come a Reggio, co– me a Ravenna, come in tutti i Comuni formati di un ceutro urbano e di circostanti frazioni 1'urnli, o ville secondo l'antico nome vivo in Emilia, vi è anzitutto un dualismo fatto d'interessi e fatto r 1 i consuetudiui e di psicologia, fra la città. e la campagna : dualismo più accentuato là dove, c9me a Bol<!_gna, oome a Mo– dena, vi è un centro universitario e una tradizione d'orgoglio culturale. Ora in tali città. vi è iI partito conservatore tra– dizionali eta (ch'è quel medesimo delle campagnf>), v'è il clericale, v'è il democratico (professionisr.i, impie– gati, esei:centi), ma scar1:1eggia il partito socialista fin- (l) Quest'articolo, ohe un disguido post.a.le c'impedi di ricevere in tempo pe1· lo scorso numero, non tratta. di proposito gli o.rgo– menti che dovranno esser dibattùti al Uongresso di .Livorno, alla oui 1>repal'azione questo,nnmero è dedicato. Ma l'aua:isi psicolo– gica ohe l'amico Zibordi fa con la sol,ta sua tine;r,zn.serve a. chia– rire oerti stati d'animo, ohe non avranno piceolo peso nel determi– nare le. posizione reciproca -~ gli urti dèlle frazioni al prossin10 Coo~resso. (Nota della C!'rTlC.1..)

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