Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921

CRITICA SOCIALE 19 guerra dell'Intesa, e dtl. Paul Faure, che noi sa– lutammo e acclamammo al Congresso di Bolo– gna dello scorso anno come uno dei campioni, in .Francia, di una rigida fede iuternazior,alista per la quale sofferse persecuzioni dal Governo del suo ~aese: la Germania vi è rappres9ntata. dal vecc_h10Ledego_ur, che interpreta, come tra noi Costantmo La~zan, la più austera tradizione di intransigenza, e inoltre dal direttore della Prei– heit e da alt_ri. indipe ndenti della prima ora. I rappresentanti rnglesi, me.no nuti fra noi, furono anch'essi oppositori ad ogni asservimento delle forze proletarie alle esigenze della guerra della loro borghesia. Ci sono poi, per i Tedeschi d'Au– stria, Otto Bauer e Federi..:o Adler, ben noti entrambi; ci sono ra'Jprdsentanti della Svizzera, della. Czeco-Slovacchia, della Scozia; c'è, per i Russi, Marto:ff, il quale, pur essendo avverso . - _come_tutto il_ s~o partito - al regime bolsce– vico, difende nobilmente le ragioni di questo e il suo diritto di vita contro le aggressioni della borghesia dell'Europa occidentale. Chi legge questo documento sente facilmente che _vi a~ita lo stesso spirito che attualmente domma 11 nostro partito in Italia. Noi pensiamo pertanto che, se sapremo sostenere con fermezza, nel Congresso ai Livorno le esigenze e i diritti d'autonomia dei singoli ~ovimenti l'<Ocialistì na– l'Jionali, che sono limitati o negati dalle inter– pretazioni autentich.e_dei deliberati del Congresso di Mosca, e sapremo indurre il Comitato della Te~za Internazionale a riconoscerli e rispettarli, 001 potremo attrarre a questa anche i rieost?-ut– to:i (molti dei qu~li furono tra i pellegrini di Z1mmerwald e d1 Kien.!;hal) e fare della Terza Internazionale una forza veramente effettiva ca– pace di difeadere le ragioni della ci-viltà 'e i diritti del Proletariato, l'esistenza della Rivolu– zione russa, l'avvenire 'del movimento rivoluzio-. na~io. i': tutti i Paesi, contro ogni ag~ressione o ms1d1a della borghesia, che va dappertutto ri– componendo le sue forze. La CRITIOA SocrALÈ Al partiti soclall~tl di tutti I Paesi I Con la guerra_ mondiale è 0omÌnciata la fase decisiva della lotta fra Proletariato e Borghesia per la .conquista del potere politico. La guerra ha avuto per risuitato immediato l'ege– monia mondiale del capitalismo inglese e americano che lascia, sul continente europeo, la preponderanza al mili– tarismo francese e, nell'Asia orientale, al .militarismo giapponese. La vittoria ha consolidato, anzitutto, il pre• rlominio di classe dei capitalisti e aggravato l'oppres– sione delle classi operaié in questi m'edesimi Paesi. Ne è risultato un sistema di dominazione m~ndiale direttamente ostile alla rivoluzione proletaria nell' Eu– ropa centrale e orientale, come anche alle aspirazioni alla lihertà dei popoli oppressi e delle popolazioni d!Jlle ·colonie. Per mezzo del blocco e degli interessi militari i vin.– ci tori si Rforzano di distruggere la Republica russa dei Soviety, avanguardia della Rivoluzione sociale. Profitta– no dello stato di dipendenza economica in cui si trovano i vinti dell'Europa centrale per impedirvi lo sviluppo dellA. Rivoluzione proletaria.' Si servono delle sanguina– rie forze controrivoluzionarie d11ll'Ungheria, della Po• lioteca Gino Bianco _Ionia e della Rumania, come di milizie mercenarie, non solo contro la Russia dei Soviety, ma anche contro i proletari dell'Europa centrale. Aiutano i movimenti controrivoluzionarì in Germa.nia, in Austria e nella Re– pubblica czeco-slovacca. Minacciano di soffocare col bloc• .co ogni movimento rivoluzionario in I~alia. Col timore di rappresaglie economich(l e con ricatti finanziari CO· stringono i piccoli Stati ad essere strumenti della loro politic!L. Soffocano nel sangue le aspirazioni alla libertà. dei popoli orientali. Ma questa egemonia capitalistica è sempre più in. contrasto con le esigenze. della Ti ta delle. masse prole,. te.rie degli ~te~si paesi vincitori. Il blocco della Russia e il disfacimento economico dell'Europa centrale - con– seguenza degli iniqui trattati di pace - tagliano fuori dal mercato mondiale .la maggior parte dell'Europa. Co– si, non solo i popoli dell'Europa centrale e orientale sono spin ti alla rovina e di vengono terreno propizio a tutti i moti na21ionalisti e controrivoluzionari, ma l'in- · dustria dell'Europa occidentale e 1 dell'America è .privata dei suoi m~rcati più considere;oli e gettata. in gravi crisi che ueterminano la disoccupazione di milioni di operai. Gli •operai dei paesi occidentali corrono rischio dun– que di ·soffrire, essi pure, per il fatto che nel resto d'Eu– ropa un gran mimero di proletari lavorano per salari miserevoli, provocando così nell'Europa occidentale e in America un ab!Jassamento, per molti anni, del tenore di vita. Di fronte a qnesta situazione, occorre racco– gliere tutte le forze dei lavoratori e porre al primo postQ le supreme rivendicazioni socialiste. I proletari debbono opporre la loro pol'hica mondiale a quella dei capitalisti. La politica mondiale del Socialismd. Scopo di, questa politica dev'essere: difendere ener– gicamente la Russia dei Soviety contro le potenze ca– pitalistiche occi•!entali; impedire gli intrighi controri– voluzionari dell'imperialismo francese nell'Europa cen– trale; spezzare le catene con cui ~li imperialismi vi,tto– riosi paralizzano tutti gli sforzi rivoluzionari in tutti i paesi nominati; soccorrere i popoli oppressi e le popola- · zioni delle colonie che .com battono per la propria libertà contro il capitalismo; riunire, per questi scopi, tutte le forze rivoluzionarie del mondo contro l'Imperialismo. Il Proletariato mondiale non può adrmpire a questo còmpito, se n@.Ilriunisce tutte le sue forze in una salda organiz1.azione internazionale, sulla base dei principi del Socialismo._ rivoluzionario, con una inflessibile volontà di lottl!,re. Di questa organizzazione internazionale il, Proletariato è, attualmente, privo. La Seconda internazionale. La guerra mondiale ha infatti distrutto la Seconda Internazionale. Essa ha fatto fallimento, non perchè fu troppo debole per impedire la guerra, che è un pro– dotto dello sviluppo del Capitalismo, ma per l'atteggia– mento-dei Partiti socialisti che si sono schierati accanto all'uno o al! 'altro dei gruppi capitalistici rivali, invece di unire le ]oro forze contro la guerra scatenata dall'Im– perialismo. Così essi si sono messi nell'impossibilità di abbreviare il flagello. Nelle conferen:11e di Zimmerwald e di Kienthal fu · provato che si sarebbe potuto, anche all'inizio della guerra, fare una politica internazionale inspirata ai prin· cipì del Socialismo; che la Seconda Internazionale, in– capace di fare una simile politica, aveva mancato alla sua mis~ione storica. Questo iallimento dei Partiti s0cialisti ha provocato

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