Critica Sociale - anno XXX - n. 2 - 16-31 gennaio 1920

ùRltìcA :soctAtE Bi .,,_ •u ,-.,, -·~--~-------------------------------------~---- l'aumentata aspettazione di profitto influisce sul livello dei prezzi, ta,1;1to più se le nuove condizioni includono la riduzione o eliminazione della concorren~a me– diante la creazione di rings; cartelli o trusts. A tal proposito, giova ancora osservare che la divisione delle azioni e la creazione di nuove Società con un capitale azionario, basato sui nuovi valod, offrono va– liaa difèsa contro ogni tentativo, da parte della comu– nità, di regolare i prezzi mediante la limitazione dei profitti; perchè, la limitazione ad una data percen– tuale sul valore attuale delle azioni permette l'evasio– ne di tutto il sopravalore, men.tre 1a· lii;tlitazione in termini dei valori ante-guerra è oltrei:nodo difficile, per effetto dei trapassi di proprietà. La Società - osserva la Rivista - non ha mezzi atti a fronteggiare la-situazione creata dall'incursione dell'alta finanza nella sfera di una qualsiasi industrie. particolare, salvo i casi in cui l'industria sia già sotto· il contr-0llo dello ·Stato e possa essere trasferita in proprietà pubblica, sul'lia.base della valutazione ante– guerra. La cattura dei sopraprofitti da part_e delle clas– _si investitrici, può bensi essere mitigata a mezzo di imposte più ·alte e ·più fortemente graduate, e una proporzione dei prelievi dei nuovi rentiers nell 'indu– stria· può essere liquidata col metodo dell'imposta sul oapitale; ma, in quanto,, questo è considerato esclusi– vamente ùn metodo di ·pagare interessi del debito pubblico e di estinguerlo, la nuova aspettazione di profitto da una particolare industria non è intaooata e operai e consumatori si troveranno ancora di fronte -questo ostacolo nelle loro richieste rispettive di mi- ·gliori condiziqni e di prezzi inferiori. ·, Questo riassetto dei valori capitalistici al mutato livell-0 dei prezzi coll'assorbimento da parte delle classi capitalistiche delle « rendite » gratuite dell,a ·guerra, è, nell'ipotesi capitalista, non soltanto giusti– ficabile, me. anche inevitabile. Nondimeno - conclu– de la Rivista - non è probabile che diventi popolare, quando il I suo significato sia chiaramente compreso, inquantochè, nei suoi effetti, esso pone i profitti di guerra e le prospettive di profitto su una base per– manente riconosciuta dalla società, al fine di santifì– oare presso la prossima generazione quella distribu– zione della proprie~ e del reddito che è così deplo– rata dalla presente. « Tutto ciò, data la crescente ri– volta del lavoro contro le vecchie condizioni dell'in– dustria~ ci porta sempre p'iù vicini alla corrente tra– volgente· della Rivoluzione e sempre più lontani dalla ver(\e e lieta terra della ·« ricostruzi@ne », che ci era stata promessa. La mano della finanza grava pesan– temente sulJJindust:i;-ia-e sul pubblico, e finchè questa mano non sia rimossa, il tenor di vita dei Lavorotòri del broccio e del cervell-0 -~arà minacciato e un osta– colo insor montabile sarà messo sulla via di ogni e qualsiasi sostanzio.le diminuzione del costo ·delt,a Vita D. tembre 1920, i principi delle « leggi sul regoiamento ·temporaneo del salario» -del. 1918 e 1919,-le quali, in -sostanza, stabiliscono che i sa:larl vigenti al mo mento -dell'armistizio rimangano in v,igore per t.ut.ta la du- rata della legge. , La rivolta del ·proletari~to contro i •~ pro_fittatorl- 11 • Vero è che la· classe operaia, non. soltanto non in– tende retrocedere dalla sua posfzione attuale, ma è sempre meno disposta, nonchè a riconoscere il con– solidamento- -degli .attuali extr.aprofitti capitalistici, a lavorare ulteriormente per il privato profitto. È ciò ·che rileva ancora una volta il New Stalesman in un ial'ticolo,.del 20 dfoembre - « A wasting asse.I o/ indu– . stry » - in cui osserv.a che gli industriali inglesi, ·come· gli in_dustriali degli altri Paesi, vanno p·erden– do il c ontroll-o sull'elemento «lavoro». « Ciò non si-· gnifi.ca che gli operai- in tutte le indfi,strie si rifiutino dramma ticamente di produrre, o chiedano .ad un,a . voce l'immediata instaurazione dello « Stato coope– rativo». Ciò vuol dire, però, che la loro cJ;stilità - o l'ostilità .di una parte cospicua del.la mas,sa operàia - alla produzione capitalista sta raggiun gendo un punto, che minaccia seriamente l'ulteriore- gestione dell'in– dustria secondo i sislemi tradizionali ». La attuale situazione nell 'industr'ia minéroria inglese è il dir~tto - risultato di un ultimato presèntato d-ai minatori, che rifiutano la loro _precedente cooperozione ai proprie– tari delle miniere nella produzione del carbone, e l'op– posizione contro l'attuale sist.ema eèonomicò- ~ già responsabile, in. qu0JSi tu;tte le industrie, della •dimi– nuzione nel rendimento medio qella produzione e nel- . la intensità del lavoro, contro cui cercano• di· lottare .gli industriali colla vasta propaganda da essi orga– nizzata in favore di un «.aumento di produzione »-. E una fra le -ragioni ,degli ottuali profitti anormali è, secondo la Ri-vi·sta, .anche il fatto che quasi tutte le industrie sbanno diventan~o per i capitalisti investi– menti di « speculazione », perchè non si sa quando « verrà la loro ora'». « Il sensibile b arometro del la lìnanz:a segna di già la pressione <lena democrazia.in- dustriale ». · Con questo sperpero del p~trimonio del capitalismo ·va, necessariamente, di. pari passo una· diminuzione ·neJ.l'efficienza dei servii.I per il pubblico in genere, che trova La sua espressione negli alti prezzi, nena peggiorata qualità dei prodotti e nell'attuale deficien– za di produzione, ciò che, o sua volta, aggrova il mal– contento, che è una delle sue cause. « Il vero e ultimo circolo vizioso di oggidì non è il circolo di sai.art e prezzi, . ma il circoJ.o del malcontento e della. sotto– produzione », e da q1rnsto circolo vizios·o non vi è via d'uscita se ci si limita a aspettare quel che ne na– scerà. « È essenzia:le un ·radicale, per quanto graduale, I salari nel dopo-guerra. Intanto, però, il pr-oletariato •inglese non è affatto disposto a far 1-espese della « ricostruzione » indu– striale postbellica, sullo base, desiderata dagli indu– striali, dal definitivo consolidamento degli extrapro– fit~i di guerra e con la contemporanea riduzione delle - cambiamento· del sistema industriale, e questo cam– biamentò deve includere la restaurazione della coo– perozione del-l'elemento ((lavoro D nella produzione, su nuove. basi ». · · · . paghe, possibilmente al livello onteguerra. Il recente ·grande sciopero dei ferrovieri inglesi è stato un ten– tativo degli industriali, spalleggiati do\ Gov-erno, di ,provoc~re un «riassetto» delle paghe po,stbel!iche in .senso peggiorativo. Ma la pronta reazione di -tutta !'or– ganizzazione trodunionista contro la minaccia he. ser– vilo a far ammettere il principio della con,servazione delle paghe attuali fino al 30 settembre 1920, principio a cui -si inspira pure la recente legge del 20 novem– bre sull-e Corti industri-ali, il -cui testo è riprodotto nellia Labou,r Gazelte del dicembre. La legge crea uqa « Corte permanente arbitrale » - the industri.al Court - alla quale ,pos}ono ricorrere · le• par li iqteress ,a te in un conflitto industriale, sem– _prechè entram.be vi acconsentano; dà facoltà aJ,Mini– ·stro de l lavoro, n ei casi di vertenze· industriali, pre– viste o in corso, di nominare una « Corte inquirente » - Court o/ inquiry ...:. tra i cui còmpiti figuro quello di comunicare -al pubhli-co una imparzi ale R elazione del merito del _conflitto; estende, infine, fl.no al 30 set- 1Jotèca Gino Bianco « La vecchia cooperazione del « lavor·o »·era, i-n fat– to, non già realmente ,una cooperazione, bensl una subordinazione. Per quanto il -prodotto fosse ottenuto soltanto dalla convergenza del capitale (nelle forme di ·risorse naJuroli e di prodotti ·del J.ayoro pas-sato) e del lavoro 'attuale, tu,tto il «credito JJ passava all'impren– ditore in for:z,adel suo possesso di capitale e del su-o controllo - effettivamente, quasi; poss_esso - .del la– voro. L'accre5ciuta forza e organizzazione e, meglio ancoro, la crescente educaziQne e consapevolezza de– gli operoi hanno reso impossibile il manteniménto dei vecchi rapporti. Le stesse proposte di,« partecipazione ai profitti », per quanto futili in sè, sono però sem– pr,e un, tardi~o e inadeguato, sforzo di riconoscere la stessa forza-lavoro come una forma di ·oapiµile ovente titolo ad un « dividendo », come ebbe a di-chiarore di recente un industriale, in una sua proposta ·'di « par– tecipazione agli utili». Ma l'aspirazione dei lavoratori ·non è già quella di avere la loro «forza-lavoro» assi– mHata al capitalè, nè d~ diventare compartecipi della p-roduzione per il privato profitto. Essi rifiutano lo loro cooperazione, non soltanto perchè sentono _la in– g!ustlzia della loro presente subordin_azione; ~a an- (

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