Critica Sociale - anno XXVI - n.12 - 16-30 giugno 1916

CRITICA SOCIALE 181 superata, e non occorre pertànto spendere molte pa– role in proposito. L'azione politica del partit_o ope– raio è incomparabilmente più efficace che non le. sterili ribellioni o le contese soltanto· economiche. Osservava Federico Engels (1) che, di fronte alle conquiste ottenute dal proletariato sul terreno poli– tico, la borghesia può ripetere le famose parole di Odilon Barrbt: « la légalité nous tue». E può tornare· a proposito un'altra osservaz.ione. Moderni studii hanno dimostrato che gli « antagoni– smi economici » (2) ·sono•assai più varii e complessi èl.iquanto non sembrassero ai. primi teorici del mo– vimento socialista contempo-raneo-. Ms1,se ciò è vero, è altrettanto vero che quell'unità di azione del prole– tariato, che il rilievo di detti antagonismi potrebbe insidia.re nel campo economico, si ri,compone pre– cis amente nel campo politico, in cui il proletariato intende, come deve intendere, che la su.a lotta non è volta soltanto a raggiungere parziali miglioramenti mater:iali, ma si .pro pone un còmpito· più grande e più vasto: quello di m ira.re ad un'integrale trasfor– mazione dell:i società. Prevedo che quanto ho detto- incontrerà opposi– zioni in varii campi; non dispero, tuttavia, che le idee da me discusse ed esposte déstino anche qual– che consenso. Quello ehe a - me premeva, ad -ogni modo, era anzitutto - posso ben confossare questo mio modesto egoismo! - di veni-re in chiaro con me stesso in quest'-ora tragica, propizia, agli esami di coscienza. Sdegnoso di -ogni opportunismo poli– tico od accademico, posso dire con onesta franchezza di avere parlato del mazzinianismo- e del socialismo, delle loro insanabili divergenze e dei punti in cui possono e debbono accordarsi, senza· tacere nè at– tenuare quello che mi par-eva essere il vero. È antiscientifico - mi sembr~ - concepire il so– cialismo come una soluzione bell'e preparata della questione sociale o come una ,costituzione della so– cietà, che si possa esattamente pr.econcepire e che, una volta raggiunta, non si possa superare: la sto– ria, che è creaziorue continua, non si la-scia nè pre– vedere nè al'l'estare. Ma, poichè la storia si fa dagli uomini, il socialismo è, appunto, qualche eosa di di– verso e di più grande : insegna delle rivendicazioni degli « uomini del Lavoro», è un valore morale, ·cioè un concetto-limite ed una direttiva dell'atti– vità pratica. Così inteso, il socialismo apparisce la stessa idealità di giustizia, e cio·è l'umanesimo tutto spiegato. Chi così concepisca il socialismo, e rammenti co– me il. carattere precipuo del sistema mazziniano, sènza che qui se ne discuta ma senza che se ne sna– turi il fonda.mento metafisico, sia quello di subli- ' marsi in una fede morale, cioè in una religione del dovere ed in una infaticata aspirazione alla giusti– zia· da attuarsi su la terra, parmi. possa ripetere di fronte al ·m.azzinianismo, con &(\rena coscienza se pur con profonda umiltà spirituale, quello che il Mazzini scrisse una volta, a proposito del Carlyle: « Uniti nell'assegnare importanza alle cose e nei presentimenti dell'anima, noi ci separiamo nella scelta della via da seguirsi: serviamo lo stesso Dio; ma· ,con culto, diverso (3). . ' ALESSANDRO LEVI. (1) ERGELB, Prefazione (1895) a Le lotte ai classe in F,·ancta aai 1848 ai 1850, di c. Marx; Roma Monglnl, 1902, p. n. · (2) Les antagonismes économiq11es è Il titolo di una nota opera di OTTO EFFERTZ (Parie,. Glard et Brlère, 1906), Vedi VAILATI, ScrltH clt., pp, 787-762, 777-786, 828-882, (9) Genio e tendenze a, Tomaso aar11flt; s. E. I., IV, p. 2s1: lioteca Gino Bianco UN'INTERNAZIONALE ALBAND.O C'è un. personaggio del Bois sacré al quale importa: con,oscere, farse soame,nte, se certo pe,zzo di musioa si.a « abb-aistanz, arepubblioa.ri ,o ». Da un· anno in qua I.a battuta fa ancor.a -ridere, e non dovrebbe. L'aver· messo al -bando Jia, ,m:usi,cadei ,p-a-e,si nemici, non è· -s-e,gno che si ,rioonosce·ali-e -note-un co.J.o,r-e, un s,e,n.s,o– politioo; n-o.n è .segno che i -m.i-nue-tti di Mozart o i ,preludi -di Weber son,o ,trovati « a-bbas-tanva imperia– listi» per me-ritare l'e,silio, ovvero l'internamento de– .gli, archivi? M.a, se la fars-a.è fatta J.egge, o ridiam°' deUa legge, -o restiamo gravi al-la farsa. Oppure, prima ch'io -rinunci a Wagner ,per Gam– bar,foll!a, prima ch'i,o,converta sul leggì9 c;J.e-1 oembalo– il duetto de,) Don Giovanni nella, canzone- nazi,o,nale dei Fili d'oro, pretendo una giustificazione. Do,v'è l'imperialismo di Schubert, cantore di =brecciebionde, di ,fiori azzUl'ri, di plen-i,luni •a- fio,r d'acqua? Dov'è ir mi-litarismo prussiano degli' -orato,rii di Bach, ·.s,alvo che nell',e,uritm-ia,fo:n'!)éooabile-? Dov'è l'elmo a, chiodo nena -leggenda di Loheng,rin? Lohengr.in, al postuitto-, difendeva -le dame deL Bl"abante che ora hanno offeso gli usse,ri di von Kluch.... La musica educ'a, ingentilisce. È dunque l'·an.tidoto-· della guerra, il suo -op,p0:5to natura-le e perfetto; ben– chè anche in guerra ,echeggino- trombe· e tamburi, che .sono però .i: meno mus,ica.liide,gli ·strumenti. Sa– re-b-bel'ottima -ra:gione·per non -boodi,re le armonie, ,tedesche, q_uelleche ci ev,oca'ronogli organi ed i vio– lini , -e fur,o no là riv-e,Lazion-e del, suo genio- pacifioo: La com.mo- zio-nemelodica sta cosi agli antip-odi de-I furore marzia.Je, (ricordate -re Poro, che -a-Ilavigilia d'una battaglia .spezzò oo-n fa spada le corde- de-Ha oetera), che- lo stesso Wagne-r, •sospe tto di pange,rma– ni-smo, è assolto ool giudizi-o,di S.ar PéJ-adan daJ.l'aver « condannato in una volta Fafner, Alberich e kaiser Wota,n.»: il pang-erm:anismo·del Wa.lha.lla. Ori·orare Schumann, in f.ondo, .significa ripu dia.re Hindenburg, ·rioono&oorech'esiste un linguaggio più universo deJ.l'.esperanio de!Le mitragliatrici: La nott,e tranquiJlla versa nel mio cuore Una pace _celeste.... Il serafico s,o.spiro Beethoviano mi risorg,e dallo spiri,to insieme a un· ricord-o molèsto. L'intonarono gli ulani - assur-do atroce - la seTa della presa di Dixmund; e ,intorno muggiva· un'-orche.stra di morta-i: La notte tranquilla .... Ah, non fu dunque una f.rase queHa del generale v-onE~mich: « Noi marciamo ,con la .spada nel .pugno e, con Beethoven nel cuore! ». Dunque aoohe Be-etho– ven è un'.a,rme, e quel ch'è peggio un'arme tedesca! Forse•. Ma, se ci servi,am-odei cannoni Krupp, i quali .pure sono tedeschi, non potremmo servirci delle nove sinfonie,_ che sono i- 420 dello spirito? E p-0i la spia.da :non arma che il soldato; la mus,ica l'uomo. Questa fiiamma melodica non -si avventa, come quel-la dei proiettili incend-i.ari, a11a. st:nage. Sta chiusa, appunto, nel curo-re.Vuol dire coraggio, conforto, pietà. Espri– me, Jn una spirale di note, .il p,rofHo d'una mamma ·Ì-ontaon.a, d'un,a casa ,nel-orepuscolo, un caro -ricordo, un:ooitudine do=loo. È 1-'interio·reCroce Rossa dell'a– nima, che sta nelLa,guerra· m.a è estranea ,alla-guerra, che passa fra· .Je armi ma. dalle armi non dovre•bbe avere che il ·saluto. '

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