Critica Sociale - anno XXVI - n.12 - 16-30 giugno 1916

0RITICA,SOCIALE 179 badese ed è, fra ,i teoretici dell'ala destr..a, non sol-0uno dei più chiari, ma anche' uno dei .più coe·renti e 1 p,iù autorevoli. Anche dei •più auto-ritarl; però. Inf.atti, egli scrive già chi,aramente èhe l'ala sinistra e,str,emoà, cioè a dire l'attuale mino·ranza, sàrà ahcora to,lle·ra– bile entro il Partito, solo se essa non tenterà di met– tere -bastoni tra le ruote del oarro della maggioranui, solo se si .aste·rrà dall'attraversarne quelle a~i-oni p.o-. litiche. Chè sé oiò farà, .,11).ora l,a scissi-0ne sarà inevi– .tahile. Ora, a quest'u•ltima con:Clusione hon arrivano, al– meno in modo così reciso, gli altri deputati della Destr a. Ma into rno àJ nuovo orientamento della po– litica socialis.ta la pensano. come il Kolb molti altri: , il David, J.oHeine, il Kei,l, i,I Winnig o - per citare- · alcuni convertiti - gl,i ex-intransigenti Cunow · e Lensch e Hànisch, ecc., per i quali è o.ramai sacro– santa verità e necessità lo scotimento d,e-1 gi,o-go 'degli antichi deliberati e il 'nuovo orienta·mento verso i pro– blemi nazi•onali e imperialisti. « Anche l'operaio più semplièe --1 scrive il ~uess~• - sarà stato ,illuminato · da quèsta g'uerra into-rno alla verità che un-a rinuncia all'economia coloniale per parte dell'umanità euro– pea equivarrebbe al suo impauperimento .... · Le espe– rienze di questa guerra insegnano dunque che la So– cialdemocrazia n,pn può non .assumere Ùn nuo•vo·at– teggiamento di fronte alle colonie, che essa deve smet– tere la negazione e fare una p,o.Jiti-ca coloniale posi– tiva, ri-sponden-te agli alti ideali del socialismo .... ». È possibile che uomini, professanti simili idee e ' caldeggianti siffatti progetti, continuino a restare in uno stesso partito con Haase e Ledehour e Kautsky? È possibile - per dirla con Kolb ~ che· simili so,cìa– lisli si lascino attraversare le proprie azioni p-oliti– che da uomini che, come quei tre, e come Bernstein e come Geyer e come Bock, vog,J.i.ono res-tare sotto il grave pondo de.Jl'antico pr-0-grammae tener fede a!La politica fatta negli anni ,più belli della S-oci.aldemo– oraz.ia. ? Quegli stessi membri della mino-ranza - il è osidetto Centro - che al 4 ag-o,sto votarono il cre– dito di guerra, rkonoscono ora più che mai necessa– ria e urgente la rì'pres.a di quella po,litioa, fieram·ente f.ondata sulla J.otta di dasse ad oltranza, che formò il vanto• del sociaHsmo tedesco. È possibile una co.ope– razione tra simili upmini, è p-ossibile che una simne Destra e un simile Centro formino an<',ora un par– tito unico? (Continua). GUSTAVO SACERDOTE. MAZZINIANISMO E S CIAUS·MO Conver.gen3e. - Divergen3e. 'Due vie e una mèta. , III, o·ue vie e una mèta. Gli antagonismi che ho illustrati sono tali, mi sembra, che nessuno sforz.o di interpretazione può togliere od attenuare. E tuttavia, si badi: se il po-, polo di Mazzini era• un'astrazione e un valore 1~iù che una realtà concreta, forsechè non è anch'esso un valore, una idealità - ossia ciò che dev'essere, ma ancora nòn è - cotesto proletari~to marx– engelsiano, éui incombe un così vasto e mir.abile còmpito, di attuare quella emancipazione um.~na, · BibliotecaGino Bianco che la filosofia aveva compiuta nel mondo a.e! pen-– siero? La lotta di classi sul terreno economico non, può esser,e che un mezzo, per quanto importantissimo e decisivo, per raggiµngere un così grande fine; ,un campo di battaglia pr'escelto dai co.ndottieri per con– durre le schier-e alla vittoria. Ma, se il socialismo ha da essere, come questi suoi più grandi_ te<;>ri~i , rnsegnan.o, un umanesimo, per µsare espress1om v1- chi:ane, tutto spiegato, non può creare un µuovo• P're– dominio di classe, ma deve, liberando la classe più numerosa e più misera dal « giogo del salario »·, in– sta11r.are, a dir così, un condominio di classi, fon– date soltanto su la divisione del lavoro e su la di– versità delle attitudini. Per attuare questa non mentita solidarietà so.ci.aie, che deve ,essere I.a effettuazione della. libertà, intesa non come spezzamento ma, al c-0ntrario, come vo– lontaria accettazione dei naturali vincoli fr.a uomo ed uomo·, è necessario che il proletariato; strument~ di così grande fine, compia in s-e stesso tùtta un'o– pera di educazione intellettuale e, più pairticolar– mente, morale.• La· solidarietà mi classe, che ,non sempre procura vantaggi, ma costa anche notevoli sacrifici, è, appunto per ciò, non soltanto un intç– resse, ma un dovere - cioè un ,valore morale. Ma perché il. proletariato comprenda il socialismo, e se ne-,faccia categorico imperativo di condotta, deve mirare più in .alto, deve superare - diciamolo schiet– tamente - i valori morali de1la società com'è oggi costituita, per pr,eparai:-e il divenire della società nuova. Chi,.in qualsiasi campo, intende il socialismo come una « questi-on·e di stomaco», lo· fraintende e lo ca– lunnia. Certo - solo gli ipocriti possono negarlo - a.f4nchè u n individuo o una cl.asse si elevi a com– prende.re quei valori del mondo morale, è n-ecessa-' 1 rio che abbia.raggiunto un ce;to,grado di benessere; soltanto 'individualità eroi-che, e 'per ciò eccezionali, sono capaci, nella vera indigenza maieria'le, di el~-: varsi al disopra deHa povertà morale. Perché l'edu– cazione, ed una educazione· eos.ì alta che si fondi su la necessità etica del dovere senza alcun conforto di eud-e!'nonismo' religioso, possa fiorire, deve tro•vare un terreno non isterilito da quella J!liseria fisiologica, che è spes?o il triste retaggi-o della penuria. econo– mic;a. Ma, .affinc'hèil profotariato miri non a sopraf– fare con la violenza del numero I.e altre classi pel' sostituirvisi 'nell'egoistico dominio della società, bensl a preparare l'avvento di un migliore assetto so– ciale, noN possono assolutamente trasci;rarsi, ma anzi de vono tenersi nel massimo p regio, i fa!tort mora.li. Questo - che il socialis.mo deve far suo - er.a insegnamento di Giuseppe Mazzini, il quale scri– veva qùeste savie e significative_ parole: « J e vois dans ìa classe ouvrière l'élément de l'avenir; mais– c'est à condition qu' elle ne se pose pas po11.r,but un problème de pur intérèt matériel. Il aboutirait à en /aire une 1,wuvelle bourgeo,isie » (1). . Ancora. Scriveva Federico E.ngels·, nel 1893, ne!La ' Prefazione ad una traduzione italiana del « Manife– sto dei .Comunisti»: « Senza l'aut®omia e l'unità restituite a ciascuna nazione, nè l'unione int,ern.azio– nale · del pro!.etariato, nè !,a tranquilla e intelligente cooperazion~ di c-oteste nazioni verso fini comuni po– trebbero compi,ers.i » (2). Nessun dubbio che la gran– dezza, e la forza del moviment.o socialista sieno con– sistite, e, passata la tragica bufera attuale - che (chi scrive· rion vuole dissimulare quest.a sua profonda eonvinzione) ha brutalmeni.e piegato ma non ha di– velto dalle radici la quercia dell' « Internazionale » (1) Lett..es à D. Sterir, 28 mars 186~, p. 96. (?.) ENOELS, Proemio alla versione di P. Bett!ni del Man'ifosto dei Partito Comm,istà, 1 ° febbraio 1898; ed. clt., p. 4, ,,

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