Critica Sociale - XXV - n. 22 - 16-30 novembre 1915

CRITICA SOCIALE 351 Sono tre gli ostacoli principali, che si possono rias– sumere così : 1° L'e_rrore ~ominante d,a tempo immemorabile presso gh operai, che l'aumento di rendimento di ogni uom_o, o d~ das~una macchina, abbia per conse– guenza d1 far hcenz1are un certo numero di lavora– t~ri. Tale opinione è erronea, in quanto che la sto– rie. de!lo sviluppo -di _015ni n~lustri~ mostra ~he ogni perfezionamento, ogm 1-nvenz1oned1 nuove macchine o miglioramento di metodi di lavoro, corrisponde ~ un aumento delha capacità produttiva degli uomini e a U1?- iabbassamen~o del prezzo di riv-endita dei pro– dotti, e ~he, lungi dal far congedare gli o,perai,- per·– mette dt farne lavorare un numero maggiore. 2° I difettosi sist emi di o rg.ànizzazione comune– ment~ adope_rati, c~e forze.no, per. cos-ì dire, ciascun ?pera10 _a scmpare 11tempo per salvaguardare i suoi mteress1. 3° I metodi empirici, quasi universalmente se– guiti, in grazia dei quali lo sforzo dell'operaio è male utilizzato. Il perditempo sistematico; de;ivante dalla cattive. organizzazione industriale odierna, e la scarsa utiliz-.• zazione delle energie lavorative si debbono e si pos-· sono eliminare mediante lo studio scientifico del,Je condizioni de,] lavoro. La necessìtà di tale studio dice il Taylor, risulta dal fatto che esistono rnolt~ , maniere differenti di fare la stessa cosa, nella stessa · o~-cina; ~d è pe-rciò che si_ha una così grande varietà : d1 utens1h per esegmre 11 medesimo lavo.ro. Tra i lll;Olii metodi e utensili" impiegati in ogni operazione, ' vt. h~ sempre _un m_etoclo e un utensile più rapidò e mtglwre degli altri. Ora, tanto l'uno qua,rrto !'-altro: no!1 p~s~on~· es_sere ~intra~c_iati che in seguito ad un anah s1 sment1fica d1 tutti I metodi ed utensili im– piega.ti, analisi basata su uno studio esatto e- minu– zioso d_ei movimenti, che compie ogni operaio nella )avoraz10ne, e del tempo occorrente. Pei: fare eseguire 11 lavoro conformemente a delle leggi scientifiche i direttori di officina devono studiare molte delle ope– r~zioni lasciate attualmente alla iniziative. dell'operaio. Ciascuna delle operazi oni fatte in officina deve esse– re preceduta· cLa· uno o p.iù studi prepara.to, rÌ'Ì del-I.a. :Oi– rez1one, studi che permetteranno di fa re eseguire al– l'operaio il lavoro affidatogli assai meglio. e più rapi– damente di prima. In ,a:ltri termini, l'operaio deve ri– cever-e volfa per volta consigli e istruzioni preci-se dai suoi capi e non più essere abbandonato ,a.Ha sua semplice iniziativa. Questa cooperazione stretta, intima, personale, tra la direzione e gli operai, è l'essenza della or·ganizza– zìone scientifìca moderna. Attualmente, afT-ermai-1Tayl:or nel I-ibl'o irncui espo– ne i suoi principi, più di 50 mila operai l,avorano negli Stati Uniti sotto questo regime; essi ricevono salari superiori del 30 e persino del 100 per cento a quelli • pagati ad uomini dello stesso valore che lavorano nel– le altre officine, e le aziende che li occupano realiz– zano lauti pro.fitti, superiori a quelli delle imprese si– milari. In tali aziende il rendimento per mano e per macchina è quasi raddoppiato, non solo, ma non si ebbero -a lamenta-re nè sciop,eri, nè sabottaggi, ta,~chè a quello stato di guerra, più o meno palese, che carat- .terizza le re:1.azioniodierne tra imprenditori e operai, è subentoota una cooperazione sincera ed efficace. La difterenza sostanziale fra i principii di organiz– zazione scientifica, e i metodi di organizzazione at– tualmente prevalenti, sta in ciò che, mentre il· mi– glior tipo d1 organizzazione attua lmente a doperato può definirsi un sistema nel quale l'opera.io dà la sua mi– gliore iniziativa e riceve in compenso uno stimorlante (avanzamento di categoria, premio a tempo, ecc.), nel sistema scientifico tale iniziativa non è più individoole, ma è ottenuta con una uniformità assoluta e. a un gra– do almeno eguaLe a quello del metoqo ianti-co. E, a Iato di questo sforzo ottenuto dall'operaio, incombo– no sulla Direzione nuovi do·ve<ri e nuove responsa,bi!ci-tà, finora completamente ignorati; poichè al solo impren– ditore e direttore è affidata la ri,cerca dei metodi di la– voro da adope-rarsi dagli operai in ogni tempo, 1o stu– d-io dli Cilassificarli, confrontarli e d-edu,i"neJ,eregoLe,, I,e leggi e le formule, che devono servire di guida agli operai nel lavo-ro di ogni giorno. iblrotecaGino Bi neo Questi nuovi oòmpiti dell'ufficio direttivo po-ssono raggrupparsi così: a) sviluppare, per ogni elemento di lavoro dell'o– peraio, una, scienza che sostituisca gli antichi metodi; b) specializzare, formare e condurre l'ope-raio, in– vece di lasciargfi sce-gliere- il mestiere, e fare che lo apprenda come meglio può; ~) seguire da vicino ogni operaio per ,assi-curarsi che 11lavoro- è fatto bene ed -eseguito secondo i prin– cipii stabiliti; d) dividere egualmente il còmpito de,] I,avoro:e la respons-ab-i·lità tra la Di-rezione e g1'iop,e,rni, rimarue•rud,o ,a •cari-co-della Dire1.1i-one tutto c:iò che• oltrepas-s.a b1 competenza di questi. • Tale- collabo-razione dell'operaio, che lavora anima– to di tutta .J 1 a• sua iniziativa, co·n la Direzione de11'a– zienda, alla guale sp.etta la maggior pa·rte del còmpi– to, è la rag10ne fondamentale della superiorità del metodo scientifico sui sistemi oggi in uso. Naturalmente i principii del Taylor hanno urtato in Ame_ri-cacontro la tradizione, i pregiu.dizi e le idee dommanti tanto ne!Le ,sfere ,capitalistiche quanto in quelle operaie. In alcuni siti, anzi, si ebbero scioperi a causa della tentata adozione d-el Tai1lorismo nelle officine. Ma ciò nòn prova,· scrive' l'Arena, che il si– stema sia sbagliato, o riprov-evole. Ogni innovazione ha dato e darà sempre luogo a critiçhe e ad attriti. Ma, d,a un lato, è nece-ssario che gli imprenditori si convincano che !'-evoluzione industriale e la concor– renza mondiale• imporranno loro sempre più nuovi còmpiti e nuove responsabilità; dall'altro, gli operai devono abbandonare il vieto pregiudizio che l'au– mento della produzione porti all'aumento della disoc– cupazione. Il sistema Taylor non può, per sua natu-. ra, causare gravi e brusche perturbazioni economiche. +-o'stesso suo inventore è convinto che esso .richiede ass,ai tempo• per una diffusa applicazione. Data la grarlualilà nell'aocrescimento della produzione, la clientela, da una parte, ha tempo di seguire il movi– mento e di aumentare il suo consumo; dall'altra, il rinnovo incessante degli operai nelle offi.cine rende inutile il, loro licenziamento per compensare il loro ,accrescimento di produttività, poi-chè basta tutt'al più diminuire o sospendere le ammissioni, se a un dato momento il consumo rimane in ritardo rispetto. ,alla p,rodu?Jio,ne. 1:noLtr,e, stante g.Ji a,mmortame•nti no,-– mali dei capitali accumulati nelle officine, ammorta– menti c he si vanno facendo sempre più rapidi, si possono· fa.re tutte le trasformazioni necessarie, sen– za alcuna' di-struzione o rovina. A parere di alcuni eminenti tecnici ed economisti . europei, il sistema del Taylor, praticato d.a uomini di tatto, do-tali di sapere e di « saper fare », costituisce una delle soluzioni le più -scientifiche del problema .sociale della mano d'opera nei rapporti fra industriali e lavo-r.:1tori,e merita di essere g-eneralizzato. Però cotesti tecnici ed -economisti non si nascondono le difficoLtà insite in una tale generalizzazione. Occorre ' vincere abitudini inv-eterate di imprenditori ed ope– rai; oc.corre, sopratutto, applicare· il principio del ri– sp,a,rmi.odi· temp·o e deHa celerità delle, op-er.azio 1 ni &e'Il- za pregiudi-car-e la salute e l'integrità fisica del lavo– rator-e. Si• afferma che nelle .officine del Nord-Ameri– ~a-, ove il Taylorismo è stato introdotto, gli operai– non risentono· alcun danno fisiologico p-er soverchio sciupio· di energia; ma l'espe'rienz.a è ancora troppo limitaita, sì rispetto a·] tempo che alle- industrie, pe·r– chè se ne possano trarre affermazioni definitive. In Fooncia, il Jules Amar, nella sua ree.ente op,e·ra sulle « basi scientifiche del lavoro prof.essionale », nel men– tre si dichiara in linea di massima favorevole al si– stema del Taylor, .agg-iunge pure _cheesso deve essere emendato sotto il rapporto delle condizioni fisiologi– che del lavoro. La macchina umana, il motore uma– no, è uno strumento assai deliooto, più delicato dei motori usu~li. Esso, deve- ess-ere, sì, irri.pieg,aitonel · modo più razionale e pro-fi.cuo po-ssibile, ma la no– stra. preoccupazione costante ha da essere quella di impi-egall'liO a.1-lomfanand.otutte ].e cause interne ed esterne di deperimento /ìsiologi-co. Noi dobbiamo ve– gliare alla integrità funziònale dell'operaio-, propor– zionando lo sforzo e la velocità.

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