Critica Sociale - XXIII - n. 14 - 16-31 luglio 1913

ClUtJCA SOCIALE 21ò int.eresse pubblico, come consiglia buoni trattamenti di pensione per mantenere in serv_izio i funzi_o1;1arì vahd'l e capaci e per collocare à riposo quelli ma– bili per deficienza o per età, così deve spingere gli Enti pubblici acl istituire anche questo Fondo di previdenza per mettere gli impiegati in cond<izione di potere attendere con serena coscienza, con fer– vore di attività e di intelletto all'adempimento del proprio do:vere, una volta èhe siano più sicuri del loro avvenire ed al riparo di ogni cattiva sorpresa e di ogni disgrazia. Lo stesso sentimento di ,equità, come mforma e sorregge l'istituto delle pensioni, impedendo che coloro che· hanno data tutta la loro attività alle pubbliche amministrazioni siano lasciali insieme alle_·1oro famiglie nell'indigenza e nella mi– seria, così deve ispirare ed animare anche il Fondo di previdenza, per evilare che le conseguenze dolo– rose di un licenziamento o di una morte precoce ricadano interamente sopra vittime innocenti. Ammettiamo anche noi che la previdenza, piutto– sto che degli Enti pubblici, deve essere una fun– zione ed un· do,vere degli individui, ma si deve· con– sentire che con questo ragionamento si finisce per condannare non soltanto il Fondo di previdenza, ma anche l'istituto della pensione, che, ormai trion– fando sopra tutte· le obiezioni che potevano fonda– tamente elevarsi contro di esso, vige in quasi lutti gli Stati, pur con tutti i suoi difetti e le sue lacune. A riparare in parte a questi e ad integrarne la funzione sociale jntende di provvedere questo Fondo di previdenza da noi suggerito, che rappresenta un · istituto nuovo nel sistema delle pensioni e che dalla csperienz~ attende la sua condanna oppure la sua consacraz10ne. ALESSANDRO GROPPALJ. I PROBLEMI DELLA PICCOLA PROPRIETÀ II. l.Z disagio mm•ale. Non sono anco·ra pubblicati i risultali dell'ultimo censimento. L'on. ·sanarelli, nel suo discorso po.Je– mi,co contro Nitti, ha anche detto quaJ.e, secondo lui, ne sarebbe la ca,gione. Comunque, sta di fatto che oggi, ufficialmente, non abbiamo che i dati riassuntivi per Provincin. Questi tuttavia sono tali da gettare largo sprazzo di luce sul dolorante fenomeno migra– torio. Poichè, mentr-e constatano il continuare dello svuotamento ~ non saprei trovare parola più p-rc– C'isa - dei Coinuni nell'Italia meridionaJ.e e centrale, ci indicano che il fatto si verifica ormai anche I)el– l'Italia settentrionale. È il morbo che si estende. Troviamo -infatti che la provincia di Messina è pri– ma e.on una diminuzione del 5,34 %; seguono Cam– pobas;so ,con 4,80 %, Potenza 3,58 %, Salerno 1,82 %, Chieti 1,57 %, Avellino 1,34 %, Benevento 1,14 %, Ma– cerata 0,90 %, Alessandria 0,53 %- Ebbi giù occasione di rilevare, nel giornale socia– lista genovese Il Lavoro, come questa cifra, la quale per se stessa non impressionerebbe gran fatto, ac– quisti importanza come sintomo, in quanto dinota che il ma.le ha fatto la sua apparizione anche nel Pie– .monte e in una provincia dove J.amedia della ricchez– za e -dei consumi si mantiene fra J.e più alte. Ma,. se scomponiamo il dato, se caliamo -dal gene– rale al ,particolare, vedi3mo coni.e il male -sia già ad uno stadio acuto. Più del 70 % dei Comuni rurali sono diminuiti di popolazione, e quasi lutti al di là del 5 %,. Moltissimi arrivano al 9 e al 10 %; non pochi superano il 14, il 20 %, Qualche es-empio: Nel Circondario di Acqui: Serole (16 %); Rivalta Bormida (13 %); .Molare 0 (12 %); Trisobbio (Il%); Ca– stelnuovo Bel.bo (Il%); Orsara Bormida (10 %). Nel circondrari-0 di Alessandria: Lu Monferrato (41 %); Pavone (24 %); S. Salvatore (20 %); Bassigna– na (18 %); Quattordio (16 %); Villabella e Oviglio (14 %); Montecas-tello e Quargnento (13 %); Rivarone (10 %), Nel Circond:ario di Asti: Albugnano (53 %); . Selli me e Passirano (14 %); Villa S. Secondo (13 %); Solbrilo (Il%); Buttigliera, Castelnuovo, Revigliasco (10 %). Nel Circondario di Casale: Camagna (15 %); Boz– zole (Il%); Calliano e Balzola (10 %), Nel Circondario di Tortona: Alzano (14 %); Fab– brica Curone (Il%). E che questa enorme diminuzione sia dovuta in grandissima p,arte alla emigrazione transoceanica, ce lo dimostrano le statistiche, le quali ci dicono ohe, mentre l'emigrazione permanente piemontese è del 94,11 per di-ecirriila, quello della provincia di Alessan– dria, sale a ben 130, e ci 0 aggiungono che nel 1908 i contadini hanno rappres-entato · il 79,50 % della emi– grazione totaJ.e, e nel 1909 il 76,20 %- . La psicologia del nostro contadino-coltivatore è in parte simiJ.e a quella delle plebi del Meridionale. Da medesime cause, ugu '8.li effetti. 11 piccolo proprietario si è sempre visto, non dico trascurato, ma addirit– tura dimenticato. Gli fu promesso nel modo più so– .Jenne, e in discors-i del trono, e in programmi legisla– tivi di Presidenti del Consglio, la riforma tributaria che lo alleggerisse dai gravi pesi; sono passati •più decennii, e della imposta progressiva manco più si parla. Ha attraversata una crisi gravissima, la crisi vini– cola, quando. il_ prodotto del suo lavoro restava in– venduto e al suo desco si era assisa sovrana la mi– seria; lo Stato fu latitante. Si vede alla meTCè di poche decine di masnadieri della finanza, i quali, coi trusts s.ui generi agricoli, •lo prendono al cappio della loro usura. Giocano in Bor– -sa il prezzo del solfato e dei concimi, mentre il Par– lamento non si occupa di lui che con qualche volo platonico. Per-ciò è diventato scettico. Non ha più fiducia -nella provvidenza dello Stato; non ha ancora imparato ad avere fiducia nella organizzazione di classe. Il problema del vivere, il problema della miseria, lo risolve salpando per l'America, questa ·nuova e ter– ribile fata Morgana. Le Pampas argentine, !è immense foreste vergini del Brasile, esercitano su lui una irresistibile ..seduzione. A decine di migliaia i nostri contadini vanno a condurre una vita di stenti; molti ne muoiono, molti ritornano col gruzzolo. Ma i -mi– lioni da essi accumulati hanno servito poi al milita– rismo, e -al nazionalismo moccioso, come viatico per la nuova impresa. 11cerchio doloroso si riapre. La guerra ha prodotto miseria, il conta-dino riprende la via dell'esilio, e col suo lavoro e coi suoi ·risparmi colmerà il vuoto pro– dotto da,lla pazzia coloniale. Fino a quando?! ... " ** Di fronte a -questo, riscontriamo un altro fenomeno altrettanto indiscutibile: l'attaccamento del contadino

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