Critica Sociale - XXIII - n. 14 - 16-31 luglio 1913

'. CRITICA SOCIALE 211 hpnii, neg,ozi>a-toa V,i,enn,ain f.avÒre deJ.1:aCasa metal– lul.'g,ica Po,),d,ehiitte) e, in sussidio se oooorre, gli a'Van– zi della tassa sul ,s,a),ee ,altri reddWi· liqui<li. E l'Economist -commenta seg,nalando il per-i-colosem– pre Ol'escente di coteste combinazicmi fra Governi, Brunche, ,e case ,costruttrici... 11appr-eoontate da Go– v-erni, pe,r imduil're - -si può imaginar 1 e oon che mezzi - potenze deboli, e Ministeri non sempre disinter-es·– sati nè im,co,rruttibi,Ji, a .proodere ·denaro a prestito ,p,e·r.arm,ws.i e :provooare oon,fli.tti. Ri,oorda J.e clreacl– noughts · brasiliane,, ,che -J,a,sc-i•a-rono· Rio appena 3,rri– va,te dall'Inghilt_e,rr.a, e, al,tri casi consimili. « In u,n ,sen,so - prosegue - la guerra de-i Bakani non fu che una gara fra K:ruipp e il Cr-eu,sot, e foa i gruppi di ba,oohie-ri rispettivi». Le Pi-sorse finarnzi,a,rie del mondo oggi si. inoanaila,no per co•teste vi,e. Il maincato prestito cine-se -in Ge·rmain,ia,si deve a,! grand,e sal~sso pratiicafo per le f.orti.fi ,oozioni e 1e armi s,ui cootri– ou,enti tedeschi, come ki r,ecente liq' llidazio.ne di Bor.sa ,a Parigi si connette a-i gr-oss-i prestiti f\atti dai ban-· ·ohiteri francesi per fi-mmz-i:ar:e l,e guerre ba,lcani,che e h guerm -oi'Vilenel l\foss-ico. Aggiungete le e,n,ormi spese p~ovo,oate -daH.anuova legge mi.li- tare, e meravi– gliatevi ,poi se le R•endi-te francesi sono sces,e da 93 a 85 1 / 2 ! Mera•vigliatevi se, in tutto i-1mondo, J.a scà,r– s-ez~a de-I capita1e di,sponibile paralizza anéhe le im– prese p-iù legittime e più produttive! Occo•r-re·ràdunque - si dcmmnda l'Economist - che il di-sasitr.o,si aggi,u,n•g,aal di-sasho, perchè i magnati ,d,~l'Ia-rioc,hezz,a si raduni-no nella City a oerearvi un rimedio, senza la presenza del,J,a Lega Navale, del-la Lega per la oo-scrizione, dei prom-otor-i d•elfa,niaviga– zi-one a-erea, e di altr,ettali org,anizzazioni che v.ivono taglieggiarndo capirtiale e lavoro col paini-co ohe provo– OO'Il,o -ne·Henazioni, coUe gelo·si-e i;n,terna-zi,ona.liche si studi,ano di suscitare? E ,che non sia p:r,oprio p,o,ssi– oi•l•e, una p,arte ,a,lmeno di quei miliioni dHap-idati. e consac11aiti aiHa morte, diev-olv-e·rla Ha distruzione dei tugùrii, · a,1la, ,preve,nzÌ'one d-ei delitti, a-Uaoura dei fon- . oiuU-i e degli infermi·, al mig,l,i-oOOIIl•ento deUe città e dei bol'ghi, ,al'loe opere della_ pa,ce e deHà v{ta? La deso.Jazione de!J',aulorevole orgruno finainzi.ari-o della City ci commuo,ve fino al più profondo del!,e :viscere. Ma oome potl'emrrio cons-o,l,a ,r.lo? ... Pur tropp,o l 'isti-n.to i,r-reduoibi],e,del ca.pita.le privato _loporl!a a ,coll,oooirsid-o,vepuò figliare d,i.più - ed è forse sua co,J.pase ,le,i-nd.ustrie degl'i a,rmamenti, qua,n– do c'è 1a guerra (e, oo ,n,on c'è, la p-rov,ooano), sono .quene che rendon,o di più, e &è- i prestili a brev-e sca– denz,ai per l,e -necessità de.U.agueJ'ra- dànno l'i,n,tere•sse più ailto? M,or-aJ.izzi,a,mo dunque il oapital,e! Pro,curia– mo •che, scambio d-i rincorrere il p·rofitto, ess.o lo de– te-sti e lo respi-n,g-a. Rifacoiamo, più i-n grande, la no– bile p,ro-testa dei pacHìsti borghesi oonitro la gue!'ra, d·e.Jle Leghe di comp,ratori contro Lo sweating, degi'i apostoli del « ,partecipazionism-o >> operaio al profitto -contro -la servitù dcl -salairio. Ag-giunigi,a,moun- imma,ne buco di più alla g-enerooa se,ri,e dei buc·hi ne.Jl''èloqua! Ahimè! i!l capitale non si p1-0-rali,zz,a, se -nion col pas– sarlo drul privato, ,c,he ha i-nte1,esse a sevv.i.rsene ,contro la società, ,a,Ua società -che vic ,ever.sa non potrebbe ado– perarlo se non ,a,proprio vantaggio. O,s,siatogliendogli il carattere speci·fi,co di capitale. Finchè ,ciò 'Ilon avvenga, le borghesie dei vari Stati continuera,n,no ad ofTri·rci il medesimo spetta-colo edi– ficante, pi,e_nodi logica e di -serietà: speculeNumo sui maoelli, li provocheranno ... e n.:: fromcr:mno d'or,rorc e ~'indignazione! • Sticui. Giovanni Montemartini esposto e commemorato da lui medesimo Non sono che una diecina di pagine, suddivise - com'era suo costume ~ in frequenti paragrafi, quelle che appaiono nella Nuova An(ologia dei 16 luglio. Ma in esse, riassumendo·« un decennio di vita nei corpi consultivi della legislazione sociale: 1903-19 i 2 ,,, da quando egli propose ed attuò nell'Umanitaria il primo Ufficio del Lavoro, dov'ebbe poi successore lo Schiavi, fino agli ultimi atti del Oonsiglio del Lavoro governa– tivo; si può dire che ilnostro·povero amico, cosi schivo di parlare di sè e dell'opera sua, abbia in qualche modo sbozzata, prima di morire, .... la propria comme– morazione! Vero che, anche discorrendo di queBta, che · fu non la sola, ma la maggiore delle sue attività, tutto egli riferlsde all'Ufficio, al Consiglio, ecc., nulla a sè per– sonalmente, ·nè gli accade mai di pavoneggiarsi. Ma chi sa " il cuor ch'egli_ebbe,,, e come lo prodigò, vede, anche in quei sobrii cenni volntamente obiettivi, '1a sua forte figura balzare di fra le righe e riempire, suo malgrado, tutte le pagine. · E chi vede? il funzionario? il professore? ... ·Vede sopratutto il socialista - il· socialista, non vi spiaccia, rivoluzionario - il socialista completo. Non è nelle etichette, ·non è nelle frasi, non è nep– pure nei ben contesti programmi - con le quali e coi quali gli uomini e i partiti ostentano sovente 6iò ·che meno sentono e sono - è bensì nel lavoro concreto attorno a problemi concreti, è nell'arduo certame col reale, che si rivela e si saggia il vero essere loro. In · un laboratorio sociale e in un fervido arringo Ili con– trasti immediati di classe, quali sono l'Ufficio e il°Con– siglio del Lavoro,· un socialista, che sia o si creda ri– voluzionari«;>,trova subito l'esatta misura di sè. Se il suo rivoluzionarismo, com'è il caso più frequente, è una lustra, una velleità accademica o una vanità tri– bunizia, egli cede ben presto le armi di fronte alle re– sistenze tenaci e complesse delle cose e degli uomini; tutt'al più, se già era, rimarrà un comodo studioso, rinunciai;ido all'azione e affettando di averla in di- · spregio. Solamente s'ei davvero possiede un'anima e un pensiero .rivoluzionari e ne è posseduto - se pos– siede, in altri termini, la passione e la capacità degli sforzi vigorosi e sapienti e pazienti, necessari a pie– gare e vincere i fatti, a infondere nei. vecchi istituti un fermento di vera e profonda rinnovaziòne - solo a questo patto egli resiste e persiste; e mutano, sia pure a grado a grado, le _cose ch'egli elabora, ed egli non muta. Ebbene, voi pensate forse che, nel dar conto del de– cennio, il professore Giovanni Montemartini si preoc• cupi essenzialmente del numero e dell'importanza degli studi, condotti e vigilati da lui? Niente affatto. Egli cerca, egli insegue anzitutto, nel fatto dell'Ufficio e del Consiglio del Làvoro; ciò che esso può dare di vera– mente rivoluzionario, e cioè " l'entrata dei lavoratori nella vita pubblica ....; la lotta, che non è più prodotto di piccoli gruppi o di categorie isolate, ma è lotta col– lettiva, è sforzo per penetrare nello Stato, .... per strap– p•re l'Amministrazione al monopolio delle classi diri– genti .... •· Nel valutare l'entità di questo sforzo la sua penna s'intinge in quel sereno ottimismo, che fn una delle massime forze del rimpianto amico.

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