Critica Sociale - Anno XXIII - n.13 - 1-15 luglio 1913

CHITICA SOCIALE 195 <Jalcoli del Flo;ra, riferiti· anche· .dal,'J'reves nella, C1•itica (pag. 129) - in una im,p0sta larvata, ma non perciò meno effettiva e pesante, di centinaia di milioni all'anno !! Volete crederlo? Con questi ,spedienti l'attività patrimoniale dello Stato, lunge· da. scemare, au• menta. Al 30 giugao 1912 erano 8 milia,rdi di attivo -0ontro 18 di· passivo, in i eifra ..tonda; il passivo, nel corso di. un a,nno, era salito, di 664 miliioni per aumento di pensioni e deb'iti (buoni del Te 0 soro, ecc.), l'attivo cl.i milioni. 550; "·aumento de, rivante principalmente da nuovi c reciriti ve rso la amministrazione delle ferrovie per antìc.ip~ zioni fatte, dall'aumento dei materiali militari e dal, i'aver·e inscritto fra i crediti di tesore'h'a le somme spese pei· la Guerra e cta imputai•si ai bilanci f1-ttit1•i " (sic - pag. l 95). Il che dimostra, che meµtre,· secondo il proverbio, chi paga ,i debiti diventa ricco, lo Stato italiano arricchisce in ra– gione dei debiti che accende! . . * ** Si ·1lomanda.: un tapino di mercatante, che, met– tendo in giro delle cambiali - in sostanza, è ciò• che fa il Governo, co' suoi titoli di rendita, bi– glietti di Stato, buoni del Tesoro, ecc. -. compi– lasse e presentasse dei bilanci così sapientemente -0ongegnati, per creare l'illusione che i suoi 'de– biti sono attività, che il suo .disavanzo è un avanzo, qual nome avrebbe in commercio? Si chia– merebbero, o no, cotesti bilanci, col loro bravo nome di " bilanci falsi n? In caso di i-nsolvibilità -e di fallimento, cadrebbe, o no, lo sciagurato sotto il colpo degli art. 856-861 del Codice vigente di ·Commercio? Eppure è ben questo il metodo, che si viene da ormai due anni - dal principio della " gloriosa" impresa tripolina - allargando, consolidando e perfezionando dal Governo italiano1 con temerità sempre maggiore, in ragione della pubblica acquie: scenza, che gli consente, (fino a qnando?) un'ap– parenza di successo. Le nostre rilevazioni si. in• <lugiano sopra l'esercizio 1911-1912, perchè di esso possediamo, coi, cons1mtivi,,dati ufficiali completi1 Ma chi non sa che sempre di poi - anche in questi ultimi giorni ;_ periodicamente si annun• .ciano i prodigi degli avanzi in crescita, della prosperità dell' Erario in ascensione continua (e basterebbe il senso comune a intuire la menzogna inevitabile, data la incessante emorragia della fi– stola libica) quanto più le falle si allargano· nella finanza dello Stato e il disastro si matura nella economia del paese? Vero che uno Stato, secondo la convenzionale J)ragmatica del diritto positi:vo, non potrebbe ca– dere in "fallimento ,, vero e proprio; nè, ad ogni modo, l'Italia è finora in. procinto di sospendere i paga,menti, come avvenne, ad esempio, più d'una -volta alla Turchia. Ivla il "falso n non costituisce -ç.n reato per se stesso, sopratutto se commesso in atti pubblici; da pubblici ufficiali? e in esso non si substanzia, .in ogni caso, un coefficiente squisito di truffa o d'altra frode, quante ,volte sia .preordinato scientemente a trarre altrui in in• ganno, a re9are un nocumento patrimoniale a qualcuno? Non forse si perseguita perfino, dal Codice penale, se appena ne trapeli il fine di lucro o un qualsiasi .danno potenziale, il millan• tato credito, la " vendita di fumo n, che sovente -è, più che altro, un peccato di fatua vanità? Lo Stato, " formalmente ,, , non può fallire, perchè esso non è reputato, anche se c ompra e ~e vende, fare atto di commercio; perchè esso.ri – mane in ogni caso un " ente morale n , anzi ,· l'" ente morale n per antonomasia, a dispetto d'ogni sua birbonata. Ma ·non s' iinbroglià il prossimo soltanto colla bancarotta. Se l'ostentare attività inesistenti 1 se il dissimulare debiti o passività, se l'abbandonarsi a spese ésorbitanti o procacciar fondi _con opera:iiioni mapifestamente imprudenti od aleatorie, tutte ipotesi prevista nei citati ar• ticoli del Codice di Commercio; se coteste ma– novre - abbiano o no per effetto di scemare lega– ranzie dei creditori - sono dirette allo scopo, e · lo conse~ono, di creare nel mercato una fiducia artificiale verso. i J:>ro,prii titoli, di poterli n.ego• ziare, in sqstanza, a un prezzo che superi il loro reale e legittimo valore (anche per questo v~è un paragrafo, il 293, nel Codice penale Zan:ardelli); forsechè non si esercita con tali mezzi una vera e propria rapina? E non forse è cotesto il pro– posito confessato - stfa,mo per dire millantato, sotto colore di illuminato patriottismo - di co– testi sapienti artifici dei nostri finanzieri? ' Che 9osa sono i famigerati " crediti straordi– narii di tesoreria n, coi quali non solo si dissi– mulano le p:;1,ssività, ma le si convertono in in– crementi patrimoniali? Lo chiariva l'on. Wollem– borg, con una lucida imagine, nel discorso più volte ricorqato. Scaricare .-- diceva - una spesa effettiva dal bi– lancio, segnandola fra le attività del Tesoro, è un pro– cedimento simile a quello di chi, acquistando per cento lire un palco al teatro; per averle passate, avanti di pagarle, dalla sua tasca di destra alla sua tasca di si– nistra; si ritene'sse nella medesima condizione di prima, col vantare un cr.edito acceso dalla sua tasca di destra ,verso la sua tasca di sinistra. Ottima la destinazione di quelle cento lire, se lo spettacolo le merita; grotte– scamen te illusoria la conseguenza contabile e fiuan– .ziar.ia. Quanto al trucco delle cosidette." anticipazioni n ·del Tesoro ai Ministeri dellà Guerra, della Marina ·e dei Lavori pubblici per pagamenti sup·eriori alle somme bilanciate, registrati come crediti del Te– soro verso gli esercizii.. avvenire, lo stesso oratore soggiung;eva·: Si .tratta di spese 1-ipartile, di cui si modifica la di– st ribuzion e nel tempo. Ma cadono sulfesercizio in cui si fap.no e si pagano. Gli esercizi ancor non nati, ap, p unto p erchè tali, oggidi non sono; tanto meli.o pos– sono costituire terze persone, in confronto delle quali sia dato vantare un credito qualsiasi. Manca qui, del debitore, e la personalità giuridica e la consistenza economica. Sarebbe altrimenti troppo facije ridurre in pareggio, e magari in avanzo, qualunque più disasti;oso bilancio; e conservare nel tempo stesso in pareggio, e magari in avanzo, il conto del Tesoro: basterebbe seri- . vere nei conti correnti il pagamento della spesa di cui ,s'intende sgravare il bilancio, Ja somma corrispon,dente figurandp fra le attività del Tesoro! In sostanza, che a~tro f~nno la ' più parte dei bancarottieri fraudolenti, che· la stolta ferocia del Codice condanna fino al massimo della reclusione, oltre, ben s'intende, le· pene accessorje della in– terdizione dalla professione di Ministro..... - -vo– levamo dire, di commerciante - e del divieto di entrare nella Camera.... o nella Borsa di Com– mercio? Mica si propongono essi - con deliberata malvagità -- di non pagare. prc:>prio mai i loro credi_tori, di dissimulare in pe1·petuo il loro pas– sivo! I più sarebbero anzi contenti come pasque se, un giorno, disponendo di quattrini a palate, potessero compilare il più onesto e fededegno dei bilanci e saldare tutti quanti da gran signori, ri– cuperando il credito e con esso la possibilità di rinnovare e moltiplicare le imbroglia.ture. Si c9ntentano, per lo più, di non registrare le passività, che Li imbarazzano, nel bilancio gene– rale dell'annata in corso; le annotano, per esempio,

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