Critica Sociale - Anno XXIII - n.13 - 1-15 luglio 1913

194 cnITICA SOCIALE m,3t.alliche corrispondenti ai biglielti di Stato, e la climinuzi,one clell,a dotazione ne·l conto -corrente con i1a Banca d'Italia. . Rammentiamo ancora - tr,a le forme /ftwisate di· contrazione di piécoli debiti - la sostituzione della concessione a privati dell,a esecuzione cli lavori pub– blici (ferrov ie, bonifiche) - che, fino a poco fa, si eseg ,uiva.no dallo Stal,o, in uno o in pochi esercizii, di1-e t!Jamen te,con stanziamenti orclinarii (generalmente ,elTettivi) cli bilancio - mediante una larga serie di annualit:ì., -che il -concessionari-o, conv-erle poi per pro– prio conto one,rosamente in capitai-e anti-cipato; il fra– zionamento di stanzi•amenti per servizi pu·bblici. (co– struzioni telefoniche) in una serie di annualità, con anticipazione dei fondi ,efietl.ivi da parte della Cassa depositi e prestiti. Alcune innovazioni contabili spostano i gravami at– traverso gli es,ncizii finanziarii e ne rendono meno nitido ed esatto il risultato, o almeno rendono non comparabili con i consuntivi di alcuni anni fa i con– suntivi e i bibnci degli ultimi -eser,cizii e d,3gli eser– cizii prossimi. A questa categoria di provvedimenti appartiene -l'uso, ora invalso, specialmente per opere militari, cli erogare. immediatamente o anticipatamente fondi anche rilevantissimi, graduandone poi lo stan– ziamento in tutta ·una seri-e di bilanci futuri, così che quelle opere incominc,~ranno, o almeno continueran~ no a gravar-e sul bilancio, quando già 1-es-pese saranno stat,e totalmente o in grain parte eseguite e forse già si presenler-à la nece•ssità di nuove spese affini. Attra– verso, i « conti cor.r,enti », che così ,si -sono aperti fra il Tesoro •e i 1\1 inisteri, a-vvengono proroghe apparenti negli stanziamenti, le quali fanno sì che la contabilità del bila111cionon corrisponda nel tempo alla totalità' della gestione, e fanno sì che il «pareggio» e l'« avanzo » cli questi ultimi e dei .prossimi bilanci non sia comparabile con quello registrato. nei c,onsun- 1 iYi per i primi anni del sec-olo XX, e CORRISPONDA, INVECE, IN REALT.~, A UN DISAVANZO. Ond' è che il prof. Bachi è costretto· a conclu– dere con questi non lieti presagi, che non sem– .brano 1·i1na1·e troppo col famoso " nè imposte, nè debiti! " del verbo ministeriale: Malgrado la f.ondamentale robustezza nella compa– gine del bilancio e la costanza degli incrementi nelle entrdle - dovuti in buona parte, in qµesti ultimi ainni, a v,arii. inasprimenti di tributi e a un g-eneraLe mag– gio•r•e rigore .nella tassazione -, di fronte ai nuovi gNtvi oneri che si delin,3-ano per un avv-enire pl'O'S– .simo, e cli fronte alla possibilità o probabilità che av1·enga un rallentamento nel gettito delle entrate, quando l,a lunga -0risi economica e,he il paese sta at– t.raversando - cri·si che· sarà accentuala da quella in- 1-ern.azionale, che segni non dubbii fanno prev-ed-ere non lontana - abbia avuto piena ripercussione ianche sufla tardiva fase tributari-a, con l,a climinuz"ione nella materia- tassabile per la contrazione avvenuta nei pro– fitti, divicle:ndi, nuove ,emissioni, nuove ,costituzioni cli Società, ecc.; si prospel/el'à grave e immediatr1 la 1M– cessità di ripl'islinare le c/isponibilità con più decisi e sistematici ricorsi al creclilo e cli rafforzare il bilan– cio con più decisivi inasp•rimenti tributar_ii. * ** Che se poi il lettore volesse farsi un'idea più concreta, mercè qualche esempio froebeliano, delle " innovazioni' contabili che rendono meno nitidi ed. esatti i bilanci e i consuntivi ,, , ci è facile ser– virlo spigolando dallo stesso volume al capitolo X della parte 1 a. In esso il prof. Cesare (non Ricc~rdo) Bachi esamina il consuntivo, sempre del· 1911-12, che dà una differenza attiva di 40 milioni e mezzo sulle entrate e spese effettive, di 406 mila lire sulle costruzioni di ferrovie, di 54 milioni e mezzo . sulla categoria Movimento di capitali, e così un avanzo attivo totale di oltre milioni 95; e lo com- menta così: · Per giudicare dei reali effetti economici derivanti dalla gestione del bilancio devesi però ·prescindere dalle categorie dei movimenti di capitali (accensione ed estinzione di crediti e debiti) per considerare soltanto le entrate e spese effettive. Nel'l'Esposizione finanziaria si valuta l'avanzo a 102 milioni e mezzo, per la consi– derazione che, fra le spese effettive, sono compresi 24 milioni pe1· il Ministero della Guerra, 30 milioni per la Marina e 8 milioni per l'Acquedotto pngliese, da stanziarsi negli esercizii successivi e anticipati nel bi– lancio l!Jll-12. Si osserva che si tratta di pure e sem– plici anticipazioni di Cassa e che alla Cassa saranno restituite negli esercizii successivi·; ma può obiettarsi che la necessità di anticipare l'esecuzione di queste spese per ragioni di difesa mostra che si sarebbe do– vuto modificare la primitiva ripartizione delle spese stesse, aumentando lo stanziamento per l'esercizio 1911- 1912, e che· l'ipotecare a favore di una spesa attuale i fondi di bilanci futuri, viene ad alt·erare la sinceriti,. dei bilanci. E del resto non va dimenticato che il bi– lancio del 1911-12 è stato dal canto suo discaricato per somme pure ingenti di spes.e straordinarie militari, ese– guite invece nel 1910-11. Per queste considerazioni l'avanzo non potrebbe va– lutarsi in somma superiore a 40 milioni e mezzo. De– vesi anzi osservare che, secondo una teoria molto se– guita, <;lato il modestissimo reddito che lo Stato ricava dall'esercizio delle ferrovie, la costruzione di queste non può considerarsi come un investimento di capitali, . così da giustificare la inscrizione in bilancio in se]Ja– rata categoria, ma deve essere compresa fra le spese effettive al pari di quelle incontraite dallo Statò per l'estensione degli altri servizii pubblici. La somma inscritta in entrata (L. 4'.7.306.00U) deriva in minima parte da contributi di enti pubblici interessati nelle nuove costruzioni; la quasi totalità è ricavata con ac– censione di debiti e dovrebbe quindi più propriamente inscriversi fra le entrate' per movimènti di capitali. Con queste 1·ettifi.che si av1·ebbe, di fronte a un'en– tmta di L. 2.386.77.5.000, una spesa di L. 2.392.657.000, CON UN DISA V ANW DI ClltcA 6 MILIONI, . Qui dunque la bugia non sarebbe che di circa 100 milioni - ma perchè da questo calcolo sono escluse le spese .dt guerra non figuranti in bilancio; aggiungendo le quali - non ci è possibile il con– trollo preciso, stante i differenti termini di cal– colazione - crediamo ci si avvicinerebbe ali~ risultanze déll'on. Wollemborg. Nota intatti il prof. Cesare Bachi come a tali spese, per le quali a tutto novembre 1912 erano stati posti a dispo– sizione dei Ministeri della Guerra. e della Marina 647 milioni (ed è noto come poi in realtà si sia sorpassato il miliardo), si è fatto fronte, per _circa 158 milioni, cogli avanzi degli esercizi 1910-11 e 1911-12 e, per la rimanenza, coi famosi crediti straordinari di tesoreria, che alla fine del 1912 ammontavand a un miliardo e oltre 276 milioni - circa 800 milioni· più che al 30 giugno - co– stituendo, insieme a un fondo di cassa di 211 mi– lioni (312 milioni di meno che al 30 giugno), un attivo apparente di quasi un miliardo e mezzo contro 811 milioni di passivo (buoni del Tesor.o, ecc.): eccedenza attiva, milioni 676 e mezzo -all'incirca. E furono·appunto questo insolito aumento dei cre– diti di tesoreria e cotesta diminuzione del fondo. cassa, dovuti alle ingenti anticipazioni per le ferrovie e per la guerra, che consigliarono all'em– pirismo economico dei nostri uomini di Governo . - per ·restituire alla Cassa le disponibilità neces– sarie - la famosa smobilizzazione dei 125 milioni della riserva aurea a garanzia ·dei biglietti di Stato (ridotta così a soli 100 milioni e cioè dal 46 al solo 20 °lo della rispettiva massa cartacea in cir– colazione) passati dalla Cassa Depositi e Prestiti alla Banca d'Italia, per ottenerne in ricambio ugual somma in nuov-i biglietti, inopportunamente ag- , giunti alla circolazione, con la conseguente !:!va– lutazione della nostra carta moneta; altra, e forse la, maggiore, fra le cause di quel persistente ina– sprimento del cambio, che si risolve - giusta i

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