Critica Sociale - Anno XXII - n. 23 - 1 dicembre 1912

,CRITICA SOCIALE * ** niassumendo: se si toglie la eccedenza, per quanto ·ancor debole, dei nati sui morti, per cui oggi, 'dal 1890, la natività supera ia mortalità, gli -indici for-, niti dttl Censimento sulla eitlà cli Venezia non sono davvero troppo confortanti: minima percentuale di; aumento cli tutte le maggiori città d'Italia; de,nsità; fondiaria altissima: numerose ·:mcora le abitazioni· sovr.affollale; quoziente cli natività più basso· di quello: cli mortalità nelle panocchie dove vivono le <Classipiù agiate; relat.ivamenl-e :copiose quelle classi 9 gruppi: di età sui quali 1:ies:1il maggior cùef'fici,ente di mor- · t.alità; preponderante la popolazione .femminile; .altis– simo il rapporto fra la popolazione dei celibi, delle' nubili, dei vedovi, delle vedove ,e ia popolazione co-~– iugnta; scarsa e p,oco importante la grande industria, limitata, può dirsi, alle industrie di Stato; alla an– cora la proporzione degli analfabeti i,n confronto alle maggiori cillà del Centro, e del Settentrione d'Italia. <e Cert.o - si può concludere col proemio della .Re– lazion,e - la costituzione stessa della nostra città non · consente larghe Cl'escile di abitanti; forse il· com– mer-cio venezii)no att.raversa un momento di stctSi, esacerbata d·alle condizioni disastrose de,lla annnta. Però u1·g•e a Venezia la necessità di espandersi, di all,11'garsi per respirare meglio, e s'impone il pro– bJ.ema delle abitazioni. Perchè a Venezia,· se è teriuc l'aumento della pòpolazione p,er -eccedenw delle ·na– scile sulle morti, grandeggia ogni giorno di più il mo·vintcnto migratorio da-Ile borg:1!.e e città vicine, fìno a raggiungere 1 oggi il 36,20 per cento della po– polazione totale ». È ancora, a Venezia, come a Firenze, il problema dell'abitazione, d-el decongestionamento della città, che esige le più urgenti sollecitazioni e ·attende ·le più energiche soluzioni, come quello dal quale di– pendD la soluzione cli tanti altri problemi demogra– fìc.i •C sociali. ALESSANDRO ScH 1w1. LE IDERDI UN GIAPPONESE Non so quale benevola mano cenobitica mi .abbia indirizzato, giorni o-r sono, un estratto del <e Cceno– bi11111 », dal titolo presuntuoso « La moderna civiltà del/'Rw·opa » e dal sotto-titolo sonecitatore di curio- . sit:\: « lmpressio11i d'un .!J~iatico ». Per dir tutto, ag– giungerò che I.a copertina porta,va .anche il nome clel– l'aulore: un di quei so,nori e dolci nomi, cui ci ha or.amai abituati la rinascita nipponica dopo la guerra russa: Masaliw· A nesaki. L'interesse di tali scritti parreboe consistere in que– sto: di vedere riflessa la nostra immagine - inten-clo di noi moderni Europei abbastanza civili - nel,Jo specchio rive-latore delle anime lo·nta,ne·e della osser- . v,nzio.nesi.raniera: In ·posterità dei -contemporanei, co– me si s·uo·ldire con un ox·1w10l'o11 caro ai rètori ,ed ai g-iornali,sti. Ma ben presto qui, in questo opus-co.Jo, ci arcorgi:11110 di trovarci di frlJnte ad un giapponese profondamente europeizznt.o: in stifelius, bombetta e. - se volete - -con·-la caramella i,nfìs-sa neHa sottile spa-ccalura dell'occhietto. Da giovanetto gli batteva il cuore nel leggere i libri dello S['i-encer; cita il Paris dello Zola, parla ,di « s·ciovinismo » e del beato An- g,elico. ' ' Perciò l'ihLeressc ·della J.etturu si sposta d'un piano, · nel quadro: almeno per me, nel leggere J.e trenta pa– gine del-,conc·ettoso a.rticolo, la cosa più attraente ,e,1•a _dj scorgere, sotto la vernice europea, J.e venature del cepp<:>orien~ale_: ossia, fuor di metafora·, int.endere qual è il sentimento non modifìcato, e per ciò d fori- 4,arn~ntale, ,d'_una inlellige11te persona di quel popolo, il quale (•wmunque •se ne giudichino gli .atti ,e le at_li– .ludini) è oramai entrato nella e< cattolicità>, del morÌclo ci'vi·le. Curiosità disinteressata, dunque, é~me di rado è la c-uriosità; curiosità·.fors'anche, inconcludente, come di .'frequ~qte 'è anco1·a la curiosità. Tuttavia non è senza 'iriter,esse e· senza ,conclusione il constatare come uno studioso dello Sp,encer, un lettor-e dello Zola, uh osa serva.tor-e della sociologia america,n.a, non meno che 'defla eu'ro·pea,, ·si 'tTovi naturalmente portato alla si-~– [}atia, alla cooperazione, all'amicizia •con i nostri do– mestici .« modemisti ll, perchè conserva (questi forse oòrreggerebbero: « ben•chè conservi ll) in sè una -co– .scienza, 1.1nnmentalità, u·n'anima, che n.on dubito sia « modern'issima » in Giappone, ma a me - e !,o dico · ·con qualche peritanza dinanzi ai vincitori <li Mukden ......,pa~e assai 'più. af'fìne alla civilt'à medievale d'tu– ropa, ,che non ali.a .odierna .. Il che, se fosse vero, d.i– .minixi.r,ebb~-alquanto ai cc mode,:rnisti » il diritto di chiama-rsi così. Questa rnedici•alità. d•el signor Anesaki, sopravvi– ve,nte alla cultura· della nostra -età· positivista e natu– ralista, sj rive,la non solo nella. evidente simpatia per i criterii infol'manti la -coscienza <le! Medio-Evo, ma nella posiz1one ch'egli prende nel riassumere e sinte– tizzare la civÙtà nostra. Egli constata infatti - e in un critico la constaLazion:e importa disapprovazione - che « il pensiero dell'uomo è sempre diretto verrn il mutament9 e il moto, piuttosto c)1e verso la perma– nenza e la sostanza ». Que.?to è vero se correggiamo: e< nel-l'uomo, mocler– ,no»; ma così rileviamo a~che il pregio, il merito, il valore de.I pe,nsiero fìlosofico, che •ç,hi.amiamo cc mo– derno))' in ·CO·ntrapposto al 'medieval,e·. M'insegnavano infatti a scuola, che il caTattere- differenziale delle due mentalità, -era ,appunto questo: ché alla speculazione medievale d,ell,a forma, e della sostanza, -del quale e del quid; si sostitul la concezione del fenomeno e del l'energia: si studiò cioè il mondo nel suo· <e divenire>,, come fu detto tanto più tardi. Ma,· per il pensatore giapponese, questo mm è un ritorno a tempi trapassati, bensì alla sua anima na– zionale: ·l'immobilità politica e storica, della ,civiità ori·entale, turhafa solo di recente eia complesse ,cause, dov-eva pur procedere da una concezione analoga della vita e fondamentalmente dalla quiete speculativa ,ed ,estati,ca della sua .fìlosofia relig_iosa. Una interpreta– zione statica dell"universo appare, in tali condizioni, ,assai più ovvi.a che non la interpretazione dinamica, ,che è la moderna: lo strano è che, cliscen,dendo coi~ rigida ,coerenza tdle, più_ attuali condusi,oni, i-1giappo– ·nese budcli>st.asi trovi·•accarilo ai nostri cattolici « mo- . ' dern.i·sti >>. Infatti l'idea cenlraJ.e cl-ella sua ,critica sulla nostra civiltà riposa sul ,contrasto fra collettivismo• (in senso sociale) e individualismo, col. trionfo del quale rpolti dicono iniziarsi la -civiltà mode'rna. È ,noto che il Burckhardt clefìnì il Rinascimento' a,ppu,nto come il ,pr-eval,ere dell'individualità umana sulla catto.Jicità re– ligiosa, po.Jitica, sociale, del Medio•Evo; donde ven~e l'aff,e•rmarsi d,_eidiritti individuali d:elJa ragione nella -criti•c.a, della re.de neUa Riforma, dei di,ritti umani \ ·,-..

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