Critica Sociale - Anno XXI - n. 22 - 16 novembre 1911
CRITICA SOCIALE 343 Le molteplici cause della grande superiorità di Trieste su Venezia. — Lo splendido avvenire di Trieste. Si può dire — scrive egli — che il commercio marit- timo austriaco ha inizio dall'annessione di Venezia e dei suoi possedimenti adriatici, avvenuta colla pace di Campoformio e confermata colla pace di Luneville. Napoleone fu dunque il vero fondatore del commercio marittimo austriaco. Vero che, accortosi dei vantaggi che l'Austria ne traeva, rifilse, col trattato di Presburg e colla pace di Vienna del 1809, le concessioni già date. Ma ormai l'Austria era in cammino; nel 1815 colse la palla al balzo per riaver l'Adriatico. Il centro di questo commercio marittimo fu Trieste, che presto emulò ogni altro porto austriaco. Ora, essa vince tutti gli altri porti riuniti,' Venezia compresa. Non furono i favori del Governo austriaco, nè gli sforzi pertinaci del Lloyd austriaco. Al principio del secolo XVIII, Trieste era una piccola rada rocciosa, abitata da pochi pescatori; nel 1814, quando le forze francesi sgombrarono l'Italia, Trieste si era fatta porto commerciale, con 23.000 .abitanti, e il suo com- mercio superava tre volte quello di Venezia. Nel 1835, un anno Prima che il Lloyd austriaco nascesse, conta- va già 50•mila abitanti, e poco dopo, occupava il se- condo posto, dopo l'Inghilterra, nel commercio colla Turchia, il primo nel commercio coll'Egitto. Perchè Trieste, e non Venezia? Venezia era la città delle memorie; Trieste aveva, al pari degli Stati Uniti, il vantaggio di non possedere un passato. Popolata di commercianti e speculatori italiani, tedeschi, inglesi, francesi, greci, armeni, ebrei, in variopinta miscela, non piegava sotto le tradizioni. Mentre il commercio veneziano dei cereali non usciva dai vecchi rapporti, Trieste allacciava il suo destino colla stella sorgente di Odessa, e, al principio del secolo XIX, escludeva la rivale dal commercio mediterraneo dei cereali. Il col- po, recato alle antiche repubbliche mercanti d'Italia, alla fine del XV secolo, dalla circumnavigazione del- l'Africa, si ripetè, attenuato, col blocco continentale di Napoleone. Gli ultimi resti del commercio veneziano furono di- strutti. I capitalisti veneziani, disperando di risor- gere, trasferirono i loro capitali sulla sponda opposta, ove il commercio terrestre triestino accennava a rad- doppiare di attività. 'Così fu Venezia stessa a deter- minare il trionfo di Trieste; destino, comune a tutti i padroni del mare. L'Olanda creò la grandezZa del- l'Inghilterra, l'Inghilterra edificò la fortuna degli Sta- ti Uniti. Trieste, legata all'Austria, fruiva di privilegi natu- rali, inaccessibili a Venezia. Era lo sbocco di un Hin- terland vastissimo, mentre Venezia era stata sempre un porto isolato e lontano, cui l'altrui generale incon- sapevolezza avea consentito di impadronirsi del traf- fico mondiale. Il prosperare di Trieste sorge dallo svi- luppo delle energie produttive e dei trasporti in quel gran complesso di paesi che sta nel dominio dell'Au- stria. Si aggiunga la prossimità della costa orientale adriatica, base di un cabottaggio quasi sconosciuto ai Veneziani, e vivaio di un'ardita razza marinara, che Venezia non seppe dar mai. Come Venezia decadeva col rafforzarsi dell'Impero Ottomano, così Trieste sa- liva col prepotere dell'Austria sulla Turchia. Anche alla sua età dell'oro, il commercio di Venezia soffriva delle divisioni politiche del commercio orientale. Da un lato la via commerciale del Danubio era estranea alla navigazione veneziana; dall'altro, i Genovesi, pro- tetti dai Greci, dominavano il commercio con Costan- tinopoli e col Mar Nero; mentre Venezia, sollecitata dai re cattolici, monopolizzava il commercio della Mo- rea, di Cipro, dell'Egitto e dell'Asia Minore. Solo Trieste poteva allacciare tutto il commercio orientale col danubiano. Alla fine del XV secolo, Venezia, geograficamente, fu come messa in un canto. Il privilegio della vici- nanza di Costantinopoli e di Alessandria perdette ogni valore dacché, col giro del Capo di Buona Spe- ranza, il centro di gravità del commercio adriatico si trasferì, successivamente, a Lisbona, in Olanda, in In- ghilterra. La posizione privilegiata di V enezia verrà probabilmente ricuperata da Trieste, grazie alla aper- tura del Canale di Suez. La Camera di Commercio di Trieste, non solo si è associata alla Società francese per il Canale di Suez, ma inviò agenti nel Mar Rosso e sulle coste dell'Oceano Indiano a studiarvi e pro- muovervi operazioni commerciali. Aperto il Canale, Trieste provvederà le merci indiane a tutta Europa. Dal triennio 1846-48 al triennio 1853-55, essa ebbe un incremento commerciale del 68 %, assai superiore a quello della stessa Marsiglia. Tuttavia il commercio e la navigazione triestina sono ancora ben lontani dal punto di saturazione. Si pensi soltanto alla condizione economica dell'Austria, ai suoi mezzi di trasporto arretrati, a tanta parte della sua popolazione che veste ancora pelli di pecora... Collo sviluppo dei mezzi di trasporto, il commercio triestino penetrerà all'interno. La ferrovia 'Trieste- Vienna, col ramo Cilly-Pest, rivoluzionerà il commer- cio austriaco, in gran parte a pro di Trieste. Lo sviluppo di tale ferrovia, che avrà fin dall'inizio un movimento di merci superiore a quello di Marsiglia, può imaginarsi pensando come i paesi, il cui com- mercio marittimo dee sboccare all'Adriatico, hanno circa 31 milioni di abitanti (quanti la Francia nel 1821), e come l'Hinterland di Trieste abbraccia 60.398.000 ettari, 7 milioni più che la Francia. Trieste conquisterà l'importanza di Marsiglia, Bordeaux, Nan- tes e Havre complessivamente. Il dominio dell'Austria è sulla costa orientale. Lo sviluppo del commercio adriatico — così nel se- condo dei citati articoli — molto deve agli sforzi del Lloyd austriaco, di origine inglese e passato nel 1836 in mani triestine. Agli inizi, il Lloyd possedeva un solo naviglio, ebdomadario, fra Genova e Trieste. Pre- sto diventò quotidiano. Sviluppò quindi il traffico .di Rovigno, Fiume, Piragno, Zara e Ragusa sulle coste dell'Istria e della Dalmazia. Venne la volta della Ro- magna; seguirono l'Albania, l'Epiro, la Grecia. Già l'arcipelago, Salonieco, Smírne, Beyrut, Tolernaide, Alessandria chiedevano di entrar nella rete. Penetrò allora nel Mar Nero, conquistando, sotto gli occhi della Russia e della Turchia, le linee fra Costantino- poli e Sinope, Trebisonda, Varna, Braila e Galata. Così la Società, fondata per il cabottaggio adriatico, conquistava il Mediterraneo, e fra breve, per Suez, si lancerà nell'Oceano Indiano. Il capitale iniziale, un milione di fiorini, è salito a 13 milioni. Dovunque il Lloyd approdò, provocò vita di industrie e di traffici. Questo risorgimento adriatico doveva suscitare una flotta, che, in quel mare, caduta Venezia, più non esisteva. Napoleone imaginò di crearla, prevenendo lo
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