Critica Sociale - Anno XXI - n. 22 - 16 novembre 1911

Critica Sociale RIVISTA QUIADICINALE DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 — All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 Anno XXI - N. 22 0 Non si vende a numeri separati Milano, 16 novembre 1911 Politica ed Attualità. Lo guerra contro l'Italia! (LA CRITICA SOCIALS). Chi pagherà n conto?... (5. CANDIARERI SCORTI). L'accordo dei contrarti: ancora sul Congresso di Modena (Noi). Scavammo/e (lue Reo). Studi economici e sociologici Il pensiero di Carlo Mare salta questione otdrlatica (r. v.). 11 lavoro ferroviario (Lobi Zaccm). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Lo d'Orla di un« vita e di un partito; dalle Memorie „ di Bebe': 1. Bismarck e movimento operaia Fra Libri e Riviste: Socialisti e Governo In Italia (f. e.) — La poli- tica estera della democrazia (1. v.) .— La teoria della lotta di classe alla vigilia della Rivoluzione francese (si.) — Qual è Il valore 'sociale Cina individuo (si.) — L'Imposta di Stato sull'In- oremento di valore selle aree In Germania (Salma). LA MEM CONTRO Se 1,1 p.11,., riminosa; nella quale quattro retori incosciemi molti più manigoldi — ben consape- voli, quesli -- sono riesciti a rimorchiare il Go- cento e a travolgere il paese, avesse — e sarebbe tempo — un lucido intervallo, almeno nella massa degli ingenui che ne faranno le spese; da ogni parte della nazione dovrebbe ormai erompere un grido di allarme, di resipiscenza confessata, di formida- bile rampouna contro i responsabili; perché dovun- que, ormai, anche ai più ciechi, ai più ottimisti, ai più «donalizzati», qualche lembo della verità do- vrebbe farsi palese: Dovrebbe farsi palese quello, che — pur igno- rando i retroscena diplomatici e bancarii dell'av- ventura — si era, sin dal primo momento, gridato da queste colonne, e da quelle di pochi altri gior- nali, tutti socialisti: ai quali, pur troppo, come a noi nocque sopralutto essere lasciati soli nella pro- testa. Onde avvenne che a troppi babbei il semplice arrertimento del senso comune (non occorreva dav- vero, per capire, scomodare il buon senso!) parve sospetto di partigianeria o di preconcetti doltrinali. Dovrebbe farsi palese a lutti. (n'annui, conte non fosse iperbolica la nostra penna. allorché, a pro- posito di questa guerra, qui ed altrove scriveva la parola «tradimento»: tradimento verso il program- ma di Governo e la situazione politica attorno ad esso creala: tradimento verso la democrazia: Ira- dimeni', verso la patria. Onesta paróla — allora — parve eccessi( a anche a nostri amici e iollipagni. La maggioranza dei deputali socialisti, convenuti a Bologna il 25 set- tembre. la tassava, allora, dal nostro ordine del giorno. La casserebhero ancora? Certo, parecchi fra essi. Perchè era su quella parola (e per questo stimammo dover nostro insi- stere s.0 di essa ed esigere il volo) che già si divi- deva, e doveva dividersi, il Gruppo Socialista,. co- nte — se la Costituzione. oggi soppressa. verrà un giorno restituita --- si divideva alla C,miera, in due schiere ben dislitile ed opposte: ministeriali ad ogni costo. e decisi --- veramente decisi all'opposi- zione. Ala più altri. allora, si unirono Si primi per ben diverso motivo: e, perche mpeeasseee) alleo,' pos- sibile il procUrato oboi!, IneLeé al- cuno dm i 'eg a /i realigiiinetas /mettici. Si aueva fallo discreta allusione. con raulorila di cui godeva in materni internazionale. Leonida Bissidati, e te- messero, con una condanna prematura, di pregiu- dicare; o perchè - come qualcuno dichiarò.— re- dessero in quello momla un attacco. eccessivo od ingiuslo, alle intenzioni personali di taluni ministri. e dello stesso Presidente del Consiglio. ch.essi pro- pendevano a supporre piuttosto agili ehe agenti. in quella follia. Era la « forza irresistibile » che faceva capolino: la « fatalità storica», come tradusse poi il Ministro al banchetto di Torino. (Manto a noi. non sapremmo acce/lare colesla di- stinzione. I criterii, in falh, d'impatabuita, proprii alfe i 'orti d.Issisie. non ci sembrano applicabili sul terreno politico. Ignavia o perfidia, frode o villa, calcolo o insipienza cieca, il danno e 1,1 responsa- bilità non inigeino per <114CSIO. .Von Piecialno uffi- cio di confessori. non è compilo noStrg dispen- sare scomuniche o assoluzioni spiriluali. Il «beati i poveri di spirito! » non è massima da modellarvi le sentenze politiche e gli atteggiamenti dei. partiti. E. risponderanno a rerità o saranno ad arte create e diffuse le rovi. che oggi corrono sommesse, di collere sorde che fremono in altissimi luoghi, e di un Pliihontlo contro la o pitalihi storica» incarnala nel suo rolleoa della Consulta. che ne avrebbe vinto ,dri,,gaaar, leaaci, questione poco c'inieressa sono raspeito poli- tico, ci pare inconcludente. Senza dire che .efilando Nt CWieSSiiii. sul ter- reno intenzionale ci sarebbe pur sempre ben difficile consenlire «Iron. che pOi mente non rinvoca. 1,1 « mancanza di discernimen- to». Troppi falli oscuri riivreolurie di Tripoli ha retrospellivamente iiituuuuinttti. giuslifhando ristinli- ra diffidenza che, in noi. e non soltanto in noi. me- 1'MM :0P:citata. Dai gnInln'llo doto, o tplel ModO, Luzzalti, proclamando d'improvviso la ne- cessita del suffragio quasi universale, dopo ararC dai Stloi Illogotenenti fatta combattere. come lroppo ampia, la rifortnella dal Luzzalti s'esso escogitata; alla inallesa chiamala al fluirinale di Leonida Dissoluti, così. male. giuslificata- dalla asse- rita necessitò, che la ragione ed I fallo smentiscono insieme, di assicurare, con la salita di socialisti al Gorerno. le proposte. tiforine democratiche; troppa arte e troppo artificio depongono per ripolesi della almeno flenerica preordinazione di un'impresa. per la quale disarmare prevenlivamente i socialisti po- teva apparire -accorgitnento altrettanto necessario, quanto è oggi; pel generale .Canera. disarmare gli Arabi riottosi dell'oasi tripolina.

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